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Tea Ranno

BIOGRAFIA

Tea Ranno
TEA RANNO è nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963. Dal 1995 vive a Roma. È laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura. Ha pubblicato per e/o i romanzi Cenere (2006, finalista ai premi Calvino e Berto, vincitore del premio Chianti) e In una lingua che non so più dire (2007). Nel 2012 per Mondadori esce La sposa vermiglia e nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari. Nel 2018 per Frassinelli esce Sentimi e nel 2019 per Mondadori L’amarusanza. Per Piemme pubblica nel 2023 Un tram per la vita e nel 2024 Bombolla. Una fiaba moderna per vincere il bullismo.

LIBRI

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CUORE DI CRISTALLO

Tea Ranno - Cuore di cristallo
«Sei brutta. Ma brutta, brutta. Ma proprio brutta!» ripete una voce dentro di lei ogni volta che Fulvia passa davanti a uno specchio. «Il tuo naso è brutto, la tua faccia è brutta.» Eppure non è sempre stato così. Fino a qualche mese fa, lo specchio non era un aguzzino e Fulvia aveva il cuore leggero: il primo anno del liceo, le amiche, la cotta segreta per Zacchi della 3ª C, il più figo della scuola… Tutto è cominciato con l'”Orrendo fatto”, alla festa di compleanno di Giada, quando Emilio Zacchi l’ha guardata e all’improvviso ha detto: «Ma l’avete visto il naso della De Rossi? È grande quanto quello di una mosca». Gli altri sono scoppiati a ridere, lei ha sentito una vampa di fuoco salirle dai piedi alla faccia. Da quel giorno a scuola Fulvia è diventata Nasomosca. Da quel giorno la sua vita è andata lentamente in frantumi, la disperazione le ha curvato le spalle, il suo cuore si è fatto fragile come il cristallo. Ma può l’amore cambiarsi in odio? E davvero la fissa per il naso è una malattia, come dice la vecchia vicina di casa, Jo, l’unica con cui Fulvia si confida?

AVEVO UN FUOCO DENTRO

Tea Ranno - Avevo un fuoco dentro

Questo memoir, scritto nella lingua ispirata e inconfondibile di Tea Ranno, si apre con un risveglio in ospedale: Tea ha quarantacinque anni ed è appena stata operata d’urgenza per un’infezione che, partita dall’utero, è arrivata a infuocarle l’intestino, il fegato, i polmoni. Soffre di endometriosi da quando è giovanissima. Ma questa volta ne è quasi morta. L’endometriosi è una malattia cronica che colpisce molte donne. Le cause non sono ancora del tutto chiare, la diagnosi spesso è complessa e non esiste una cura definitiva. Provoca, tra le altre cose, cicli mestruali molto abbondanti e dolorosi, un dolore che – racconta Tea – “certe volte è come un cane che mozzica, certe altre è come un fuoco che brucia”. Ma “Se hai male in quei giorni che c’è di strano?”, “Sei femmina, ti devi abituare”, “Hai la soglia del dolore troppo bassa”, “È un problema psicologico!” sono le frasi che si sentono rivolgere da generazioni le donne che ne soffrono. Questo modo sistematico di screditare il dolore femminile contribuisce a far sì che l’endometriosi ancora oggi venga spesso diagnosticata con grande ritardo. La vita di Tea Ranno e il suo percorso letterario sono un tutt’uno con la storia della sua malattia, e quella storia comincia in Sicilia, negli anni Settanta, quando lei è un’adolescente: in casa si parla poco di corpo, il pudore impedisce di affrontare i disturbi che riguardano la sfera intima, si tende a nascondere, a tacere. Ma ciò che la bocca non può dire, finisce sui diari, e le parole diventano per Tea uno spazio di gioia e libertà. Da lei, però, ci si aspetta altro – che studi legge, che si faccia una posizione –, perciò anche la scrittura si trasforma in un segreto, un fuoco da tenere a bada, e Tea proverà a spegnerlo con tutta se stessa. Fortunatamente, non ci riuscirà mai.

Dopo aver generato infiniti sorrisi e lacrime con le sue storie di donne forti e coraggiose, Tea Ranno si mette in gioco in prima persona e affronta la propria, la più dolorosa e difficile da raccontare. Lo fa perché questa storia – fatta di rabbia e impotenza, di diagnosi e cure sbagliate, della faticosa ricerca di un figlio, ma anche di amicizie e incontri salvifici – non è solo sua. Riguarda tantissime donne, ed è per dar voce a tutte loro, per aggiungere anzi la sua voce a quella di chi già sta lottando perché questa malattia non rimanga invisibile, e per ricordarci che le nostre passioni più profonde possono sempre aiutarci a uscire dall’abisso, che questo libro esiste.

UN TRAM PER LA VITA

Tea Ranno - Un tram per la vita
È il 16 ottobre 1943, nel ghetto di Roma un bambino di dodici anni vede la madre caricata su un camion dei tedeschi, la raggiunge, l’abbraccia, ma lei riesce a spingerlo via. Emanuele, questo il nome del bambino, si nasconde su un tram e inizia un viaggio che lo porterà, fermata dopo fermata, fino al capolinea. Racconta al bigliettaio di essere ebreo e chiede di essere protetto perché i tedeschi lo stanno cercando. L’autista del tram e poi altri dopo di lui aiuteranno Emanuele a restare vivo e al sicuro per tre giorni fino a quando non riuscirà a trovare suo padre. La penna di Tea Ranno racconta la storia commovente di uno degli ultimi testimoni sopravvissuti al rastrellamento nazista di Roma: Emanuele Di Porto.

BELLISSIMA

Tea Ranno - Bellissima
Giorgia è bella ed è felice: sta per iniziare un’estate grandiosa e deve occuparsi solo di Carlo, un ragazzo dai capelli rossi, un po’ misterioso, di cui si sta innamorando. Peccato che i suoi genitori non facciano altro che mettersi in mezzo: la coppia perfetta non lo è più tanto e i due si sono messi a litigare in modo strano, rovinandole letteralmente la vita.

SENTIMI

Tea Ranno - Sentimi
Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall’oblio. Sono storie dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: in tutte, l’umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale tutta femminile, viene annullata nella dicotomia maschile della donna “santa o buttana”. Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all’autrice: c’è anche un’altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile del tradimento. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina. E per questo le donne del paese, le stesse donne che si raccontano, faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro.