Vincenza Alfano
VINCENZA ALFANO, napoletana, è scrittrice, giornalista, docente di italiano e latino. Collabora con la pagina culturale del «Corriere del Mezzogiorno», dove scrive di libri e di eventi culturali con interviste ad autori e personaggi di rilievo. Si occupa di consulenza editoriale e scouting letterario e ha fondato e conduce l’Officina delle parole, laboratorio di scrittura creativa presso la libreria IoCiSto. Il suo ultimo romanzo è Perché ti ho perduto (Giulio Perrone Editore 2021), da cui è stato tratto il film per la tv Folle d’amore, prodotto da Rai fiction e Jean Vigò per la regia di Roberto Faenza.
Vincenza Alfano
La guerra non torna di notte
Vincenza Alfano ritrova una vicenda vera della sua famiglia e la restituisce come narrazione avvincente, salvando per il futuro le voci, i gesti, i protagonisti di una pagina importante della nostra storia.
La vita di Cenzina è tracciata fin da ragazzina: cresciuta da uno zio ricco che trova per lei un buon partito, sarà moglie e madre nella Napoli borghese. Ma a deviarne continuamente la traiettoria c’è l’inquietudine che la percorre a causa della ferita mai rimarginata dell’abbandono materno, che diluisce le piccole felicità quotidiane in troppi ricordi, troppe domande. E a stravolgerla del tutto, poi, arriva la guerra. Suo marito Pasquale sembra avere tutte le risposte:si tratta di prendere le parti dei più forti, i fascisti, e poi di sopravvivere indenni al conflitto. Nonostante la contrarietà di Cenzina, trasferisce la famiglia in una casa più sicura, davanti al mare, quando, nell’estate del 1943, la città trema sotto i terribili bombardamenti angloamericani e il pericolo si avvicina. Ed è qui che il destino li raggiunge sotto forma di due giovani aviatori polacchi, ebrei, precipitati con l’aereo. Cosa fare? Consegnarli ai nazisti ormai padroni di Napoli, o nasconderli negli scantinati del palazzo? Stavolta, le certezze di Pasquale vacillano e l’intero stabile, dal portiere Pietro con la moglie Addolorata agli inquilini, è coinvolto in una scelta difficile: condannare due vite o rischiarle tutte? Nel fuoco di questo dilemma, Cenzina forgerà una scelta capace di curare le sue ferite e aprire alla possibilità di un futuro. In questo romanzo incalzante, che culmina sulle barricate delle Quattro Giornate di Napoli del settembre 1943, quando la città insorse contro i nazisti, Vincenza Alfano ritrova una vicenda vera della sua famiglia e la restituisce come narrazione avvincente, salvando per il futuro le voci, i gesti, i protagonisti di una pagina importante della nostra storia.
Viola Ardone
Viola Ardone (Napoli 1974) è laureata in Lettere e ha lavorato per alcuni anni nell’editoria. Autrice di varie pubblicazioni, insegna latino e italiano nei licei. Fra i suoi romanzi ricordiamo: La ricetta del cuore in subbuglio (2013) e Una rivoluzione sentimentale (2016) entrambi editi da Salani. Nel 2019 pubblica con Einaudi Il treno dei bambini.
Viola Ardone
Grande Meraviglia
«L’amore è incomprensibile, una forma di pazzia».
Nel candore dello sguardo di Elba il manicomio diventa un luogo buffo e terribile, come la vita, che Viola Ardone sa narrare nella sua ferocia e bellezza.
Dopo il successo internazionale de Il treno dei bambini e di Oliva Denaro, Grande meraviglia completa un’ideale trilogia del Novecento. In questo magnifico romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l’uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall’altro, per sentire di esistere.
Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo Diario dei malanni di mente, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.
Viola Ardone
Oliva Denaro
È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà più farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili più toccanti della recente narrativa italiana.
Viola Ardone
Il treno dei bambini
È il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord; un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.
Daniele Aristarco
Nato a Napoli nel 1977, è autore di racconti e saggi divulgativi rivolti ai ragazzi, pubblicati sia in Italia sia in Francia. Ha insegnato lettere nella scuola media, per poi dedicarsi ai libri per ragazzi e alla scrittura per il cinema e la radio. Tra i suoi libri ricordiamo: Shakespeare in shorts. Dieci storie di William Shakespeare (Einaudi Ragazzi, 2016), eletto libro del mese di settembre 2016 dai radioascoltatori della trasmissione “Fahrenheit” di Radio 3; Io dico no! Storie di eroica disobbedienza (Einaudi Ragazzi, 2017), inserito nel “White Ravens” 2017 della Internationale Jugendbibliothek di Monaco; Così è Pirandello (se vi pare). I personaggi e le storie di Luigi Pirandello (Einaudi Ragazzi, 2017); Io dico sì! Storie di sfide e di futuro (Einaudi Ragazzi, 2018), Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi (Einaudi Ragazzi, 2019), Io vengo da. Corale di voci straniere (Einaudi Ragazzi, 2019).
Daniele Aristarco
Una bella resistenza
UN VIAGGIO PER L’ITALIA ATTRAVERSO STORIE, INCONTRI, MEMORIA
Ci sono storie del passato che vivono nei libri. Altre lasciano tracce nei luoghi che ci circondano. E ci sono storie del passato che circolano nel nostro sangue.
«Per me, il coraggio è la forza che ti fa lottare per quello che ti sta a cuore» mi insegna Camilla, mentre affonda il cucchiaino nella panna. «È la forza che ti permette di resistere. Questa è l’eredità che, un giorno, lascerò a mia figlia.» La resistenza, una preziosa eredità.
Cosa ha spinto, tra il 1943 e il 1945, ragazzi e ragazze, uomini e donne a lottare, a rischiare, a morire persino, per la libertà? L’autore ci invita a seguirlo nel suo viaggio in treno tra le città d’Italia, per mostrarci i luoghi della Resistenza e farci ascoltare le voci di chi si è opposto al regime fascista e di chi oggi porta avanti quella lotta. Partiamo da Bolzano, dove la storia di Zeudi si intreccia a quella di un partigiano con la pelle del suo stesso colore, Giorgio Marincola; lungo i marciapiedi di Milano inciampiamo in una targa d’ottone che ricorda un Giusto tra le nazioni; a Correggio riviviamo l’incredibile avventura del comandante Diavolo e a Roma ascoltiamo la voce di Camilla e delle straordinarie donne della sua famiglia. Ci spingiamo sempre più lontano fino a Lampedusa, fino a Capo Teulada, per approdare tra i ricordi di un ragazzino che all’epoca non aveva che dieci anni, ma era già abbastanza sveglio da capire che bisognava reagire e lottare. Storie grandi e storie piccole, un itinerario tra le conquiste che bisogna continuare a difendere, per diventare anche oggi partigiani e partigiane, prendendo parte e facendo la propria parte.
Daniele Aristarco
Il giardino dei giusti
Jack La Manna è un attore comico di successo. Sta per andare in onda con il suo show televisivo quando un messaggio inaspettato lo spinge a lasciare gli Stati Uniti e a volare oltreoceano, alla ricerca delle tessere di un mosaico di storie, intrecciate a quella della sua famiglia. Scoprirà che negli anni ’40 del Novecento l’Europa era immersa in una notte assoluta che sembrava non dover finire mai. Eppure, in quell’oscurità, migliaia di piccole luci si accesero. Erano i Giusti tra le Nazioni, uomini e donne non ebrei che durante la Shoah salvarono donne e uomini ebrei rischiando la propria vita, senza trarne alcun vantaggio personale. Presto, però, l’indagine si rivelerà molto pericolosa, perché per ogni uomo giusto che merita di essere ricordato, molti ingiusti vogliono essere dimenticati. E saranno pronti a intralciare la ricerca di Jack, con ogni mezzo.
Daniele Aristarco
Le Avventure di Alessandro Mignolo
Una storia avvincente e spassosa per condurre i giovani lettori sui sentieri intricati della Storia. Una fiaba moderna e avventurosa che racconta la storia di un re bambino alla ricerca di risposte alle grandi domande.
Il regno di Alessandro Mignolo è così piccolo che basta ruotare un dito per indicarne i confini. Pacifico e giusto, Alessandro è un sovrano amato dal popolo, ma dopo aver battuto la testa cadendo da cavallo viene colto da manie di grandezza. In sella a Coccefalo, il suo cavallo testardo e capriccioso, e seguendo i consigli della gazza Manesse, parte all’improbabile conquista di terre e popoli lontani.
Daniele Aristarco
La Divina Commedia
Due sguardi nuovi sulla Divina Commedia, in grado di dialogare con la curiosità e la fantasia dei lettori.
Nei settecento anni dalla scomparsa di Dante Alighieri, un album illustrato per compiere i primi passi nell’opera del poeta fiorentino. Un oggetto di stupore che somma la bellezza delle tavole di Marco Somà al testo appassionato di Daniele Aristarco.
Daniele Aristarco
Fake. Non è vero ma ci credo
Quasi tutte le storie celano qualche menzogna. Esistono, però, bugie in grado di generare odio e dalle quali bisogna imparare a difendersi. È questo il caso delle fake news, le narrazioni truffaldine in grado di “menarci per il naso”, proprio come si fa con i bufali quando li si tira per l’anello. Le “bufale”, infatti, sono bugie insidiose, talvolta si fanno beffa della nostra ingenuità però possono essere anche molto pericolose. Se non vengono prontamente smascherate, sono in grado di modificare le nostre abitudini, i nostri progetti e, talvolta, di minare i più profondi convincimenti. Questo libro indaga il rapporto tra verità e menzogna, provando ad aiutare i giovani lettori a orientarsi nella realtà.
Daniele Aristarco
Io vengo da
“Da dove vieni?” È questa la domanda che un insegnante pone ai suoi studenti. Una quinta della Scuola primaria, composta metà da bambini stranieri. Il quesito, solo apparentemente banale, impegna tutti in un appassionante ricerca su se stessi, una vera e propria investigazione sulle proprie origini, sulla propria leggenda familiare. Attraverso i racconti dei giovani protagonisti, proveremo a comprendere questo mondo nuovo che si dischiude di fronte a noi.
Daniele Aristarco
Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi
La storia si può ripetere? Attraverso una narrazione chiara e avvincente, una serie di lettere inviate a una giovane studentessa, Aristarco narra la storia del fascismo, ne rievoca alcuni rilevanti aspetti quotidiani, (l’intrusione, il ruolo della donna, le leggi razziali, la soppressione dei diritti) e indaga l’enigma del consenso. Nell’ultima parte del libro, infine, l’autore analizza alcuni episodi recenti. Uno strumento di dialogo con le nuove generazioni per comprendere il presente, un messaggio di fiducia nel futuro.
Daniele Aristarco
Io dico si! Storie di sfide e di futuro.
Dire «sì» significa accettare sfide impossibili. Realizzare le utopie e difendere le conquiste
Dai Gracchi a Garibaldi, da Leonardo da Vinci a Maria Montessori, da Primo Levi a Pablo Picasso: il racconto dell’ostinazione e delle idee che sanno mettere in moto il gioco del futuro.
Daniele Aristarco
Io dico no! Storia di eroica disobbedienza
Da Prometeo ad Anna Politovskaja, da Ipazia a Martin Luther King, dalle suffragette agli abitanti di Chambon-sur-Lignon. Il racconto dei “No” che hanno fatto la Storia. Questo è un libro sulla libertà. Puoi leggerlo liberamente, saltando da una storia all’altra oppure puoi berlo tutto d’un fiato, come si fa con un romanzo. Un romanzo che inizia in un tempo lontanissimo e che arriva fino a oggi. Fino a te. Protagonista è l’umanità o, meglio, quegli uomini e quelle donne che chiamiamo “eroi”. Ciascuno di questi personaggi ha modificato in maniera profonda la storia. Conoscerai trionfi e cadute di donne e di uomini che hanno detto “No” e che hanno vissuto e lottato per la libertà. Soprattutto capirai che tocca a te adesso.
Ritanna Armeni
Ritanna Armeni è giornalista e scrittrice. Ha lavorato come caporedattrice al periodico «Noi donne», poi a «il manifesto» e nella redazione di «l’Unità», a «Rinascita» e, ancora, opinionista sul quotidiano «Il Riformista». Nel 1998 è diventata portavoce dell’allora segretario di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, del quale ha curato, con Rina Gagliardi, il volume Devi augurarti che la strada sia lunga (Ponte alle Grazie 2009). È stata per tre anni conduttrice di “Otto e mezzo” insieme a Giuliano Ferrara. Ha pubblicato Di questo amore non si deve sapere (Ponte alle Grazie 2015), vincitore del Premio Comisso. Tra gli altri suoi titoli usciti sempre con Ponte alle Grazie: La colpa delle donne (2006), Prime donne. Perché in politica non c’è spazio per il secondo sesso (2008), Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte (2018). Mara. Una donna del Novecento (2020).
Ritanna Armeni
Il secondo piano
“In un convento francescano di periferia, tra i profumi del giardino e un nuovo quartiere in costruzione, suor Ignazia e le sue sorelle si trovano nella surreale situazione di ospitare al piano terra un’infermeria tedesca e al secondo alcune famiglie sfuggite per miracolo al rastrellamento del Ghetto. A separarli, solo una scala e l’audacia mite di chi non esita a mettersi in gioco fino in fondo. Roma, nell’ultimo anno di guerra, non è «città aperta». I tedeschi, a un passo dalla sconfitta, la stringono in una morsa sempre più spietata, gli alleati stentano ad arrivare, i romani combattono pagando con il sangue ogni atto di ribellione. In una città distrutta dalla fame, dalle bombe, dal terrore, gli ebrei vengono perseguitati, deportati, uccisi, come il più pericoloso e truce dei nemici. E la Chiesa? Mentre in Vaticano si tratta in segreto la resa nazista e il pontefice sceglie, più o meno apertamente, la via della cautela, i luoghi sacri si aprono ad accogliere – sfidando le regole e perfino alcuni comandamenti – chi ne ha bisogno.
Ritanna Armeni
Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte
Le chiamavano Streghe della notte. Nel 1941, un gruppo di ragazze sovietiche riesce a conquistare un ruolo di primo piano nella battaglia contro il Terzo Reich. Rifiutando ogni presenza maschile, su fragili ma agili biplani, mostrano l’audacia, il coraggio di una guerra che può avere anche il volto delle donne. La loro battaglia comincia ben prima di alzarsi in volo e continua dopo la vittoria. Prende avvio nei corridoi del Cremlino, prosegue nei duri mesi di addestramento, esplode nei cieli del Caucaso, si conclude con l’ostinata riproposizione di una memoria che la Storia al maschile vorrebbe cancellare. Il loro vero obiettivo è l’emancipazione, la parità a tutti i costi con gli uomini. Il loro nemico, prima ancora dei tedeschi, il pregiudizio, la diffidenza dei loro compagni, l’oblio in cui vorrebbero confinarle. Contro questo oblio scrive Ritanna Armeni, che sfida tutti i «net» della nomenclatura fino a trovare l’ultima strega ancora in vita e ricostruisce insieme a lei la loro incredibile storia. È Irina Rakobolskaja, 96 anni, la vice comandante del 588° reggimento, a raccontarci il discorso, ardito e folle, con cui l’eroina nazionale Marina Raskova convince Stalin in persona a costituire i reggimenti di sole aviatrici. È lei a descriverci il freddo e la paura, il coraggio e perfino l’amore dietro i 23.000 voli e le 1100 notti di combattimento. E a narrare la guerra come solo una donna potrebbe fare.
Ritanna Armeni
Di questo amore non si deve sapere
Donna attraente e appassionata, magnetica e vitale, pianista eccellente, poliglotta, rivoluzionaria, impegnata nella lotta per i diritti delle donne, sostenitrice del libero amore, madre di cinque figli e moglie di un ricchissimo industriale russo: è Inessa Armand, votata anima e corpo alla causa bolscevica. Anche se per molto tempo il regime sovietico ha fatto di tutto per tenerlo segreto, fu il grande amore di Lenin, oltre che la sua più fidata collaboratrice. Si conobbero a Parigi nel 1909, in un caffè dove si incontravano i rivoluzionari russi in esilio: il loro legame si nutriva dell’ardore politico, dell’ebbrezza di ideare e partecipare a un cambiamento storico epocale, ma anche di fascinazione, attrazione e tenerezza. Inessa è sepolta per volere di Lenin davanti alle mura del Cremlino vicino a John Reed, ma è stata cancellata dai libri di Storia. Il capo della Rivoluzione non poteva essere macchiato dalla meschinità di un adulterio borghese. Ritanna Armeni, che ha seguito le sue tracce nelle poche testimonianze e biografie esistenti e ha ripercorso i suoi passi in Europa, ci restituisce il ritratto fremente, dolce e indomabile di una donna che più che al passato sembra appartenere al nostro futuro: inquieta e non catalogabile, piena di contraddizioni eppure integra nelle sue passioni, capace di amare perché libera, rivoluzionaria nel privato e nel politico.
Ritanna Armeni
La strada è la felicità
Rosa è una brava ragazza di provincia che arriva a Roma a vent’anni con l’obiettivo di laurearsi e trovare un lavoro. Ma siamo alla vigilia del Sessantotto e il fermento della rivolta abita ovunque: nei viali dell’università, sugli striscioni delle piazze, ai cancelli delle fabbriche. Quando il movimento studentesco esplode tutto cambia, anche Rosa. In quei mesi incandescenti, in cui si occupano le facoltà, si scatena la violenza di manganelli e lacrimogeni, si assapora la sferzante allegria della ribellione Rosa si trasforma in una giovane donna, va a vivere in una comune, prende in mano la sua vita e ne paga pegno. Orientandosi fra amore e amicizie, tra i grandi classici del marxismo e un movimento che vuole cambiare il mondo incontra un’altra Rosa, Rosa Luxemburg, e con lei intreccia un rapporto serrato con momenti di complicità e di rottura, di immedesimazione e di lontananza. Il vento del nuovo femminismo conduce la “brava ragazza” e le sue compagne in percorsi sconosciuti, rende la ribellione più audace, la voce più netta, la lotta più chiara e autonoma. Rosa vive gli anni della ribellione all’ordine maschile e partecipa all’ assalto al cielo delle giovani donne che colgono a piene mani l’occasione di diventare sé stesse, di cambiare la loro vita e quella di chi verrà dopo di loro.
Ritanna Armeni
Mara. Una donna del Novecento
Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un’amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l’elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani.
Stefania Auci
Stefania Auci è nata a Trapani, ma vive da tempo a Palermo, dove lavora come insegnante di sostegno. Con I Leoni di Sicilia, che ha avuto uno straordinario successo – più di cento settimane in classifica, in corso di traduzione in 32 Paesi –, ha narrato le vicende dei Florio fino alla metà dell’Ottocento, conquistando i lettori per la passione con cui ha saputo rivelare la contraddittoria, trascinante vitalità di questa famiglia. Una passione che attraversa anche L’inverno dei Leoni, seconda e conclusiva parte della saga, e che ci spalanca le porte del mito dei Florio, facendoci rivivere un’epoca, un mondo e un destino senza pari.
Stefania Auci
I Leoni di Sicilia. La saga dei Florio
Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, decisi ad arrivare più in alto di tutti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo in tutta Europa… In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri» il cui «sangue puzza di sudore». Sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana, Stefania Auci dipana una saga familiare d’incredibile forza, così viva da sembrare contemporanea.
Stefania Auci
L’inverno dei Leoni
Hanno vinto, i Florio, i Leoni di Sicilia. Lontani sono i tempi della misera putìa al centro di Palermo, dei sacchi di spezie, di Paolo e di Ignazio, arrivati lì per sfuggire alla miseria, ricchi solo di determinazione. Adesso hanno palazzi e fabbriche, navi e tonnare, sete e gioielli. Adesso tutta la città li ammira, li onora e li teme. E il giovane Ignazio non teme nessuno. Il destino di Casa Florio è stato il suo destino fin dalla nascita, gli scorre nelle vene, lo spinge ad andare oltre la Sicilia, verso Roma e gli intrighi della politica, verso l’Europa e le sue corti, verso il dominio navale del Mediterraneo, verso l’acquisto dell’intero arcipelago delle Egadi. È un impero sfolgorante, quello di Ignazio, che però ha un cuore di ghiaccio. Perché, per la gloria di Casa Florio, lui ha dovuto rinunciare all’amore che avrebbe rovesciato il suo destino. E l’ombra di quell’amore non lo lascia mai, fino all’ultimo…
Ha paura, invece, suo figlio Ignazziddu, che a poco più di vent’anni riceve in eredità tutto ciò che suo padre ha costruito. Ha paura perché lui non vuole essere schiavo di un nome, sacrificare se stesso sull’altare della famiglia. Eppure ci prova, affrontando un mondo che cambia troppo rapidamente, agitato da forze nuove, violente e incontrollabili. Ci prova, ma capisce che non basta avere il sangue dei Florio per imporsi. Ci vuole qualcos’altro, qualcosa che avevano suo nonno e suo padre e che a lui manca. Ma dove, cosa, ha sbagliato?
Vincono tutto e poi perdono tutto, i Florio. Eppure questa non è che una parte della loro incredibile storia. Perché questo padre e questo figlio, così diversi, così lontani, hanno accanto due donne anche loro molto diverse, eppure entrambe straordinarie: Giovanna, la moglie di Ignazio, dura e fragile come cristallo, piena di passione, ma affamata d’amore, e Franca, la moglie di Ignazziddu, la donna più bella d’Europa, la cui esistenza dorata va in frantumi sotto i colpi di un destino crudele. Sono loro, sono queste due donne, a compiere la vera parabola – esaltante e terribile, gloriosa e tragica – di una famiglia che, per un lungo istante, ha illuminato il mondo. E a farci capire perché, dopo tanti anni, i Florio continuano a vivere, a far battere il cuore di un’isola e di una città. Unici e indimenticabili.
Pupi Avati
Inizia la sua carriera artistica nel jazz come clarinettista, fa parte infatti della Reno Jazz Gang con cui incide anche qualche disco, gruppo che abbandona dopo l’ingresso nella band di Lucio Dalla con cui rimane grandissimo amico e che collaborerà a vari film di Avati. Lavora poi per quattro anni alla Findus surgelati, anni che considera i peggiori della sua vita.
Intraprende poi la via del cinema e riesce a collaborare alla sceneggiatura di Salò e le 120 giornate di Sodoma di Pasolini. Come regista gira alcuni horror tra cui nel 1976 La casa delle finestre che ridono.
L’anno successivo esce Bordella, una commedia che ha tra gli interpreti un giovanissimo Christian De Sica. Da ricordare anche la regia televisiva di uno speciale dedicato ai Pooh.
Inizia poi a girare una serie di successi: da Una gita scolastica a Impiegati a Regalo di Natale. Regie televisive e cinematografiche si alternano, così come la scrittura di libri tratti dai suoi stessi film.
Tra i suoi libri ricordiamo: Gli amici del bar Margherita (2009), Una sconfinata giovinezza (2010), Il ragazzo in soffitta (2015).
Pupi Avati
L’orto americano
Pupi Avati sorprende, inquieta e affascina con un romanzo «gotico» immerso nella storia e sfumato di soprannaturale, in cui la realtà e gli inganni della mente si inseguono e si mescolano senza tregua. Come nella vita.
Subito dopo la Liberazione, in una mattina bolognese, una ragazza in divisa da ausiliaria americana si affaccia per chiedere indicazioni nella bottega di un barbiere. E le basta uno sguardo distratto per far innamorare un giovane aspirante scrittore. Anni dopo, anche grazie al ricordo di quello sguardo, lui decide di andare proprio in America, «assieme ai suoi morti», per tentare di scrivere il romanzo definitivo, quello che, ne è certo, sarà finalmente pubblicato. Ma le distrazioni cominciano subito: un macabro ritrovamento, un orto da cui di notte provengono urla misteriose e soprattutto una vicina di casa la cui figlia Barbara, arruolatasi come ausiliaria, è dispersa in Italia, probabilmente morta, forse uccisa. Lui ne è certo: è proprio lei, la ragazza che ha intravisto dal barbiere, e lui deve ritrovarla. Le tracce portano ad Argenta, alla foce del Po, a un processo che sta per celebrarsi e a una torbida coppia di fratelli. Laggiù, tra il cielo e l’acqua, lo scrittore incontrerà una vicenda più coinvolgente e pericolosa di qualsiasi romanzo abbia mai immaginato: una storia di erotismo e omicidio, di vivi che non sanno vivere e morti che non vogliono morire.
Pupi Avati
L’alta fantasia.
“Un racconto di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo su Dante, la ricostruzione di un Medioevo vero, sporco, luminoso e umano: una prova d’artista intessuta di passione e di poesia.
Ravenna, 1321: esiliato e misconosciuto, Dante Alighieri esala l’ultimo respiro. Nel convento delle clarisse di Santo Stefano degli Ulivi, l’albero di mele selvatiche che le suore chiamano «l’albero del Paradiso» smette misteriosamente di dare frutti. Trent’anni dopo Giovanni Boccaccio, studioso appassionato dell’opera dantesca, riceve un incarico singolare: andare in quel convento, dove risiede la figlia di Dante, divenuta monaca con il nome di suor Beatrice, e consegnarle un risarcimento in denaro per l’esilio ingiustamente subito da suo padre. Sarà un viaggio di riparazione e di scoperta, ma anche di fatica e pericoli, non ultima l’accoglienza non sempre entusiastica ricevuta dai conventi dove l’opera del Sommo è ancora vietata, in odore di eresia. E per Boccaccio sarà l’occasione di riandare ai momenti più importanti della vita dell’Alighieri, le sensibilità di bambino e l’incontro con Beatrice, la politica e i tradimenti, l’amarezza della cacciata da Firenze, il tormento e l’estasi della scrittura. Trovando conferma, lui, scrittore, di quanto il dolore promuova l’essere umano a una più alta conoscenza. Pupi Avati ci consegna con il suo nuovo romanzo l’opera di tre vite: l’incontro inaspettato attraverso i secoli tra un regista e scrittore e due maestri della cultura italiana. Un racconto di avventure, uno sguardo partecipe e nuovo su Dante, la ricostruzione di un Medioevo vero, sporco, luminoso e umano: una prova d’artista intessuta di passione e di poesia.
Lucia Azzolina
Lucia Azzolina è nata il 25 agosto 1982 a Siracusa, in Sicilia. È docente di Scuola secondaria di secondo grado e deputata della Repubblica Italiana. Dal 16 settembre 2019 ha rivestito il ruolo di Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del II Governo Conte. Dal 10 gennaio 2020 è Ministra dell’Istruzione.
Lucia Azzolina
La vita insegna. Dalla Sicilia al Ministero, il viaggio di una donna che alla scuola deve tutto.
Questo libro è la storia di tanti che vivono di sacrifici e partono con una valigia di cartone senza sapere se torneranno. È la storia di una donna che ama la scuola e che alla scuola deve tutto.
Donna, giovane, siciliana e col rossetto rosso. Sincera, fino a risultare scomoda in una politica che preferisce di gran lunga i silenzi. Lucia Azzolina racconta il viaggio che la porta dalla provincia di Siracusa fino al ministero di viale Trastevere, sempre zaino in spalla. È la scuola a tenere uniti i suoi due mondi: la precaria, poi passata di ruolo, con due lauree che attraversa l’Italia per andare a insegnare e la ministra che governa la scuola nel primo anno dell’emergenza. L’infanzia povera, l’amore per i libri. Siracusa e Catania, le siringhe sotto casa. I maestri che l’hanno cresciuta (un buon insegnante può cambiarti la vita). E poi la rapida, faticosa, entusiasmante ascesa politica. La battaglia per riportare a scuola i suoi studenti, perché i ragazzi in classe “sorridono anche con la mascherina”. I concorsi per avere docenti formati e selezionati. Le polemiche, le minacce, la vita sotto scorta. Il sessismo della politica, la solitudine, la dittatura dei click. Il primo giorno in Parlamento si fa una promessa: la sua vita intorno potrà cambiare, Lucia no. Determinata, mai zitta e buona. Orgogliosa di non aver rinunciato alle proprie convinzioni anche quando avrebbe fatto comodo girarsi dall’altra parte. Per Lucia Azzolina scuola è prima di tutto il modo in cui ha scelto di vivere: impegno, merito, rispetto delle regole, fiducia nei giovani. Questo libro è la storia di tanti che vivono di sacrifici e partono con una valigia di cartone senza sapere se torneranno. È la storia di una donna che ama la scuola e che alla scuola deve tutto.
Luca Azzolini
Luca Azzolini è nato a Ostiglia (Mantova) nel 1983, e si è laureato in Storia dell’Arte a Verona. Ha iniziato a scrivere fin da giovanissimo e oggi lavora come scrittore, editor e ghostwriter. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche, organizzato laboratori nelle scuole e rassegne letterarie. È autore di numerosi romanzi per ragazzi che sono stati tradotti in diversi Paesi, fra cui i dieci volumi della Saga di Aurion, la serie Volley Star dedicata alla pallavolo, e il ciclo di avventure di Mark Mission. Nel catalogo Einaudi Ragazzi ha pubblicato La strada più pericolosa del mondo, Adriano Olivetti, l’industriale del popolo, Bambini per gioco, Don Ciotti, un’anima Libera.
Luca Azzolini
Dragon Game
Saprai affrontare tutte le tue paure? Provaci… Inizia Dragon Game.
Samuel sa bene che un sacco di paure gli «tremano» contro. A scuola le cose non vanno bene, né con i compagni né con gli insegnanti. La prima media è dura, ed è così che scopre Dragon Game. Ne parlano tutti – anche Sarah, la sua unica amica – e l’app lo conquista subito, appena vede la creatura che lo guiderà nel gioco: un drago bianco. Dopo un duro scontro con un gruppo di bulli che gli dà il tormento, però, schiacciato dal terrore, Samuel si ritrova catapultato nel gioco, in un mondo fantastico e selvaggio dove lo attende una sfida incredibilmente ardua: affrontare tutte le sue paure. Per vincere dovrà scoprire il coraggio che risiede in lui. Prima che sia troppo tardi. Prima che il tempo scada. Prima di rimanere prigioniero del gioco.
Luca Azzolina
Don Ciotti, un’anima libera
Le mafie si possono sconfiggere! C’è chi le combatte ogni giorno con la memoria e con l’impegno, e don Luigi questo lo sa bene. Quando ha fondato l’associazione Libera, ha alzato la voce contro ogni tipo di corruzione e criminalità, mostrando a tutti noi una strada da seguire, lastricata di onestà e coraggio.
Luca Azzolini
La strada più pericolosa del mondo
Sareste disposti ad affrontare la strada più pericolosa del mondo pur di andare a scuola?
Questa è la storia vera di tre ragazzini e dell’incredibile viaggio che devono compiere. Arun ha solo sette anni, Waman dieci e Manjula dodici. Sono nati in una delle più sperdute valli del Kashmir, nell’estremo nord fra India, Pakistan e Cina. E hanno un sogno: andare a scuola… Per realizzarlo devono percorrere più di cento chilometri a piedi, immersi in una terra selvaggia e ostile, a quattromila metri di altezza. Fra ghiacciai eterni e gelidi fiumi in piena, venti artici, voragini e sfide oltre l’umano, affronteranno la misteriosa ciadar: la strada più pericolosa del mondo. Un luogo in cui nulla è come sembra, e dove in gioco c’è sempre la vita.
Marino Bartoletti
Giornalista italiano, ha condotto e spesso ideato trasmissioni televisive storiche come Il processo del lunedì, La Domenica Sportiva, Pressing, Quelli che il calcio. È stato direttore del “Guerin Sportivo” e commentatore di tante edizioni del Giro d’Italia, della Champions League, dei Campionati europei e mondiali di calcio e dei Giochi olimpici. Nel 2019 esce per Gallucci La squadra dei sogni. Il cuore sul prato.
Marino Bartoletti
La partita degli dei
Gli “dei” del calcio diventano i protagonisti di un racconto appassionante nato dalla penna di uno scrittore unico, che come pochi sa raccontare storie che sembrano favole e favole che sembrano storie.
«Stava per cominciare la più incredibile, fantasmagorica, eccezionale, diciamo pure paradisiaca partita di calcio che mente umana (e forse anche divina) avrebbe mai potuto concepire.
In campo – e che campo! – tutti i più grandi campioni della storia: almeno quelli presenti nel Luogo!»
Immaginate una “Partita degli dei”, in uno “stadio” straordinario, con spettatori straordinari (soprattutto uno) e con giocatori straordinari. Da una parte la “Serie A” di Maradona, Vialli, Meroni, Facchetti, Scirea, Paolo Rossi e Valentino Mazzola, dall’altra la squadra “straniera” di Pelé, Cruijff, Eusébio, Di Stéfano, Puskás, Jašin e Best. Chi vincerà?
Marino Bartoletti
La discesa degli dei
“Con i suoi romanzi Marino Bartoletti mette su carta pezzi dei nostri sogni”. Maurizio de Giovanni C’è una Scala Celeste che collega il Luogo alla Terra. È percorrendo quella scala che alcuni dèi, convocati dal Grande Vecchio, tornano per dare una mano a chi ne ha invocato l’aiuto: come la bravissima cantautrice napoletana che sogna di essere finalmente capita e apprezzata; il pilota di talento e senza mezzi che aspira a guidare un giorno una Ferrari in Formula Uno; il campione affermato che vorrebbe recuperare la propria dignità dopo che la sua vita si è ribaltata per una maldicenza ingiusta; la piccola atleta che desidera con tutte le sue forze arrivare alle Olimpiadi; il famoso anchorman, ferito dall’inusitata cattiveria degli uomini, che vuole farla finita… Ed ecco che, con grande generosità, si mobilitano Gigi, Pietro, Pino, Mimmo, Gilles, Fausto, Massimo, guidati dalla più sensibile, umana e coraggiosa di tutti loro. «Possiamo essere soddisfatti, Raffaella, non crede? Abbiamo aiutato ragazzi che lo meritavano, abbiamo rivisto amici meravigliosi. E se, per assurdo, fosse stato tutto un sogno, sarebbe stato un sogno bellissimo».
Marino Bartoletti
La squadra dei sogni. Il cuore sul prato
Carlo e Dorian sono cresciuti insieme, condividendo tutto tra i banchi di scuola e il gruppo scout di don Chilometro.
