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Adriana Pannitteri

BIOGRAFIA

Adriana Pannitteri
ADRIANA PANNITTERI Giornalista, lavora al tg1 Rai1 per il quale ha seguito come inviata i casi più scottanti di cronaca. Ha frequentato i corsi della scuola di Perugia Rai per radiotelecronista. È laureata in scienza politiche con indirizzo politico-internazionale. Ha pubblicato diversi libri di saggistica e giornalismo d’inchiesta, tra cui: Vite sospese, eutanasia un diritto?; La vita senza limiti con Beppino Englaro; La pazzia dimenticata, viaggio negli opg. Con il fotoreporter Giampiero Corelli ha pubblicato Il vento negli occhi (storie di donne soldato) e Tempi diversi (ritratti dalla clausura). Il suo primo romanzo Cronaca di un delitto annunciato, L’asino d’oro, 2017, è stato presentato in numerose rassegne, trasmissioni televisive e istituti scolastici.

LIBRI

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DI ME, FOLLE, E DI MIA ZIA CLARABELLA

Adriana Pannitteri - Di me, folle, e di mia zia Clarabella

C’è un momento in cui tutto sembra scivolare: il presente diventa opaco, le certezze si sbriciolano, i ricordi cominciano a parlare con una voce nuova. È da questo punto di deriva che prende forma il racconto di una donna che si ritrova a fare i conti con ciò che credeva di sapere di sé, degli altri, della propria vita. E mentre la realtà d’un tratto si incrina, compare Clarabella, un’immagine quasi impossibile da definire: troppo distante per essere compresa, troppo vera per essere cancellata. È lei a tracciare, da lontano e inconsapevolmente, la mappa di un’identità che ancora cerca il proprio nome. Con una scrittura limpida e tagliente, Adriana Pannitteri intreccia desiderio e memoria, follia e lucidità, costruendo il ritratto di una donna che si smonta e si ricompone, pezzo dopo pezzo. Con una risposta al dolore dell’abbandono a tratti persino grottesca, tutta al femminile. Perché ci sono storie che possono iniziare solo là dove tutte le altre finiscono.

IL SANGUE DELLE DONNE

Adriana Pannitteri - Il sangue delle donne

Più vittime della mafia. Il confronto tra reati può sembrare paradossale ma negli ultimi anni abbiamo acquisito una consapevolezza: troppe donne muoiono per mano dei loro compagni. Chi si salva ha sul proprio corpo ferite profonde e devastanti, reclama giustizia e lotta perché non ci siano altre vittime. Le leggi, come il Codice Rosso, hanno posto al centro della politica e dell’opinione pubblica il tema, ma sono ancora troppi i nodi scoperti. I media parlano ogni volta dell’ennesimo femminicidio e quel termine, ennesimo, è entrato nel lessico – per paradosso – fino a diventare una abitudine alla quale rischiamo di rassegnarci. Storie drammatiche che talvolta potevano essere evitate. La denuncia non basta e lo testimoniano i figli doppiamente orfani di queste donne. Che cosa è mancato? Che cosa dobbiamo cambiare? Come vincere la rassegnazione? Come non lasciare sole queste persone superando burocrazie e indifferenza delle istituzioni? Un filo rosso unisce questi incontri e queste tragedie.

IN NOME DEL POPOLO TELEVISIVO

Adriana Pannitteri - In nome del popolo televisivo

Da principio fu Annamaria Franzoni. Era il 30 gennaio del 2002. Chi non la ricorda con lo sguardo velato e i singhiozzi nel salotto di Studio Aperto, a pochi mesi dalla morte del piccolo Samuele? Valerio de Gioia e Adriana Pannitteri affrontano una serie di casi che hanno suscitato negli anni una incredibile attenzione mediatica. Tra gli altri: l’omicidio di Melania Rea, il caso di Ferdinando Carretta, la morte di Marco Vannini, la tragica fine di Lorys, divenuti nel tempo appuntamenti imprescindibili nell’ambito di contenitori e programmi televisivi caratterizzati, tranne rare eccezioni, da morbosità e derive di cattivo gusto. Basti pensare alla serializzazione della vicenda di Denise Pipitone che ha finito per invadere i palinsesti della televisione pubblica e privata in una sfida che non ha risparmiato colpi di scena a opera anche di Pubblici ministeri, questa volta veri, che si sono occupati delle indagini, per offrire agli spettatori l’ultimo tassello di quella che viene sempre annunciata come «una nuova svolta nelle indagini». Ovviamente lo share detta le regole e decide i palinsesti.