«I patagoni, nella densa solitudine dei loro rancho, assicurano che ‘la morte inizia quando qualcuno accetta di essere morto’». A un anno dalla sua scomparsa, Luis Sepúlveda non ha ancora accettato del tutto il suo destino, e torna per accompagnarci per un ultimo viaggio attraverso il Paese da cui tutto ha avuto inizio: il Cile, il suo Cile. La madrepatria odiata e amata, percorsa da nord a sud dalle sue scarpe e dalle sue pagine. Un viaggio che parte dalle vie di Santiago, attraversa i sentieri della Patagonia e il profondo nord, e finisce in quello specchio di Cile visto da lontano. Una geografia emotiva che incrocia le rotte di vecchi diari, racconti dimenticati e prose vertiginose. Un ultimo viaggio insieme allo scrittore combattente, prima di salutarlo per sempre a quella «meschina frontiera che separa la vita dalla morte».