Simone Calderoni

SIMONE CALDERONI – S.C. ALDER Sono nato a Roma nel 1993, figlio di mezzo tra due femmine e nipote d’arte.
L’infanzia l’ho passata tra i racconti dei nonni e i fumetti.
A scuola sempre male, malissimo, dalla terza elementare in poi (dal fatidico incontro con le tabelline) un disastro dietro l’altro. Fino ad arrivare alla bocciatura il terzo anno di liceo, quando ho avuto il piacere di fare la conoscenza con la chimica organica, di cui mi ostino a non capire un tubo.
Dalle medie in poi i fumetti non li ho solo letti ma li scrivevo pure, poi al liceo ho scoperto il rock, il metal e per anni ho abbandonato le storie di carta in favore di quelle musicali.
Il gruppo del liceo, i Lady Reaper sono ancora in piedi, qualche volta ci capita di suonare.
Poi, gli ultimi anni del liceo, l’incontro con la grande letteratura latina e italiana. Da Orazio a Boiardo, da Ovidio a Pirandello, tra un concerto e l’altro ho iniziato a leggere (per la gioia di mia nonna) ed ecco, dopo la maturità approdare a Lettere Moderne.
Nel frattempo ho lavorato, e lavoro ancora, come tutor didattico per ragazzi con disturbo specifico dell’apprendimento, specializzato in latino.
Laurea triennale, Magistrale e accademia di cinema. Invece di andare verso l’insegnamento, sempre più difficile da raggiungere, ho studiato per anni sceneggiatura e regia.
A questo punto, dopo aver vinto un bando “Lazio crea” per una sceneggiatura, la fatidica domanda di mia nonna: “perché non scrivi un libro?”

Perché il fantasy? Perché è evasione. È la parola, la fantasia, che gioca con le leggi della realtà. La nostra generazione è stata un po’ rifiutata dal mondo: a partire dalla precarietà del lavoro, del clima e adesso pare anche della pace.
Creare mondi immaginari, dalla solida (solidissima) struttura e coerenza è forse il modo migliore per pensare a una realtà migliore. Trasformare la penna in una spada e porre un freno, almeno nelle favole, al male.