«Fosse per me farei giocare soprattutto i peggiori, perché alla vostra età far parte di una squadra è più importante che vincere. Ma visto che dobbiamo portare a casa ‘sta coppa, cerchiamo di trovare una via di mezzo… Dai, vediamo cosa sapete fare! Questo che ho in mano si chiama pallone: qualcuno di voi lo ha mai visto prima d’oggi?»
Ora però è arrivato il momento della separazione: alle medie andranno in due istituti molto diversi e anche parecchio rivali. I nuovi incontri e le pressioni dei genitori mettono a dura prova la loro amicizia, finché si ritrovano avversari sul campo di calcio in un’emozionante partita tra le loro classi. E la posta in gioco è molto più che un semplice trofeo…
Marino Bartoletti
La squadra dei sogni. Tutti in campo
Carlo e Dorian, amici per la pelle, sono di nuovo avversari nella coppa lori. In campo non c’è invece Benji, il miglior attaccante del primo torneo. A pochi minuti dall’inizio della partita è ancora sugli spalti, in mezzo al pubblico in festa, tra cui spiccano i follower dello youtuber “Gatto Zu”. Ma all’ingresso delle squadre una novità ben più grande sorprenderà gli spettatori… “Quando le formazioni entrarono in campo, una parte delle quasi duemila persone presenti non capì che cosa potesse essere successo. Molti si stropicciarono gli occhi. Ma, ma… tra i giocatori c’erano delle… ragazze! Ed erano belle e sfacciate, quasi più disinvolte dei ragazzi, ai quali, a parte pochissime eccezioni, non avevano nulla da invidiare quanto a talento”.
Marino Bartoletti
La squadra dei sogni. La coppa dell’amicizia
La fama della Coppa Lori ha varcato i confini della cittadina e la manifestazione diventa nazionale.
Dal limite dell’area lasciò partire un tiro micidiale che Dorian poté solo guardare pregando il Dio dei portieri. Che per quella volta lo ascoltò, recapitando il pallone appena al di sopra dell’incrocio dei pali, dove non sarebbe potuto arrivare neanche l’arcangelo Gabriele al massimo dell’apertura alare. L’oooh del pubblico – tanto di ammirazione quanto di scampato pericolo – scaldò lo stadio, nel caso ce ne fosse stato bisogno.
La fama della Coppa Lori ha varcato i confini della cittadina e la manifestazione diventa nazionale. I ragazzi delle due scuole rivali si fondono in una sola squadra e affrontano la prima trasferta a Napoli. Il sostegno delle rispettive tifoserie, ora unite, è più che mai entusiasta. Ma sin dai primi minuti della partita il capitano della formazione avversaria fa vedere il proprio talento e le sue intenzioni…
Alex Bellini
Appassionato di avventura, ha preso spunto dai grandi esploratori per realizzare le sue imprese. Nel 2001 corre la Marathon des Sables in Marocco, 260 chilometri in autosufficienza alimentare. Nel 2002-2003 attraversa per due volte l’Alaska a piedi, trainando una slitta. Nel maggio del 2006, dopo una navigazione durata 226 giorni, riesce a raggiungere Fortaleza, in Brasile, coronando così il suo sogno di attraversare l’oceano in solitaria in barca a remi. Il Pacifico è il suo viaggio più recente, ma non sarà l’ultimo. Tra le sue pubblicazioni si ricorda: Il viaggio più bello (Chiarelettere, 2020).
Alex Bellini
Viaggio a Oblivia
I racconti, le esperienze e le riflessioni di un viaggiatore d’eccezione, recordman estremo e divulgatore ambientale tra i più seguiti, fanno luce sulle “trappole” mentali che ci rendono impotenti, incoerenti e inconcludenti di fronte alla deriva dell’ambiente in cui viviamo. Non bastano l’evidenza dei cambiamenti climatici, le montagne di plastica in fiumi e mari, i rifiuti che appestano le nostre città, la terra che si fa deserto. Di fronte alle crisi ambientali, siamo tentati di rinunciare a fare la nostra parte, trascurando il nostro impatto. Perché? Forse perché, che lo vogliamo o no, viviamo tutti a Oblivia. In questa “bolla” immaginaria, fatta di credenze, pregiudizi, meccanismi mentali che affondano le loro radici nella storia dell’evoluzione e della psicologia umana, gli abitanti ballano con occhiali rosa, mangiano zucchero filato e, nel loro mondo ristretto, tutto sembra lontano e loro persi in una visione miope. Ma è possibile fuggire da Oblivia e salvare la Terra? A Oblivia, in questo luogo fisicamente inesistente eppure così reale, ciascuno vive “felicemente insensibile” e mille miglia lontano dai comportamenti che dovremmo adottare per tutelare il pianeta e noi stessi. Perché viviamo una tensione apparentemente inconciliabile tra pensieri, disposizioni e azioni, quando la posta in gioco è proprio il nostro ambiente di vita? Quali bias cognitivi e comportamentali popolano Oblivia, facendo fallire le nostre istanze ecologiche? Possiamo superarli? Arriveremo a giocare con più coerenza ed efficacia questa partita vitale per tutti noi esseri umani? Se lo è chiesto Alex Bellini, in questo libro nel quale affronta una delle sue esplorazioni più ardue ed eccitanti di sempre, quella della nostra mente ecologica. Alex sta navigando i dieci fiumi più lunghi e inquinati del pianeta, con lo scopo di documentare, sulla scia dei rifiuti prima che raggiungano il mare, le tante facce della crisi ecologica, e di comprendere cosa complica la relazione dell’uomo con se stesso e con l’ambiente in cui vive. A partire dal racconto di alcuni dei suoi tanti vissuti e dei molti incontri che hanno segnato le sue “navigazioni per il mondo”, Alex ci porta con sé a indagare che cosa sta alla base di questo scollamento tra i nostri pensieri e le nostre azioni ecologiche. Lo fa sollevando interrogativi che ci salvano dall’inerzia e ci spingono a responsabilizzarci. E così, nel liberarci dalle catene di Oblivia, rischiamo di salvare anche l’ambiente.
Nicoletta Bortolotti
Proposta al Premio Strega 2023 e inserita con 40 autori nel progetto del Salone del Libro di Torino Adotta lo scrittore, (che comporta lo svolgimento di laboratori di scrittura creativa con le scuole), nonché ottava scrittrice per Reale Mutua e la Notte degli Archivi, nasce in Svizzera, ma vive in Italia, con doppia cittadinanza. Laureata in Pedagogia, da quasi vent’anni redattrice Mondadori, ghost writer e autrice per ragazzi e per adulti, pubblica per le maggiori case editrici, collabora con il supplemento culturale de “La Provincia di Como” e con le riviste letterarie “Letteratitudine” e “Clandestino”. Suoi testi tratti dai libri per ragazzi sono stati pubblicati in antologie scolastiche e tiene webinar e corsi di formazione alla lettura per insegnanti. Ha collaborato con l’antologia di Vincenzo Todisco dell’Istituto pedagogico del Canton Grigioni per l’apprendimento della lingua italiana.
Ha pubblicato i romanzi per adulti per Sperling & Kupfer Il filo di Cloe ed E qualcosa rimane, ora ripubblicato con Besa Editrice (premio Carver e premio Leonforte);
per Mondadori Sulle onde della libertà (finalista al premio Bancarellino), è in uscita il film tratto dal romanzo;
per Einaudi ragazzi la Quadrilogia della Shoah: In piedi nella neve (Primo premio Gigante delle Langhe e Primo premio Letteratura Ragazzi Cassa di Cento), Oskar Schindler Il Giusto, La bugia che salvò il mondo ed Exodus;
per Harper & Collins il romanzo per adulti, fra i primi in Italia a narrare dei 30.000 bambini nascosti in Svizzera, figli di emigranti, Chiamami sottovoce (premio Corrado Alvaro-Bigiaretti e premio Giuditta, insieme a Bianca Pitzorno). Grazie a Chiamami sottovoce è stato realizzato un documentario per Rai 3 sui bambini nascosti;
sempre per Harper Collins ha pubblicato Un giorno e una donna, romanzo storico sulla figura di Christine de Pizan, prima donna scrittrice europea, proposto al Premio Strega 2023;
per Castelvecchi I Fragili, con Don Virginio Colmegna;
per Giunti ha pubblicato Disegnavo pappagalli verdi alla fermata del metrò, storia vera di Ahmed Malis;
per Mondadori Contemporanea il romanzo per ragazzi Quelle in cielo non erano stelle – Un’amicizia ai tempi di Chernobyl (Premio Selezione Bancarellino). Per Gribaudo l’illustrato Il cielo degli animali e L’Accademia dei cacciatori di fantasmi, nonché Le sei storie del mago di Oz.
Nicoletta Bortolotti
Sulle onde della libertà
Un racconto di libertà e coraggio, ispirato a fatti realmente accaduti, già conosciuto come Sulle onde della libertà. Una storia di amicizia a Gaza City, torna in libreria in una nuova veste cinematografica.
Estate 2003. Mahmud e Samir vivono a Gaza City, una città colpita ogni giorno dai bombardamenti. Non potrebbero essere più diversi, ma hanno una grande passione in comune: il surf. Appena possono, corrono al mare ad aspettare un’onda da cavalcare, quell’attimo sospeso in cui sentirsi liberi, l’unico modo per scappare, anche solo per un momento, dalle difficoltà della guerra. I due ragazzi si incontrano spesso sulla spiaggia, ma si guardano a distanza con curiosità mista a sospetto: uno è palestinese, l’altro israeliano, e le loro famiglie non vogliono neanche che si rivolgano la parola. Ma l’incontro con Bill, un maestro di surf, cambierà ogni cosa. Perché nel surf, come nell’amicizia, non esistono barriere… Età di lettura: da 10 anni.
Nicoletta Bortolotti
Exodus
L’11 luglio 1947 Ariel e Daniel, orfani sopravvissuti ai campi di sterminio, s’imbarcano con Ben, la madre incinta e Milly, un’anziana insegnante con un cane ma senza cognome, insieme a oltre 4500 profughi ebrei, senza più casa, famiglia e lacrime. L’Exodus è un vecchio piroscafo capitanato da Yossi Hamburger «Harel» ed è diretto verso la Terra Promessa. Ma a poche miglia dalla costa la nave viene attaccata in un piratesco arrembaggio proprio da coloro che hanno combattuto i nazisti: gli inglesi. Daniel, Ariel e tutti gli altri passeggeri resistono, ma non appena gli inglesi cominciano a sparare, il capitano non può far altro che arrendersi. Sarà la fine di ogni speranza? Un libro di narrativa per ragazzi dai 12 anni di Nicoletta Bortolotti, autrice di “In piedi nella neve”, “La bugia che salvò il mondo” e “Oskar Schindler il Giusto”. Un romanzo, ispirato a una storia vera, che racconta alle giovani generazioni la tragedia dei sopravvissuti alla Shoah e l’epica traversata sull’Exodus verso la Terra Promessa.
Nicoletta Bortolotti
Un giorno e una donna
Con Un giorno e una donna Nicoletta Bortolotti ha scritto un romanzo importante, che è al tempo stesso un’opera di grande valore letterario in grado di far rivivere le passioni e i sentimenti di un’epoca, un’opera di grande valore storico nella ricostruzione perfetta, per quanto immersa nell’immaginazione romanzesca, della vita e dell’opera di Christine de Pizan, e di valore etico, perché l’esempio di Christine possa servire da guida in questi anni non sempre facili
Ha detto che uomini e donne sono uguali e che “una donna intelligente riesce a far di tutto e anzi gli uomini sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro”. Ha detto che bisogna fare studiare le bambine e se solo le donne avessero fatto i libri… Ha detto che le donne non provano piacere a essere stuprate, come molti credono, ma subiscono un dolore senza pari. Lo ha detto un giorno in cui Parigi era un tempo più che un luogo, e l’anno 1405 era un luogo più che un tempo. Lo ha detto nel Medioevo insanguinato dalla Guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra. Davanti a tutta la corte francese, a re e nobili. Christine de Pizan, nata in Italia, prima storica donna, prima editor, poetessa e scrittrice. Donna. Nicoletta Bortolotti ricostruisce la sua vita, che, dopo un’infanzia meravigliosa al seguito del padre divenuto astronomo reale a Parigi, fu colpita da lutti e rovesci che la lasciarono, giovanissima, vedova e madre. Il risultato è un libro meraviglioso che da un lato sembra provenire dal passato, a partire dalla forma epistolare scelta, che tanti capolavori ha regalato alla letteratura, e che qui si incarna nelle lettere tra una madre e una figlia. E dall’altro è assolutamente moderno. Perché molte delle conquiste sognate da Christine si sono verificate solo in anni recenti, e altre si stanno verificando adesso, o devono ancora farlo.
Nicoletta Bortolotti
Il cielo degni animali
Il cielo degli animali è un libro illustrato su come raccontare ai bambini il distacco: in modo lieve e sognante attraverso un gattino che va in cielo ma continua a giocare con noi anche se non lo vediamo. Ti diranno che il cielo dei gatti, dei cani, dei criceti e dei pesci rossi si trova dove finiscono le nuvole. Questo cielo è un luogo strano, dove chi non c’è più, c’è ancora. E dove sia, non si sa. Forse cominciano là i sogni pelosi degli animali.
Nicoletta Bortolotti
Quelle in cielo non erano stelle
Sono passati cinque anni dall’esplosione che nel 1986 ha distrutto la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, sprigionando nell’aria una nube tossica che si è posata ovunque: sulla foresta cambiandone i colori, sugli animali facendoli ammalare, su fotografie, vestiti, giocattoli… e sulle persone. Omar, un ragazzino che vive nel Nord Italia, non sa nulla di tutto questo finché a casa sua non arriva una bambina ucraina dai capelli color sabbia, per trascorrere un mese lontano dalle radiazioni. Vassilissa non parla e lascia vedere di rado il suo simpatico sorriso: è diffidente, come lo è Omar verso di lei. Ma se per essere amici non ci fosse bisogno di parlare la stessa lingua? E se per disintossicarsi dalla paura l’amicizia fosse la medicina migliore? Un romanzo corale scritto con passione e grazia, che attraverso le vive voci di una volpe, di un ragazzino e della stessa Nube, rinnova la memoria di uno più traumatici eventi della storia europea contemporanea.
Nicoletta Bortolotti
Chiamami sottovoce
Nicole Christen abita a Milano, tra la spensieratezza ed un lavoro precario, la morte della madre ed il suo testamento portano Nicole la notizia di una casa dimenticata in Svizzera. Nicole comincia a ricordare un episodio buio e sconosciuto della storia: fino agli anni ’80 era vietato ai lavoratori stranieri portare in Svizzera i propri figli. Negli anni ’70, ’80 i bambini proibiti erano più di 1.500. A causa di una legge severa, migliaia di bambini italiani entrarono clandestinamente in Svizzera, rinchiusi in soffitte o cantine per non essere scoperti. Il romanzo racconta di una preziosa amicizia tra una bambina libera ed un bambino proibito.
Nicoletta Bortolotti
La bugia che salvò il mondo
Amos non sa mentire. Cloe inventa bugie continuamente. Amos è figlio di un professore ebreo, Cloe è figlia di un maestro elementare, iscritto al partito fascista, che caccia Amos dalla sua classe proprio in quanto ebreo. Nel 1938, a Roma, i due si incontrano regolarmente sulle rive del Tevere per chiacchierare e pescare. L’ospedale Fatebenefratelli è “il Castello” e il primario Giovanni Borromeo è il “Re”, che nel 1943, quando le SS rastrellarono il ghetto, salverà la vita agli ebrei ricoverati nell’ospedale, raccontando di una malattia (inesistente) da cui sarebbero stati affetti e spaventando perfino i nazisti. A volta la storia è una meravigliosa bugia
Nicoletta Bortolotti
Oskar Schindler il giusto
Sette sono i rami dell’albero della vita
L’incredibile avventura di Oskar Schindler. L’uomo che diventò amico dei nazisti per combattere il nazismo. Il ricco industriale che comprò la vita di migliaia di ebrei, per strapparli alle camere a gas. L’eroe che non perse la speranza, perché era la loro unica speranza.
Sette sono i luoghi in cui si è svolta l’epica avventura di Oskar Schindler, l’uomo che a Cracovia, durante la Seconda guerra mondiale, diede rifugio nella sua fabbrica di stoviglie a migliaia di ebrei. Iscritto al partito nazista, conquistò il cuore nero del male solo per stritolarlo: diventò amico dei più alti funzionari delle SS, corrompendoli con regali lussuosi per comprare la vita dei suoi operai; si guadagnò la fiducia del boia Amon Goth, il sanguinario responsabile del campo di lavoro di Plaszéw; rischiò il tutto per tutto quando, verso la fine della guerra, trasferì la sua azienda in Cecoslovacchia e compilò una lista di 1100 nomi di dipendenti da strappare alle camere a gas. Nomi che non furono vento, ma vita e racconto.
Nicoletta Bortolotti
In piedi nella neve
Sasha ha quasi tredici anni e una passione bruciante: il calcio. Come potrebbe essere altrimenti? Suo padre è Nikolai Trusevyc, portiere della squadra più forte del Paese: la Dynamo Kiev. Ma in Ucraina, nel 1942, il pallone non è cosa per ragazze. E dopo l’invasione da parte del Reich non è cosa nemmeno per i campioni della Dynamo: accusati dai nazisti di collaborare con i sovietici e ridotti per questo alla fame e all’inattività, i giocatori hanno perso la voglia di vivere. Quando, a sorpresa, i tedeschi organizzano un campionato cittadino, non lo fanno certo per perdere; Sasha, d’altra parte, sa che suo padre e i compagni giocano sempre per vincere… Stavolta, però, vincere significherebbe morire. E qual è la vera vittoria? Lottare fino all’ultima azione, come chiede il pallone, o sabotare la partita, come le ha intimato un misterioso spettro, nel buio di un sottopasso? Mentre il fiume Dnepr, gelido, si porta via l’infanzia di Sasha, la Storia segue il proprio corso: il match avrà un esito così incredibile che nessuno, per lungo tempo, potrà raccontarlo. Questo libro ha vinto il Premio Cento 2016.
Reno Brandoni
Negli anni ’80 ha collaborato con i più importanti chitarristi dell’epoca come Stefan Grossman, John Renbourn, Duck Baker, Dave Van Ronk. La sua attività concertistica lo ha visto esibirsi con questi musicisti nei più grandi teatri italiani. Nel 2000 ha fondato il sito web “fingerpicking.net”, che ha incontrato il favore di migliaia di chitarristi. Ha pubblicato i cd: Bluesando (1984), Zingarom (2005), Yelda (2006), in duo con Giorgio Cordini, Anema e Corde (2008) , Indifeso (2017). Ha pubblicato con “Happy Grass Music” i libri “La chitarra di Giovanni Unterberger in Tablatura” e “Chitarristi Italiani la loro musica le loro idee” e per Antropros ha curato le trascrizioni del libro di Andrea Carpi “Il manuale di chitarra folk”. Con fingerpicking.net ha pubblicato i libri “Open Tuning Basics” e “Come suonare la chitarra Fingerpicking”, ha curato la collana “Classic” ovvero la trascrizione dei manuali di chitarra classica in tablatura. In collaborazione con le Edizioni Curci ha realizzato “Il re del Blues”, libro per bambini con i disegni di Chiara di Vivona. E’ ideatore della serie di chitarre per fingerpicking “Effedot” e ha fondato la rivista specializzata “Chitarra Acustica”. Attualmente la sua attività musicale si divide tra concerti e iniziative editoriali.
Reno Brandoni
Leggende della musica
Una raccolta di sei storie ispirate ad altrettanti protagonisti della musica internazionale. Un percorso tra generi diversi (blues, jazz, classica, rock e pop) e un confronto tra linguaggi, sonorità e strumenti, con al centro le sfide, le fragilità e i talenti degli artisti raccontati. Non biografie ma narrazioni che stimolano la riflessione su temi come l’inclusione, la povertà, la disabilità, il razzismo, la libertà di espressione. L’occasione, dunque, per avviare un dialogo intergenerazionale, che avvicina epoche solo apparentemente distanti all’insegna di valori più profondi di cui la musica è portavoce.
Reno Brandoni
Filastrocche per sentirsi grandi
«Il silenzio era assordante. Perché un silenzio può anche urlare nelle orecchie, farti mancare l’aria se sei immerso in un mondo privo di suoni.» Sara vive la sua adolescenza in un mondo senza musica, condividendo con il nonno una passione segreta: quella per i vinili. Ascoltati di nascosto, in cuffia, per sfuggire al blocco di tutti i dispositivi elettronici imposto da un moderno software centralizzato, saranno proprio nove misteriosi dischi a condurla attraverso l’enigma che avvolge l’improvvisa scomparsa dell’impareggiabile compagno d’avventure sonore. Insieme a questi, altrettante filastrocche, cantate e suonate: in ciascuna un indizio e un insegnamento, un passo in più verso il mondo dei grandi. Riuscirà Sara a ricongiungersi al nonno, a salvare la musica? Un romanzo di formazione per ragazzi incentrato sulla musica rock e le figure leggendarie che ne hanno scritto la storia. Per comprenderne la potenza espressiva e la capacità unica di dar vita a ricordi ed emozioni, prospettive e valori. All’interno, i QR Code per ascoltare le filastrocche online sul sito di Edizioni Curci.
Reno Brandoni
Paolino
La musica è ritmo e cuore. Attraversa ogni confine spinta dal vento dell’emozione. Arriva anche sulle colline di un piccolo paese in Sardegna, accompagnando la vita di un padre e un figlio. Il ragazzo, conquistato dai racconti del padre pastore che ama la bellezza dell’arte e della cultura, diventerà un famoso trombettista e creerà per quel suo piccolo paese uno dei più importanti festival Jazz, portando a casa il meraviglioso mondo immaginato dal padre. Ancora una volta la musica unisce generazioni e ne favorisce il dialogo. E il musicista, diventato padre a sua volta, continuerà una tradizione, che non avrà mai fine.
Reno Brandoni
Come una stella
20 gennaio 2021, Inauguration Day, cerimonia per l’insediamento del 46° Presidente degli Stati Uniti d’America. Sul palco allestito per l’occasione, fa il suo ingresso Lady Gaga che, fiera e orgogliosa, si avvicina al microfono e con la sua voce inconfondibile e tutta l’anima che ha in corpo intona l’Inno nazionale. Da una casa qualsiasi di una cittadina qualsiasi della provincia americana, Stefani incantata assiste a quell’esibizione, sognando di diventare un giorno come quell’artista che sembra un angelo caduto dal cielo, un angelo guerriero, potente e gentile, invincibile nella sua fierezza. Non sempre è facile inseguire i propri sogni. Stefani lo sa bene e soffre in silenzio, subendo quasi con rassegnazione le angherie dei compagni, infastiditi dalla sua eccentricità. Non fu diverso il destino della ragazza che era stata, anni prima, la splendida donna che ora incanta da quel palco, cantando in diretta in mondovisione. La forza e la determinazione che l’hanno resa una star sarà d’esempio per Stefani per prendere coscienza di sé stessa e trovare il coraggio per la propria affermazione.
Reno Brandoni
L’ultimo viaggio di Billie
Reno Brandoni torna all’albo illustrato per dare voce a un’altra indimenticabile leggenda del jazz, Billie Holiday (1915-1959), accompagnato dalle emozionanti illustrazioni di Chiara Di Vivona. Un viaggio appassionato negli abissi più profondi del blues, per raccontare la storia di una delle più grandi cantanti jazz di tutti i tempi. Con la sua voce intensamente drammatica incarnò la vera essenza del Blues, intrisa di malinconia, disperazione e allo stesso tempo fatalismo. Essenza della sua stessa vita, travagliata e difficile fin dall’infanzia. A sessant’anni dalla sua morte, il mito di Billie Holiday è più vivo che mai e la voce di Lady Day risuona cantando l’essenza tragica e meravigliosa della vita.
Reno Brandoni
Il re del blues
“Voglio diventare il più grande chitarrista blues della storia. Voglio entrare nella leggenda” “Sei sicuro?” “Sì, a qualunque costo!”.
Robert Johnson (Hazlehurst, 8 maggio 1911 – Greenwood, 16 agosto 1938) è per tutti il re del blues. Si narra che per diventare bravo e famoso abbia venduto la sua anima al diavolo.
Scrisse solo 29 canzoni, ma molti sono convinti che da qualche parte si nasconda la trentesima, la più bella. La sua fine è avvolta dal mistero. C’è chi racconta sia stato ucciso da una fidanzata gelosa, chi in una rissa in un locale malfamato; nessuno sa realmente cosa gli sia successo. Di certo è rimasto il più bravo e il più famoso di tutti. Questa è la sua storia, anzi, una delle sue storie…
Reno Brandoni
La notte in cui inventarono il rock
Jimi Hendrix è il più grande chitarrista di tutti i tempi. La sua figura, carismatica e trasgressiva, diventa simbolo delle contestazioni giovanili quando, nel 1967, al Festival di Monterey, dà fuoco alla sua chitarra davanti a una folla allibita. Questo libro finisce proprio lì dove iniziano storia e leggenda. Per raccontare ai ragazzi il potere della musica e la forza che un sogno, una passione, possono avere nell’indirizzare un destino.
Reno Brandoni
Una classica serata jazz
«La musica è come questo luogo, non conosce generi, stili, colore della pelle o etnie. Può essere una sola nota piena di mille sfumature e devi suonarla… e suonarla ancora per sentire le sue vibrazioni. Non ha frontiere o confini, è libera, abita il cuore di ogni uomo». Nel più celebre cimitero di Parigi, il compositore polacco Fryderyk Chopin è sepolto poco distante dal pianista francese Michel Petrucciani. La curiosa coincidenza ispira il nuovo libro di Reno Brandoni, illustrato da Chiara di Vivona, che fa incontrare tra le lapidi gli spiriti dei due maestri, appartenenti a mondi musicali tradizionalmente contrapposti. Ma classica e jazz potranno mai incontrarsi? Il brioso e commovente dialogo immaginario racchiude un prezioso insegnamento: la musica non ha barriere di genere perché abita il cuore di ogni uomo.
Roberto Bratti
Giornalista e scrittore di libri per ragazzi, promuove e svolge laboratori sul cyber-bullismo nelle scuole. Ha vinto il Premio Bancarellino, il Premio Giovanni Arpino e con il romanzo “Youtuber per caso” il Premio letterario Il Battello a Vapore 2019.
Roberto Bratti
La mia vita senza social
Dafne e Luca vanno a scuola assieme ma non si conoscono poi tanto. Sono molto diversi: lei vuole diventare una influencer, lui non ama per niente i social. Eppure c’è una specie di calamita che non fa che spingerli ad avvicinarsi. E quando Dafne, intenzionata a guadagnare nuovi follower, farà uno dei peggiori errori della sua vita, Luca saprà starle vicino e aiutarla a cambiare.
Roberto Bratti
Youtuber per caso
Alfredo è un vero nerd: adora i fumetti le serie tv e la tecnologia. Da grande vorrebbe fare lo Youtuber ma per ora il suo canale ha solo diciassette iscritti… Un giorno però mentre è in diretta video sua madre entra in camera e gli urla che la cena è pronta. Che vergogna! Ora hanno visto tutti che lui è un mammone. Alfredo è imbarazzato e arrabbiato e urla a sua madre di andarsene trattandola malissimo. È l’inizio del suo successo: il video viene condiviso da un giovane rapper e nel giro di poco tempo fa migliaia di visualizzazioni. Alfredo sembra aver coronato il suo sogno e la sua vita cambia in un soffio. Ma quale sarà il prezzo del suo successo?
Edith Bruck
Edith Bruck, di origine ungherese, è nata nel 1931 in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta alla deportazione, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua.
Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un’autobiografia che ha per tappe l’infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l’omonimo film. È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993), Quanta stella c’è nel cielo (2009, trasposto nel film di Roberto Faenza Anita B.), e ancora Privato (2010), La donna dal cappotto verde (2012). Presso La nave di Teseo sono usciti La rondine sul termosifone (2017), Ti lascio dormire (2019) e Il pane perduto (2021, vincitore del Premio Strega Giovani 2021 e del Premio Letterario Viareggio-Rèpaci 2021).
Nelle sue opere ha reso testimonianza dell’evento nero del XX secolo. Nella sua lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in svariate lingue. È traduttrice tra gli altri di Attila József e Miklós Radnóti. Ha sceneggiato e diretto tre film e svolto attività teatrale, televisiva e giornalistica.
Edith Bruck
Signora Auschwitz. Il dono della parola
Una riflessione sulla necessità e il dolore di testimoniare l’orrore dell’Olocausto.
“Un’impacciata studentessa rivolgendomi una domanda mi chiamò ‘Signora Auschwitz’. Luogo che abitava il mio corpo e che mi sentivo anche addosso, come una camicia di forza sempre più stretta, che negli ultimi due anni mi stava letteralmente soffocando, senza che fossi capace di liberarmene.” Ha inizio così il viaggio negli oscuri tormenti dell’anima di una “sopravvissuta”, destinata a dibattersi tra i lacci di una memoria cui non si scappa e il desiderio di liberarsi del peso insopportabile di un passato che la inchioda nel ruolo di “testimone”. Obbligata a rendere conto di un orrore che non si lascia raccontare e rinnova il sentimento di una perdita irreparabile, la “sopravvissuta” non può andare “oltre” e ritrovare una serena normalità, è costretta ogni volta a ricominciare da capo. Eppure al destino non si sfugge e “il dono della parola” è anche il suo eterno tormento. Il dovere di non dimenticare si capovolge nella condanna a ricordare e soffrire e il desiderio di fuga riaccende un insopprimibile senso di colpa. Come se il silenzio sottintendesse un vergognoso tradimento. Un racconto sul dolore della memoria, sulla distanza che lenisce, sull’indifferenza degli altri, sulla disperazione di fronte all’incredulità, sull’eroismo necessario per raccontare l’orrore che si è vissuto. “Chi ha Auschwitz come coinquilino devastatore dentro di sé, scrivendone e parlandone non lo partorirà mai.”
Edith Bruck
Lettera alla madre
Scritto all’indomani della morte di Primo Levi, Lettera alla madre è un “dialogo in forma di soliloquio” in cui, accanto a temi cruciali per l’opera di Edith Bruck, quali il racconto del trauma vissuto in prima persona nei campi di concentramento dell’Europa Centrale, la propria diaspora famigliare e il dramma storico della Shoah, l’autrice affronta, attraverso una prospettiva intima, la contrapposizione tra fede religiosa e laicità e propone una profonda riflessione su cosa significhi per un superstite dell’Olocausto avere la responsabilità di esserne testimone. Il confronto serrato e a tratti impietoso con la figura della madre, ebrea ungherese saldamente ancorata alle tradizioni, diventa il luogo per la rievocazione di un’infanzia sospesa tra ricordi e fantasmi, per un’analisi delle proprie scelte e per una interrogazione di sé e del proprio valore testimoniale.
Edith Bruck
Andremo in città
Tra le vite dei personaggi di Edith Bruck, cariche di entusiasmo e fiducia nella fraternità degli uomini, incontriamo Silvia, gettata dai genitori dal treno dei deportati in un estremo tentativo di salvezza, che si affezionerà a Robert, figlio di un gerarca nazista, di cui diventerà la sorella che lui ha sempre desiderato; o l’amore acerbo di una vivace ragazza ebrea che detesta andare a fare il bucato al fiume e non vede l’ora che arrivi l’inverno a ghiacciarlo per poter andare a pattinare con l’affascinante ragazzino “gentile” Endre; o, ancora, il riscatto di una donna che, dopo la guerra, riesce a farsi assumere come cameriera dal ristorante di Haifa in cui ha elemosinato un pasto. E poi c’è Lenke, che descrive al fratellino Beni il mondo che non può vedere e gli promette continuamente una nuova vita in città, dove un’operazione dovrebbe dargli la vista, ma la crudezza della realtà stravolge i suoi progetti. Una storia di amore fraterno che ha ispirato l’omonimo film del 1966 per la regia di Nelo Risi.
Edith Bruck
Il pane perduto
Per non dimenticare e per non far dimenticare, Edith Bruck, a sessant’anni dal suo primo libro, sorvola sulle ali della memoria eterna i propri passi, scalza e felice con poco come durante l’infanzia, con zoccoli di legno per le quattro stagioni, sul suolo della Polonia di Auschwitz e nella Germania seminata di campi di concentramento. Miracolosamente sopravvissuta con il sostegno della sorella più grande Judit, ricomincia l’odissea. Il tentativo di vivere, ma dove, come, con chi? Dietro di sé vite bruciate, comprese quelle dei genitori, davanti a sé macerie reali ed emotive. Il mondo le appare estraneo, l’accoglienza e l’ascolto pari a zero, e decide di fuggire verso un altrove. Che fare con la propria salvezza? Bruck racconta la sensazione di estraneità rispetto ai suoi stessi familiari che non hanno fatto esperienza del lager, il tentativo di insediarsi in Israele e lì di inventarsi una vita tutta nuova, le fughe, le tournée in giro per l’Europa al seguito di un corpo di ballo composto di esuli, l’approdo in Italia e la direzione di un centro estetico frequentato dalla “Roma bene” degli anni Cinquanta, infine l’incontro fondamentale con il compagno di una vita, il poeta e regista Nelo Risi, un sodalizio artistico e sentimentale che durerà oltre sessant’anni. Fino a giungere all’oggi, a una serie di riflessioni preziosissime sui pericoli dell’attuale ondata xenofoba, e a una spiazzante lettera finale a Dio, in cui Bruck mostra senza reticenze i suoi dubbi, le sue speranze e il suo desiderio ancora intatto di tramandare alle generazioni future un capitolo di storia del Novecento da raccontare ancora e ancora.
Michele Caccamo
Scrittore, poeta, drammaturgo e paroliere, è tradotto in oltre dieci lingue. Tra le sue opere ricordiamo Intrappolati, La meccanica del pane e L’anima e il castigo (Castelvecchi) e, edite da Elliot, Con le mani cariche di rose, Gli abitanti pallidi, Lamentazioni prima dell’amore, Il segno clinico di Alda, Fili di rame e d’amore, La muffa e le castagne.
Michele Caccamo
L’alfabeto inutile. Monologo per un Hikikomori.
L’alfabeto inutile è una preghiera laica, un atto di dolore e pentimento da parte di un padre per il figlio hikikomori, uno dei circa 140.000 casi italiani. Nel dubbio di meritare il castigo dell’esilio del figlio,
il protagonista sembra persino chiedergli misericordia, una grazia di liberazione. Il figlio non esce mai dalla sua stanza buia, né per lavarsi, né per mangiare, quanto meno non alla presenza del padre. E al padre non resta che parlare ad alta voce, chiedendo scusa, sperando che il figlio intercetti qualche benefica emozione, o la sensibilità e la discrezione con cui l’uomo vive la sua vertigine del vuoto.
Maria Grazia Calandrone
Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice Rai, scrive per «Corriere della Sera» e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri. Ha pubblicato numerosi libri di poesia tra cui: La scimmia randagia (Crocetti 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier 2005), La macchina responsabile (Crocetti 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle 2010), La vita chiara (transeuropa 2011), Serie fossile (Crocetti 2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), Gli Scomparsi (pordenonelegge 2016 – premio Dessì), Il bene morale (Crocetti 2017 – premi Europa e Trivio), Giardino della gioia (Mondadori 2019).
Maria Grazia Calandrone
Dove non mi hai portata
Libro incluso nella cinquina finalista del Premio Strega 2023
Libro finalista del Premio Alassio Centolibri, un Autore per l’Europa 2023
Dove non mi hai portata esplora un nodo intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell’epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un’Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga.
1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita. Dove non mi hai portata è un libro intimo eppure pubblico, profondamente emozionante e insieme lucidissimo. Attraversando lo specchio del tempo, racconta una scheggia di storia d’Italia e le vite interrotte delle donne. Ma è anche un’indagine sentimentale che non lascia scampo a nessuno, neppure a chi legge. Quando Lucia e Giuseppe arrivano a Roma è l’estate del 1965. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall’inquietudine che prova chi è braccato. Perché Lucia è fuggita da un marito violento che era stata costretta a sposare e che la umiliava ogni giorno, e ha tentato di costruirsi una nuova vita proprio insieme a Giuseppe. Per la legge dell’epoca, però, la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Piú di cinquant’anni dopo quella bambina, a sua volta diventata madre, si mette in viaggio per ricostruire quello che è davvero successo ai suoi genitori. Come una detective, Maria Grazia Calandrone ricostruisce la sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, enumera gli oggetti abbandonati dietro di loro, s’informa sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, per capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a «l’Unità» in cui spiegavano con poche parole il loro gesto. Dopo Splendi come vita, in cui l’autrice affrontava il difficile rapporto con la madre adottiva, Dove non mi hai portata esplora un nodo se possibile ancora piú intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell’epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un’Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga. Fino a pagare con la vita la sua scelta d’amore.
Proposto da Franco Buffoni al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Propongo la candidatura del romanzo Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone, Einaudi 2022, per il Premio Strega 2023 per due fondamentali motivi: la tenuta stilistica che non viene mai meno nelle 247 pagine del volume; la capacità dell’autrice di coinvolgere il lettore in una vicenda storica e umana al calor bianco. Già due anni fa con Splendi come vita, edito da Ponte alle Grazie, Maria Grazia Calandrone aveva visto pienamente riconosciute le proprie doti di narratrice, ben figurando nella dozzina del Premio Strega. Con questa nuova prova narrativa l’autrice, ben nota da decenni come indiscutibile voce poetica, non solo conferma le qualità di narratrice di razza allora poste in luce, ma le corrobora con una magistrale ricostruzione storica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta: riuscendo a ricostruire ambienti e situazioni (il Molise rurale, la periferia milanese in pieno boom economico, Roma magica di altera e sconsolata bellezza) in modo altamente poetico pur se finemente realistico, e dando dei propri genitori biologici tesi verso una tragica fine un ritratto nitido, al contempo profondamente partecipe, ferocemente oggettivo e emblematico nella sua attualità.»
Maria Grazia Calandrone
Una creatura fatta per la gioia.
Biografia poetica di Alda Merini
Alda Merini: «una donna che cerca di estrarre da un dolore inimmaginabile, immeritato e continuo, un amore incondzionato per la vita». Così la descrive Maria Grazia Calandrone nell’affrontare i chiaroscuri di una protagonista anomala del suo tempo, insieme straripante e involontaria. L’esistenza di Alda è composta come un mosaico di tanti tasselli, raramente armonici fra loro, spesso pervasi dallo scintillio della predestinazione. La madre bellissima e il padre che le insegna a scrivere prima di mandarla a scuola. La guerra, e gli amori che sono come guerre, e il matrimonio che è anche un modo per mettersi al riparo, di porre la realtà quotidiana di una moglie e madre come argine al potere dirompente dell’ispirazione. La realtà sbagliata e violenta, però libera, del manicomio dove affronterà ben ventiquattro ricoveri. Le quattro figlie: ripetutamente perdute, date in affido mentre lei lotta con i suoi demoni e con le istituzioni. E l’epopea di un successo letterario, quello di una poetessa «nata due volte»: la prima nei salotti letterari milanesi del dopoguerra, e la seconda negli anni Novanta, con la consacrazione anche commerciale e la tossica ribalta mediatica. Leggerezza e intensità, sofferenza e passione, la capacità di leggere il presente e le persone, senza autoindulgenza né sentimentalismi: per tutto questo, Alda Merini è stata grande.
Maria Grazia Calandrone
Splendi come vita
Storia del tormentato amore fra una madre adottiva e sua figlia
Splendi come vita fa quello che fa la letteratura alla sua massima potenza: ridà vita a ciò che non c’è più, illuminando di riflesso la vita del lettore. Ma lasciamo che a parlarne sia l’autrice. «Splendi come vita è una lettera d’amore alla madre adottiva. È il racconto di una incolpevole caduta nel Disamore, dunque di una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. Poi c’è una ferita primaria e la madre non crede più all’amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine. Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori e gioie. Quando si smette di vedere la propria madre esclusivamente come la propria madre, la si può finalmente “vedere” come essere separato, autonomo e, per ciò, tanto più amabile» (Maria Grazia Calandrone).
Miriam Candurro
Miriam Candurro è nata a Napoli, dove vive con il marito e i figli. Dopo l’esordio cinematografico in Certi bambini, continua la sua carriera nel mondo del cinema e partecipa a numerose serie TV di successo, come Un posto al sole e I bastardi di Pizzofalcone. Insieme a Massimo Cacciapuoti ha scritto il romanzo Vorrei che fosse già domani (Garzanti 2018).
Miriam Candurro
La settima stanza
Ci sono momenti che restano indelebili. È a questo che pensa Giovanni mentre percorre la litoranea che lo porta a casa. Una casa da cui vuole stare lontano e in cui non torna da vent’anni. Vent’anni di assenza, di silenzio, di sensi di colpa. Tutto è cominciato lì, a Villa Rosa, di fronte a un mare immenso e cristallino: una sera d’estate l’adolescente Giovanni, affacciato alla finestra della sua stanza, aveva visto una ragazza lottare tra le onde. Senza pensarci, era corso in spiaggia e si era buttato in acqua per salvarle la vita. Quel momento aveva cambiato tutto: Giovanni ancora non lo sapeva, ma il suo destino e quello della ragazza sarebbero stati inesorabilmente legati. Ora, mentre i cancelli di Villa Rosa si riaprono, i ricordi riaffiorano vividi, prepotenti, e Giovanni si trova a fare i conti con il passato e con un sentimento che, forse, non ha mai dimenticato.
Francesco Carofiglio
Architetto, regista e illustratore, ha lavorato per molti anni come attore e autore teatrale. Scrive soggetti e sceneggiature per il cinema e la televisione.
Oltre a L’estate del cane nero (Marsilio 2008, quattro edizioni), ha pubblicato per bur nel 2005 il romanzo With or Without you e per Rizzoli nel 2007 il graphic novel Cacciatori nelle tenebre in coppia con suo fratello Gianrico. Tra i suoi romanzi più recenti ricordiamo Wok (Piemme 2014), La casa nel bosco (Rizzoli 2014), Voglio vivere una volta sola (Piemme 2014), Una specie di felicità (Piemme 2017), Il maestro (Piemme 2017), il libro per ragazzi Jonas e il mondo nero (Piemme 2018), L’estate dell’incanto (Piemme 2019) e Prometto che ti darò il mondo (Piemme 2021).
Francesco Carofiglio
Cattivi. Mr H.
«Mi chiamo Leonardo Byron Palamides. Psichiatra, illusionista, indagatore dell’incubo. Quello che sto per raccontarvi è successo moltissimi anni fa. O forse non è mai successo, ma questo non significa che non sia mai esistito.»
Londra, 1929. La città, dopo i traumi della Grande Guerra, è ancora animata dai fermenti degli anni ruggenti. Leonardo arriva dagli Stati Uniti per stabilirsi nell’antica dimora di famiglia, ma le sue giornate londinesi sono presto turbate dal susseguirsi di incontri inattesi. Uno stravagante egittologo e la sua affascinante assistente, un uomo misterioso che si presenta alla sua porta di notte per chiedere aiuto, la giovane Lilith, che da anni non parla e sembra essere in contatto con presenze ultraterrene. Proprio nel corso delle sedute di terapia con la ragazza, Palamides viene lentamente trascinato in una dimensione parallela. Forse i destini di Lilith e dell’uomo misterioso sono legati tra loro, e i due lo stanno trasportando oltre la soglia dell’inconoscibile. Mentre a Londra si moltiplicano le aggressioni notturne riconducibili a un uomo dai tratti animaleschi, per Palamides comincia una vera e propria discesa negli inferi in cui dovrà confrontarsi con una forza oscura che si sta risvegliando.
Francesco Carofiglio
Cattivi. Lady M.
Una storia avvincente in cui tutto sembra collegato da forze oscure che hanno smesso di vivere nell’ombra e rivendicano la loro presenza.
«Cosa è sogno e cosa realtà? Il confine è labile, così come sono sfocati i mondi in cui sui muove Leonardo ma è il predestinato e solo lui può combattere le ombre.» – Corinne D’Aloe per Maremosso
Siamo i cattivi. Ci nascondiamo negli incubi nelle camere buie. E adesso vogliamo parlare. Un’attrice ambigua e bellissima. Un amico in pericolo. Una pista di sangue che dagli inferi conduce alla porta dell’indagatore dell’incubo.
Francesco Carofiglio
Wok
Ho quindici anni e mi chiamo Wok. Non è una padella, è un diminutivo. Viene da Wokaihwokomas, antilope bianca, nella tribù dei Cheyenne.
Wok ha quindici anni e non ha avuto una vita facile. Alice, sua madre, è la sua famiglia. Quando muore, Wok si ritrova solo. Prima che i servizi sociali vengano a prenderlo decide di fuggire. Il viaggio è un lungo, struggente e imprevedibile funerale “on the road” sulle strade delle antiche terre indiane. Le ceneri di Alice in un termos nel cruscotto, la vecchia Dodge di famiglia, l’America davanti. Wok vuole rapire il nonno, un vecchio Navajo chiuso in un ospizio, e riportarlo nella sua riserva. Sono anni che l’uomo non dice più una parola, stretto in un silenzio incomprensibile, dietro il quale si nasconde un mistero. Sullo sfondo di un’America grandiosa e desolata, la scoperta dei sentimenti e delle radici in una storia di formazione, drammatica e spettacolare, che coinvolge e cattura, lasciandoci senza fiato.
Carola Carulli
Carola Carulli, dopo essersi diplomata al liceo classico, ha frequentato l’università Roma Tre e si è laureata in Lettere con indirizzo Comunicazione e Spettacolo. A 18 anni ha iniziato a scrivere articoli per un quotidiano locale romano e a lavorare in radio occupandosi di cronaca e costume. Ha collaborato con I Viaggi di Repubblica e L’Espresso e condotto il telegiornale, in diretta, sull’attuale canale satellitare Marco Polo (ex Inn). Ha pubblicato un romanzo dal titolo Bambole di Carta, vincendo un premio letterario indetto dalla Regione Calabria per giovani autori. Entrata in Rai con una semplice domanda, è stata chiamata per una sostituzione nel Tg2 Cultura, e dal 2001 al 2007 ha lavorato come giornalista nella redazione Spettacoli del Tg1. Nel 2007 è passata alla redazione del Tg2, inizialmente come redattrice e inviata per Costume e società, e poi come conduttrice del Tg2.
Carola Carulli
Tutto il bene, tutto il male
Bisogna avere coraggio anche per essere felici, e Sveva nella casa dei suoi genitori non lo è mai stata. Sarah, sua madre, ha puntato tutto sulla bellezza e sulla conquista di un ruolo in società, per osservare il mondo da una posizione comoda. Ma a Sveva non importa dei bei vestiti o delle scuole esclusive, né di cercare un uomo perbene e un matrimonio sicuro. Per questo, ogni volta che può scappa da sua zia Alma, la mamma che avrebbe voluto, la stramba con gli occhi di colori diversi, l’irregolare di famiglia, la ribelle a cui non va mai bene niente. In lei ha trovato un’amica e una complice, qualcuno da cui imparare il senso dell’amore, l’indipendenza e – perché no? – anche gli sbagli. Se la disobbedienza è un tratto ereditario, Sveva è certa di averla ricevuta da lei e dalla bisnonna, che aveva poteri da sensitiva e che da molto lontano continua a vegliare su di loro. Quando Alma rimane incinta di Tommaso, creatura solitaria che appartiene unicamente al mare, il fragile e complicato equilibrio familiare rischia di rompersi. Per tutti loro arriva il momento di rimettere ordine dentro se stessi o, forse, di accettare che la vita è destinata a restare eternamente inesatta e che le persone più importanti sono quelle che ti piovono addosso senza preavviso.
Michael Casanova
Michael Casanova, conosciuto ormai da tutti come Bella Gianda, è un ragazzo di 34 anni con un passato nel mondo del calcio: portiere del Lugano Calcio e della Nazionale Svizzera, Michael ha dovuto interrompere la sua carriera a causa di un infortunio.
Oggi è uno speaker radiofonico per l’emittente svizzera Radio 3i e un content creator molto seguito e popolare tra i giovanissimi della Generazione Alpha (e le loro famiglie).
Nel 2020 infatti crea un format che diventa virale su TikTok e molto riconoscibile grazie ad alcuni claim e slogan diventati i suoi segni distintivi: dal saluto ormai iconico “Bella Gianda” al “Verifichiaaamo” usato nel suo format per accettare le sfide della propria community nel testare una varietà di esperimenti e curiosità.
Ormai diventato un punto di riferimento per i giovanissimi, Michael è riuscito a trasformare nel corso del tempo il suo format, che è diventato prima un trend, poi un brand e infine un personaggio vero e proprio.
Da Tik Tok a Youtube, a Instagram, per i bambini e I ragazzi Michael è diventato a tutti gli effetti Bella Gianda.
Il ragazzo con il ciuffo, con un immaginario colorato, i suoi slogan iconici e sempre pronto a verificare cose strambe e improbabili in un suo mondo particolare, fatto di gentilezza, curiosità e di valori.
Michael Casanova
Verifichiamo!
Bella Gianda! Vi siete mai chiesti se le capre sanno andare sugli skateboard? O perché gli astronauti sono sempre felici? E quante banane è alta la torre di Pisa? Per scoprirlo, vi basta allacciare le cinture e varcare insieme a me i cancelli di Bella Gianda City! Dal cibo allo spazio, dai social agli animali, passando per lo sport e il corpo umano, ci faremo un sacco di domande a cui troveremo una miriade di risposte da verificare… incredibili! E, nel frattempo, avremo tutto il tempo per scambiare due chiacchiere e conoscerci meglio. Volete sapere quali sono i miei piatti preferiti? O tutte le ossa che mi sono rotto? Be’, allora non perdiamo altro tempo. Saliamo tutti a bordo del mio pullmino superspeciale e… verifichiaaamo!
Totò Cascio
Salvatore Cascio, detto Totò, (Palazzo Adriano, 1979), per il suo ruolo in Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, ha vinto il British Academy of Film and Television Arts, il più giovane di sempre a ricevere il prestigioso premio. Negli anni successivi partecipa a Diceria dell’untore di Beppe Cino, C’era un castello con 40 cani di Duccio Tessari, Stanno tutti bene ancora di Tornatore, Jackpot di Mario Orfini e Festival di Pupi Avati nel 1996. Incide un 45 giri con Fabrizio Frizzi dal titolo L’orso. La sua ultima apparizione risale al 1999 con Il morso del serpente di Luigi Parisi. Poi, dopo un’assenza di 16 anni, nel 2014 è tra gli interpreti di Protagonisti per sempre di Mimmo Verdesca, premiato al Giffoni Film Festival come miglior documentario, in cui, per la prima volta, racconta le esperienze e le scelte che hanno caratterizzato la sua carriera e la sua vita di attore bambino.
Totò Cascio
La gloria e la prova. Il mio nuovo Cinema Paradiso 2.0
Salvatore Cascio, detto Totò, è il bambino protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, l’indimenticabile capolavoro di Giuseppe – che lui chiama affettuosamente Peppuccio – Tornatore, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero quindici anni dopo Amarcord di Fellini. Dopo questo film – che nel ’91 gli procurò anche il prestigioso Premio BAFTA – Totò continuò a lavorare sia con Tornatore (partecipa a “Stanno tutti bene”, con Marcello Mastroianni) che con registi del calibro di Pupi Avati e Duccio Tessari. Tutto ciò fino al 1999, anno in cui firma il suo «ultimo film». Dopo di che, si può dire che Totò Cascio scompare. Perché? Ai giornalisti che lo incalzano non vuole dire la verità, preferendo far credere che il cinema si sia dimenticato di lui. È stata invece una grave malattia – la retinite pigmentosa con edema maculare, che gli ha procurato una perdita progressiva, irreversibile e quasi totale della vista – a farlo rinunciare a quella che era una carriera promettente e radiosa. Oggi, a 42 anni, Totò Cascio ha trovato la forza e la voglia di raccontare la sua esperienza in un libro che è insieme memoir cinematografico e racconto di formazione e di rinascita. Grazie alla sua fede, al suo coraggio e alla consapevolezza acquisita, ora può tornare a vivere una vita degna di essere vissuta ed è questo il suo «Nuovo Cinema Paradiso 2.0», dice scherzando. Così, rinato, lancia un segnale a chi è nella sua condizione: non nascondetevi, anzi imparate ad accettarvi. «Senza accettarsi, ci si porta dentro l’avversario più feroce. Me lo disse anche Andrea Bocelli: “Totò, non è un disonore”. Sono state parole illuminanti».
Prefazione di Giuseppe Tornatore. Postfazione di Andrea Bocelli.
Felice Cavallaro
Felice Cavallaro è nato nel 1949 in provincia di Agrigento, ma ha vissuto i primi cinque anni a Racalmuto, il paese di Leonardo Sciascia. È l’ideatore della Strada degli Scrittori e il fondatore dell’associazione Strada degli Scrittori. Giornalista del «Corriere della Sera», da venti anni segue fatti e misfatti di mafia. Ha collaborato con il giornale «L’Ora», l’Agenzia Italia e con la Rai in Sicilia. Ha lavorato prima al «Giornale di Sicilia» e poi al «Corriere della Sera».
Felice Cavallaro
Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra
Ci sono l’amore e l’intesa. L’impegno e il sacrificio in un Paese in tempo di guerra. Ci sono gli amici e i nemici, le battaglie e i processi, la vita quotidiana e una parte importante della nostra storia, interrotta improvvisamente quel tragico giorno di maggio del 1992, oscurato dalla strage di Capaci. Al centro della scena è una donna, Francesca Morvillo, insieme all’uomo cui ha scelto di stare accanto fino all’ultimo, consapevole del pericolo: Giovanni Falcone. Le loro vite si intrecciano nella stagione più difficile del conflitto tra lo Stato e Cosa Nostra. Francesca è figlia, sorella, moglie di giudici e magistrato a sua volta. Giovanni lancia la sfida più ambiziosa alla mafia insieme ai giudici del Pool. Felice Cavallaro ne rievoca in queste pagine i caratteri e la complicità, la forza e le debolezze. E ripercorre come in un romanzo le tappe della loro vita, dall’adolescenza al primo matrimonio di lei, dal loro incontro agli anni più felici, dal comune impegno civile alla diffidenza dei colleghi, dall’esilio forzato all’Asinara con il giudice Paolo Borsellino e sua moglie Agnese all’attentato scongiurato nella villa dell’Addaura. Fino agli intrighi più odiosi. Sullo sfondo uno Stato assente, distratto, forse anche colluso. Poi le polemiche per il trasferimento di Falcone a Roma e quel rientro a Palermo per una vacanza che non faranno mai. Dopo l’esplosione a Capaci Francesca sembra ancora in vita. I suoi occhi si aprono per l’ultimo istante. Il tempo di sussurrare poche parole: «Dov’è Giovanni?».
Felice Cavallaro
Sciascia l’eretico. Storia e profezie di un siciliano scomodo
A trent’anni dalla scomparsa dello scrittore di Racalmuto, un viaggio affascinante tra umori, amicizie e battaglie, tra vita e opere che scandiscono i passaggi della nostra storia recente – dal Giorno della civetta al Contesto, da L’affaire Moro a Una storia semplice.
Si è sempre battuto da «eretico» per far prevalere la ragione e il diritto in un Paese che ha spesso preferito le scorciatoie e i gattopardismi. Leonardo Sciascia con le sue invettive e ossessioni ha anticipato temi cruciali della vita pubblica, nodi rimasti drammaticamente irrisolti, dalla lotta alla mafia alla corruzione, dagli errori della macchina della giustizia a quelli dello Stato, dal caso Moro al travaglio di Enzo Tortora, passando da forti intese a grandi contese, da Calvino a Guttuso. Una vita controcorrente, quella dello scrittore siciliano, lungo l’asse fra Palermo e Roma, Milano e Parigi, fra case editrici e commissioni di Montecitorio, o a caccia di stampe antiche e di documenti negli archivi dell’Inquisizione spagnola. Un bilancio dell’eredità di un protagonista del mondo della cultura e della politica sempre attuale.
Katja Centomo
Narratrice transmediale, vive tra Roma e la Valle d’Aosta ed è alla guida dello studio editoriale Red Whale, che da sedici anni cura contenuti e servizi nel settore del fumetto, dell’animazione e della narrativa per ragazzi, utilizzando mezzi diversi della comunicazione per raccontare storie, creare personaggi e universi narrativi. Nell’ultimo periodo si sta dedicando sempre di più alla narrativa in qualità di autrice: per Einaudi Ragazzi ha pubblicato Tilly Duc – Il segreto della Casa dei Tetti Blu (2015) e La strada per Pont Gun (2017), due romanzi in cui, unendo la passione per il ghost-fantasy all’amore per la montagna, ha trovato la sua cifra stilistica. Sempre per Einaudi ha pubblicato nel 2018 Franca Viola. La ragazza che disse no. Nel campo dei fumetti è una delle autrici della serie per ragazzi Monster Allergy.
Katja Centomo
La fune d’acciaio
Nel villaggio di Baravex non ci abita più nessuno. Sul finire della Seconda guerra mondiale brulicava di bambini, e le famiglie, povere e numerose, cooperavano per riprendere a vivere, sfruttando tutto quello che la montagna era in grado di offrire. Oggi, quando tre ragazzini piantano la tenda tra i ruderi circondati dalle foreste di larici, il silenzio è disturbato unicamente dal rumore del torrente. Come muto testimone di quel passato, è rimasta soltanto l’antica fune d’acciaio per il trasporto della legna. Sono più di settant’anni che sul cavo teso nel vuoto pesa il carico di una storia terribile. E il muto testimone decide di parlare…
Katja Centomo
In fondo al crepaccio
Trovare in vita Brigitte, dispersa sul ghiacciaio, è quasi impossibile: nessuno sa dove sia, e due notti a 4000 metri di quota senza un riparo non lasciano scampo. Eppure una piccola possibilità, una minuscola speranza esiste. Benché stremati da giorni di inutili ricerche, gli uomini del soccorso alpino partono ancora una volta, mettendo a rischio la propria vita. Per quell’unica possibilità.
Katja Centomo
Franca Viola. La ragazza che disse no.
Durante una vacanza in Sicilia, tre sedicenni apprendono la storia che ha cambiato la storia d’Italia. Nel 1965 ad Alcamo, Franca Viola subiva un sopruso che a quel tempo non era raro. Rapita e violentata dall’uomo che aveva rifiutato, sembrava non avere scelta: perdere la “purezza” costituiva un’onta incancellabile e l’unica soluzione era sposare l’uomo che l’aveva disonorata. Perfino la legge era contro di lei. Se quella legge e quel modo di pensare non esistono più è perchè Franca Viola disse no.
Gabriele Clima
Scrittore e illustratore per bambini e ragazzi, è membro dell’ICWA, Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi. È autore di molti libri per l’infanzia, albi illustrati e romanzi per ragazzi, concentrandosi soprattutto sui temi della diversità, dell’intercultura e dell’integrazione. Organizza incontri e laboratori nelle scuole di tutta Italia per bambini, ragazzi e adulti sulla lettura, la scrittura e la poesia. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue, fra cui inglese, francese, tedesco, danese, spagnolo, polacco, arabo, cinese, giapponese e russo. Tra i suoi libri si ricorda Black Boys (Feltrinelli, 2020).
Gabriele Clima
Black Boys
Ispirato a una storia vera, un romanzo di formazione che mette in scena le dinamiche del branco, la fragilità dell’adolescenza e il bisogno di scegliere, prima ancora che tra giusto e sbagliato, fra quello che siamo e quello che vogliamo diventare.
«Avevo sentito lo stomaco contrarsi, e avevo pensato che era quello che avrei dovuto fare. Allora sì che sarei stato davvero un combattente. Avrei cercato quell’uomo, l’avrei trovato e gliel’avrei fatta pagare».
Alex, sedici anni, è appena entrato nei Black Boys, un gruppo violento di azione giovanile. Il suo obiettivo è trovare il “nero” che ha causato l’incidente in cui suo padre ha perso la vita e dargli una lezione. I Black Boys sono disposti ad aiutarlo, ma in cambio Alex parteciperà alle azioni punitive che il gruppo organizza. È durante una di queste che Alex perde il controllo della situazione e un uomo finisce in ospedale. Alex è sconvolto, tanto più che un testimone lo ha visto ed è stata aperta un’indagine. Tenta quindi di uscire dai Black Boys, ma il leader del gruppo lo minaccia. Schiacciato fra le pressioni dei compagni e il peso di scelte sempre più difficili, Alex si ritrova in una spirale che giorno dopo giorno gli si stringe intorno inesorabilmente. Solo quando si troverà davanti agli esiti più estremi delle proprie azioni, prenderà consapevolezza della follia a cui il suo desiderio di vendetta lo ha portato. Un romanzo sui sentimenti difficili e indecifrabili dell’adolescenza, e sulla follia dell’odio e del razzismo in cui a volte, senza nemmeno rendersene conto, si viene risucchiati.
Gabriele Clima
Te lo prometto
Un romanzo che è un inno alla vita e un invito ad assaporarne ogni singolo, preziosissimo istante.
Quando Agnese entra in ospedale per la prima volta, nel maggio del 2013, ha sette anni, due sorelle e una leucemia linfoblastica acuta. Ma soprattutto ha voglia di vivere, un desiderio incontenibile che supera ogni confine. Lo sanno bene Miriam, Titti ed Ester, che si prenderanno cura di tutto il suo iter ospedaliero sostenendola giorno e notte, anche quando il trapianto di midollo apparirà inevitabile. Con loro Agnese imparerà la bellezza delle piccole cose, uno sguardo, un sorriso, un maglione con le renne sopra, un pesce rosso messo per gioco in una sacca per la flebo; imparerà che ci sono persone che della vita si prendono cura come delle piante, coltivandola e facendola fiorire. E quando, all’età di tredici anni, lascerà per sempre gli ospedali, Agnese sentirà di amare la vita, se possibile, ancora più di prima.
Gabriele Clima
Continua a camminare
Una ragazzina cammina sotto miriadi di stelle in una pianura sterminata, diretta verso un campo militare. Sotto il niqab indossa una cintura esplosiva. Nello stesso momento, un ragazzino cammina nel deserto. Come talismano ha un libro di poesie appartenuto al fratello. Scappa dalla guerra, vuole arrivare in Europa.
Siamo nella Siria occupata dagli uomini di Daesh. È qui che vivono Salini e Fatma, che alternano le loro voci per raccontare la propria storia. Salini ha tredici anni, è coraggioso e testardo, e ha visto morire suo fratello sotto le bombe mentre entrambi erano impegnati a recuperare i libri dagli edifìci sventrati. Il fratello era convinto che solo i libri possano fermare i kalashnikov, “perché se salvi i libri salvi la tua anima, e il tuo paese”, ma la guerra se l’è preso. Anche Fatma ha tredici anni e i suoi occhi dolci come il velluto cercano la bellezza in una città fatta di polvere e macerie. Anche lei prova un amore incondizionato per il fratello, che però è un fanatico del Califfato. E lui a convincerla a sacrificarsi per la gloria di Dio. Fatma e Salini camminano, quella notte, lei verso la morte, lui verso una nuova vita.
Gabriele Clima
Lo specchio di Lorenzo
Nel mondo di Lorenzo non si entra facilmente. Può entrarci la mamma, qualche volta, il papà, se parla con la voce morbida, e Michele, che più che un fratello è una specie di supereroe. Nel mondo di Lorenzo la strada è un fiume, la scuola è un bosco e i compagni lupi neri. Ma c’è anche una volpe bianca: si chiama Sofia e conosce la gentilezza. Un giorno Sofia regala a Lorenzo uno specchio… È uno specchio magico, capace di aprire una porta su un mondo nuovo, dove non ci sono lupi ma esseri umani.
Gabriele Clima
Fiori di Kabul
Una piccola rivoluzione silenziosa attraverso uno dei Paesi con la più alta discriminazione di genere.
Maryam abita a Kabul. Come tante ragazze afgane, ha un padre fedele alla tradizione rigida e ultraconservatrice diffusa nel Paese che nega alle donne ogni forma di libertà. Un giorno, a casa di Maryam, si ferma una straniera. Sta attraversando l’Afghanistan con la sua bicicletta. Per Maryam quell’incontro segnerà una svolta. Alle donne, in Afghanistan, è vietato andare in bicicletta; è vietato protestare, fare sport in pubblico, uscire di casa senza permesso. Ma Maryam sa che le cose si possono cambiare. E quando sarà abbastanza grande per prendere le sue decisioni, sceglierà proprio una bicicletta come strumento di emancipazione. Il suo non sarà un semplice viaggio: sarà un esempio per uomini e donne, una piccola rivoluzione silenziosa attraverso uno dei Paesi con la più alta discriminazione di genere.
Gabriele Clima
I guerrieri dell’arcobaleno
L’inizio del viaggio di un piccolo gruppo di eroi che darà vita al più grande movimento ambientalista della storia. Tim ha tredici anni, e sa che la sua vita non è tutta in quel cantiere nautico dove lavora. Quando in città arrivano quei tipi strani coi capelli lunghi, quegli hippy come li chiama papà, Tim vuole conoscerli; perchè parlano di cose che lui non ha mai sentito, parlano di impegno di ambiente, di cambiare il mondo. Vogliono andare fino in Alaska a fermare un’esplosione nucleare. Perciò una mattina, non visto, Tim si imbarca sul Greenpeace…
Gherardo Colombo
Gherardo Colombo per oltre trent’anni ha fatto il magistrato presso il Tribunale, la Procura della Repubblica di Milano e la Corte di Cassazione, contribuendo ad alcune inchieste celebri, dalla Loggia P2 a Mani pulite, dal delitto Ambrosoli al processo IMI-SIR. Nel 2007 ha lasciato la magistratura e da allora si dedica alla riflessione pubblica sulla giustizia, con i ragazzi delle scuole e tramite il suo sito www.sulleregole.it.
Gherardo Colombo
Chi è stato? Come diventare cittadini responsabili
Un lavoro prezioso e generoso per incoraggiare la riflessione intergenerazionale su argomenti centrali per la formazione della persona e del cittadino, che non si conclude mai nell’arco di tutta la vita.
Le domande dei ragazzi sui temi dell’educazione civica. I temi della convivenza civile raccontati ai ragazzi in modo semplice e diretto da uno stimato ex magistrato e da un appassionato docente e divulgatore. “Chi è stato?” è una guida preziosa che nasce sul campo dai loro laboratori con i ragazzi. Ogni argomento è al centro di un capitolo, ogni capitolo è suddiviso in domande: A cosa serve la legge? La Costituzione parla di uguaglianza, libertà e solidarietà: perché sono importanti? Come possiamo noi contribuire all’educazione ambientale? Cosa possiamo fare per proteggere gli animali in via d’estinzione? Cos’è il cyberbullismo?Perché si dice cittadinanza attiva? Le risposte raccolte in questo libro sono scritte con l’obiettivo di aiutare genitori e insegnanti a costruire un dibattito vivace e argomentato con bambini e ragazzi su temi come la legalità e il contrasto alle mafie, la cittadinanza digitale, il diritto del lavoro, la Costituzione, l’educazione ambientale, l’educazione alla salute. Un lavoro prezioso e generoso per incoraggiare la riflessione intergenerazionale su argomenti centrali per la formazione della persona e del cittadino, che non si conclude mai nell’arco di tutta la vita.
Gherardo Colombo
Sei stato tu? La costituzione attraverso le domande dei bambini.
Un libro semplice e completo, indispensabile per capire come funziona il nostro Stato.
I principi della Costituzione spiegati ai ragazzi con semplicità da uno stimato ex magistrato e da un’attivissima scrittrice e insegnante. Gherardo Colombo e Anna Sarfatti firmano insieme un testo per giovani lettori e per adulti curiosi, che nasce sul campo, dai loro incontri coi ragazzi. Ogni tema è al centro di un capitolo, ogni capitolo è suddiviso in domande. Tra queste: Ma noi bambini siamo cittadini? E i bambini nella pancia della mamma? Certe volte i maestri hanno le preferenze tra i bambini. Ma la Costituzione non dice che siamo tutti uguali? Che cosa può fare un bambino se lo maltrattano in famiglia? I grandi non ci ascoltano, non gli interessa quello che pensiamo. E poi non possiamo votare. Siamo cittadini meno importanti? Un libro semplice e completo, indispensabile per capire come funziona il nostro Stato. Un testo di educazione civica che risponde alle grandi domande dei piccoli e non solo, seguendo le indicazioni ministeriali per l’insegnamento di ‘Cittadinanza e Costituzione’ nelle scuole.
Gherardo Colombo
La bambina tutta verde
Questa è la storia di una bambina tutta verde, che vive in una casa tutta verde, ha giocattoli e vestiti tutti verdi, mangia addirittura cibi tutti verdi. È felice in questo piccolo universo a un colore, così come hanno deciso i suoi genitori, convinti che il verde sia il colore più bello del mondo. Ma quando la bambina inizia la scuola scopre intorno a sé una realtà tutta nuova e coloratissima. Come convincere la mamma e il papà che il rosso, il giallo, il blu non sono una minaccia ma una bellissima alternativa da avvicinare al verde? Gherardo Colombo affronta con delicatezza tematiche a lui care: il senso di giustizia, l’inclusione, l’accettazione della diversità in un mondo in cui essere differenti è bello.
Gherardo Colombo/Zagrebelsky
Il legno storto della giustizia
All’Italia sembra spettare un non onorevole posto tra le nazioni più corrotte al mondo: ovunque si formino aggregati di potere, lì alligna il rischio del malaffare. Prendendo le mosse da questi presupposti drammatici che troppo spesso consideriamo immutabili e ai quali sembriamo quasi assuefatti, Gherardo Colombo e Gustavo Zagrebelsky si confrontano con schiettezza e reciproco rispetto discutendo da punti di vista diversi e complementari il senso ultimo del nostro vivere in comunità.
Gherardo Colombo
Le regole raccontate ai bambini
Le regole rendono liberi: un libro fondamentale per i piccoli cittadini di oggi!
Gherardo Colombo ha scritto un libro molto popolare dedicato alla cultura della giustizia. Questa è una “traduzione” di quelle riflessioni per un pubblico ampio che comprende bambini e ragazzi. Come si entra in una comunità? Come si impara il rispetto per l’altro? Come si misura il proprio comportamento e quello del prossimo? Con linguaggio trasparente ed esempi scritti su misura questo libro vuole rispondere a molti interrogativi importanti.
Claudio Comini
Scrive libri per bambini e ragazzi. Autore della prima parodia italiana di Harry Potter, ha vinto il premio bancarellino nel 2002 con il romanzo comico “Le ventisette valige di Ennesimo Quaranta”. I suoi libri sono editi da Giunti, Lapis, De Agostini, Disney Italia, Curci Young, Fanucci, Dami, Edizioni EElle.
L’attività di scrittore di Claudio inizia nel 1994 quando pubblica con la casa editrice “La Piccola” il libro “Piccole Gomme Crescono” opera finalista alla prima edizione del premio “il battello a vapore”.
Nel 2001 esce il primo titolo delle “avventure di Philippe Gratin” la serie di romanzi giallo-umoristici pubblicati dalla casa editrice Lapis. Le avventure di Philippe Gratin, di cui Claudio è ideatore, sono affidate anche alla penna di Orazio Minneci e Renzo Mosca.
Sempre con Orazio Minneci, firma in seguito quattro titoli della collana “Ridi Ridi”. I romanzi comici scritti a quattro mani sono caratterizzati da uno stile rapido e incalzante. E’ così che il romanzo comico “le ventisette valige di Ennesimo Quaranta” si aggiudica nel 2002 il premio Bancarellino.
In seguito al successo dei “Ridi Ridi”, la casa editrice De Agostini affida ai due amici una collana di libri comici per bambini. Nascono “i rimbambini”.
Nel 2008, dopo anni di lavoro sulla comicità rivolta a bambini e ragazzi, esce il suo romanzo più importante: “Herry Sotter e la maledizione vegetale”. La prima parodia italiana di Harry Potter riscuote un grande successo e viene pubblicato in lingua spagnola.
Nel frattempo anche “Le avventure di Philippe Gratin” vengono vendute in Brasile e Polonia.
Nel 2008 pubblica con Roberto Piumini la serie di albi per bambini dedicati ai grandi protagonisti della musica Jazz. “Le fiabe del jazz”, edite dalla Curci Young vengono accolte con favore dalla critica. Il progetto, poi diventato spettacolo, coinvolge i musicisti del Corrado Guarino Quartetto e l’illustratore Fabio Magnasciutti.
I lavori più recenti sono le dieci avventure della collana “le indagini di Sherlock Dog” edite, in Italia da Dami editore e da Yakamoz in Turchia.
Claudio Comini
Giù in cantina
«Una sera, quando la mamma dormiva e papà era lontano per uno dei suoi viaggi di lavoro, mi sono fatto coraggio. E sono sceso di sotto…» Claudio Comini ci racconta il misterioso fascino del jazz. Un’avventura vissuta tra le mura di casa, in cui la potenza evocativa della musica libera la fantasia immaginifica di un bambino oltre ogni limite.
David Conati
David Conati è un autore e compositore veneto che ha lavorato con Tito Schipa Jr. Gino & Michele, Oscar Prudente, Mogol. Collabora come traduttore con le principali agenzie teatrali nazionali e ha scritto oltre cento testi teatrali. Ha pubblicato saggi, filastrocche, romanzi, canzoni, manuali educativi, guide didattiche per diversi editori, tra cui il gruppo Editoriale Raffaello, Melamusic, Edizioni Paoline. Dal 2000 si occupa di laboratori di scrittura creativa e teatro con gli alunni delle scuole Primaria e Secondaria.
David Conati
Quando lo straniero sono io
Andremo a stare meglio, vedrete, vi piacerà.
Con queste parole il signor Gianni cerca di convincere i suoi figli che trasferirsi all’estero è un’opportunità da cogliere al volo.
L’inserimento da stranieri nella scuola e nella comunità di un Paese dove lingua, usi, costumi e abitudini sono diversi da quelli del loro luogo d’origine però non sarà privo di sorprese.
Un racconto autobiografico nel quale l’autore, con un taglio ironico e divertente racconta la sua esperienza e le sue disavventure da emigrante. Per far capire cosa si prova quando siamo noi a chiedere accoglienza in un altro Paese.
Claudia Conte
Nata a Cassino (FR) nel 1992. Consegue la maturità presso il Liceo Classico N.Turriziani di Frosinone e il diploma teatrale presso la scuola Il Teatro Dell’Appeso di Amedeo Di Sora.
Nonostante la giovane età ha alle spalle tournée teatrali con la pièce “Il canto del cigno” di Cechov e recital poetici come “Dino Campana e Sibilla Aleramo”. Recentemente protagonista femminile dei recital di Vincenzo Bocciarelli “Solo l’Amore resta” e “Vita di Francesco” , dello spettacolo “Eros Italiano” di Mariano Rigillo e di “Comizio d’amore” di Marcello Veneziani. Attualmente affianca sulla scena Valerio Massimo Manfredi nello spettacolo tratto dal suo romanzo “Ulisse. Il mio nome è Nessuno”.
Appassionata di scrittura poetica, ha pubblicato la silloge “Frammenti rubati al Destino”, per l’editore Galassia Arte. Nel 2013 è fondatrice di “Nova Era”, Associazione di promozione sociale che si occupa, attraverso l’espressione artistica e in particolare l’audiovisivo, di progetti con tematica sociale, cui è particolarmente sensibile.
Nel Giugno 2014 pubblica il suo primo romanzo “Soffi Vitali. Quando il cuore ricomincia a battere”. Premiata a Villa Sarsina con Antonio Lubrano e Filippo Laporta. È l’autrice più giovane ad aver presentato un’opera al Salone Internazionale del libro di Torino. Lo scorso dicembre ha ricevuto il prestigioso Premio in Campidoglio “Oscar dei Giovani” per il suo poliedrico impegno in campo culturale, all’interno della “Giornata d’Europa”. Prossima al conseguimento della Laurea Magistrale in Giurisprudenza (giugno 2017). Collabora alla realizzazione di svariati progetti artistici. Presentatrice di eventi e di programmi televisivi. Ospite in trasmissioni televisive e radio, giurata e madrina di eventi.
Claudia Conte
La voce di Iside
Iside è una diciottenne che si è gradualmente isolata in un mutismo selettivo a seguito della pandemia e di problemi familiari. Incuriosita da un bando del servizio civile, si approccia al volontariato, interessandosi alla violenza di genere. In un tempo segnato da un vuoto di valori, il libro si propone di promuovere la cittadinanza attiva e la responsabilità sociale come cura del disagio giovanile. Con Iside scopriamo le sfide e le fragilità adolescenziali, ma anche il grande potenziale della rete del terzo settore e del volontariato, per dare significato alla propria esistenza e contribuire positivamente alla società.
Edoardo Crisafulli
Edoardo Crisafulli (Rimini, 26 aprile 1964) è uno scrittore italiano, addetto culturale del Ministero degli affari esteri, dove si occupa di promozione culturale.
Tra i temi che tratta, la sociologia, la linguistica e la politica.
Ha studiato nelle Università di Urbino, Birmingham e Dublino (University College), dove ha conseguito il titolo di Ph.D. Ha insegnato lingua e cultura italiana nelle Università di Dublino, di Gedda (King AbdulAziz) e di Manchester. Ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Haifa, in Israele, e quello di Damasco, in Siria. Attualmente è Addetto Culturale e Coordinatore Generale dei corsi di Lingua Italiana presso l’Istituto Italiano di Cultura a Kiev, in Ucraina.
Edoardo Crisafulli
33 ore. Diario di viaggio dall’Ucraina in guerra.
Questo instant book è un diario di viaggio a cavallo fra la narrazione e il saggio. Cronaca, letteratura e storia si intrecciano in maniera creativa e coinvolgente. L’autore – addetto culturale dell’Ambasciata d’Italia a Kiev – rielabora i pensieri che gli frullavano in mente durante il rocambolesco viaggio per fuggire dall’operazione speciale scoppiata, con gran fragore di missili e bombe, il 24 febbraio 2022. Una fuga in macchina, dalla capitale ucraina sotto attacco alla Moldavia, porta d’ingresso per l’Unione Europea. 33 ore, senza pause, mentre i paracadutisti russi scendevano dal cielo e le infrastrutture ucraine venivano polverizzate dagli attacchi. Tutti i fatti raccontati sono veri, così come i momenti più intensi.
Alessandro D’Avenia
Scrittore, insegnante e sceneggiatore. Frequenta il Liceo Classico a Palermo, dove ha come insegnante di Religione padre Pino Puglisi, dal quale sarà profondamente influenzato (e alla cui figura dedicherà il suo romanzo Ciò che inferno non è).
Il suo romanzo d’esordio è Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori, 2010), da cui viene tratto l’omonimo film prodotto da Rai Cinema, alla cui sceneggiatura partecipa in prima persona. I suoi romanzi sono tradotti in più di venti paesi, e il 6 dicembre 2012 ha ricevuto il Premio Internazionale padre Pino Puglisi per «l’impegno mostrato a favore dei giovani».
Alessandro D’Avenia
L’Appello
E se l’appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po’ di più chi lo porta? Allora la risposta “presente!” conterrebbe il segreto per un’adesione coraggiosa alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l’appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky… Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa. A dieci anni dalla rivelazione di Bianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D’Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l’essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l’inizio di una rivoluzione? L’Appello è un romanzo dirompente che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi – dalla rappresentazione scenica alla meditazione filosofica, dal diario all’allegoria politico-sociale e alla storia di formazione –, racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un’orchestra diretta da un maestro cieco. Proprio lui, costretto ad accogliere le voci stonate del mondo, scoprirà che sono tutte legate da un unico respiro.
Alessandro D’Avenia
L’arte di essere fragili
“Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un’arte della gioia quotidiana?” Sono domande comuni, ognuno se le sarà poste decine di volte, senza trovare risposte. In queste pagine Alessandro D’Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l’incontro decisivo che glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane uomo affamato di vita e di infinito, nonostante l’indifferenza e perfino la derisione dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D’Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti interrogativi che da molti anni si sente rivolgere da ragazzi di ogni parte d’Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere.
Alessandro D’Avenia
Bianca come il latte rossa come il sangue
Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio. Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c’è un nemico che lo atterrisce: il bianco, l’assenza. Il rosso invece è il colore dell’amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l’ha e si chiama Beatrice e lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina e più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
Daniela Dawan
Daniela Dawan è nata a Tripoli (Libia), dove è vissuta fino all’età di dieci anni. Costretta a fuggire con la famiglia per gli eventi drammatici che avvennero in Libia durante la Guerra dei sei giorni (giugno 1967), approda in Italia. Già avvocato penalista, è ora Consigliere della Suprema Corte di cassazione “per meriti insigni”. È vissuta a Milano, Bruxelles, New York. La sua attività attuale si svolge prevalentemente tra Milano e Roma.
Ha esordito nella narrativa con numerosi racconti e con il romanzo Non dite che col tempo si dimentica (Marsilio Editori, 2010).
Daniela Dawan
Qual è la via del vento
Un sorprendente romanzo di formazione che rivela le domande più intime degli adolescenti e la loro ricerca di risposte per il futuro.
Questa è la storia di quattro amici liceali e della zia di uno di loro, un tipo tosto che protesta in piazza per Fridays for Future e sa raccontare storie. Ed è proprio a casa sua, nel centro esatto di Milano, che i quattro scopriranno per caso una botola segreta che li condurrà nei sotterranei di un antico monastero benedettino, un luogo di torture dove venivano segregati eretici e prigionieri al tempo della peste. Nel “mondo di sotto”, alla luce fioca del cellulare, i ragazzi scopriranno l’ombra creduta vera di un monaco: Gunotto da Pavia, conosciuto proprio grazie ai racconti della zia. Ma cosa vorrà mai da loro e perché gli appare all’improvviso? «La magia e la realtà sono legate. Se ci credi è magia: sei tu che la fai esistere credendoci. Se non ci credi è realtà», dice Antonio che ama traverstirsi da Aiace e scrive poesie bellissime. Omar e Olivia, legati a doppio filo, si troveranno così a fare i conti con una parte di loro tenuta – chissà poi perché – segreta: l’omosessualità di uno e le illusioni d’amore dell’altra. E infine Nina, solare e combattiva, felice di farsi trasportare in un altrove che aprirà squarci inattesi nella sua vita familiare. Il viaggio sotterraneo cambierà per sempre il loro destino?
Vichi De Marchi
Vichi De Marchi è nata a Venezia e vive a Roma. È giornalista e scrittrice. Ha lavorato per un’agenzia delle Nazioni Unite viaggiando in posti lontani per incontrare tanta gente intrappolata dalla fame o dalla guerra. La sua passione è scrivere ispirandosi a storie vere. Con i suoi libri ha vinto prestigiosi premi nazionali ed è stata inclusa nella cinquina finalsita della prima edizione del Premio Strega Ragazzi e Ragazze. Per Einaudi Ragazzi ha scritto Maestri di strada.
Vichi De Marchi
Cani eroi e il gatto della medaglia
Per piccoli lettori in cerca di storie gustose, con testo ad alta leggibilità! Nel pensionato per cani e animali pluripremiati con la medaglia PSDA la vita scorre in tutta tranquillità e gli ospiti vivono giornate serene tra racconti mitici delle loro gesta ed esercizi per rimanere in forma. Ma la quiete viene sconvolta dall’arrivo di un nuovo ospite: un valoroso ratto gigante che si è distinto per il suo impegno come sminatore. Il nuovo inquilino però non viene accolto molto bene soprattutto per la sua mania di annusare tutti, e quando un ladro ruba la medaglia del più premiato tra i cani del ricovero, tutti i sospetti cadranno su di lui!
Vichi De Marchi
Nato a Hiroshima
Un romanzo per non dimenticare. Una storia che colpirà il cuore delle nuove generazioni. Roma, 2020. Sono passati esattamente 75 anni dal giorno in cui è esplosa la prima bomba atomica a Hiroshima e Riku, che al tempo era poco più che un ragazzo, ricorda ogni cosa. Un rombo di aereo improvviso, un silenzio innaturale, una luce di morte che in un baleno inonda l’intero Paese, senza risparmiare nessuno. Da quell’istante l’umanità non è più stata la stessa. Il mondo di Riku non è più stato lo stesso, una parte del suo cuore e della sua anima sono scomparsi per sempre. Forse è per questo che dopo tanti anni non ha mai avuto il coraggio di riaprire la scatola di legno in cui ha rinchiuso tutto il proprio dolore. Sa che non potrebbe sopportare la vista di ciò che contiene. Riku, tempo dopo l’esplosione, l’aveva sigillata per sfuggire ai ricordi e ora intende gettarla nel fiume nella speranza di cancellare il passato. Ciò che è stato però non può svanire, a ricordarglielo sono i suoi due nipoti, Tommaso e Alina, due gemelli curiosi a cui è difficile dire no. Ma aprire quella scatola insieme a loro è una sfida che Riku deve affrontare, consapevole che il dolore potrebbe trascinarlo in un vortice da cui sarebbe difficile riemergere. Un romanzo incredibilmente toccante e autentico, che racconta attraverso gli occhi di un sopravvissuto uno dei più grandi eventi che hanno sconvolto l’umanità. Vichi De Marchi si fa portavoce di un’avventura per ragazzi e adulti, reale, dolorosa, penetrante. «Un romanzo commovente e coinvolgente, sullo sfondo di una tragedia da non dimenticare.» – Avvenire
Vichi De Marchi
A casa da soli
Gigi e Genoveffa sono due gemelli allegri e indipendenti. Vanno a scuola, vivono da soli, assistiti dalla nonna che però non abita con loro. I genitori non ci sono: volati in cielo in un giorno triste e piovoso. Gli insegnanti sono sempre più preoccupati: un giorno a scuola G&G annunciano che i genitori si faranno vivi dal cielo per il loro compleanno. “Poveri tesori” pensano…
Vichi De Marchi
Dentro il cuore di Kobane
Rojava, Siria, 2014. Per due ragazze di quindici anni è una sfida diventare donne in un paese devastato dalla guerra, dove a determinare il loro futuro sono troppo spesso gli uomini, o i proiettili. Delal, costretta a sposare un uomo violento e molto più grande di lei, sogna di fuggire il più lontano possibile dal villaggio in cui vive. La sua migliore amica Aniya ha appena perso sua sorella, uccisa in uno scontro a fuoco contro gli spietati soldati di Daesh. Due destini diversi che si intrecciano una notte, quando le due amiche fuggono insieme per unirsi alle file dell’esercito delle combattenti curde. Decise a rivendicare il proprio libero arbitrio. A riprendere in mano le redini del proprio destino. E a raggiungere Kobane, la città più di tutte simbolo di resistenza e speranza al femminile.
Vichi De Marchi
I maestri di strada
A Barra, alla periferia di Napoli, troppi hanno abbandonato la scuola. Li chiamano i dispersi. Bocciati alle elementari, cacciati dalle scuole medie, nessuno li vuole più. Sino a quando incontrano i maestri di strada che si sono inventati una scuola unica al mondo dove i banchi e i libri ci sono ma servono a poco, dove ci sono merende, gite, una paghetta e una stanza molto speciale chiamata Spassatiempo. Un romanzo che – a partire dalle testimonianze di alcuni ex allievi – racconta l’esperienza reale dell’associazione Maestri di strada, nata da docenti, psicologi ed educatori del progetto Chance per il recupero della dispersione scolastica.
Ornella Della Libera
Poliziotta/scrittrice. Ha arrestato Boss, trafficanti internazionali di droga, stanato latitanti, risolto omicidi. È stata coinvolta in conflitti a fuoco restando miracolosamente illesa.
Ha mandato pedofili in galera e per questa sua attitudine alla tutela delle donne e dei minori a rischio, sono venuti ad intervistarla persino dalla Germania. Potrebbe sembrare una persona rude, ma questo ufficiale della polizia giudiziaria nasconde un lato misteriosamente insolito: scrive canzoni, poesie, libri, programmi radiofonici, sceneggiature. I suoi libri editi da Rizzoli hanno vinto diversi premi letterari tra cui l’ Elsa Morante, presieduto da Dacia Maraini. Gira nelle scuole d’ Italia parlando ai giovani per spiegare come difendersi da bulli, violenze, emarginazioni, droghe, pericoli in rete.
13 casi per un’ agente speciale, prima edito da Fabbri e poi Rizzoli con numerose e fortunate ristampe, avrá a breve un nuovo libro che sará il seguito delle avventure di Blondie, amata protagonista di carta stampata, investigatrice ficcanaso. Florian del cassonetto, bestseller Rizzoli, uscito anche come inserto del Corriere della Sera insieme a grandi nomi della letteratura mondiale, affronta con delicatezza il tema dell’ affido familiare ai single, l” abbandono dei neonati, la xenofobia e l’ integrazione sociale e culturale delle etnie extracomunitarie in Italia.
Ornella Della Libera
Crudo
Inizia sempre per gioco. Ma è un gioco crudo, che intrappola chi ci cade dentro. E lascia senza speranza… finché non si accende la luce di una via d’uscita.
Dieci storie. Dieci ragazzini. Dieci casi legati a una minaccia, un pericolo, un crimine. Un crescendo di racconti che si aprono con una scena schock e si concatenano, sempre più crudi, sempre più veri. Martina, il cui pigiama party si trasforma in una sfida alcolica. Fabrizio, intrappolato in un mondo virtuale di pura violenza. Elena, che trova una sua foto intima esposta al mondo. Antonio, adescato da un adulto sconosciuto. Francesca e una sfida in rete che l’ha spinta a giocare con la sua vita… I casi affondano le radici nell’esperienza dell’autrice, ispettrice di Polizia, che vuole raccontare la realtà di cui nessuno parla, perché i giovani lettori sappiano riconoscere i pericoli e abbiano gli strumenti per fronteggiarli.
Ornella Della Libera
Tredici casi per un agente speciale
Blondie è una ragazza. Capelli biondi, occhi azzurro cielo, tanta energia, la passione per le moto. Più un dettaglio. Anzi, due. Una pistola e un distintivo di metallo sui chi è inciso un numero di matricola. Agente di polizia. Blondie è il suo nome in codice. Non sopporta di vedere le persone soffrire. Non sopporta la violenza. Eppure non ha paura di farsi male.
Ornella Della Libera
Florian del cassonetto
Florian, dieci anni, è un bambino rom che vive in un campo nomadi di una grande città. Accolto come un figlio da Violeta, cresce insieme ai fratelli sentendosi uno di loro, fino al giorno in cui guarda per la prima volta con occhi diversi la vita al di fuori del campo, la vita dei bambini che vanno a scuola, hanno tutto e sono coccolati da tutti. E una volta accesa la curiosità per quel mondo così diverso dal suo, non è più possibile tornare indietro…
Mauro Di Domenico
Mauro Di Domenico (1955) è un chitarrista italiano. Dopo il diploma in chitarra classica sotto la guida di Eduardo Caliendo, prosegue gli studi con Alirio Díaz e Paco Peña. Sul finire degli anni ’70 inizia una lunga collaborazione con gli Inti-Illimani, suonando nei maggiori teatri del mondo. Ha prestato la sua chitarra, tra gli altri, a Nicola Piovani, Luis Sepúlveda, Mauro Pagani, Massimo Ranieri, Luis Bacalov, Roberto Vecchioni, Arisa, Morgan. Tra i suoi progetti discografici spicca un doppio CD contenente una rilettura dei grandi successi di Ennio Morricone e brani originali, uno dei quali (Non Telefonare) scritto in esclusiva per lui, quasi a suggello della loro amicizia.
Mauro Di Domenico
Quando incontri una leggenda
Napoli, primi anni ’60: il piccolo Mauro tormenta per giorni gli abitanti del suo quartiere con il celebre fischio che apre Per un pugno di dollari, capolavoro del genere spaghetti western. Sulla copertina del 45 giri che gli ha regalato il suo papà è impresso un nome che non dimenticherà più: Ennio Morricone. Molti anni più tardi, quando Mauro Di Domenico è ormai un chitarrista affermato, la magia accade, all’improvviso, in un mattino d’estate…
Ventisette anni di incontri e collaborazioni con Ennio Morricone, raccontati con la sapiente leggerezza dell’aneddoto e il delicato affetto dell’amicizia sincera. Scene di vita che rivelano con grazia i tratti umani di un gigante del Novecento, lasciando il lettore divertito, e anche un po’ commosso, di fronte agli intrecci di vicende e personaggi che hanno animato la scena musicale italiana del più recente passato.
La storia di un sogno che – con passione, fiducia, impegno – diventa realtà.
Paolo Di Paolo
Scrittore italiano. Nel 2003 entra in finale al Premio Italo Calvino per l’inedito, con i racconti “Nuovi cieli, nuove carte”. Ha pubblicato libri-intervista con scrittori italiani come Antonio Debenedetti, Raffaele La Capria e Dacia Maraini. È autore di Ogni viaggio è un romanzo. Libri, partenze, arrivi (2007), Raccontami la notte in cui sono nato (2008). Ha lavorato anche per la televisione e per il teatro: “Il respiro leggero dell’Abruzzo” (2001), scritto per Franca Valeri; “L’innocenza dei postini”, messo in scena al Napoli Teatro Festival Italia 2010. Nel 2011 pubblica Dove eravate tutti (Feltrinelli, vincitore del premio Mondello, Superpremio Vittorini e finalista al premio Zocca Giovani), nel 2012 nella collana di ebook “Zoom” Feltrinelli La miracolosa stranezza di essere vivi. Nel 2013 con Mandami tanta vita (Feltrinelli), è finalista al Premio Strega 2013. Nel 2016 pubblica con Einaudi Tempo senza scelte e con Feltrinelli Una storia quasi solo d’amore. Nel 2019 sempre per Feltrinelli esce Lontano dagli occhi.
Paolo Di Paolo
Trovati un lavoro e poi fai lo scrittore
C’è un bambino che passa ore a disegnare. A comporre un giornalino domestico. Ad aspettare la rivista di fumetti a cui è abbonato. A condurre un assurdo telegiornale affacciandosi allo schermo di un televisore svuotato dal nonno. Qualche anno dopo, appena un po’ cresciuto, sta ancora aspettando il postino. Come la sua eroina Jo March, spera in risposte che gli cambieranno vita. O che forse gliela terranno proprio così com’è, immersa tra le pagine dei libri e dei giornali. Perché è solo questo che vuole: leggere, scrivere, raccontare. E ancora leggere. Come si traghettano nella vita adulta i sogni, anzi i giochi, dell’infanzia? Come ci si ritrova grandi mentre un attimo prima stavamo lì a trafficare con i colori e le storie? Senza prendersi troppo sul serio, con un tono poetico e comico insieme, mescolando ricordi e ritagli, lettere e disegni – “cimeli” dell’ideale museo di una passione – Paolo Di Paolo racconta com’è diventato lo scrittore e intellettuale che è oggi. Una vocazione che si fa testarda, l’amore per le parole dei libri, attraverso cui supera certe disastrose timidezze, l’azzardo della scrittura che lo porta a cercare le storie degli altri interrogando la propria. E poi a viaggiare, a incontrare maestri e compagni di strada a cui rubare segreti. Trovati un lavoro e poi fai lo scrittore – il consiglio di una nonna, troppo saggio per essere ascoltato – è una lunga ed emozionante elegia che parla a chi ha scommesso o vuole scommettere tutto su una grande passione. E provare a far somigliare la sua vita di adulto a quella immaginata da bambino. Età di lettura: da 11 anni.
Paolo Di Paolo
Romanzo senza umani
Più o meno tutti, come Barbi – il protagonista – siamo riusciti a deludere un vecchio amico, a tiranneggiare qualcuno ingiustamente. Più o meno tutti, come lui, non siamo stati all’altezza di una storia d’amore, né abbastanza riconoscenti con chi lo meritava. Ci siamo fatti dimenticare. O peggio, ricordare nel modo sbagliato. Può esserci una seconda occasione?
«Tutto è clima, ci dice Di Paolo, lasciandoci un’ultima domanda su cui meditare: “Perché si è raffreddato tutto?”» – Lisa Bentini per Maremosso
Un uomo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo. Ha risposto a email rimaste lì per quindici anni, facendo domande fuori luogo. Ha provato a riannodare fili spezzati. Mauro Barbi, storico di professione, cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza. Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti? Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto. In questo suo “Romanzo senza umani”, dove gli umani sono a fuoco più che mai, Paolo Di Paolo interroga i disastri climatici delle nostre singole vite. Gli anni senza estate, i desideri furiosi come acquazzoni tropicali, le secche della speranza, il gelo che intorpidisce e nasconde. E poi il disgelo, che finalmente riporta alla luce. Che cosa ricordano, gli altri, di noi?
Paolo Di Paolo
I desideri fanno rumore
Caterina ha vissuto la Grande Interruzione come una tempesta domestica. La Dad, le giornate monotone e complicatissime, i riti e i baci mancati. Passando il tempo tra cantine e terrazze condominiali, ha cercato di non dimenticare i suoi desideri. Una sera, dopo un blackout, si sente stranissima. E non ci mette molto ad accorgersi che a proposito di desideri sente quelli degli altri. Li sente senza che siano espressi. Si rivelano senza che lei lo voglia, e non può decidere quando. Sono desideri piccoli e a volte enormi. Quelli della prof di biologia. Quelli dei suoi genitori. Quelli dei suoi coetanei. Quelli di Luca. Luca che la osserva, Luca che c’è. Adesso ha la certezza di piacergli, e la cosa non le dà fastidio. Ma questo “potere” la disorienta e la imbarazza: è come vedere nude le persone che ti vivono accanto. In una serata tra amici che finisce male, le accade di sentire un desiderio di Letizia, la ragazza più
antipatica che conosca, e tutto si complica terribilmente. Non può fare finta di niente. E quando cominciano ad arrivarle misteriosi messaggi firmati _sconosciut*, la sua vita diventa un film impazzito, di cui è difficile prevedere il finale.
Eliselle
Eliselle nasce a Modena nel 1978. Si dedica a studi classici e si laurea in Storia Medievale, una materia abbastanza inusuale ma affascinante, in particolare in Storia delle Università, con una tesi su un incunabolo inedito del 1492. Ha all’attivo un Corso di Specializzazione Intensiva in Diritto della Comunicazione, dove ha approfondito il diritto privato della comunicazione, con particolare riguardo a quella giornalistica, pubblicitaria e internet.
Frequenta internet e la rete dal 1999, una grande fonte di ispirazione, dove attraverso varie esperienze e collaborazioni con portali e periodici on-line è diventata una praticante di comunicazione multimediale.
In passato ha coordinato un portale tutto suo in rete, Delirio.NET, per occuparsi di attualità, cinema, musica, libri, interviste ad autori, artisti e scrittori, delirio dal mondo, eros, fotografia.
Nel 2007 è entrata nella rosa delle nomination per il Premio Speciale Blog di DONNAèWEB ed è stata una delle Finaliste candidate a vincere il premio DONNAèWEB 2007.
Autrice eclettica, sia nel racconto che nel romanzo ha sperimentato diversi generi letterari tra loro: il chick lit con Laureande sull’orlo di una crisi di nervi (FF Editore), Fidanzato in affitto (Newton Compton), Le avventure di una Kitty addicted (LeggerEditore) e Amori a tempo determinato (Sperling & Kupfer), il noir con Nel paese delle ragazze suicide (Coniglio), La Fame (Miraviglia) e Fiabe dall’inferno (Meme) lo young adult con Ecstasy Love (Eumeswil Edizioni, con la preziosa prefazione di Matteo B. Bianchi), lo storico con Francigena – Novellario a.D. 1107 (FF Editore, ripubblicato con la goWare in una nuova edizione ampliata) e Il romanzo di Matilda (Meridiano Zero). la guida scanzonata Centouno modi per diventare bella milionaria e stronza (Newton Compton). Ha coordinato corsi di scrittura creativa, organizzato eventi e rassegne letterarie, ideato concorsi fotografici legati ai libri e continua a scrivere.
Eliselle
Il collegio
Un romanzo ambientato durante la Seconda guerra mondiale che affronta tematiche come le leggi razziali, la lotta delle donne, la Liberazione. Una storia di coraggio, amore, amicizia e Resistenza.
Anna ha dodici anni e un carattere impetuoso. La sua numerosa famiglia è stata divisa dalla guerra, e quando i bombardamenti del 1944 colpiscono la sua casa deve spostarsi in un edificio per sfollati, il Vecchio Collegio, una villa ottocentesca ormai lontana dai fasti dell’epoca. Qui stringe amicizia con Gabriella, una bambina che dice di vedere le anime dei morti, e si scontra con Carlo, capo di una banda di ragazzini. Un giorno, Anna e Gabriella, spinte dalla curiosità, decidono di esplorare la soffitta del vecchio edificio. Dopo averne forzato la porta chiusa a chiave, scoprono che una famiglia ebrea si nasconde tra quelle stanze. Così, quando un reparto di SS irromperà nella cornice un tempo idilliaca del Collegio, Anna, per salvare i suoi nuovi amici, dovrà affrontare con coraggio e amore una sfida pericolosa.
Eliselle
Girlz vs Boyz
Stella e Frances sono due fratelli che nutrono la stessa passione e sin da piccoli si sono dedicati allo stesso sport: il calcio. Il padre dei due ragazzi ha sempre incoraggiato Frances, il più grande ed esuberante, e ha sempre pensato che quella di Stella, più timida e chiusa, fosse una «passione riflessa» dovuta all’ammirazione per il fratello. Eppure Stella non ha mai smesso di allenarsi e di giocare in una squadra femminile della sua città, diventando la migliore bomber in circolazione. Arrivata, però, a una svolta importante per la sua carriera, Stella si ritrova ostacolata dal fratello, che cerca di sminuire i suoi risultati davanti a tutti, compreso il ragazzo di cui è innamorata. Lei non ci pensa due volte e lo sfida a giocare una partita di calcio tra le proprie squadre, femmine contro maschi: chi vincerà?
Maria Antonietta Ferraloro
Maria Antonietta Ferraloro ha un dottorato in Storia della cultura. Docente, saggista, autrice e formatrice del Gruppo Mondadori, collabora con il Disum dell’Università di Catania e scrive per Focus Scuola. Si occupa da anni del principe : oltre a Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo, (I ed. 2014; II ed. accresciuta 2024), ha pubblicato L’opera-orologio – editi entrambi da Pacini. È tra le curatrici di Itinerari siciliani, Historica. Ed è autrice de Il Gattopardo raccontato a mia figlia, La Nuova Frontiera Junior. Le sue ricerche le hanno permesso di ricostruire un periodo sconosciuto ma rilevante della biografia umana e letteraria dello scrittore, e di riconsegnare il borgo di Ficarra alla mappa narrativa gattopardiana.
