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Giovanni Floris

BIOGRAFIA

Giovanni Floris
GIOVANNI FLORIS Giornalista italiano. È noto al grande pubblico per la conduzione del talk-show Ballarò, dopo il quale è diventato autore di Dimartedì su La7. Superata la prova di idoneità professionale, fu assunto dal Giornale Radio Rai nel 1996, dove fu inviato e conduttore. In particolare, si trovava a New York all’epoca dei fatti dell’11 settembre 2001. Dopo quella esperienza, fu nominato corrispondente per la RAI dagli USA, con sede a New York, dove si trasferì. Dopo un anno, nel 2002, divenne conduttore del nuovo talk-show Ballarò, che lo ha portato alla notorietà. È vincitore di numerosi premi tra cui Saint-Vincent, Premiolino, Flaiano, Guidarello e Elsa Morante. Tra le pubblicazioni per Rizzoli si ricordano: Monopoli (2005), Risiko (2006), Mal di merito (2007), La fabbrica degli ignoranti (2008), Separati in patria. Nord contro Sud: perché l’Italia è sempre più divisa (2009), Zona retrocessione. Perché l’Italia rischia di finire in serie B (2010), Decapitati. Perché abbiamo la classe dirigente che non ci meritiamo (2011), L’invisibile (2019). Per Feltrinelli Il confine di Bonetti (2008) e La prima regola degli Shardana (2016), con il quale ha vinto il Premio Internazionale Capalbio Piazza Magenta 2016 – Sezione Letteratura e giornalismo televisivo. Nel 2020 è uscito per Solferino L’ alleanza. Noi e i nostri figli: dalla guerra tra i mondi al patto per crescere, nel 2022 il romanzo Il gioco.

LIBRI

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ASINI CHE VOLANO

Giovanni Floris - Asini che volano

Natale sul Nilo: Christian De Sica deve sedurre la fidanzata del figlio, che è una sua ex amante, in modo da dargli una scusa per lasciarla, ma la moglie lo coglie in flagrante. Capodanno a Biella: un viceministro agitando una piccola pistola spara accidentalmente al genero della sua guardia del corpo, dopodichè cerca di sostenere che non era lì – perchè – a mezzanotte – era andato a buttare la spazzatura. Quale delle due è la trama di un cinepanettone e quale la realtà? Nessuno potrebbe dirlo. Perchè i <<mostri>> di cui una volta ridevamo oro sono al potere, e non hanno vergogna di niente. Ma non siamo sempre stati mostri: proprio le commedie, infatti, nel corso dei decenni ci hanno spiegato l’Italia e noi stessi grazie a trame corrosive o surreali, a battute rimaste nella storia, a personaggi indimenticabili. Ci piacevano, quei personaggi, con tutti i loro difetti, e oggi che l’astio e la violenza sembrano dominare il dibattito pubblico forse è ora di riscoprire le caratteristiche dell’italiano rappresentato in quelle storie: arrivista, arruffone, un pò vigliacco, ma anche umano, comunicativo, creativo. Spesso campanilista, ma capace di viaggiare e di farsi capire. Magari ignorante, ma con il rispetto di quella cultura che non possiede. 
Giovanni Floris dà fondo a una competenza enciclopedica sulle commedie e sui cinepanettoni che gli deriva dall’averli visti tutti, alcuni più volte. Ne emerge un ritratto degli italiani sincero ed esilarante, che ci farà ripercorrere alcune delle pellicole più amate da tutti noi. E che contiene un fondo di nostalgia, e di riflessione: perché quella <<medietà>> che ci sembrava il male oggi la rimpiangiamo. E perchè i personaggi da film dovrebbero tornare a farci ridere (e pensare) anziché governarci.

L'ESSENZIALE

Giovanni Floris - L'essenziale

Floris, che confessa di non essere «un lettore naturale», condivide con semplicità in queste pagine ciò che ha ricavato assecondando il suo bisogno di leggere, un bisogno che, magari misconosciuto, appartiene a tutti. Perché la vita è fatta della stessa materia di cui sono fatti i libri e queste pagine ce lo dimostrano: senza pretese, con un tratto scanzonato e insieme appassionato, allestiscono uno scaffale ideale a cui ognuno potrà attingere le proprie ispirazioni.

«Una notte ho sognato un demone che mangiava i libri di casa mia.»

E al risveglio, questo sogno diventa per l’autore un rovello: un ipotetico demone come sceglierebbe i titoli da aggredire? E quali sarebbe necessario salvare? Comincia così un percorso di riscoperta di storie e autori che hanno accompagnato una vita, e che forse oggi possono permettere di capirla. I libri, infatti, scandiscono il tempo che ci è dato: da studenti magari ci appassioniamo a Rimbaud e ai Decadenti, immaginandoci anarchici e maledetti come loro, mentre più tardi ci lasciamo sedurre dalle teorie dei grandi filosofi e Popper diventa il nostro mito. Un periodo di disoccupazione o pausa forzata, con le sue frustrazioni, può consentirci una scorpacciata di romanzi impegnativi, come Moby Dick. E se un viaggio ci porta in America ci pare già di conoscerla, dai romanzi di mille autori, da Philip Roth a Edith Wharton. Ma la cosa più importante che fanno i classici è renderci la vita insieme più intensa e più semplice, insegnandoci senza averne l’aria lezioni importantissime: cos’è l’identità, cos’è la politica, come si forma la coscienza di un popolo – e come esplode la sua ribellione. Tutto sotto il mantello delle storie: con leggerezza, come suggeriva Calvino.

IL GIOCO

Giovanni Floris - Il gioco

Un giallo, un complotto, una commedia dal ritmo incalzante, un percorso scanzonato ma ricco di cultura tra le pagine, il pensiero e gli autori di un secolo di letteratura: questo romanzo multiforme è in se stesso un gioco. Libero, appassionato e imprevedibile, perché i libri non finiscono mai di sorprendere.

Quando Rossella Catrambone, studentessa modello, scompare, è inevitabile che i sospetti si appuntino sui due ripetenti bulli dell’ultimo banco: Mansur detto Momo, italiano di seconda generazione, e Francesca, colonna dell’estrema destra del quartiere periferico di Torre Bruciata. I sospetti della polizia, si intende, ma non quelli del loro professore di lettere, Paolo Romano, che decide di aiutarli a scoprire la verità (e a restare fuori dalla galera). Ma i giorni passano, la ragazza non ricompare e si accumulano indizi inquietanti quanto stranamente letterari: una pista porta a Edgar Allan Poe, una a Giordano Bruno, una ai surrealisti… intanto, il professor Pastore, il complottista della scuola, è convinto che la chiave di tutto sia nascosta nei sotterranei del Vaticano e, quel che è peggio, lo dice in televisione. È solo l’inizio di una pericolosa caccia al tesoro a cui i tre saranno costretti a giocare in compagnia di strani alleati: una preside favorevole alle droghe sintetiche e un bibliotecario ex criminale. Li salveranno i libri, o sono proprio le parole a uccidere? Un giallo, un complotto, una commedia dal ritmo incalzante, un percorso scanzonato ma ricco di cultura tra le pagine, il pensiero e gli autori di un secolo di letteratura: questo romanzo multiforme è in se stesso un gioco. Libero, appassionato e imprevedibile, perché i libri non finiscono mai di sorprendere.