Svolge un’intensa attività di studio, ricerca e promozione culturale.
Maria Antonietta Ferraloro
Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo
Nell’estate del 1943 Giuseppe Tomasi di Lampedusa, insieme alla madre e alla
moglie, giunse da sfollato a Ficarra, dove sarebbe rimasto poco più di tre mesi.
Considerato sino ad ora una semplice tappa di passaggio nella vita dello scrittore, il soggiorno nel borgo dei Nebrodi costituisce, invece, un momento ben
identificabile della sua biografia e occupa un piccolo ma riconoscibile spazio
nel grande affresco gattopardiano. Tomasi si servì infatti anche di questo luogo
come di un seme narrativo.
Il libro ricostruisce nei dettagli quel soggiorno e lo riconsegna al particolare
contesto storico di riferimento, un periodo cruciale per le sorti dell’Italia e della
guerra. Soprattutto, però, compie un viaggio testuale dentro le strutture narrative,
concettuali, cronotopiche di un classico tra i più amati. Inoltre, nel tentativo di
dar conto della raffinata anagrafe culturale di Lampedusa e dell’estrema varietà
di modelli e fonti presenti nel Gattopardo, allarga la sua indagine anche alle Lezioni, ai Racconti, ai carteggi. E tenta, infine, di interrogarsi oltre che sui rapporti
tra territorio ed immaginario, tra storia e letteratura, anche sull’imperscrutabile
mistero dell’arte.
La nuova edizione si presenta con una cartina gattopardiana, una sezione iconografica più ampia, la copia originale della lettera che Tomasi inviò ai Piccolo,
poco prima di morire. E accoglie nelle sue pagine l’inedito di Una grande avventura, una lunga conversazione tra l’autrice e Gioacchino Lanza Tomasi.
Maria Antonietta Ferraloro
Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo raccontato a mia figlia
Vi sono dei libri che vengono definiti classici. Possiedono il dono rarissimo di parlare direttamente al cuore dei propri lettori.” E “Il Gattopardo” è proprio uno di questi per Maria Antonietta Ferraloro, studiosa di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e profondamente innamorata del suo capolavoro. Con passione e competenza l’autrice racconta la figura schiva e malinconica di Tomasi, ma soprattutto la genesi, la struttura e i segreti di un romanzo indimenticabile.
Antonio Ferrara
Vive a Novara, dove ha lavorato come educatore in una comunità alloggio. È scrittore, illustratore e formatore. È convinto che scrittura, lettura e illustrazione costituiscano un dirompente e proficuo mezzo per fare educazione sentimentale, prevenzione del disagio. Un modo speciale per imparare a nominare e a condividere le emozioni. Ha ricevuto diversi premi, tra i quali il «Premio Andersen», nel 2012 per il miglior libro oltre i 15 anni con Ero cattivo (San Paolo) e nel 2015 come illustratore. Nel 2017 è tra i vincitori del «Premio Letteratura Ragazzi» della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento con Il fiume è un campo di pallone (Bacchilega). Con Edizioni EL / Einaudi Ragazzi ha pubblicato diversi libri tra cui: Certi fiori stanno all’ombra (2012), 80 miglia (2015), Bestie (2016), Il grande Gatsby (2016), Casa Lampedusa (2017), Pusher (2017), vincitore del 61° Premio Bancarellino, Vivavoce (2018) e Sulla soglia del bosco (2019).
Antonio Ferrara
Il mare ci aspettava
Certo che servono le regole. Servono anche per trasgredire… Rocco è scappato di casa. Non per sempre, solo per qualche giorno, solo per andare al mare. In sella alla sua mountain bike macina chilometri e chilometri ogni giorno, schivando le pattuglie della polizia che lo cercano, incontrando persone solidali con lui e altre che gli mettono i bastoni tra le ruote. Sempre con l’idea nella testa di raggiungere una spiaggia e tuffarsi nell’acqua, obbedendo a una sorta di richiamo che la libertà stessa gli ha lanciato. Ma nel suo vagabondare Rocco non è solo: presto incontra Rosa, una ragazza che come lui ha bisogno di prendersi una pausa da una situazione familiare che non è semplice. Nel loro gesto di ribellione entrambi proveranno l’emozione dell’avventura e potranno vedere dentro di sé qualcosa di cui non si erano mai accorti. Un libro di narrativa per ragazzi dai 12 anni. Una storia ricca di avventura, incontri e scoperte alla ricerca del proprio posto nel mondo. Un libro per ragazzi sognatori in cerca di un racconto sulla bellezza della crescita e sull’avventuroso cammino della vita.
Antonio Ferrara
Il ragazzo e la tempesta
Bruno, tredici anni, vive ai piedi della montagna. Può essere dura, la montagna. Lo sa bene suo padre, che quando faceva la guardia forestale lassù ha rischiato la vita. Dacché è tornato a casa, dopo essere stato in coma cinque anni, Bruno quasi non lo riconosce, il padre, e un po’ lo teme. Ma soprattutto lo ammira. Perché è forte, duro e forte, proprio come la montagna, e Bruno darebbe qualsiasi cosa per assomigliargli. Padre e figlio partono per una spedizione, tra i boschi e le rocce, dove ogni passo può celare un’insidia. Ma è solo così che si cresce, affrontando le sfide che la vita ci mette davanti. Un percorso di crescita e di formazione, alla ricerca della propria strada.
Antonio Ferrara
Batti il muro. Quando i libri ti salvano la vita
Caterina è solo una bambina quando sua madre comincia a chiuderla in un armadio, al buio. È il segnale di una malattia che non assume mai manifestazioni violente, però infligge a Caterina questa pena ripetuta che non tocca invece alla sorella, chissà perché. Dentro l’armadio Caterina ha paura, all’inizio. Poi comincia a portare con sé un libro e una torcia elettrica, e tutto cambia. La lettura diventa lo strumento per contrastare la volontà della madre in modo sommesso. Caterina non urla, non protesta: rimane buona e zitta dentro la sua casetta di legno, al riparo, con i suoi libri. Sono le storie a salvarla. E sarà l’amore per i libri, un amore fedele e paziente, a dare infine un senso alla sua vita.
Antonio Ferrara
Coraggioso e Giusto
Nel 2013 Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le Nazioni, il più alto riconoscimento dello stato di Israele per i non ebrei. La storia di un campione dello sport e di un coraggioso eroe che ha rischiato la vita per salvare chi veniva ingiustamente perseguitato. La storia di un uomo che ha mostrato che in certi momenti non si può restare indifferenti, bisogna mettersi in gioco, bisogna scegliere, bisogna fare la cosa giusta.
Antonio Ferrara
Solo come un cane
Isidoro è rinchiuso in un carcere minorile perché ha accoltellato uno che ci provava con la sua ragazza. Divide la cella con Alfio, che invece ha sfregiato la propria fidanzata per gelosia. Un giorno il direttore del carcere offre a Isidoro l’opportunità di partecipare a un corso per diventare istruttore di cani. Il ragazzo, poco convinto, accetta, e si vede affidare una belva di nome Dracula, piena di cicatrici perché era un cane da combattimento, usato per le scommesse clandestine. Il corso va avanti tra alti e bassi, un po’ come l’umore di Isidoro. Come si può stare allegri in un posto in cui mancano l’aria, il vento e il sole, in cui manca la libertà? E quali prospettive lo attenderanno, una volta uscito dal carcere? Riprenderà la cattiva strada, come Alfio, o sarà come Dracula, che grazie alle sue cure ritrova giorno dopo giorno la fiducia negli altri?
Antonio Ferrara
Sei fuori
Sei fuori, ti dicono, quando invece sei chiuso dentro una gabbia che nessuno ha voglia di aprire.
Sei strano, ti dicono, non sei come gli altri. Glauco, tredici anni, ha una malattia rara, di quelle che hanno a che fare con i cromosomi, e sa cosa vuol dire essere diverso. Beatrice, detta Bea, tredici anni come lui, è la sua amica del cuore. Una ragazza timida, brava a scuola, amante dei libri e, in particolar modo, delle storie di paura. Bea fa di tutto per passare inosservata finché, nella sua vita, arriva Glauco e lei, di colpo, si ritrova sotto i riflettori, sempre. Al bar, in treno, a scuola, tutti li guardano. O meglio, lo guardano. Glauco, il cui nome significa scintillante, illumina la vita di lei: corre, balla, urla, canta, travolgendo ogni cosa con la sua esuberanza e spazzando via la timidezza di Bea. Per frequentare chi è diverso, però, ci vuole coraggio e apertura mentale perché la gente ha paura di quelli come Glauco. E la paura non è semplice da sconfiggere. Ma i due amici, legati dal desiderio di essere felici, lotteranno per guadagnarsi il proprio posto nel mondo.
Antonio Ferrara
Respiro
Una storia sull’importanza di nominare e condividere le proprie emozioni, sul dialogo tra generazioni, sul coraggio di mettersi in gioco superando i luoghi comuni e sul timore del giudizio degli altri. Un libro da leggere con il fiato sospeso, come una poesia recitata in un solo respiro. È fatta di respiri. Di parole che vivono di vita nuova. Che battono al ritmo del cuore. Tullio la ama, la poesia, quasi quanto ama Silvia, la compagna di classe che ha occhi che ti frugano dentro. Ma confessarle quello che prova è davvero un’impresa…
Antonio Ferrara
Papere contro la Mafia. Una storia di Giovanni Falcone.
«La papera rapita era una delle tantissime papere di legno, di ceramica e di altri materiali che collezionavo, a casa e in ufficio. Le collezionavo per ricordarmi di non commettere errori, di non fare più “papere”, appunto, come quella volta all’inizio della mia carriera, quand’ero ancora poco più di un ragazzo». In questo libro Antonio Ferrara racconta ai bambini, con l’ironia che gli è congeniale, Giovanni Falcone, magistrato in prima fila contro la mafia.
Antonio Ferrara
Scherzare col fuoco
Uno libro illustrato in bianco e nero che, attraverso l’analisi di storie esemplari e metaforiche, aiuta ad affrontare con i giovani temi altrimenti difficili. Un libro che parla di crescita, educazione, giovani, insegnamento, pedagogia, psicologia, relazioni, scuola. Le storie, da sempre e in ogni parte del mondo, aiutano a crescere meglio di qualsiasi discorso edificante o paternalistico. In questo libro le storie sono ambientate nell’aula scolastica, luogo nel quale sono messi in scena diversi spaccati di vita con alcune possibili interpretazioni, unite a esercizi con cui sperimentare assieme il meraviglioso, a volte difficile, gioco della vita. Antonio Ferrara e Filippo Mittino, uno scrittore e uno psicoterapeuta, con passione educativa, intrecciano le loro competenze e le mettono in gioco per fornire agli insegnanti strumenti utili per accendere nei loro allievi la curiosità e la voglia di sapere, e per crescere insieme a loro.
Antonio Ferrara
Volovia
Ancora una volta è Napoli l’ambientazione del nuovo libro di Antonio Ferrara, amatissimo e prolifico scrittore per ragazzi, i cui romanzi puntano dritto al cuore e difficilmente fanno prigionieri. Una Napoli amata e odiata, fulgida e amarissima, che per Saverio, il giovane protagonista, è culla e tomba insieme. A scuola va male, i compagni lo chiamano «scemo», non ha amici né interessi. A sedici anni decide di smettere di studiare, per lavorare con il padre, che fa il becchino. E quando il padre, durante uno scontro a fuoco, viene ucciso da una pallottola vagante, Saverio rileva la sua attività. Comincia, da solo, a dare sepoltura ai morti della sua città, a conoscerne le storie, a volte misteriose, a volte comiche, a volte inquietanti. Spesso si domanda dove lo possa portare quella vita, cosa mai possa riservargli il futuro. Finché, improvvisa e imprevedibile, arriva Zara, un raggio luminoso in un’esistenza scandita dalla morte. Sarà, per Saverio, l’occasione per riscattare la propria vita e trovare una libertà che sembrava impensabile?
Antonio Ferrara
La guerra di Becky
1943: la piccola Becky vive a Milano ma è costretta a trasferirsi con la sua famiglia sul lago Maggiore, dove il padre ha un albergo, perché la città non è più sicura. Nell’albergo vivono anche altre famiglie di ebrei fuggiti e Becky, con la compagnia di un cane, fa subito amicizia con gli altri ragazzi, in particolare con Johnny, solare e ottimista. L’incubo della guerra sembra tramontato quando l’8 settembre la radio annuncia l’armistizio. Allora un gruppo di soldati nazisti prende possesso dell’albergo, imprigionando Becky, con la sua e le altre famiglie, in una stanza. È solo l’inizio di una terribile tragedia che segnerà per sempre il lago Maggiore: la prima strage di ebrei in Italia. Tratto da una storia purtroppo vera.
Antonio Ferrara
Sangue chiama sangue
Un ragazzo prigioniero in casa condannato da una barbara tradizione, vecchia di centinaia di anni, a diventare vittima sacrificale. Un’insegnante costretta a dargli lezioni a casa perché, se il ragazzo uscisse, verrebbe ammazzato. La vendetta insaziabile di una faida famigliare, il sangue versato che chiede altro sangue, in una terribile catena infinita. Forse un evento imprevisto e formidabile spezzerà questa catena. Ma forse nemmeno quell’evento basterà.
Antonio Ferrara
Stasera niente cellulare
«E pensare che è tutta colpa mia. Veramente non l’ho fatto apposta, a far cadere il cellulare del papà. Sono cose che capitano». E così, quella sera, Luca e la sua famiglia si trovano a cenare in silenzio, un silenzio mai sentito prima, anche perché il papà, arrabbiato, ha vietato anche la tv. Ma ecco che, a un tratto, è proprio il papà, forse per rompere quel silenzio imbarazzante, a dire qualcosa, e la serata comincia a prendere una piega molto diversa dal solito…
Antonio Ferrara
Pusher
In certi quartieri di Napoli ci sono ragazzi che vivono di notte, che spacciano droga, che non vanno a scuola. Ma, grazie a uomini e donne che immaginano i bambini e i ragazzi per ciò che potranno diventare, la notte non è fatta solo per questo. La notte è fatta anche per mostrare il proprio coraggio, lo spirito di sacrificio, la determinazione. La notte è fatta anche di lavori onesti e coraggiosi.
Antonio Ferrara
L’intruso
Nuccio a volte pensa di essersi abituato ai soprusi di Marcello. Ma un giorno, all’ennesima aggressione di quel ragazzo violento, reagisce. Nuccio non ha mai chiesto aiuto ai suoi genitori, contro il bullo. E come poteva? È lui che deve proteggere i suoi genitori. E siccome è un ragazzo, sbaglia. Ma sarà questo errore a gettare una nuova luce nella vita della famiglia. Una luce su cui incombe però un’ombra nera, inquietante… Una storia sulla complessità della vita, su come nel male sia spesso nascosto il bene e viceversa.
Antonio Ferrara
Diritti al cuore
«Sono piccoli piccoli. Dei puntini neri, non li vedi facilmente. E vanno sulla testa di tutti i bambini. E poi sui capelli ti fanno prurito, un prurito che quando cominci a grattarti non la finisci più». Le avventure quotidiane di Leo, allegro e curioso, che giorno dopo giorno deve confrontarsi con i piccoli grandi problemi della vita di un bambino: i pidocchi, i compiti che a volte non ti permettono di uscire a giocare con gli amici, i ragazzi prepotenti, le interrogazioni, il rapporto con la sorella e i genitori, una maestra un po’ speciale… Un libro che, tra il serio e il faceto, introduce al tema dei diritti dei bambini.
Antonio Ferrara
A casa tutto bene
Lisa e suo fratello Paolo vivono con la madre e con un padre manesco. Lisa implora diverse volte sua madre di lasciare il marito, ma lei non ci riesce e subisce percosse e umiliazioni. Lisa cerca una vita normale, affetti normali, persone di cui possa fidarsi, soprattutto quando in famiglia la situazione precipita. Una storia di amore e di rispetto, sulla forza che i più piccoli sanno esprimere nelle difficoltà.
Antonio Ferrara
Vivavoce
A Lucio piace leggere ad alta voce, e lo fa benissimo. Perde in fretta il lavoro appena trovato. Un giorno, in biblioteca, apre un libro e inizia a leggerlo ad alta voce. Viene cacciato via dal bibliotecario, ma un signore che ha ascoltato il suo speciale modo di leggere gli offre un’attività di volontariato, da “lettore a domicilio”. Lucio andrà così a leggere libri famosi ad alta voce di casa in casa. E un giorno si troverà a leggere per qualcuno che gli cambierà la vita per sempre.
Antonio Ferrara
Casa Lampedusa
Il mare porta i migranti sulle spiagge di Lampedusa, e un giorno porta anche Khalid. Salvatore li teme entrambi. Ogni mattina a colazione se lo ritrova lì, Khalid con i suoi modi bruschi tiene tutti a distanza. Salvatore ne ha già abbastanza di essere emarginato a scuola, dove i compagni lo prendono in giro perché non sa nuotare. Sì, Salvatore sa bene cosa sia la paura. Quello che non sa è che a volte la paura porta a compiere gesti prodigiosi, perfino eroici…
Antonio Ferrara
Ero Cattivo
Angelo, ragazzino cinico e violento appena uscito da una brutta storia, deve trascorrere un periodo di recupero. Padre Costantino, responsabile della comunità, ha fiducia in tutti i ragazzi, ma per crescere si deve avere un obiettivo. Angelo dovrà imparare che tutti abbiamo in mano il nostro destino, ma che questo comporta grandi responsabilità. Lui e il suo piccolo gruppo affronteranno la violenza, ma anche la poesia della vita. Dovranno superare il terrore di sentirsi soli. Ma per una volta fra gli adulti c’è qualcuno pronto ad ascoltare.
Antonio Ferrara
Mia
Quando viene arrestato per il femminicidio di Stella, Cesare ha 15 anni. Dalla cella in cui si trova ci restituisce i pensieri, i ricordi e le ossessioni di una storia di controllo e possesso mascherata da amore romantico. Rabbia, dolore, certezze e rimorsi, si mescolano in un diario che dà conto di tutto quello che Cesare ha costruito e poi distrutto. “Mia” nasce da un percorso di educazione sentimentale e di prevenzione del disagio attraverso laboratori di scrittura per emozioni che hanno coinvolto scuole italiane e straniere, “Ti do i miei occhi”. L’autore ha chiesto a ragazze e ragazzi di pensarsi vittima di una qualsiasi forma di prevaricazione, e di descrivere lo stato d’animo di quella condizione a partire da quanto immaginato, osservato o realmente vissuto. Dai racconti emersi, filtrati dall’autore, sono nati i personaggi, la trama e il linguaggio della storia.
Catena Fiorello Galeano
Scrittrice, autrice televisiva, conduttrice televisiva e sorella dello showman Rosario e dell’attore Giuseppe Fiorello, ha collaborato all’elaborazione di testi per numerosi programmi, come Festivalbar nelle edizioni 1997/1998, Buona Domenica nello stesso periodo e a vari programmi radiofonici, tutti legati alla presenza nel cast del fratello Rosario. Nel 2005 è autrice e conduttrice di Nati senza camicia su Rai 3. Nel 2006 è autrice e conduttrice di Blog – reazione a catena su Rai 2 e collabora, inoltre, con giornali nazionali. Nel 2009 ha condotto il programma “L’isola del Gusto” andato in onda su Alice, coadiuvata dall’attrice Alessandra Costanzo, programma che ha ripreso nel 2011. Nel 2013 pubblica Dacci oggi il nostro pane quotidiano, un libro sulla vita familiare dell’autrice in cui spiccano le ricette di cucina povera della madre, inserite per descrivere, anche attraverso l’arte culinaria, l’ambiente della sua casa. Nel 2018 con il romanzo Picciridda vince il Premio Elsa Morante Ragazzi (ex aequo con Aldo Cazzullo). Da Picciridda è stato tratto l’omonimo film, per la regia di Paolo Licata, presentato alla 65ª edizione del Taormina Film Fest.
Catena Fiorello Galeano
Ciatuzzu
Ciatu miu, respiro mio. Voce e forza dell’anima. Sua mamma lo chiamava sempre così. Quando Ciatuzzu deve dirle addio, ha solo nove anni. È sempre stato un bambino felice e spensierato, ma un giorno un male incurabile l’ha portata via da lui. Da quel momento, ha dovuto fare i conti con il dolore e con l’assenza, sperimentando sulla propria pelle cosa significhi crescere senza l’amore della donna più importante. E Leto, il paesino affacciato sul mare dove vive, in cui la brezza si mischia al profumo di gelsomino, non sembra più lo stesso posto. Per fortuna, Ciatuzzu non è solo: oltre ai nonni e ai fratelli, può contare su persone speciali, come il custode del cimitero e Lucia, una picciridda preziosa per lui…Ma proprio quando sembra aver trovato una nuova dimensione, suo padre, emigrato in Belgio, lo costringe a raggiungerlo in quella terra straniera. E a Ciatuzzu il mondo crolla un’altra volta addosso. Lontano dalla Sicilia e dai suoi affetti più cari, presto si renderà conto che le paure, per essere sconfitte, vanno affrontate, e che si può vedere anche con gli occhi del cuore. Attraverso la voce straordinaria di un bambino degli anni Sessanta, leggeremo una potente storia di riscatto.
Catena Fiorello Galeano
Tutte le volte che ho pianto
Il romanzo racconta la tormentata storia di Flora, con una madre ancorata al passato e distrutta dopo la perdita della sorella di Flora, Giovanna, un bar da sostenere, una figlia quindicenne, ed un ex marito che continua a tornare nella sua vita. Ma arriva a scombinare le carte Leo, un uomo affascinante che sembra sapere tante cose su di lei…
Catena Fiorello Galeano
Picciridda
Quando i suoi genitori sono emigrati in Germania in cerca di fortuna hanno portato con sé solo il più piccolo dei due figli, affidando “la grande”, Lucia, pur sempre picciridda, alla nonna paterna. L’esistenza di Lucia si ripopola degli affetti delle donne della famiglia. Ci sono anche gli uomini, da cui stare alla larga (come dice sempre la nonna) o da scoprire (come sente Lucia). E proprio uno di quegli uomini nasconde un terribile segreto a cui la picciridda si avvicina sempre più, ignara di ciò a cui va incontro…
Catena Fiorello Galeano
Amuri
Da anni Isabella vive un matrimonio fatto di silenzi e incomprensioni: il marito Giulio, medico in carriera, non ha mai capito le sue inquietudini, in particolare il sogno di lasciare il lavoro da impiegata per dedicarsi all’arte. Ma adesso Isabella sente la necessità di una pausa. Decide così di partire per la minuscola isola di Arcudi, con le sue ripide mulattiere e le terrazze vulcaniche spazzate dal vento. Qui, da bambina, ha passato l’ultima vacanza con i genitori nella vecchia casa di famiglia, prima della loro separazione. Da allora, sua madre rifiuta di mettere piede sull’isola e di parlare di quei tempi. Con l’aiuto di un giovane chitarrista, Isabella scoprirà che la madre nasconde un antico rimpianto d’amore e sarà proprio lei a ridare dignità a quel sentimento perduto.
Catena Fiorello Galeano
I Cannoli di Marites. Le signore di Monte Pepe.
Il nuovo capitolo della saga Le signore di Monte Pepe. Un romanzo da gustare lentamente.
L’estate è appena finita e le cinque instancabili signore di Monte Pepe si godono il successo della loro rosticceria “Il Regno degli arancini”. Dopo aver partecipato alla celebre trasmissione della giornalista e talent scout Octavia Cooper sono diventate delle vere e proprie star, sia in America che in Italia, ma la notorietà non è quello che cercano. Grazie alla profonda passione letteraria di Nunziatina, per cui ogni momento è buono per declamare versi, Monte Pepe sta infatti per trasformarsi nel “Borgo della Poesia e dell’Incanto” e per ospitare un grande scrittore. Ma le citazioni e le letture da Neruda, Pasolini, Dickinson e molti altri, non fermano il lavoro di Rosa, Nunziatina, Maria, Giuseppa e Sarina, anzi, stare dietro alle richieste degli ormai numerosi aficionados sembra una missione impossibile. L’ aiuto della sola Cettina, che si è aggregata in seguito, non basta. Ecco che il gruppo si trova costretto a mettere un annuncio per cercare qualcuno che dia loro una mano ai fornelli. Sarà l’occasione per accogliere in squadra una nuova cuoca, Marites, che viene da un paese lontano – le Filippine – eppure rivela un singolare talento per uno dei dolci siciliani più amati: il cannolo… Tra amori inattesi, misteriose lettere minatorie e spiazzanti colpi di scena, le indimenticabili protagoniste di Cinque donne e un arancino tornano a regalarci le emozioni ordinarie ed eccezionali delle loro vite, esistenze che rispecchiano quelle di qualsiasi donna, anche se nelle pagine di Catena Fiorello c’è sempre qualcosa di più. Nelle sue protagoniste vibra la volontà di non nascondersi, di affrontare, prima o poi, le sfide della vita. Con una passione generosa, con un istinto solidale, inclusivo, tanto più necessario quanto più si avvicina la minaccia di tempi ostili.
Catena Fiorello Galeano
Cinque donne e un arancino
Dopo l’improvvisa scomparsa del marito, Rosa decide di lasciare Milano per tornare nella sua Sicilia, nel villaggio di origine di Melia. Qui ben presto intuisce che serve una sferzata di energia per scuotere le persone dal loro placido tran tran, magari portando turisti in quello sperduto paesino. Con l’aiuto di quattro nuove amiche di età molto diverse, Rosa sogna di aprire il Regno degli Arancini, una rosticceria dove far gustare i migliori prodotti della sua terra. Ma tra ostacoli, intrighi e amori tormentati, il cammino si fa sempre più impervio, se non fosse per l’intervento quasi magico di Octavia, giornalista americana in vacanza, che si innamora di quel luogo profumato e accogliente, finendo per trasportare le cinque amiche fino alla scintillante New York…
Catena Fiorello Galeano
Piccione Picciò
Una fiaba moderna che parla di autonomia, coraggio e amicizia. Picciò è il piccioncino più fragile della covata e per questo ha paura di tutto. Matteo è un bambino solitario che sembra molto triste. La loro amicizia cambierà le vite di tutti.
Picciò è il piccioncino più fragile della covata e per questo ha paura di tutto. Mentre i suoi coetanei già sperimentano i primi tentativi di volo, lui non si sposta dal cornicione. Papà piccione giorno dopo giorno lo sprona a non arrendersi, una fiducia che piano piano alimenta in lui la tenacia che non sapeva di avere. Finché un giorno finalmente spicca il volo. Scopre però che il cammino per crescere è fatto sempre di nuove sfide, così Picciò si trova ad affrontare il disprezzo degli umani, una delusione cocente per lui che è aperto a tutti e desideroso di conoscere. Ma un giorno incontra Matteo, un bambino solitario che sembra molto triste. La loro amicizia cambierà le vite di entrambi. Una storia che affronta temi importanti, dalla paura di crescere al bullismo, dal rispetto degli altri all’importanza di esprimere le proprie emozioni.
Catena Fiorello Galeano
Un amore fra le stelle
Chi sono il re e la regina della feste? Babbo Natale e la Befana, ma certo! Lui sulla sua slitta, lei su di una scopa distribuiscono regali a grandi e piccini. Una collaborazione fortunata? Non proprio. Anzi, l’avreste mai detto che tra i due non corre buon sangue? Pensateci bene: li avete mai visti insieme? E quando la sera dell’antivigilia, nel pieno dello stress prenatalizio di una grande città il nostro Babbo pieno di acciacchi si scontra con la Signora della Notte, succede il patatrac. Sarebbe davvero un peccato sprecare energie a litigare.. Non sarebbe meglio seppellire l’ascia di guerra e collaborare? Da soli si sta bene ma in due è tutta un’altra storia!
Giovanni Floris
Giornalista italiano. È noto al grande pubblico per la conduzione del talk-show Ballarò, dopo il quale è diventato autore di Dimartedì su La7. Superata la prova di idoneità professionale, fu assunto dal Giornale Radio Rai nel 1996, dove fu inviato e conduttore. In particolare, si trovava a New York all’epoca dei fatti dell’11 settembre 2001. Dopo quella esperienza, fu nominato corrispondente per la RAI dagli USA, con sede a New York, dove si trasferì. Dopo un anno, nel 2002, divenne conduttore del nuovo talk-show Ballarò, che lo ha portato alla notorietà. È vincitore di numerosi premi tra cui Saint-Vincent, Premiolino, Flaiano, Guidarello e Elsa Morante.
Tra le pubblicazioni per Rizzoli si ricordano: Monopoli (2005), Risiko (2006), Mal di merito (2007), La fabbrica degli ignoranti (2008), Separati in patria. Nord contro Sud: perché l’Italia è sempre più divisa (2009), Zona retrocessione. Perché l’Italia rischia di finire in serie B (2010), Decapitati. Perché abbiamo la classe dirigente che non ci meritiamo (2011), L’invisibile (2019). Per Feltrinelli Il confine di Bonetti (2008) e La prima regola degli Shardana (2016), con il quale ha vinto il Premio Internazionale Capalbio Piazza Magenta 2016 – Sezione Letteratura e giornalismo televisivo.
Nel 2020 è uscito per Solferino L’ alleanza. Noi e i nostri figli: dalla guerra tra i mondi al patto per crescere, nel 2022 il romanzo Il gioco.
Giovanni Floris
L’essenziale
Floris, che confessa di non essere «un lettore naturale», condivide con semplicità in queste pagine ciò che ha ricavato assecondando il suo bisogno di leggere, un bisogno che, magari misconosciuto, appartiene a tutti. Perché la vita è fatta della stessa materia di cui sono fatti i libri e queste pagine ce lo dimostrano: senza pretese, con un tratto scanzonato e insieme appassionato, allestiscono uno scaffale ideale a cui ognuno potrà attingere le proprie ispirazioni.
«Una notte ho sognato un demone che mangiava i libri di casa mia.»
E al risveglio, questo sogno diventa per l’autore un rovello: un ipotetico demone come sceglierebbe i titoli da aggredire? E quali sarebbe necessario salvare? Comincia così un percorso di riscoperta di storie e autori che hanno accompagnato una vita, e che forse oggi possono permettere di capirla. I libri, infatti, scandiscono il tempo che ci è dato: da studenti magari ci appassioniamo a Rimbaud e ai Decadenti, immaginandoci anarchici e maledetti come loro, mentre più tardi ci lasciamo sedurre dalle teorie dei grandi filosofi e Popper diventa il nostro mito. Un periodo di disoccupazione o pausa forzata, con le sue frustrazioni, può consentirci una scorpacciata di romanzi impegnativi, come Moby Dick. E se un viaggio ci porta in America ci pare già di conoscerla, dai romanzi di mille autori, da Philip Roth a Edith Wharton. Ma la cosa più importante che fanno i classici è renderci la vita insieme più intensa e più semplice, insegnandoci senza averne l’aria lezioni importantissime: cos’è l’identità, cos’è la politica, come si forma la coscienza di un popolo – e come esplode la sua ribellione. Tutto sotto il mantello delle storie: con leggerezza, come suggeriva Calvino.
Giovanni Floris
Il gioco
Un giallo, un complotto, una commedia dal ritmo incalzante, un percorso scanzonato ma ricco di cultura tra le pagine, il pensiero e gli autori di un secolo di letteratura: questo romanzo multiforme è in se stesso un gioco. Libero, appassionato e imprevedibile, perché i libri non finiscono mai di sorprendere.
Quando Rossella Catrambone, studentessa modello, scompare, è inevitabile che i sospetti si appuntino sui due ripetenti bulli dell’ultimo banco: Mansur detto Momo, italiano di seconda generazione, e Francesca, colonna dell’estrema destra del quartiere periferico di Torre Bruciata. I sospetti della polizia, si intende, ma non quelli del loro professore di lettere, Paolo Romano, che decide di aiutarli a scoprire la verità (e a restare fuori dalla galera). Ma i giorni passano, la ragazza non ricompare e si accumulano indizi inquietanti quanto stranamente letterari: una pista porta a Edgar Allan Poe, una a Giordano Bruno, una ai surrealisti… intanto, il professor Pastore, il complottista della scuola, è convinto che la chiave di tutto sia nascosta nei sotterranei del Vaticano e, quel che è peggio, lo dice in televisione. È solo l’inizio di una pericolosa caccia al tesoro a cui i tre saranno costretti a giocare in compagnia di strani alleati: una preside favorevole alle droghe sintetiche e un bibliotecario ex criminale. Li salveranno i libri, o sono proprio le parole a uccidere? Un giallo, un complotto, una commedia dal ritmo incalzante, un percorso scanzonato ma ricco di cultura tra le pagine, il pensiero e gli autori di un secolo di letteratura: questo romanzo multiforme è in se stesso un gioco. Libero, appassionato e imprevedibile, perché i libri non finiscono mai di sorprendere.
Fabio Genovesi
Scrittore italiano. È nato e vive a Forte dei Marmi.
Ha pubblicato racconti, romanzi, biografie, saggi, sceneggiature e traduzioni di autori statunitensi.
Nel 2015 ha vinto la seconda edizione del Premio Strega Giovani con il romanzo “Chi manda le onde” entrando nella cinquina dei finalisti del Premio Strega.
Collabora con il Corriere della Sera, Glamour, La Repubblica e Vanity Fair.
Con “Il mare dove non si tocca” ha vinto nel 2018 il Premio Viareggio per la narrativa ex aequo con Giuseppe Lupo.
In occasione del Giro d’Italia 2019, lavora come opinionista per la Rai, mentre durante il Tour 2019 è presente nello studio di Tour all’Arrivo sempre come opinionista. In occasione del Tour 2020, così come in quella del Giro 2020 e 2021, è la terza voce della cronaca Rai.
Nel 2019 ha debuttato nella narrativa per ragazzi con “Rolando del camposanto” e l’anno successivo ha dato alle stampe il romanzo “Cadrò, sognando di volare”, scelto dalla giuria popolarissima al Premio Pozzale Luigi Russo.
Fabio Genovesi
Oro puro
Palos, Spagna, agosto 1492. Nuno ha sedici anni, ed è un granchio. O almeno questo è il soprannome che gli ha dato sua madre, morta pochi mesi prima, di cui Nuno conserva un ricordo che è dolore e luce insieme. Pur vivendo sul mare, Nuno non ha mai desiderato solcarlo, e preferisce guardarlo restando aggrappato alla terra, proprio come fanno i granchi. Finché, per una serie di circostanze tanto sfortunate quanto casuali, deve imbarcarsi su una nave di cui ignora la destinazione. Si tratta della Santa María, a bordo della quale Cristoforo Colombo scoprirà – per caso e per sbaglio – il Nuovo Mondo. Mentre Nuno si renderà conto, lui che di navigazione non sa nulla, di condividere lo smarrimento coi suoi compagni molto più esperti: tutti spaventati da quell’impresa folle e mai tentata prima. Avendo imparato dalla madre a leggere e scrivere, Nuno diventa lo scrivano di Colombo, e trascorrendo ore ad ascoltarlo sente crescere l’entusiasmo per i grandi sogni di questo imprevedibile esploratore visionario. Attraverso lo sguardo di Nuno, percorriamo il viaggio più importante della storia dell’umanità: i giorni infiniti prima di avvistare terra, fino alla scoperta di un mondo nuovo, una nuova umanità, una nuova, diversa possibilità di intendere la vita. In questo Paradiso Terrestre, Nuno imparerà quanta ferocia, quanta avidità possa motivare le scelte degli uomini, ma anche la forza irresistibile dell’amore, che lo travolgerà fino a sconvolgere i suoi giorni e le sue notti. In questo romanzo, Fabio Genovesi non solo ci racconta la navigazione di Colombo come mai è stato fatto prima, ma ci cala dentro una grande avventura umana, esistenziale e sentimentale, che si snoda attraverso imprese, amori, crudeltà spaventose e improvvise tenerezze, svelandoci come dietro la scoperta occidentale delle Americhe si nascondano violenze, soprusi e malintesi, ma soprattutto l’insopprimibile, eterno istinto degli uomini a prendere, consumare e distruggere tutto, persino se stessi.
Fabio Genovesi
Il calamaro gigante
Fabio Genovesi racconta la vera storia del calamaro gigante e di chi lo ha cercato a dispetto di tutto, insieme a mille altre storie che come tentacoli si stendono dall’oceano a casa nostra. Ricordandoci che viviamo su un pianeta dove esistono ancora i dinosauri, come il celacanto, o animali come gli scorpioni che sono identici e perfetti da quattrocento milioni di anni, invitandoci così a credere nell’incredibile, e a inseguire i nostri sogni fino a territori inesplorati.
Del mare non sappiamo nulla, però ci illudiamo del contrario: passiamo una giornata in spiaggia e pensiamo di guardare il mare, invece vediamo solo «la sua buccia, la sua pelle salata e luccicante». Forse perché appena sotto, e poi giù fino agli abissi, c’è una vita così diversa e strabiliante da sembrarci assurda, impossibile. Come per secoli è sembrata impossibile l’esistenza del calamaro gigante, il mostro marino che ha mosso alla sua ricerca gli esploratori più diversi. Come il sacerdote Francesco Negri, che nel 1663 a quarant’anni compiuti parte da Ravenna per la Scandinavia misteriosa, diventando il primo viaggiatore a raggiungere Capo Nord. O come il capitano Bouyer dell’Alecton (a cui si ispirerà Jules Verne per scrivere Ventimila leghe sotto i mari), che mentre naviga verso la Guyana nota all’orizzonte qualcosa di inaudito: è la prima testimonianza del calamaro gigante, dei suoi occhi enormi e intelligenti, dei tentacoli come terribili serpenti marini avvinghiati alla nave. Ma nessuno gli crederà. Sono pochi infatti gli scienziati che ascoltano le parole degli uomini di mare – naviganti, pescatori, indigeni… –, i più le credono bugie da marinai o allucinazioni collettive: quel che hanno visto contraddice tutte le teorie che abbiamo scritto finora, e quindi non l’hanno visto. Fabio Genovesi racconta la vera storia di questo impossibile, del calamaro gigante e di chi lo ha cercato a dispetto di tutto, insieme a mille altre storie che come tentacoli si stendono dall’oceano a casa nostra. Ricordandoci che viviamo su un pianeta dove esistono ancora i dinosauri, come il celacanto, o animali come gli scorpioni che sono identici e perfetti da quattrocento milioni di anni, invitandoci così a credere nell’incredibile, e a inseguire i nostri sogni fino a territori inesplorati. E lo fa mescolando le vite di questi esploratori stravaganti e scienziati irregolari – tra cui la pioniera Mary Anning, «colei che da sola ha cambiato la storia della Terra», e del suo cagnolino Tray –, alla storia privata di sua nonna Giuseppina, che a cena parlava con il marito morto da anni, della compagna delle medie che un giorno smette di camminare per non pestare le formiche, della bambina nata per un appuntamento mancato in gelateria. Ne emerge un pianeta che sembra una grande follia, ma se smettiamo di sfruttarlo e avvelenarlo, se smettiamo di considerarci un gradino sopra e capiamo di essere mescolati al tutto della Natura, ecco che diventiamo anche noi parte di questo clamoroso, smisurato prodigio, mentre su queste pagine navighiamo alla sorprendente, divertente, commovente scoperta delle meraviglie del mondo, e quindi di noi stessi.
Massimo Giletti
Massimo Giletti (Torino, 18 marzo 1962) è un giornalista, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e autore televisivo italiano.
Ha esordito come giornalista nel 1988 nella redazione di Mixer e come conduttore televisivo negli anni ’90 presentando i contenitori di Rai 2 Mattina in famiglia, Mezzogiorno in famiglia e I fatti vostri. Dal 2002 diviene uno dei volti più popolari di Rai 1, con la conduzione del varietà Casa Rai 1. Dal 2004 al 2017 ha condotto il contenitore domenicale L’Arena. Nel 2008 si è dimesso dall’Ordine dei giornalisti a seguito del quarto procedimento disciplinare per commistione tra attività giornalistica e pubblicità, ma nel 2014 l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte lo ha riaccolto con delibera del 24 febbraio, riconsegnandogli la tessera di giornalista. Nel 2017, in seguito alla soppressione de L’Arena, lascia la Rai e passa a LA7, con il talk show Non è l’Arena. Dal 2020 è anche conduttore radiofonico su RTL 102.5.
Massimo Giletti
Le dannate
Ci sono storie che scegliamo noi di raccontare, le selezioniamo tra le mille da cui ogni giorno veniamo bombardati, e le curiamo, le coltiviamo fino a quando non sono pronte per andare in onda. Poi ce ne sono altre che, invece, si scelgono da sole; se ne stanno lì nascoste in qualche cassetto, in qualche ritaglio di giornale, e al momento giusto saltano fuori, ti chiamano, si rubano la scena.E a te non resta altro che lasciarle fare e ammirare in silenzio lo spettacolo.
Le prime sono, numericamente, la maggior parte. Sono quelle che compongono il nostro panorama informativo. Un po’ dei “polli da batteria”, diciamoci la verità, ma il nostro lavoro è fatto anche di questo. Le seconde sono rarissime, però speciali. Hanno una vita tutta loro, durano quanto vogliono, vanno dove gli pare. E tu non le puoi fermare, non le puoi indirizzare. Al massimo puoi provare a capirle prima degli altri, per spiegarle meglio al pubblico, per farle “tue”. La storia delle sorelle Napoli appartiene a questa seconda categoria. Dal momento in cui la lessi per la prima volta, sulle pagine della cronaca di Palermo della “Repubblica”, mi resi conto che dentro c’era qualcosa di fatale. Lì per lì non sapevo nemmeno io cosa fosse, ma dentro di me sapevo che nella battaglia condotta da quelle tre donne indomite contro la mafia c’era qualcosa che andava oltre ogni stereotipo. Inizialmente pensai che ad attirare la mia attenzione fosse il contrasto femmine-mafia: ho sempre sostenuto che la mafia sia un termine femminile “per inganno”, essendo invece la mafia in sé quanto di più maschile e maschilista si possa immaginare. Ma piano piano, puntata dopo puntata, mentre il grande pubblico si appassionava alla vicenda incredibile e vergognosa di Marianna, Ina e Irene, mi rendevo conto che nei fatti che si susseguivano nelle campagne di Mezzojuso c’era anche dell’altro. C’era, sempre sospesa fra tragedia e operetta, l’eterna messinscena del potere. Una specialità molto italiana. Un teatro del reale nel quale distinguere i personaggi buoni da quelli cattivi, i giusti dagli ingiusti, non è solo complicato, è del tutto inutile.
Cristina Giordano
Nasce a Torino nel 1974, dal matrimonio tra una giovane torinese e un cadetto dell’Accademia Militare. A seguito della carriera del padre trascorre gran parte della sua infanzia a Lisbona, dove frequenta scuole straniere, e dopo diversi traslochi conclude la sua formazione al liceo classico e all?università LUISS Guido Carli di Roma. Intraprende un percorso in azienda fino a ricoprire il ruolo di dirigente in una multinazionale. Nel 2012 decide di andare a vivere a Mosca con il marito e i due figli piccoli, mentre sogna di potersi dedicare alla scrittura, sua grande passione. Oggi vive a Roma, ama lo sport all’aria aperta, il mare e l’Italia, ma continua a cercare sempre nuove mete.
Cristina Giordano
Con un soffio di Meltemi
Zoe ha tutto quello che ha sempre voluto: un lavoro che la soddisfa, un marito che la ama e, finalmente, anche la gravidanza tanto a lungo cercata. La sua serenità viene però sconvolta dalla morte improvvisa del padre Carlo, unico genitore che abbia mai avuto, e dal ritrovamento, nel suo appartamento, del vecchio diario di una vacanza in Grecia di tanti anni prima, ricordo di un tempo felice, di prima che sua madre sparisse, lasciando lei e Carlo senza mai guardarsi indietro. E’ proprio dalle pagine di quel diario, che si interrompe bruscamente a metà, che Zoe parte alla ricerca dei loro protagonisti, per ricostruire i tasselli della vita come un puzzle sparpagliato dal Meltemi, il vento dell’Egeo, dove, appena bambina, trascorreva l’estate con un padre avventuroso a bordo di un bellissimo catamarano in felice compagnia. Scoprirà così che il vento può scompigliare, ma anche rimettere tutto al proprio posto.
Pietro Grasso
Pietro Grasso (Licata, 1º gennaio 1945) è un politico ed ex magistrato italiano.
Dal 2013 al 2018 è stato presidente del Senato della Repubblica nella XVII legislatura. Il 14 gennaio 2015 è diventato presidente supplente della Repubblica Italiana, in seguito alle dimissioni di Giorgio Napolitano e fino al giuramento di Sergio Mattarella il 3 febbraio. Dal 3 dicembre 2017 al 19 aprile 2019 è stato leader del movimento politico Liberi e Uguali, da lui fondato.
Pietro Grasso
Paolo Borsellino parla ai ragazzi
Una testimonianza civile per le nuove generazioni. Un libro che ripercorre un pezzo di storia italiana e descrive le figure di Falcone e Borsellino, attraverso la voce di un uomo che ha lavorato accanto a loro e che li racconta ai ragazzi per andare oltre lo stereotipo dell’eroe e scoprire chi fossero realmente.
La mattina del 19 luglio 1992 Paolo Borsellino si era alzato molto presto. Per la prima volta dopo tre mesi si era imposto di non lavorare, prima di uscire di casa aveva scritto la risposta a una lettera ricevuta mesi prima da un liceo di Padova in cui i ragazzi lo rimproveravano di non aver presenziato a un convegno sulla mafia e gli ponevano alcune domande sul suo lavoro e sulla criminalità organizzata. Il giudice racconta loro il momento che sta vivendo, con grande consapevolezza e trasparenza, e con il poco tempo che ha a disposizione risponde alle domande dei ragazzi: perché è diventato magistrato? Qual è la differenza tra mafia e camorra? Quali sono gli organismi che le combattono? Alcune di quelle domande rimarranno senza risposta, ma la lettera, rimasta sul suo scrittoio e resa pubblica dalla famiglia, resta una testimonianza straordinaria di quel momento storico e di chi fosse nel profondo Paolo Borsellino. Il libro, partendo da questi documenti, ripercorre un pezzo di storia italiana e descrive le figure di Falcone e Borsellino, attraverso la voce di un uomo che ha lavorato accanto a loro e che li racconta ai ragazzi per andare oltre lo stereotipo dell’eroe e scoprire chi fossero realmente. Una testimonianza civile per le nuove generazioni. Nessuno dei giovani che Pietro Grasso incontra oggi, quando racconta alle platee di ragazzi la propria esperienza di lotta alla mafia, era nato quando Falcone e Borsellino furono assassinati, eppure tutti sanno chi sono e riconoscono nei due giudici un esempio da seguire ancora oggi.
Pietro Grasso
Il mio amico Giovanni
Nel trentennale della strage di Capaci, Pietro Grasso racconta ai ragazzi Giovanni Falcone, la loro amicizia e le tante battaglie vissute accanto al giudice simbolo della lotta alla mafia.
«Piero, tienilo tu. Ho deciso di smettere. Se dovessi ricominciare, me lo dovrai restituire.» Non ne ebbe il tempo. Conservo gelosamente quell’accendino e mi assicuro che risponda al giro della rotella con quella scintilla di fuoco, di forza, di intelligenza, di determinazione, che ricorda gli occhi del mio amico Giovanni.
Angela Iantosca
Giornalista e scrittrice, collabora con diverse testate. Ha pubblicato due saggi-inchiesta: Onora la madre. Storie di ‘ndrangheta al femminile (Rubbettino, 2013) e Bambini a metà. I figli della ‘ndrangheta (Giulio Perrone editore, 2015), con il quale è stata finalista del Premio Piersanti Mattarella 2016 e vincitrice del Premio Speciale Onlus Memoria nel Cuore. È stata insignita inoltre del Premio Nazionale Olmo 2016. Dal 2014 è ambasciatrice del Telefono Rosa Frosinone.
Angela Iantosca
Ventuno. Le donne che fecero la Costituzione
Chi sono le ventuno donne che hanno contribuito all’elaborazione della Costituzione italiana? Quali sono le loro storie, la provenienza, le battaglie che hanno portato avanti, sacrificando spesso la vita privata e la propria famiglia in nome di un bene comune? Questo libro prova a raccontarlo attraverso le loro stesse voci, con una narrazione in prima persona che restituisce ai lettori la passione di chi ha partecipato alla ricostruzione di un Paese appena uscito da una devastante guerra. Il testo, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado, intende ricordare quelle figure, spesso dimenticate, che hanno lottato senza mai tirarsi indietro e mostrare quanta strada ci sia ancora da fare, oggi, per attuare i princìpi e le battaglie di ieri.
Giovanni Impastato
Giovanni Impastato è nato a Cinisi nel 1953, è il fratello minore di Peppino, ucciso dalla mafia nel 1978. Ne ha raccolto l’eredità e portato avanti la lotta. È tra i fondatori di “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto alle mafie.
Giovanni Impastato
Mio fratello. Tutta una vita con Peppino
Un racconto che si dipana a partire da un comune della città metropolitana di Palermo, Cinisi, e da una famiglia di agricoltori legati alla mafia locale: il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, e suo cognato, Cesare Manzella, ucciso in un attentato, era il capomafia del paese, uno dei boss che per primi individuarono nel traffico di droga il nuovo strumento di accumulazione di denaro e potere. È in questa famiglia che nasce Peppino, e cinque anni più tardi anche Giovanni, dopo che un altro fratello che portava lo stesso nome era morto ancora piccolissimo. È da qui che si sviluppa la vicenda rivoluzionaria, drammatica, coraggiosa e libera del ragazzo destinato a diventare il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia. Una storia che non si interrompe affatto con l’uccisione di Peppino, ma che continua per altri quarant’anni intrecciandosi a quella del nostro Paese, e disvelandone spesso complicità e opacità. Quella storia Giovanni l’ha vissuta tutta, camminando con Peppino ben oltre i cento passi che per convenzione distanziavano la loro casa da quella di Gaetano Badalamenti, ‘u ziu Tano. Invecchiando, lui sì, mentre Peppino, suo fratello maggiore, restava per sempre ragazzo. Ma quei passi ora sono diventati milioni.
Chiara Ingrao
Chiara Ingrao, scrittrice e animatrice culturale nelle scuole, ha lavorato come sindacalista, interprete, parlamentare, programmista radio, consulente su diritti delle donne e diritti umani. È impegnata da anni nel femminismo, nel pacifismo, nel movimento anti-razzista. Ha scritto tre romanzi per adult*, due romanzi per bambin*, due libri di filastrocche, un libro autobiografico sulle sue esperienze nel pacifismo, un libro in cui ha raccontato le esperienze e pubblicato gli scritti di sua madre, nonché numerosi articoli e saggi (alcuni dei quali scaricabili gratuitamente da questo sito). È sposata con Paolo Franco e ha due figlie, due figliocci e tre nipoti.
Chiara Ingrao
Bellerotelle
Avventura, thriller e magia in un romanzo scoppiettante scritto con uno stile vivace e divertente in cui si avvicendano personaggi colorati e strampalati, animali parlanti ed eroine in fuga dalle pagine di un libro. I protagonisti sono Luna, una bambina che si muove con una carrozzella futuribile (che lei chiama Bellerotelle) progettata dalla madre ingegnera, con cui può fare praticamente tutto; il suo amico Pietro Wong che ama leggere e scrivere racconti, e una ragazza misteriosa, Belle. I tre sventeranno un traffico di animali selvatici tenuti in cattività, che parlano una lingua tutta loro, comprensibile solo da Bella.
Chiara Ingrao
Il resto è silenzio
Nell’alternarsi di banalità quotidiane e tragedia, fra queste tre coppie di sorelle rimbalzano come in un gioco di specchi gli interrogativi dell’oggi: i conflitti, le barriere che frantumano la verità e la vita, la paura dell’Altro che fa da scudo alla paura di ascoltare noi stessi.
La guerra. La guerra che dopo il 24 febbraio 2022 pare rimbombare ovunque, nelle televisioni e sui giornali e sui social, e qualche mese dopo invece scompare, inghiottita dall’assuefazione e menzionata quasi solo come minaccia alle nostre bollette del gas. La guerra in Europa, che potrebbe farsi totale e travolgerci tutti ma rimane lo stesso guerra degli altri, come tutte le altre in ogni parte del mondo: non sono mai nostre, le carni che morde e la sofferenza di chi fugge. Anche se ci sfidano nel profondo dell’anima, come racconta Raffaella Chiodo Karpinsky nella Postfazione a questo volume. La guerra. Cosa succede, quando una degli «altri» scappa, e ce la troviamo accanto ogni giorno? Trent’anni fa, sfidando i commenti sarcastici di sua sorella, Sara ha ospitato in casa Musnida, fuggita da una guerra ai nostri confini. Anche Musnida, come Sara, aveva una sorella ingombrante: un’eroina, uccisa mentre tentava di recuperare il corpo di un fratello nemico. L’Antigone di Sarajevo, come nell’antico mito tebano i cui echi risuonano sulle pagine con la voce dolente di Ismene, la sorella opaca. Nell’alternarsi di banalità quotidiane e tragedia, fra queste tre coppie di sorelle (a Roma, a Sarajevo e a Tebe) rimbalzano come in un gioco di specchi gli interrogativi dell’oggi: i conflitti, le barriere che frantumano la verità e la vita, la paura dell’Altro che fa da scudo alla paura di ascoltare noi stessi.
Linton Johnson
Linton Johnson è un atleta la cui carriera è cominciata nella sua città natale, Chicago, dove ha vestito, nella stagione 2003-2004, la maglia dei Chicago Bulls. Ha proseguito giocando per diverse squadre durante i suoi 7 anni di carriera NBA, diventando famoso come “The Energy Guy” e come eccezionale rimbalzista e difensore. Nel 2005 ha vinto il campionato NBA con i San Antonio Spurs e nel 2010 ha deciso di portare le sue doti cestistiche ad Avellino, in Italia, dove ha continuato a giocare per diversi anni. Oggi è seguito da 700mila persone e si occupa di coaching sui social e nella vita reale, pronando grandi e piccini a tirar fuori il proprio potenziale dentro e fuori dal campo.
Linton Johnson
Get in the game. Cinque mosse per diventare unstoppable!
«La mia forza consisteva nel vedermi costantemente come un vincente!» – Linton Johnson
Essere un atleta aiuta a strutturare la propria vita. Svegliarsi presto, prefissarsi una meta, lavorare sodo, aiutare gli altri e mangiare bene sono soltanto alcuni dei life hacks che possono contribuire a migliorarsi. In questo libro Linton Johnson, ex campione NBA, utilizza le sue esperienze di atleta professionista per svelarci cinque main mindset che ci aiuteranno a dare una scossa alle nostre giornate, a raggiungere i nostri obiettivi e renderci capaci non solo di visualizzare la strada da intraprendere, ma anche di individuare i modi per arrivarci. Ogni pagina è un inno alla forza interiore: che tu sia un adulto in cerca di ispirazione per superare le sfide quotidiane o un giovane desideroso di raggiungere il successo in ogni aspetto della vita, questo libro sarà una fonte di motivazione e insegnamenti preziosi per affrontare con fiducia, passione e resilienza ogni sfida e superare tutti gli ostacoli.
Francesca La Mantia
Francesca La Mantia, classe 1985, nata a Palermo, vive e lavora a Milano. Docente di latino, sceneggiatrice e regista cinematografica e teatrale. Nel 2015 ha realizzato il film documentario La memoria che resta, che fa emergere il sommerso e variegato mondo della resistenza, intervistando gente che non appare spesso in TV e sui libri, ma che ogni giorno combatte la sua lotta: nelle scuole, nelle sezioni Anpi e in ogni occasione della vita. Tra gli intervistati vi sono scrittori, partigiani, staffette, deportati, insegnanti, sorelle, amici e figli dei caduti. Nel 2021 esce il titolo per bambini La montagna capovolta (Gribaudo).Fonte immagine: sito editore Feltrinelli.
Francesca La Mantia
Non è colpa della nebbia. La tragedia di Linate narrata ai ragazzi.
L’8 ottobre 2001, alle ore 8.10 una terribile ferita squarcia il cielo di Milano. Un aereo di linea in fase di decollo dall’aeroporto di Linate entra in collisione con un piccolo aereo privato entrato erroneamente in pista. L’impatto causa 118 vittime: è il più grave incidente aereo mai accaduto in Italia, in cui cause e responsabilità restano per molto tempo da chiarire. Marta ha sedici anni e quel giorno maledetto ha perso il suo papà, anche se ignora le circostanze in cui è avvenuto l’incidente: il nonno le ha sempre detto che è stato causato dalla nebbia e lei per anni si è fatta bastare questa spiegazione. Ma un giorno, assistendo al crollo del ponte Morandi, il trauma sepolto dentro di lei riaffiora. Ora Marta è pronta a conoscere e ad affrontare la verità, e a fare la sua parte affinché tragedie come quella che ha colpito la sua famiglia non debbano più accadere.
Francesca La Mantia
La montagna capovolta. Le migrazioni narrate ai bambini
Nonna Caterina, che vive da sessant’anni in Belgio, porta il nipotino Rocco a visitare i luoghi della sua infanzia, sulla Majella, in Abruzzo. Mentre Rocco scopre panorami mozzafiato, per Caterina questo viaggio ha il sapore della riconciliazione con il passato; un passato duro, segnato dall’emigrazione della sua famiglia in Belgio, dove l’Italia nel dopoguerra spedì 64 mila uomini a lavorare nelle miniere di carbone, promettendo il miraggio di un futuro più roseo. Invece, la famiglia di Caterina in Belgio trovò la tragedia, quando l’8 agosto del 1956 nella miniera di Marcinelle scoppiò un incendio che causò la morte di 275 uomini, tra cui suo padre.
Francesca La Mantia
La mia corsa. La mafia narrata ai bambini.
«Credo che questo libro possa dare un contributo reale alla crescita di una generazione che, pur non avendo vissuto i capitoli più drammatici del contrasto alle mafie, deve sapere che la minaccia criminale non è sparita, al massimo ha cambiato volto.» – Don Luigi Ciotti
“Mio padre aveva davvero rubato? Non avrebbe potuto chiedere un favore al Santo? Era, come dicevano tutti, colpa dei poliziotti? L’unico modo che conoscevo per frenare le domande nella mia testa era correre: correre veloce fino al mare”.
Francesca La Mantia
Una divisa per Nino. Il Fascismo narrato ai bambini.
Un bambino, Nino, in pieno Fascismo e durante la guerra di Etiopia (1936) cerca di diventare un bravo figlio della lupa per conquistare una sua compagnetta di scuola. Ma il suo fare un po’ goffo, l’amicizia con il suo vicino di casa, l’antifascista Ruggerini, e con il figlio di questi, Gabriele, il ritorno dalla guerra del fratello maggiore di lui, provocheranno in Nino un radicale cambiamento e un rifiuto totale del regime e della violenza. Un viaggio intenso e toccante verso la consapevolezza e la scelta: da una divisa che non viene indossata per caso a una divisa che Nino sceglierà di non indossare.
Luigi La Rosa
Luigi La Rosa, nato a Messina nel 1974, giornalista e scrittore, ultimamente si divide tra l’Italia e Parigi. Docente di scrittura creativa, per Rizzoli-Bur ha curato i volumi Pensieri di Natale, Pensieri erotici, L’anno che verrà e L’alfabeto dell’amore. Un suo racconto è nell’antologia Quel che c’è tra di noi – storie d’amore omosessuale (Manni). È autore di Solo a Parigi e non altrove – una guida sentimentale e Quel nome è amore – itinerari d’artista a Parigi, editi entrambi da Ad est dell’equatore. Per Touring Club ha curato la sezione letteraria e artistica dell’ultima guida verde di Parigi. L’uomo senza inverno è una biografia romanzata di Gustave Caillebotte, geniale e controverso pittore francese dell’Ottocento e mecenate lungimirante dell’Impressionismo.
Luigi La Rosa
Nel furor delle tempeste
Bellini riscrisse, ma con una caparbietà che solo rare altre volte aveva sfoderato, Norma: non vi sarebbe stato che quel titolo. Non avrebbe mai accettato di chiamare in altra maniera il volto che, come Narciso piegato sulla fonte assassina, vedeva già affiorare dalle righe del pentagramma. 26 dicembre 1831. L’esordio di Norma sul palcoscenico della Scala segna insieme l’apice creativo della musica di Vincenzo Bellini e un clamoroso fiasco, che spinge il siciliano a fuggire da un teatro in tumulto e vagare per una città infreddolita. Un uomo lo insegue, impeccabile nell’eleganza ma distaccato e altèro nel portamento; una figura che attraversa, avvolta dentro una nube di mistero, tutta la vita del musicista – quell’esistenza che somiglia tanto a un romanzo, e che le pagine ritraggono alla luce di una passione travolgente e inesausta. Dall’infanzia catanese agli anni difficili della formazione napoletana, e poi il debutto nella lirica, i viaggi, la fama, il trasferimento a Milano e gli eccessi, il repertorio leggendario degli amori infelici. Quello per la giovane Maddalena, figlia del magistrato Fumaroli. Il legame controverso e pericoloso con Giuditta Cantù. Le seduzioni sottili di Giuditta Pasta. Il desiderio etereo e mai appagato per Maria Malibran, diva assoluta e sublime interprete, nella stagione londinese del compositore. E poi Parigi, l’irrompere della malattia e la fine precoce, la solitudine romantica del genio e l’enigma dell’oscuro ammiratore che finalmente spalanca lo scrigno dei suoi segreti, sciogliendo l’intreccio della narrazione. Tessere di un mosaico suggestivo e racconto di un universo – quello del melodramma italiano – che l’abile penna dell’autore trasforma in magnifica avventura, tra puntuale ricostruzione storica e opera d’invenzione, fedele tanto alle verità nitide della biografia, quanto ai tradimenti della finzione.
Luigi La Rosa
L’uomo senza inverno
Parigi, 1863. Gustave Caillebotte è ancora un ragazzo quando, nel salotto della ricca casa di famiglia, sente parlare, con toni di ferma condanna, dell’esposizione dei pittori Refusés e in particolar modo dell’opera di un certo Edouard Manet. La visione di quel quadro, “Le déjeuner sur l’ herbe”, al quale si avvicina di nascosto e mosso da un’oscura fame, segna il nascere della passione contrastata che brucerà dentro fino a divorargli l’anima, pervadendo i giorni della sua breve esistenza. Gustave disubbidisce alle direttive paterne, animato dal desiderio di imparare a dipingere e far suoi quei tratti così inusuali, così nuovi, esperimenti di colore che sono autentici oltraggi alla tradizione e che indicano l’origine di una rivolta: il movimento che qualcuno definirà “Impressionismo”.
Lia Levi
Scrittrice e giornalista, Lia Levi è autrice di molti libri per adulti e ragazzi per i quali ha ricevuto diversi premi. Ha fondato e diretto per trent’anni «Shalom», il mensile della comunità ebraica. La sua produzione letteraria è vasta e ha vinto numerosi premi. Tra i suoi libri: per le edizioni e/o Una bambina e basta (Premio Elsa Morante opera prima, 1994), Quasi un’estate (1998), Se va via il re (1996), e per Mondadori Ogni giorno di tua vita (1997), Una valle piena di stelle (1997), Da quando sono tornata (1998), Cecilia va alla guerra (2000), Maddalena resta a casa (2000), La gomma magica (2000), Che cos’è l’antisemitismo (2001), ll segreto della casa sul cortile. Roma 1943-1944 (2001), Il sole cerca moglie (2001), il racconto La portinaia Apollonia (Orecchio acerbo), che racconta le persecuzioni contro gli ebrei attraverso gli occhi di un bambino. Con L’albergo della magnolia (e/o, 2001 e 2004) ha vinto il Premio Moravia; con La sposa gentile (e/o) il Premio Alghero Donna e il Premio Via Po. Sempre per e/o esce nel 2015 Il braccialetto, (Premio speciale della giuria Rapallo Carige, Premio Adei Wizo); nel 2016 Tutti i giorni di tua vita e nel 2018 Questa sera è già domani. Per Orecchio Acerbo nel 2016 è uscito Giovanna e i suoi re (con Simone Tonucci), e per Piemme Una famiglia formato extralarge. Per HarperCollins Italia nel 2019 pubblica L’anima ciliegia.
Lia Levi
Insieme con la vostra famiglia
Era un sabato, pioveva, nella notte si erano sentiti degli spari nel quartiere ebraico di Roma. Meglio non uscire, aspettare di capire cos’era successo. È stato così che in quel 16 ottobre del 1943 più di mille ebrei sono caduti nella rete della spietata razzia per mano dei soldati tedeschi. Sentir parlare di mille persone strappate con violenza dalla loro casa e destinate a un’ignota sorte è fattore di grande sofferenza ma non è sufficiente. Per forza di cose, non può che essere vissuto come in un unico corpo di dolore. Le singole persone con le loro singole vite non trovano spazio per affiorare. Poveri o ricchi, bambini, giovani, vecchi, coraggiosi o apatici, preparati o sprovveduti, sono questi, uno per uno, a formare le migliaia di esseri umani rimasti vittime di quel “male assoluto”. E forse, oltre all’incontro con i pochi magnifici testimoni sopravvissuti, è la letteratura, insieme alle altre forme creative, la sola in grado di carpire queste diversificazioni. Ecco il motivo per cui la casa editrice E/O nell’ottantesimo anniversario della razzia tedesca del ghetto di Roma ha preso l’iniziativa, come simbolo di partecipazione, di enucleare dai romanzi della scrittrice- testimone Lia Levi quei fermo immagine dove il Sedici Ottobre compare nella sua centralità. Giulio lo scrittore, Lucilla la malata, Ferruccio e Colomba gli innamorati, Elisa la cameriera, Corrado e Graziano gli adolescenti ribelli, Corinna la fragile, possono in qualche modo aiutarci a entrare in sintonia con quella somma di vite che ci gridano “io sono esistito!
Lia Levi
La bambina da oltre il confine
Le guerre possono distruggere la tua casa, separarti dalla tua famiglia o dal tuo cane. Ma esiste qualcosa che mai, mai potranno sottrarti.
Iryna ha dieci anni e la sua vita sembra normale, con la mamma infermiera, il papà che aggiusta i cellulari e Nana, la sua adorata “cana”. Ma un giorno dal cielo cominciano a piovere bombe: il suo Paese è in guerra, le sirene risuonano nell’aria, si scappa nei rifugi sotterranei, e niente è più normale. I suoi genitori decidono di mettere in salvo la figlia, e ben presto Iryna si ritrova in una città italiana, accolta dalla famiglia in cui lavora la nonna Kateryna. Lì c’è Adriano, un ragazzino della sua stessa età che ha paura di andare in bicicletta ed è un po’ impacciato. All’inizio, tra la diffidenza di lei e la timidezza di lui, i due faticano ad andare d’accordo, ma tutto cambierà quando Iryna fugge di nascosto per tornare dalla sua famiglia. Adriano la segue e sarà lui ad accompagnarla in un’avventura fatta di pullman persi, passaggi clandestini in taxi, corse in bici, per arrivare a un finale di abbracci e nuova saggezza.
Lia Levi
Tutto quello che non avevo capito
Una bambina e basta cresce
Roma è stata appena liberata dalle truppe americane, Lia ha tredici anni e, insieme alla sua famiglia, affronta il tentativo di ritornare a una vita normale, ma tutto è da ricostruire: la vecchia casa che non sembra più la stessa, gli esami da recuperare, le lezioni noiose dal rabbino, le amicizie di un tempo che si sfaldano e quelle nuove che nascono nel quartiere, il cuore che batte per qualcuno che non si conosce ancora… E, in sottofondo, il rumore di un Paese che è irrequieto e affamato quanto la Lia adolescente che si batte con coraggio e passione per rivendicare gli ideali di democrazia e libertà.
Lia Levi
Per un biglietto del cinema in più
La Seconda guerra mondiale è appena finita e Roma è una città ferita, ma piena di speranze e di energia. Come Federico, che deve badare all’incontenibile fratellino Giolli mentre la mamma lavora fuoricasa, aspettando il ritorno del marito, prigioniero di guerra. La vita non è facile e la mancanza del papà si sente molto, ma i due bambini iniziano a colorarla di sogni quando scoprono come entrare al cinema senza pagare il biglietto. Lì, al buio, sprofondati nelle poltroncine scarlatte, si fanno trasportare di volta in volta in meravigliose avventure. Presto però si accorgono di non essere gli unici clandestini in sala. Anche Malva e Antonio non si perdono neanche un film. Ma come mai Malva non lascia mai il cinema? Come mai dorme sola nello scantinato della sala? Dalla voce limpida e incantatrice di una delle più importanti autrici italiane, un romanzo che celebra il cinema e il potere delle storie che salvano la vita, pagine dense di ottimismo per riflettere sulle atrocità della guerra e sulla forza della compassione e dell’amicizia come unica speranza di pace.
Lia Levi
Ognuno accanto alla sua notte
Roma nel periodo delle leggi razziali. Uno scrittore di teatro costretto a nascondersi all’ombra di un “prestanome”; una coppia di giovanissimi, Colomba nella schiera delle vittime designate e Ferruccio figlio di un persecutore, che riesce a strappare dal buio una notte d’amore; un padre e un figlio a duro confronto sul ruolo di una classe dirigente non all’altezza di proteggere il proprio gregge… Tre vicende diverse se pur collegate, in cui Storia e Destino intrecciano il loro enigmatico gioco. Una cornice iniziale, ambientata in una villa toscana nell’epoca contemporanea, tenta di sfiorare il tasto della Memoria nelle sue risonanze fra le generazioni dell’oggi. Un libro emozionante e potente che riesce a coinvolgere e scuotere a fondo il lettore.
Lia Levi
Una bambina e basta raccontanta agli altri bambini e basta
A venticinque anni dalla prima pubblicazione di Una bambina e basta (Edizioni e/o, 1994), Lia Levi ripercorre la sua storia al tempo delle leggi razziali e ne fa dono ai bambini di oggi. Lia ha appena finito la prima elementare, quando la mamma le dice che a settembre non potrà più tornare in classe. Mussolini, che comanda su tutti, non vuole più i bambini ebrei nelle scuole. In realtà non vuole gli ebrei a Torino, dove Lia abita con la famiglia, né a Milano e nemmeno a Roma. Non li vuole da nessuna parte. Con le valigie sempre in mano, i perché nella testa di Lia crescono ogni giorno. Perché il papà ha perso il lavoro? Cosa importa a Mussolini se alcuni bambini vanno a scuola e altri no? Perché la tata Maria non può più stare con loro? Perché non può essere solo una bambina, una bambina e basta?
Lia Levi
Il giorno della memoria raccontato ai miei nipoti
Un libro pieno di saggezza e di amore, che tutti i ragazzi dovrebbero leggere.
In un dialogo fatto di domande, curiosità e riflessioni, Lia Levi racconta il significato del Giorno della Memoria. Attraverso le date della Storia, a partire dal 27 gennaio 1945, ripercorre la sua infanzia segnata dalle Leggi razziali e dall’occupazione nazista. Ma lo fa in modo speciale, rivolgendosi ai suoi nipoti e a tutti i giovani lettori che negli anni ha incontrato nelle scuole d’Italia e che le hanno posto migliaia di domande.
Lia Levi
Dal pianto al sorriso
È l’aprile del 2021 quando Lia Levi ritrova per caso questo breve romanzo, più di settant’anni dopo averlo scritto. Era sepolto nel cassetto della sua scrivania, venticinque fogli di carta ingiallita dimenticati nel risvolto del diario della madre: il primo libro scritto da Lia quando aveva solo dodici anni, durante la guerra. È ambientato nel periodo delle Leggi razziali fasciste e dell’occupazione nazista, e protagonista è una famiglia ebrea. Non si tratta però della famiglia della scrittrice, bensì di personaggi inventati: ci sono una mamma e un papà, c’è Marcella, la giudiziosa figlia maggiore, e c’è il fratellino Bobi, che è tutto il suo contrario. Ha già un titolo: “Dal pianto al sorriso”. Il testo originario viene qui riprodotto fedelmente, come prezioso documento storico, accompagnato da un’introduzione dell’autrice e da un dialogo immaginario tra la Lia di oggi e la Lia ragazzina di tanti anni fa.
Lia Levi
Il segreto di Isabella
Caterina e Serena condividono un balcone che unisce le loro due case e le loro vite. Sono gli anni del dopoguerra, la vita ricomincia dalle piccole cose e da quelle importanti come l’amicizia cementata dall’esperienza degli scout, dalla scoperta del mondo e da nuovi incontri come quello con Isabella, misteriosa e solitaria, che custodisce un segreto destinato a unire il gruppo ancora di più. Una storia semplice, narrata dalla penna di una grande autrice: Lia Levi racconta con delicatezza i sentimenti di tre adolescenti nell’ambientazione di un dopoguerra pieno di vitalità.
Lia Levi
Questa sera è già domani
“Quella storia del troppo piccolo o troppo grande è una scusa, solo una scusa, cerchiamo di essere almeno sinceri con noi stessi. Forse essere ebreo è questo. Tu li cerchi e fuggi, loro ti accettano e ti cacciano”. A ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali, Lia Levi ritorna con un romanzo ispirato a una storia vera: la vita di Luciano, l’amatissimo marito. Una vicenda di disperazione e coraggio realmente accaduta, ma completamente reinventata, che attraverso il filtro delle misteriose pieghe dell’anima ci riporta a un tragico recente passa
Lia Levi
Una bambina e basta
Una bambina e basta è un racconto sull’identità e sui limiti dell’identità minacciata. Se la forza dell’abitudine fa sì che la protagonista, a guerra terminata, continui a definirsi una bambina ebrea, la madre con forza vitale e irriverente la corregge. Lia Levi racconta una storia nella quale è possibile immedesimarsi con estrema facilità, creando una sinergia corale tra autrice, protagonista e lettori.
Luigi Lo Cascio
Luigi Lo Cascio nasce a Palermo il 20 ottobre 1967. Diplomatosi all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 1992, comincia subito una prolifica carriera teatrale, arrivando a vincere due volte il premio UBU come miglior attore protagonista con Nella tana di Kafka (da lui anche riscritto e diretto) e Il silenzio dei comunisti, diretto da Luca Ronconi. Nel 2000 Marco Tullio Giordana lo chiama per il ruolo di Peppino Impastato nel film I cento passi, con cui ottiene un David di Donatello. La sua carriera cinematografica prosegue con Luce dei miei occhi di Giuseppe Piccioni (Coppa Volpi alla 58° Mostra del Cinema di Venezia), La meglio gioventù, Buongiorno, notte e molti altri. Nel 2012 esordisce come regista con La città ideale alla 69° Mostra del Cinema di Venezia. Ogni ricordo un fiore (Feltrinelli, 2018) è la sua prima prova narrativa.
Luigi Lo Cascio
Storielle per granchi e per scorpioni
Luigi Lo Cascio, confermando il suo talento di scrittore e forte di una tradizione letteraria che va da Landolfi a Buzzati e da Kafka a Borges, dà voce alle nostre più grandi paure e alle piccole ossessioni, denudandole e portandole all’estremo, al punto da renderle paradossali e grottesche – quando non, per contro, liriche e commoventi.
Abbiamo intorno un mondo per salvarci, ma raramente ci facciamo caso.
Chiamarle “storielle” è cosa seria – come seri sono sempre i giochi –, perché in verità questi racconti, con una vena umoristica che percorre tutto il libro, invitano a meditare, e con il lettore – proprio come fa il titolo – giocano continuamente: lo spiazzano, ne spostano lo sguardo sollevandolo dalla quotidianità o, al contrario, spingendolo nelle pieghe dei giorni per osservarli al microscopio. Racconti filosofici, insomma, ma “da prendere con le pinze”, così come con le loro chele il Signor Granchio e il Signor Scorpione, dialogando fra loro di letteratura, deprecano l’abitudine degli uomini a scrivere solo di uomini, aprendo il ventaglio delle possibilità narrative a tutti i regni: animale, minerale, vegetale, con l’aggiunta del mirabile spettrale – il regno dei fantasmi. Ed ecco allora un saporito susseguirsi di storie di uomini ma anche di gatti e di batteri, di mosche che mangiano divani, ecco congiure di ceneri e spettri di soldati caduti in battaglia, ecco capre che fanno innamorare e fiori che emigrano in Norvegia.
Simona Lo Iacono
Magistrato, presta servizio presso il Tribunale di Catania. Cura circoli di lettura e convegni letterario/giuridici. Fa parte dell’EUGIUS, l’associazione europea dei giudici-scrittori e della Società Italiana di Diritto e Letteratura (SIDL). Cura sul blog letterario Letteratitudine di Massimo Maugeri, una rubrica che coniuga norma e parola, letteratura e diritto, dal nome Letteratura è diritto, letteratura è vita. Sulla pagina culturale de «La Sicilia» tiene una rubrica fissa, dal titolo: Scrittori allo specchio.
Il suo primo romanzo Tu non dici parole (Perrone 2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2010 ha pubblicato il racconto lungo scritto a quattro mani con Massimo Maugeri La coda di pesce che inseguiva l’amore (Sampognaro & Pupi, 2010 – Premio Più a Sud di Tunisi). Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato Stasera Anna dorme presto (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande).
Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo Effatà (con cui ha vinto il Premio Martoglio). Nel 2016 Le streghe di Lenzavacche (E/O) viene presentato al Premio Strega 2016 da Paolo Di Stefano e Romana Petri.
Collabora come volontaria con il carcere di Augusta dove tiene corsi di letteratura e teatro per i detenuti, onde dare attuazione all’art. 27 della Costituzione che prevede il principio rieducativo della pena. Per Neri Pozza escono nel 2019 L’albatro e nel 2022 Il mistero di Anna.
Simona Lo Iacono
Il mistero di Anna
Siamo nel 1968. La piccola Anna Cannavò, di dieci anni, frequenta la quinta elementare a Siracusa. È una bambina poverissima. La famiglia vive ai margini della società. Eppure la piccola Anna non se ne accorge. È tutta protesa a carpire il mistero delle parole poetiche che sta impa – rando ad amare. Quando la maestra annuncia in classe che il ministero della Pubblica istruzione ha indetto un concorso e che il premio consiste nel trascorrere una intera settimana a Milano in compagnia di una famosa scrittrice, Anna Cannavò decide di partecipare. Il concorso consiste nello scrivere una lettera alla scrittrice raccontandole la propria giornata. La destinataria è Anna Maria Ortese. Con grande stupore di tutti la piccola Anna Cannavò viene selezionata e parte alla volta di Milano per trascorrere un’intera settimana con la «signora Anna». Arrivata a destinazione, però, la bambina avrà una grande sorpresa. Non c’è solo una signora Ortese, ma due: Anna e la sorella Maria. La piccola Anna si immette nel mondo delle due sorelle Ortese rompendo le solitudini di Anna Maria e accostandosi alla malattia degenerativa della sorella con tenerezza. Attraverso questa e altre storie intrecciate Simona Lo Iacono compie un altro viaggio dei suoi, di quelli che il pubblico in questi anni ha imparato ad amare: alla ricerca di un femminile che è talento e misura, forza e umiltà.
Massimiliano Maiucchi
Massimiliano Maiucchi in arte Jully, nasce a Roma il 23 Settembre del 1968. Dal 1990 inizia la sua esperienza lavorativa come clown, animatore ed artista di strada che lo porta ad elaborare un linguaggio comico e ricco di rime e di giochi di parole.
Nel 1994 è un socio-fondatore dell’associazione il Flauto Magico con la quale approda al Teatro Verde di Roma. Nel 1998 scrive la sua prima filastrocca e da allora non si è mai fermato, arrivando a scriverne 1556! Nei suoi spettacoli la drammatizzazione delle filastrocche è accompagnata da libroni pop – up, guanti animati, oggetti e pupazzi e intervallata da giocolerie, magie comiche, favole e canzoni da mimare formando un repertorio applicabile in qualsiasi situazione: piazza, scuola o teatro che sia.
Massimiliano Maiucchi
Casa cos’è
36 filastrocche per descrivere e raccontare le case nel gioco, le case degli animali, le case della fantasia, le case nel mondo e le case dei bambini; perché la casa non è soltanto un luogo, la casa siamo noi: il nostro ambiente, le nostre caratteristiche e le nostre esigenze.
Massimiliano Maiucchi
Il bruco sognatore
Maiucchi, clown, giocoliere e attore, usa le sue canzonette come canovaccio per uno spettacolo esilarante e coinvolgente indossando le vesti del cantastorie e giocando insieme al pubblico con le parole. Nelle piazze e nelle scuole Maiucchi racconta storie ed emozioni a suon di rima; attraverso la fantasia fa esplorare il mondo del sapere ai bambini, che, come per magia, rimangono coinvolti e stupiti da quello che si può trovare tra le righe di un testo. Il gioco la migliore forma di conoscenza e il modo più efficace per far avvicinare i piccoli alla lettura, e, chissà, forse da Il bruco sognatore alla grande letteratura il passo potrebbe essere più breve del previsto.
Francesca Manzini
Per tutti gli italiani, Francesca Manzini è il volto di Striscia la notizia, la comica delle celebri imitazioni di Chiara Ferragni, Maria De Filippi e Mara Venier, l’attrice e la conduttrice radiofonica. Ma in queste pagine Francesca ha deciso per la prima volta di mettersi a nudo, di condividere la sua storia, senza risparmiarsi nulla. La storia di un’adolescenza non facile e di una lunga lotta contro i disturbi alimentari che l’hanno più volte portata a non credere in se stessa e nella possibilità di un futuro. Un memoir intenso, che rivela dettagli ed episodi molto dolorosi, davanti ai quali, però, non viene mai meno lo sguardo autenticamente ironico che ha aiutato Francesca ad affrontare anche le prove più difficili.
Francesca Manzini
Stay Manza. La tragicomica avventura di vivere in un corpo
«Io sono quella che arriva sempre in ritardo, anche agli appuntamenti con se stessa. Sono quella che capisce dopo, appena prima che sia troppo tardi. E più la verità è lì davanti a me, più faccio fatica a vederla. Così, il momento in cui ho compreso di avere un problema è stato quando ho deciso che dovevo risolverlo. Con una notevole prova di equilibrismo intellettuale avevo stabilito che era il momento di recuperare me stessa, prendermi cura della mia vita, trovare un equilibrio e ricollocarmi nell’area del benessere. E tutto questo lo stavo facendo senza mettere a fuoco il fatto che ci fosse effettivamente un problema da affrontare. Quindi, cominciamo questa storia dal giorno in cui decido che voglio fare qualcosa per me stessa. Tipo “Da oggi vivrò bene”.»
Dacia Maraini
Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, tradotti in oltre venti paesi. La madre, Topazia, era pittrice e apparteneva a un’antica famiglia siciliana; il padre, Fosco Maraini, era un etnologo che, vinta una borsa di studio, nel 1938 trasferisce la famiglia in Giappone per portare avanti uno studio sugli Hainu, una popolazione in via di estinzione stanziata nell’Hokkaido. Ma nel 1943 il governo giapponese, in base al patto d’alleanza cha ha stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò, e poiché i due rifiutano, vengono internati insieme alle tre figlie in un campo di concentramento a Tokyo, dove patirono la fame. Nella sua collezione di poesie Mangiami pure, del 1978, la futura scrittrice racconterà delle atroci privazioni e sofferenze di quegli anni. Rientrata in Italia, la famiglia Maraini si trasferisce in Sicilia. Quando Dacia diventa maggiorenne decide di andare a vivere a Roma con il padre, dove si mantiene come archivista, segretaria e giornalista, e comincia a collaborare con diverse testate quali «Paragone», «Nuovi Argomenti», «Il Mondo». Nel 1962 pubblica il suo primo romanzo, La vacanza, cui seguono l’anno successivo L’etica del malessere (con cui ottiene il Premio Internazionale degli Editori Formentor) e A memoria (1967). Comincia ad occuparsi anche di teatro fondando, insieme ad altri scrittori, il Teatro del Porcospino, in cui si rappresentano solo novità italiane: Gadda, Moravia, Tornabuoni… Lei stessa dal 1965 scriverà molti testi teatrali. A Roma incontra Alberto Moravia, che nel 1962 lascerà la moglie e scrittrice Elsa Morante per lei. Nel 1973 fonda, con Lù Leone, Francesca Pansa, Maricla Boggio e altre, il Teatro della Maddalena, gestito e diretto solamente da donne. Il teatro, infatti, è sempre per Dacia Maraini anche un luogo per informare il pubblico di specifici problemi sociali e politici. I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell’infanzia sono ancora al centro delle sue opere.
Dacia Maraini
Vita mia
In una cronaca vivida, dolorosa, commista a pagine di speranza, di incredulo stupore, attraverso gli occhi di una bambina ripercorriamo i lunghi mesi della prigionia di Dacia e dei Maraini nel campo giapponese.
È il 1943, Dacia Maraini ha sette anni e vive in Giappone con i genitori e le sorelline Toni e Yuki. Suo padre, Fosco, insegna all’università di Kyoto, sua madre, Topazia Alliata, è felicemente integrata nel tessuto della città. Il sogno è la pace, si pensa che la guerra finirà presto. Tutto precipita, invece, quando Fosco e Topazia decidono di non giurare fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò. La coppia e le figlie vengono portate in un campo di concentramento destinato ai traditori della patria. Per la famiglia Maraini iniziano gli anni più difficili della loro esistenza: con pochi grammi di riso al giorno, tra fame, malattie, attesa, gelo e vessazioni, dovranno imparare a sopravvivere rinchiusi in un luogo ostile insieme ad altri prigionieri. Una delle voci più importanti della nostra narrativa torna in libreria con il suo libro più intimo, il racconto di un tempo terribile tenuto chiuso per decenni in un cassetto della memoria. In una cronaca vivida, dolorosa, commista a pagine di speranza, di incredulo stupore, attraverso gli occhi di una bambina ripercorriamo i lunghi mesi della prigionia di Dacia e dei Maraini nel campo giapponese. Per non dimenticare gli orrori del Novecento, e per celebrare il coraggio, la fedeltà alle idee, il rifiuto del razzismo di una famiglia che ha lasciato il segno nella Storia, e di chi come loro ha lottato per la libertà di tutti.
Dacia Maraini
In nome di Ipazia
In queste pagine, la scrittrice che ha dato vita nei suoi romanzi a indimenticabili protagoniste letterarie dà voce alle donne senza nome di ogni Paese in lotta per la dignità. Mettendo nero su bianco un vero e proprio manifesto al femminile, una denuncia appassionata che racconta le schiavitù che sopravvivonoe i muri ancora da abbattere, le libertà negate e la ribellione necessaria. Un appello coinvolgente sul destino femminile contro ogni stereotipo e violenza.
L’astronoma Ipazia, vissuta ad Alessandria nel V secolo d.C., teorizzò in modo inaudito per l’epoca che la Terra non è il centro dell’universo ma un pianeta che gira intorno al Sole. E divenne ben presto vittima dei fanatici cristiani. «Oggi» scrive Dacia Maraini «a quasi duemila anni di distanza ci sono ancora donne che soffrono come lei per la semplice ragione che hanno pensato con la propria testa, che hanno voluto studiare, indagare e opporsi al totalitarismo.» Sono donne maltrattate, insultate, minacciate, che spesso hanno denunciato la violenza domestica, ma non sono state credute. Donne sole e abbandonate. Donne che lottano per i loro diritti in tutto il mondo, dal Medio Oriente all’Occidente. Anche dove ci sembra di poter dire che la civiltà ha raggiunto la sua età più matura.
Dacia Maraini
Caro Pier Paolo
Maraini costruisce questa confessione delicata come una corrispondenza senza tempo, in cui tutto è presente e vivo.
«Caro Pier Paolo, ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe. Il volto serio, pensoso, gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua terribile solitudine e profondità di pensiero. Ecco io ti immagino ora cosí, in corsa sulle dune di un cielo che non ti è piú ostile.» – Dacia Maraini
Pier Paolo Pasolini è un autore di culto anche per i più giovani. La sua è stata una vita fuori dagli schemi: per la forza delle sue argomentazioni, l’anticonformismo, l’omosessualità, la passione per il cinema, la sua militanza e quella morte violenta e oscura. Sono passati cento anni dalla sua nascita, e quasi cinquanta dalla sua scomparsa. Eppure è ancora vivo, nitido, tra noi, ancora capace di dividere e di appassionare. Di quel mondo perduto, degli amici che lo hanno frequentato, della società letteraria di cui ha fatto parte, c’è un’unica protagonista, che oggi ha deciso di ricordare e raccontare: Dacia Maraini.
Dacia Maraini è stata una delle amiche piú vicine a Pier Paolo. E in queste pagine la scrittrice intesse un dialogo intimo e sincero capace di prolungare e ravvivare un affetto profondo, nutrito di stima, esperienze artistiche e cinematografiche, idee e viaggi condivisi con Alberto Moravia e Maria Callas alla scoperta del mondo e in particolare dell’Africa.
Nelle lettere a Pier Paolo che definiscono l’architettura narrativa del libro hanno un ruolo centrale i sogni che si manifestano come uno spazio di confronto, dove affiorano con energia i ricordi e si uniscono alle riflessioni che la vita, il pensiero e il mistero sospeso della morte di Pasolini ispirano ancora oggi all’autrice. Lo stile intessuto di grazia e dolcezza, ma anche di quella componente razionale e ferma, caratteristica della scrittura di Dacia, fanno di questo disegno della memoria che unisce passato, presente e futuro non solo l’opera piú significativa, ma l’unica voce possibile per capire oggi chi è stato davvero un uomo che ha fatto la storia della cultura del Novecento.
Dacia Maraini
La vacanza
Un romanzo controverso e necessario, oggi più che mai contemporaneo, che in una lingua asciutta e vibrante ci consegna una protagonista che anticipa e racchiude in sé tutte le donne di Dacia Maraini.
Uscito nel 1962 e scritto in pieno boom economico, La vacanza è il primo romanzo di Dacia Maraini, una storia perturbante che racconta la scoperta della sensualità da parte di una ragazzina nell’estate del 1943. La voce narrante è quella di Anna, orfana di madre, che esce dal collegio per trascorrere le vacanze sul litorale laziale col padre e la matrigna. È ancora una bambina, ma è col corpo di una donna che Anna mette piede con incoscienza e curiosità nel mondo dei maschi adulti. E mentre il rombo degli aerei – il suono della guerra – rompe la quiete sonnacchiosa di giornate fatte di gite in pattino e appuntamenti ai bagni Savoia, Anna diventerà grande suo malgrado, scoprendo la propria femminilità di fronte all’ebete incredulità di uomini giovani e vecchi, in un contesto borghese e ipocrita che di lei sa solo approfittarsi. Un romanzo controverso e necessario, oggi più che mai contemporaneo, che in una lingua asciutta e vibrante ci consegna una protagonista che anticipa e racchiude in sé tutte le donne di Dacia Maraini.
Dacia Maraini
Una rivoluzione gentile
Accompagnandoci nel suo universo intellettuale e civile, Dacia Maraini ci rende partecipi del suo sguardo sul mondo. La lotta contro la violenza e i femminicidi, i rapporti delle donne con la Storia e il patriarcato, la maternità, la libertà di pensiero e le sue contraddizioni sono solo alcuni dei grandi temi del nostro tempo e delle questioni a lei più care. E ancora, l’ambiente come punto focale del nostro orizzonte, l’importanza della salvaguardia dell’acqua, delle piante, degli animali e le scelte in campo alimentare che fanno la differenza. Senza dimenticare la solidarietà tra le generazioni e tra classi sociali diverse, e il valore dei progetti universali. Perché solo una rivoluzione gentile può indicarci la strada per un futuro vitale di cui andare orgogliosi.
Dacia Maraini
Trio. Storia di due amiche, un uomo e la peste di Messina.
Sicilia. Anno del Signore 1743. Mentre l’isola è flagellata da un’epidemia di peste che riempie le strade di miseria e morte, Agata e Annuzza tengono viva la loro amicizia a distanza, in punta di penna. Si conoscono da quando, ancora bambine, in convento hanno imparato da suor Mendola l’arte del ricamo. Una ricca e l’altra povera, unite dalla passione comune per i libri – merce rara e poco adatta all’educazione femminile – ora sono due donne: Agata è moglie e madre, Annuzza invece non ha ancora scelto il proprio destino, perché il suo cuore appartiene a Girolamo, il marito dell’amica. Ma gelosia e possesso non guasteranno il sentimento puro e tenace che le lega. Quando tutto crolla, è l’amicizia dalle radici profonde che ci dà il coraggio di ricostruire.
Dacia Maraini
La scuola ci salverà
Cosa è successo alla scuola? Come possiamo risollevare le sorti dell’istituzione più importante per il futuro del Paese dopo una fase difficile come quella che sta affrontando? Dovremmo partire dagli insegnanti motivati e capaci che la sorreggono nonostante i molti ostacoli e dal serbatoio di vitalità degli studenti. E poi naturalmente occorre ridare all’istruzione le risorse e la centralità che merita.
La scuola può fare la differenza, soprattutto in momenti di crisi. Dacia Maraini ne è convinta e lo testimonia con il suo impegno in difesa dell’insegnamento come negli interventi scritti nel tempo e in alcuni intensi racconti raccolti in questo libro: L’esame, Il bambino vestito di scuro e Berah di Ki-bawa. Da sempre l’autrice si dedica al dialogo con gli studenti e con i loro docenti approfondendo modelli di apprendimento e impugnando questioni di diritti e di riforma e in queste pagine racconta una scuola come dovrebbe e potrebbe essere, filtrata dagli occhi di scrittrice, di intellettuale civilmente impegnata e anche di docente. Storie, idee, battaglie e ricordi di una vita intera, dalle lezioni al Liceo di Palermo all’insegnamento nel carcere di Rebibbia. Un viaggio tra i banchi, anche attraverso la forza dell’immaginazione, da cui emerge l’urgenza di garantire ai nostri ragazzi un’istruzione migliore per ridare all’Italia una concreta speranza nell’avvenire.
Dacia Maraini
Corpo felice. Storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va.
Una madre che non ha avuto il tempo di esserlo. Un figlio mai cresciuto. Tra di loro, giorni teneri e feroci, sognati eppure vividissimi, ma che non hanno potuto vivere insieme. E un dialogo ininterrotto nel quale si racconta cosa significa diventare donne e uomini oggi. Dacia Maraini reinterpreta la sua storia personale riavvolgendo il filo di una storia tempestosa, quella delle donne, attraverso le parole di una madre a un figlio perduto, il suo, guidandolo in un ideale percorso verso una maturità che abita solo nei ricordi. Una riflessione accurata sul senso del nostro presente e sulle prospettive del nostro futuro, per ricordare che se l’amore arriva a illuminare le nostre vite, quello tra i sessi non deve più essere solo uno scontro, ma l’incontro capace di cambiare le regole del gioco e provare ad agire insieme per costruire una parità di genere.
Dacia Maraini
Tre donne. Una storia d’amore e disamore
Le tre donne protagoniste del romanzo, una nonna, una figlia e una nipote, costrette a convivere in un piccolo spazio, e a sopportarsi a vicenda, appartengono a tre età diverse, a tre tempi interiori sfasati l’uno con l’altro e non hanno niente in comune se non il fatto di redigere tutte e tre un diario, ciascuna a modo suo. La nipote nel modo più tradizionale, in un quaderno segreto che nasconde nei piccoli spazi più celati della casa; la madre scrivendo lettere a un corrispondente lontano; la nonna registrando la propria voce in un continuo reportage di se stessa. Nella dimensione privata si apre lapersonalità eccezionale di ogni donna.
Dacia Maraini
Telemaco e Blob. Storia di un’amicizia randagia
Una storia di cani e libertà ambientata sul Lungotevere, nelle parole della grande scrittrice italiana e le illustrazioni sorprendenti e incantevoli di Pia Valentinis.
“Conoscevo un cane di gran razza che era ami- co di un cane randagio. Si chiamava Telemaco ed era un setter irlandese dal pelo ramato e la lunga falcata elegante. Era un cane molto schizzinoso. Per quanto riguardava le amicizie però era bizzarro: preferiva i bastardi ai cani di lignaggio come lui.” Comincia così il racconto che Dacia Maraini dedica a due cani di Roma che, nonostante la loro diversa provenienza, si scelgono e si proteggono a vicenda, per dimostrare che niente è più forte dell’amicizia, ne- anche la cattiveria dell’uomo.
Dacia Maraini
Chiara di Assisi. Elogio della Disobbedienza
Chiara ha dodici anni appena quando vede “il matto” di Assisi spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà lo scandaloso trentenne e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un’esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara, in questo strappo creativo alle convenzioni di un’epoca declinata al maschile. Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee. Un racconto appassionato, segnato da sogni e continue domande, il ritratto intimo e provocatorio di una donna intelligente e volitiva a cui era stata negata la parola.
Dacia Maraini
La bambina e il sognatore
Romanzo potente, illuminato per la prima volta da un’intensa voce maschile. Riuscire a dare voce a un giovane padre in lutto per la perdita prematura della figlia è una complessa operazione narrativa. Dare vita a Nani, il protagonista maschile de La bambina e il sognatore, uomo dilaniato dal dolore e afflitto dal desiderio di paternità e dal bisogno inespresso di affermare la propria virilità, è una prova di maestria letteraria. Nani, oramai non più padre né marito, cerca di resistere alla sua perdita di identità assumendo un nuovo ruolo, quello di detective. Da S., cittadina intrappolata nell’immobilità di provincia, è sparita Lucia. La ricerca della bambina, coetanea della figlia, assume ben presto i tratti dell’ossessione: se gli abitanti di S. si sono rassegnati alla scomparsa, Nani non rinuncia all’idea che Lucia sia ancora viva.
Dacia Maraini
La lunga vita di Marianna Ucrìa
Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: “Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione”. Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l’alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione.
Dacia Maraini
Il treno dell’ultima notte
Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l'”odore dell’allegria”. Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l’inseparabile amica d’infanzia, attraversa l’Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell’abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.
Guido Marangoni
Guido Marangoni nasce a Padova, in uno dei solstizi d’estate più caldi degli anni 70, sposato con Daniela e padre di Marta, Francesca ed Anna, quest’ultima con quel famoso cromosoma in più che tanto spaventa.
Ingegnere in informatica, si specializza nello sviluppo di app, nella sicurezza informatica e la tutela dei minori on-line facendo conferenze e incontrando nelle scuole studenti, insegnanti e genitori. Coltiva la passione per la musica, il teatro, la scrittura e le Sacre Scritture. Nel 2007 mette da parte la balbuzie e decide di salire sul palcoscenico portando in scena lo spettacolo comico “punti di viSta – Spunti di vita” da lui scritto ed interpretato. Da quel giorno porta i suoi spettacoli nei teatri e collabora anche con il laboratorio artistico Zelig di Milano. Nel 2015 è stato speaker ufficiale al TEDx con il suo talk “La potenza della fragilità” e apre la pagina Facebook “Buone notizie secondo Anna” con più di 50mila follower e milioni di visualizzazioni. Nel 2017 pubblica il suo primo libro “Anna che sorride alla pioggia” con Sperling & Kupfer vincitore del “Premio selezione Bancarella 2018” e nel 2018 è nuovamente speaker al TEDx con un nuovo talk “La fragilità nell’imbarazzo nasconde una nuova speranza”.
Guido Marangoni
Universi di-versi
La solitudine, quella scelta e non imposta, ha un potere straordinario: lavora per sottrazione, riesce a raccontare ciò che non è, che non c’è più e che forse davi per scontato. Dopotutto, ha a che fare con gli altri più di quanto immaginiamo. E Guido lo sa bene. Per il giorno del suo cinquantesimo compleanno, ha deciso di regalarsi un weekend da solo tra le montagne, un’occasione preziosa per meditare su mezzo secolo di vita vissuta. È il solstizio d’estate del 2020 e Guido si perde, in piena notte, tra i boschi delle Dolomiti, a quasi duemila metri di altitudine, con lo smartphone che non ha campo, ma lo zaino carico di parole e ricordi. Il freddo, la paura, i pensieri, la stellata mozzafiato che lo porterà all’alba del giorno più lungo dell’anno gli offriranno numerosi spunti per raccontare incontri meravigliosi e diversità che ci rendono unici, per riscoprire molte domande e per trovare pochissime risposte. “Universi di-versi” è il racconto di quella esperienza, un riavvolgere il nastro tra ricordi, sogni e desideri, un lungo pellegrinaggio, immerso nella natura, senza una meta precisa. Perché in fondo, si sa, nella vita quello che conta non è la destinazione, ma il viaggio. Ancora di più se si conclude con un ritorno a casa.
Guido Marangoni
Come stelle portate dal vento. Il mio viaggio tra orizzonti persi e ritrovati
«Sono sempre stato affascinato dal vento. Invisibile fino a quando non incontra un ostacolo pronto a svelarlo, che sia un aquilone, un campo di grano o dei panni stesi ad asciugare, eppure capace di produrre grandi mutamenti. Se fino a un certo punto la mia vita è stata un navigare tutto sommato tranquillo, l’annuncio della trisomia 21 di Anna, come una folata di vento che gonfia le vele all’improvviso, mi ha dato una sferzata che per un po’ mi ha fatto perdere l’orientamento. Un cambio di rotta a cui non ero preparato e che mi ha insegnato che, anche quando la destinazione è ormai in vista, nuove nuvole possono annebbiare l’orizzonte, costringendoci a riconsiderare i nostri piani. E se questo l’ho imparato a mie spese, portando in giro per l’Italia la storia di Anna, la nostra storia, ho capito che gli inciampi riguardano tutti, e sono tantissime le testimonianze di cadute e ripartenze, paura e resilienza che ho incontrato lungo questo viaggio. Ho scelto di raccontarlo, questo intreccio inaspettato di storie e destini, seguendo una personalissima rosa dei venti: tra rotte sbagliate e aggiustate, rotte sognate e mai esplorate. Ogni incontro, ogni abbraccio, ogni sorriso è stato per me una nuova iniezione di fiducia, la conferma di una certezza che porto dentro di me come una bussola: dietro a un brusco cambio di direzione, un porto mancato o dopo una violenta tempesta, si nasconde sempre un nuovo orizzonte da esplorare.»
Guido Marangoni
Anna che sorride alla pioggia
A Daniela l’ultima cosa che interessava era il sesso della creatura che portava in grembo. Bastava che fosse sana, diceva. Quando la dottoressa ci convocò e senza tanti preamboli ci disse: «Si tratta della trisomia 21», invece, capii un’altra cosa: che Daniela era già pronta. «È maschio o femmina?», chiese, lasciandomi a bocca aperta ancora una volta. Era Anna la buona notizia che stavamo aspettando.
Fabio Marchese Ragona
Giornalista professionista, è vaticanista del Gruppo Mediaset, dove lavora dal 2008. Conduce ogni domenica su Tgcom24 la rubrica Stanze Vaticane e cura un omonimo blog sul sito web Tgcom24.it. Dal 2013 segue le vicende d’Oltretevere anche per il quotidiano Il Giornale. È autore del documentario su Giovanni Paolo II, Il sorriso di Karol, vincitore di premi e riconoscimenti. Ha scritto: Potere Vaticano (Edizioni Il Giornale, 2016), Tutti gli uomini di Francesco (Edizioni San Paolo, 2018) e Il Caso Marcinkus – Il banchiere di Dio e la lotta di Papa Francesco alle finanze maledette (Chiarelettere, 2018).
Fabio Marchese Ragona
Life. La mia storia nella storia.
Nel raccontare qui per la prima volta la storia della sua vita, ripercorsa attraverso gli eventi che hanno segnato l’umanità negli ultimi ottant’anni, Papa Francesco condivide le origini di quelle idee che in molti considerano audaci e che contraddistinguono il suo pontificato: dalle coraggiose dichiarazioni contro la povertà e la distruzione ambientale, alle dirette esortazioni ai leader mondiali affinché traccino una rotta diversa su temi come il dialogo tra i popoli, la corsa agli armamenti, la lotta alle diseguaglianze.
Dallo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939 – quando il futuro Pontefice aveva quasi tre anni – fino ai giorni nostri, Jorge Mario Bergoglio prende per mano le lettrici e i lettori accompagnandoli con i suoi ricordi lungo un viaggio straordinario attraverso i decenni. La voce del Papa, con le sue personalissime memorie, si alterna a quella di un narratore che in ogni capitolo ricostruisce lo scenario storico in cui si inseriscono. Nelle parole del Pontefice: «Life vede la luce perché, soprattutto i più giovani, possano ascoltare la voce di un anziano e riflettere su ciò che ha vissuto il nostro pianeta, per non ripetere più gli errori del passato. Pensiamo, ad esempio, alle guerre che hanno flagellato e che flagellano il mondo. Pensiamo ai genocidi, alle persecuzioni, all’odio tra fratelli e sorelle di diverse religioni! Quanto dolore! Giunti a una certa età è importante, anche per noi stessi, riaprire il libro dei ricordi e fare memoria: per imparare guardando indietro nel tempo, per ritrovare le cose non buone, quelle tossiche che abbiamo vissuto insieme ai peccati commessi, ma anche per rivivere tutto ciò che di buono Dio ci ha mandato. È un esercizio di discernimento che dovremmo fare tutti quanti, prima che sia troppo tardi!»
Fabio Marchese Ragona
Esorcisti contro Satana. Faccia a faccia col demonio.
Il saggio contiene un’intervista inedita sul tema concessa da papa francesco all’autore e una memoria, rimasta fino a oggi chiusa in un cassetto, scritta da padre Gabriele Amorth. La prefazione è di Padre Paolo Carlin, coordinatore associazione internazionale esorcisti.
«Nel mio diario ho annotato diverse esternazioni fatte dal demonio contro papa Francesco e altre figure di spessore della Chiesa. Ci tengo a precisare che non si tratta di mie “chiacchierate” con Satana, il rito infatti non permette al sacerdote di interloquire con la vittima, ma di frasi pronunciate dal demonio sotto costrizione, obbligato dal Signore Gesù.»
Gli esorcismi, le possessioni diaboliche, l’antica lotta tra il Bene e il Male: c’è chi li trasforma in romanzi e film dagli effetti speciali, ma quanto davvero si sa sull’argomento? L’azione del demonio sulla vita dell’essere umano non è solo una leggenda; è qualcosa di reale e riconosciuto, una trappola in cui chiunque, senza accorgersene, può cadere, soprattutto in questi tempi segnati da guerre, pandemie e catastrofi naturali. Per questo, nel suo nuovo libro, Fabio Marchese Ragona ha deciso di riaccendere i riflettori sul nemico dell’umanità, Satana, portando la testimonianza di importanti esorcisti e di vittime che hanno trovato il coraggio di raccontare il proprio faccia a faccia col maligno. Cosa lega papa Francesco a una giovane suora, vittima di possessione diabolica? Perché in Ucraina numerosi esorcisti hanno iniziato a praticare il rituale a distanza nei confronti del presidente Putin? Perché la mistica Natuzza Evolo e il giudice beato Rosario Livatino sono stati nominati dal demonio durante alcuni esorcismi? Domande che trovano risposta in queste pagine, arricchite da un’intervista inedita sul tema concessa dal pontefice all’autore e da una memoria, rimasta fino a oggi chiusa in un cassetto, scritta da padre Gabriele Amorth, il celebre esorcista scomparso nel 2016. Ascoltare chi ha incontrato il Male e lo ha sconfitto non è solo importante, ma necessario: solo così si può giungere preparati alla sfida con “il principe di questo mondo”, riconoscerlo e dare il proprio contributo per fermare l’avanzata delle tenebre.
Lorenzo Marone
Lorenzo Marone nasce a Napoli. Laureato in Giurisprudenza, esercita l’avvocatura per quasi dieci anni, mantenendo parallelamente un’intima attività di scrittore. Un giorno smette di fare l’avvocato, si trova un lavoro come impiegato in un’azienda privata e comincia a spedire i suoi racconti. Suoi sono i libri Daria (La gru, 2012), Novanta. Napoli in 90 storie vere ispirate alla Smorfia (Tullio Pironti, 2013), La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), Magari domani resto (Feltrinelli 2017), Cara Napoli (Feltrinelli 2018), Tutto sarà perfetto (Feltrinelli, 2019) e La donna degli alberi (Feltrinelli, 2020).
Di se stesso scrive: «Amo i cani e tutti gli animali, corro tre volte a settimana, ascolto musica in ogni momento del giorno, soprattutto di gruppi rock italiani semisconosciuti, leggo la sera a letto, in genere testi di autori contemporanei, ho difficoltà a lasciare un romanzo a metà, sono molto freddoloso, adoro il cinema e le persone curiose, mi fanno paura i ragni, e per prendere l’aereo mi devo imbottire di calmanti. Preferisco la birra al vino, il salato al dolce, il cioccolato fondente a quello al latte, e i cattivi rispetto ai finti buoni. Mi piacerebbe saper cucinare, ma sono una frana, come in ogni attività manuale. Però so farmi scrocchiare la schiena con un solo movimento».
Lorenzo Marone
Sono tornato per te
Un amore che attraversa la guerra e rimane intatto nonostante gli orrori che lo mettono alla prova. L’epopea di un ragazzo che difende la propria vita facendo a pugni per tornare dalla donna che lo aspetta.
Cono Trezza e Serenella Pinto sono due giovani del Sud, cresciuti nella zona del Vallo di Diano, tra Campania e Basilicata. Lui contadino, lei figlia di un artigiano di idee socialiste. Si sono conosciuti che erano adolescenti, aspettano solo il momento di sposarsi. Ma sono gli anni Trenta del secolo scorso, e a mettersi tra loro ci sono i fascisti. Soprattutto Romano, il figlio del podestà. Stufo di subirne l’arroganza, Cono si ribella, compiendo un gesto che la sua famiglia pagherà a caro prezzo. Poi la partenza per il servizio militare, e dopo l’8 settembre 1943 la deportazione in Germania. A tenerlo in vita, saranno la speranza di rivedere Serenella, l’aiuto di un compagno di prigionia dal cuore grande e la sua abilità nel tirare di boxe.
C’era uno sport che veniva praticato nei campi di concentramento, il pugilato. Piaceva al Führer, piaceva alle guardie naziste che scommettevano sugli incontri, piaceva ai kapò che obbligavano i prigionieri a combattere di notte su ring improvvisati. Sono tornato per te racconta la storia di chi è sprofondato in quell’inferno e ne è uscito aggrappandosi a un ricordo.
«In quella stanca e sventurata stagione che aveva già vendemmiato, nella quale le foglie a una a una cadevano dai tralci, Cono ripensò al bacio con Serenella quando erano accovacciati sotto le viti. Ma qualcosa dentro di lui gli impedí di lasciarsi spezzare, in testa gli si conficcò l’ordine di non dimenticare, di tenere bene a mente il pianto di Benedetta, gli occhi disperati di sua madre, le urla di suo padre, il volto sfatto di Serenella. Per tutti loro avrebbe resistito, e per lei un giorno sarebbe tornato».
Lorenzo Marone
Le madri non dormono mai
Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha piú importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lí, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere piú forte, piú pronto, potrebbe non bastare.
Marco Marsullo
Marco Marsullo è nato a Napoli nel 1985. Nel 2009 esce il suo primo libro Ho Magalli in testa, ma non riesco a dirlo (Nobus Edizioni), una raccolta di racconti dal tema surreale e grottesco. Nel 2013 pubblica il suo romanzo d’esordio Atletico Minaccia Football Club (Einaudi Stile Libero), che riceve nello stesso anno il Premio Hermann Geiger Opera prima. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: L’audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache (Einaudi Stile Libero), Dio si è fermato a Buenos Aires (Laterza Editore), I miei genitori non hanno figli (Einaudi Stile Libero), Il tassista di Maradona (Rizzoli), Due come loro (Einaudi Stile Libero). Collabora come editorialista alla Gazzetta dello Sport.
Marco Marsullo
Tutte le volte che mi sono innamorato
Chi l’ha detto che, dopo i trent’anni, gli uomini non hanno paura di restare single? E che l’orologio biologico esiste solo per le donne? Cesare, maestro elementare napoletano, ha le idee confuse sull’amore. Tanto romantico quanto cervellotico, si nasconde dietro teorie improbabili e comici segni del destino, ma in realtà soffre per un passato di storie sbagliate, incontri surreali, colpi di fulmine e bruschi risvegli, mentre i suoi amici sembrano aver capito tutto prima di lui. A trentacinque anni, Cesare è rimasto l’ultimo single del gruppo e non sa più cosa farsene della sua libertà. Vive con il gatto Thiago, gira per la città sulla sua Vespa, ha un discreto successo con le ragazze, eppure sempre più spesso la notte torna a casa da solo, con un peso sul cuore. Quando il suo amico Sandro, prossimo alle nozze, gli consegna l’invito con un + 1 che campeggia beffardo accanto al suo nome, Cesare decide di raccogliere la sfida: ha sei mesi per arrivare al ricevimento con una fidanzata. Ma come trovare finalmente la persona giusta? Marco Marsullo si fa portavoce della sua generazione e racconta le relazioni dal punto di vista dei maschi: le loro speranze, i loro desideri, ma anche le ombre, le fatiche, la paura di fallire. Rifuggendo dalle ipocrisie e dal lamento, costruisce un romanzo lucido e ironico, profondamente attuale. Uno spaccato tragicomico sull’affanno – e la meraviglia – di innamorarsi davvero.
Massimo Maugeri
Massimo Maugeri collabora con le pagine culturali di magazine e quotidiani. Ha ideato e gestisce Letteratitudine (in rete dal 2006), blog letterario d’autore del Gruppo L’Espresso nonché uno dei più noti e seguiti blog letterari italiani, integrato dal quotidiano culturale online LetteratitudineNews. Dal 2009 cura e conduce una fortunata trasmissione radiofonica culturale di libri e letteratura che ha lo stesso nome del blog, incrociando la propria voce con quella dei più noti scrittori italiani e internazionali. Ha pubblicato romanzi, racconti e saggi, tra cui il romanzo Trinacria Park (Premio Vittorini). Tra i vari riconoscimenti ricevuti: Premio Addamo, Premio Martoglio, Premio Più a Sud di Tunisi, Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino”, Premio Elmo, Premio Promotori della Lettura e del Libro, Premio Letterario “Tito Mascali”.
Massimo Maugeri
Il sangue della montagna
Per gli abitanti del luogo l’Etna non è un vulcano, ma la Montagna. Marco Cersi, quarantasei anni, con la sua impresa specializzata nella realizzazione di prodotti in pietra lavica, tenta di rivalersi nei confronti di questa magmatica madre che gli ha segnato la vita. Paola Veltrami, vedova, quarantatré anni, è una docente universitaria di letteratura con il sogno di un modello economico più umano. Le loro vite si incrociano a causa della sparizione di un vecchio intagliatore di pietra lavica, amante della poesia: don Vito Terrazza. Mentre una nuova eruzione aumenta la propria intensità devastatrice, Marco e Paola rimangono schiacciati dal peso di problemi enormi: l’uno deve fare i conti con il proprio doloroso passato e i risvolti sempre più aspri della crisi; l’altra deve gestire il difficilissimo rapporto con la figlia. Sarà la Montagna, con il fluire incandescente del suo sangue, a segnare il passo in un arco temporale ampissimo che ci conduce fino all’anno 1886 per poi catapultarci nuovamente nei nostri giorni inquieti. La crisi d’identità, i drammi famigliari, il tema del doppio e della follia, il ruolo della scrittura metaletteraria costruiscono un romanzo-mondo capace di coinvolgere, emozionare e sorprendere fino alla fine. Alcuni degli elementi tipici dello stile di Maugeri confluiscono nella narrazione di ulteriori grandi tematiche: il rapporto uomo-natura-eruzioni vulcaniche; la crisi economico-finanziaria; la visione di un nuovo sistema capace di mettere l’uomo, e non il mercato, al suo centro.
Giacomo Mazzariol
Giacomo Mazzariol è nato a Castelfranco Veneto nel 1997. Per Einaudi ha pubblicato Mio fratello rincorre i dinosauri (2016 e 2018), che è diventato un film di Stefano Cipani, con Alessandro Gassmann, Isabella Ragonese e Rossy De Palma e Gli squali (2018 e 2019). Insieme al collettivo di sceneggiatori Grams, ha scritto la serie tv Baby, trasmessa da Netflix.
Giacomo Mazzariol
Gli squali
Sono veloci, affamati, scivolano nel mondo con candore sfacciato. E devono rimanere sempre in movimento: se smettono di muoversi, muoiono. Sono i ragazzi di inizio millennio, sono gli squali.
“Un ritratto dolceamaro della generazione dei ventenni. Una storia che racconta la fatica di diventare grandi” – La Repubblica
L’estate della maturità. L’estate in cui puoi fare quello che ti pare. L’attendi, la sogni, la organizzi, e può succedere che all’ultimo momento salti tutto. Max frequenta l’ultimo anno di liceo in una cittadina della provincia veneta; è uno come tanti, bravo con i computer. Ma un semplice algoritmo, creato nella sua cameretta da figlio unico, gli stravolge in un attimo l’esistenza: invece che in giro per l’Europa a sentire concerti si ritrova a Roma a lavorare in un incubatore di start-up. In poche settimane il vecchio Max non c’è piú. Il mondo in cui è cresciuto si sgretola sotto i suoi occhi mentre lui cerca disperatamente di conservarne frammenti. Cambiano le aspirazioni, le compagnie, si modificano i rapporti con i genitori; l’amore si presenta in maniera inaspettata. Tutto troppo rapido, tutto troppo presto. Forse è meglio rallentare. A patto di non fermarsi.
Giacomo Mazzariol
Mio fratello rincorre i dinosauri
Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sí, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l’adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era cosí sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con Mio fratello rincorre i dinosauri Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere. Insomma, è la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso piú largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: «Mi sono sposato». Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l’altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai piú di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia. Io di anni ne ho diciannove, mi chiamo Giacomo. Dallo stesso autore, è ora disponibile, il nuovo romanzo Gli squali.
Federico Moccia
Figlio di Giuseppe Moccia, conosciuto come Pipolo, sceneggiatore con Castellano di innumerevoli film e poi regista di grandi successi della commedia all’italiana degli anni Settanta e Ottanta. Il film del padre “Attila flagello di Dio” segna anche l’esordio nel mondo del cinema di Federico, che vi partecipa, appena diciannovenne, come aiuto regista.
Dopo un esordio come regista passato inosservato, diventa sceneggiatore e regista televisivo. Lavora a lungo per la televisione, scrivendo i testi di alcune trasmissioni di successo. Scrive nel 1992 il suo primo libro, “Tre metri sopra il cielo”, ma non trova un editore che lo pubblichi, così lo stampa a sue spese per un piccolo editore. Le poche copie distribuite vengono fotocopiate dai ragazzi e inizia così il successo.
Nel 2004 il libro è pubblicato da Feltrinelli ed esce anche il film tratto dal romanzo. Con questo titolo vince numerosi premi e il romanzo viene venduto in tutti i Paesi d’Europa, in Giappone e in Brasile. Altri successi, altri film. Nel 2007 esce “Scusa ma ti chiamo amore” edito da Rizzoli, da cui è tratto un film per la regia dello stesso Moccia. Nel 2008 esce “Amore 14”, nel 2009 “Scusa ma ti voglio sposare” e nel 2011 “L’uomo che non voleva amare”. I suoi libri sono tradotti in oltre quindici Paesi. Nel 2013 è uscito “Quell’attimo di felicità” (Mondadori) e nel 2020 Semplicemente amami (Nord).
Federico Moccia
L’uomo che non voleva amare
Ha grandi progetti, Sofia. Pianista di straordinario talento, inizia una carriera di successo come concertista, sostenuta da Andrea, suo marito. Poi, una tragica notte, per lei cambia tutto e, per un voto d’amore, decide di rinunciare ai suoi sogni. Ormai non si esibisce più, è solo una semplice insegnante di pianoforte. Un’esistenza completamente diversa, dove le difficoltà economiche non mancano, eppure Sofia si sente appagata. Finché non incontra Tancredi. Giovane, spregiudicato, brillante, Tancredi è uno degli uomini più ricchi del mondo, nonché uno dei più soli. Sebbene tutte le donne prima o poi cedano al suo fascino, lui non sa dimenticare una ferita che l’ha segnato nel profondo e, per questo, è un uomo che non vuole amare. Eppure gli basta uno sguardo per rendersi conto che Sofia è diversa, il suo sorriso per lui è come acqua che scorre in un deserto di pietra. Farla sua diventa un’ossessione divorante. Nemmeno Sofia può negare l’attrazione sempre più ardente che prova per questo sconosciuto tanto arrogante quanto fragile, sicuro di sé e al tempo stesso terrorizzato all’idea di perdere il controllo. D’un tratto, Sofia non sa più chi è né cosa vuole dalla vita. E, quando Tancredi tenterà di tutto per conquistarla, Sofia si troverà di fronte a una scelta impossibile…
Federico Moccia
Semplicemente amami
Si era illusa, Sofia. Pensava che trasferirsi in Russia dall’amica Olja fosse la scelta giusta, un nuovo inizio, e invece era una fuga.
Una fuga dal matrimonio con Andrea, in cui paradossalmente si sentiva sola; e soprattutto da Tancredi, l’uomo che aveva messo in crisi tutte le sue certezze per poi deluderla. Con l’aiuto di Olja, Sofia capisce di non poter continuare a mettere tra parentesi la sua vita. È tempo di riprendere in mano il proprio destino. Sofia torna a Roma dal marito, per ritrovare quell’amore fatto di complicità e sogni. Ricomincia a suonare, provando di nuovo il gusto di far volare le dita sulla tastiera del pianoforte. Eppure tornare alla normalità non è semplice e molte sorprese aspettano ancora Sofia… Non si può dimenticare l’amore, ormai Tancredi lo ha capito. Per quanto lui abbia cercato di cancellarla dalla mente, Sofia è sempre nei suoi pensieri, nei suoi desideri, nei suoi sogni. Ecco perché Tancredi non si arrende. E aspetta. Aspetta il momento giusto per convincere Sofia di non essere più l’uomo che l’ha fatta soffrire. Lui oggi desidera semplicemente amarla ed essere amato. Ed è convinto che prima o poi quel momento arriverà… Ma cosa vuole veramente Sofia? Forse deve ancora scoprirlo. Di sicuro questa volta non si farà travolgere dagli eventi, sarà lei a scrivere il proprio futuro.
Tina Montinaro
Una delle promotrici dell’associazione vittime di mafia. Moglie di Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio 1992, la donna da molti anni gira l’Italia per parlare del sacrificio di suo marito.
Grazie all’associazione Quarto Savona Quindici che oggi presiede, Tina ha speso tutta la sua vita per sensibilizzare i più giovani nella lotta contro la mafia.
Tina Montinaro
Non ci avete fatto niente
La storia di Antonio Montinaro, uno dei poliziotti della scorta di Giovanni Falcone, raccontata dalla moglie Tina che da trent’anni è uno dei volti di primo piano nella lotta alla mafia.
«Chiunque fa questa attività ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualcosa che tutti abbiamo. Chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange. È un sentimento umano. È la vigliaccheria che non si capisce, e non deve rientrare nell’ottica umana. Io come tutti gli uomini ho paura, indubbiamente non sono vigliacco».
Antonio Montinaro è un ragazzo vivace, che odia le ingiustizie e non sa stare con le mani in mano. Per questo, quando entra in polizia, non si accontenta degli incarichi più semplici ma impara in fretta e chiede di essere trasferito a Palermo, negli anni in cui la lotta alla mafia è più accesa che mai e la città è in guerra. Lì ci sono uomini impegnati a cambiare le cose e Antonio, innamorato del proprio lavoro, vuole fare la sua parte: presto diventerà uno degli agenti più fidati della scorta di Giovanni Falcone. Sempre in Sicilia conoscerà Tina, sua moglie. È proprio lei a raccontare in questo libro la storia di Antonio, che credeva nella giustizia e nello Stato, morto coraggiosamente per difendere il giudice Falcone, e i diritti di tutti noi, nel maggio più buio della storia italiana.
Peppe Millanta
Peppe Millanta, pseudonimo nato per mascherare le attività
eversive durante la sua doppia vita ai tempi dell’Università a Roma (Studente di giorno, perditempo di notte), è un musicista di strada. Si vanta di aver avuto la carriera di avvocato più rapida della storia: 12 ore appena, giusto il tempo di abilitarsi, farsi le foto di rito e cancellarsi dall’Albo l’indomani mattina. Lasciata la carriera da avvocato si è diplomato in Drammaturgia e Sceneggiatura all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico.
Vincitore di numerosi premi di narrativa e di teatro, nel 2013 fonda la band di world music “Peppe Millanta & Balkan Bistrò”, con cui si esibisce in numerosi festival in tutta Italia. Nel 2017 fonda a Pescara la “Scuola Macondo – l’Officina delle Storie”, dedicata alle arti narrative.
Peppe Millanta
Cronache da Dinterbild
Lo spin-off del luminoso romanzo Vinpeel degli orizzonti, con le ironiche, surreali, meravigliose storie dei personaggi che hanno popolato il mondo di Vinpeel
«È la storia della preparazione di un viaggio, di una fuga, che poi non è altro che una sorta di trasloco esistenziale, da Dinterbild, un luogo dove ci rifugiamo quando la nostra vita sembra incepparsi, e la vita vera, dove tutto può ancora accadere. Felicità compresa.» – Peppe Millanta
Nel villaggio di Dinterbild non c’è più nessuno. Sono rimasti soltanto Ned e il signor Biton. Aspettano che il mare porti le conchiglie giuste. Sono le conchiglie che dentro hanno le storie di tutti gli amici che hanno deciso di partire verso l’Altrove. Ned ha un piano, folle, l’unico possibile: vuole usarle per costruire qualcosa. In una cornice narrativa fatta di dialoghi, maree, attese e speranze, le pagine si popolano dei racconti custoditi dal mare. Sono teneri, divertenti, dolorosi, parlano di occasioni perdute, di attimi di felicità scivolati tra le dita, di coincidenze misteriose che segnano i destini. E mentre le storie spuntano dalle pagine, gli unici due abitanti lavorano al loro progetto, capiscono di non essere soli, e che Dinterbild è un crocicchio di esistenze. Non gli resta che scoprire come e se riusciranno a lasciare il misterioso villaggio.
Peppe Millanta
Vinpeel degli orizzonti
Vincitore del Premio John Fante Opera Prima 2018
Secondo classificato Premio letterario Edoardo Kihlgren opera prima – città di Milano
Peppe Millanta, al suo esordio, scrive un libro pieno di luce, un romanzo intriso di poesia, che ai sogni e all’immaginazione ruba la scintilla.
Un pugno di case gettato alla rinfusa. Una comunità sospesa nel tempo. Una strada da dove non arriva più nessuno, e nessuno ricorda più dove porti. Questo è il paese di Dinterbild, il luogo dove si rifugia chiunque abbia paura, lontano dal mondo e da ciò che può fargli male. Tra di loro c’è Vinpeel, l’unico bambino della bizzarra comunità e l’unico che, vedendo una notte alcune luci misteriose all’orizzonte, decide di voler andar via e scoprire cosa c’è al di là del mare e di Dinterbild. Tra i suoi mille tentativi, conosceremo gli stravaganti abitanti, le loro paure, i sogni, le aspirazioni, fin quando con l’aiuto di due amici riuscirà a costruire una mongolfiera. Ma perché questa possa prendere il volo c’è bisogno di un falò grandissimo…
Fabia Mustica
Fabia Mustica vive a Catania dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. Seguendo la propria inclinazione artistica, l’autrice da anni collabora con numerose scuole nelle quali svolge attività creative per bambini e propone il genere raffinato del fumetto come strumento universale di comunicazione, cultura e facilitazione dell’apprendimento. Il progetto scolastico “Raccontando l’Unità d’Italia a fumetti”, al quale l’autrice ha partecipato con la scuola G. Parini di Catania, è stato selezionato ed esposto presso il Palazzo del Quirinale, in occasione della “Festa della scuola per l’Unità d’Italia” del 2011. Nel 2018, i suoi libri Agata. Storia di una Santa e Giovanni Verga. Cinque novelle a fumetti, le sono valsi il Premio Internazionale “Chimera d’Argento”.
Fabia Mustica
L’amico diverso
L’adolescenza, la scuola e le scoperte di ogni giorno, ma anche la discriminazione, l’odio, la paura. Sono queste le sfide che Faruq, sedicenne di origini africane, deve affrontare ogni giorno nel liceo che frequenta a Catania, dove vive con la sua famiglia. Preso di mira da un gruppo di bulli, Faruq attraverserà un percorso difficilissimo, aggravato ulteriormente dall’arrivo della pandemia, in grado però di insegnargli l’accettazione di sé, l’empatia e la pietà. Dalla prefazione dell’autrice: “Spesso la diversità è quella scintilla che fa scattare tra i giovani il fenomeno del bullismo (basta un difetto fisico, anche piccolissimo, un abbigliamento non convenzionale, il colore della pelle o addirittura se sei semplicemente educato o timido). Ho deciso di collocare storicamente questo libro-fumetto nel periodo della pandemia perché ho voluto rimarcare come, di fronte a certi eventi straordinari della vita, quale la diffusione di un terribile virus, la “diversità” diventa marginale e anzi può costituire un valore aggiunto”. Età di lettura: da 11 anni.
Divier Nelli
Nelli Divier è uno scrittore viareggino. Ha esordito nel 2002 con il romanzo La contessa (Passigli Editori), cui è seguito Falso binario (2004), Il lungo inganno (scritto a quattro mani con Leonardo Gori), Amore dispari, Coma e Il giorno degli orchi. Molti suoi racconti sono apparsi su riviste e antologie, tra cui Drugs (Guanda), di cui è stato anche curatore.
Ha insegnato scrittura creativa presso le scuole, la Fondazione Mario Tobino e la scuola di Narrazioni Arturo Bandini.
Nel 2005 ha dato vita, assieme ad altri nove scrittori, a un laboratorio di scrittura all’interno della comunità di accoglienza del Ceis di Lucca, al termine del quale è stato pubblicato La vita addosso, 9 scrittori raccontano 9 vite estreme (Fernandel, 2006). Nel 2005, con Luca Crovi, Loriano Macchiavelli, Marco Vichi e Piero Pelù ha partecipato a R(e)esistere, iniziativa per commemorare le vittime dell’eccidio di Sant’Anna (Stazzema).
Lo scrittore è stato uno dei primi in Italia a utilizzare i booktrailer per fini educativi, proponendo la realizzazione di booktrailer di classici della letteratura italiana. Nel 2008, per il Comune di Viareggio, ha ideato e curato il progetto Viareggio Booktrailer, con l’obiettivo di creare un collegamento tra Europa Cinema e il Premio Viareggio.
Nel 2010 è stato direttore della collana Gialli Rusconi; dal 2011 dirige la sezione narrativa della casa editrice Rusconi Libri.
Divier Nelli
Il giorno degli orchi
Aurora vive coi genitori a Poggio in Chianti, paese immaginario sui colli fiorentini. È una ragazzina bella, sfrontata, consapevole dalla prima adolescenza del suo fascino che esercita senza mai concedersi su compagni e uomini adulti. Con due amici organizza piccoli furti nelle classi del liceo che frequenta e nei negozi per avere denaro da spendere in feste e oggetti costosi. Ma i soldi non le bastano mai e ha l’idea di adescare con falsi account e false foto pedofili in Rete per ricattarli. Un gioco perverso che sembra funzionare. Aurora è avida, moltiplica gli account. Nella vita ha altre aspirazioni che fare la commercialista come il padre. Vuole lavorare nel mondo del cinema o della TV, diventare ricca e guardare dall’alto tutto e tutti. Finché un giorno un Orco risale alla sua vera identità e comincia a minacciarla…
Divier Nelli
Deus est machina?
Il quindicenne Mattia Fusi, appassionato di robotica e informatica, vive tranquillo con la famiglia a Poggio in Chianti sui colli fiorentini. L’incontro con la Singolarità tecnologica sconvolgerà la sua esistenza obbligandolo a rispondere a una domanda fondamentale per salvare il mondo.
Divier Nelli
Posso cambiarti la vita
Dopo la morte della madre, Perla vive con l’anziana nonna a Poggio in Chianti e frequenta la seconda classe al liceo tecnologico Margherita Hack di Firenze. È una ragazzina bassa, obesa, brava a scuola, e per questo oggetto del bullismo spietato dei compagni. Perla è docile, subisce in silenzio, sa che è inutile opporsi al branco da sola. Col passare del tempo la situazione precipita, le offese sui social si moltiplicano, alcuni video diventano virali. Lei sfoga rabbia e frustrazioni abbuffandosi e chiudendosi in se stessa. Finché un giorno risponderà a un messaggio restando coinvolta in qualcosa troppo più grande di lei che le trasformerà per sempre la vita.
Daniele Nicastro
Daniele Nicastro vive a Moretta, un piccolo paese della provincia di Cuneo dove scrive di tutto: romanzi, cartoline, messaggi in bottiglia e frasi sui muri. Ha cominciato a raccontare storie da ragazzo, a sua madre, ogni volta che tornava tardi senza avvisare. Col tempo ne ha fatto un mestiere. Si è cimentato nei generi più diversi, ma sempre con una particolare attenzione ai temi della crescita. Con Einaudi Ragazzi ha pubblicato Grande (premio selezione Bancarellino), Khalifa, un immigrato da medaglia, Stalker, Il furto del secolo; per Paoline Editoriale Io, Chiara e la luna.
Daniele Nicastro
Cinque giorni per non dirti addio
Per anni Anis continua a scrivere messaggi al padre morto. Un tragico incidente in montagna gliel’ha portato via. Lo aggiorna sui cambiamenti della propria vita, gli racconta successi, battaglie, amori. Poi un giorno, all’improvviso, riceve una risposta. Con il cuore in tumulto decide di partire alla ricerca di un uomo che crede vivo. Un viaggio verso le montagne, attraverso incontri straordinari e sfide da affrontare, che permetterà ad Anis di crescere, rischiare e ritrovarsi. Un libro di narrativa per ragazzi e ragazze dai 13 anni. Un viaggio straordinario tutto in salita, fra le montagne del Piemonte, pieno di personaggi memorabili: bracconieri, pastori indiani, autostoppisti. Un viaggio ricco di scoperte, incontri e avventura alla ricerca di se stessi e delle proprie potenzialità. Rivolto a tutti i giovani che stanno per spiccare il volo. Età di lettura: da 13 anni.
Daniele Nicastro
Spiriti dello tsunami
Giappone, 2011. Uno tsunami ha devastato la regione di Töhoku, mietendo circa 20.000 vittime. Marco, insegnante di cultura italiana in una scuola del posto, è uno dei 5.000 dispersi. Andrea, il fratello, sente la sua voce, spesso lo vede. Marco è rimasto intrappolato tra il mondo dei vivi e quello dei morti: per favorirne il passaggio nell’aldilà, Andrea dovrà risolvere il mistero dietro l’unica scuola giapponese che, da rifugio sicuro, si è trasformata in un luogo di devastazione. Qualcosa lì è andato storto. Suo fratello è davvero un eroe che ha salvato la vita di alcuni bambini oppure è un bugiardo? Yoko, una ragazza afflitta dal dolore di essere sopravvissuta, accompagna Andrea nella sua ricerca della verità. Un viaggio pericoloso tra inquietanti spiriti che vagano nei luoghi distrutti dallo tsunami e sembrano non voler passare oltre.
Daniele Nicastro
Fino all’ultima #challenge
Michelangelo, quindici anni, non è più lo stesso: l’estate si è portata via il nonno a cui era molto legato, costringendolo per la prima volta a fare i conti con la morte. Dei pomeriggi passati con lui, a contemplare le piante con le mani affondate nella terra, non gli restano che le foto sbiadite e quel vuoto irreparabile che lo scava dentro. Un pomeriggio il suo migliore amico Sabatino gli propone una #10dayschallenge per scacciare la tristezza, così Michi si lascia convincere e dà il via a un vortice crescente di prove, all’inizio divertenti, poi sempre più pericolose e prive di senso, che lo portano a rischiare grosso pur di esorcizzare la paura. L’unica a non subire il fascino delle sue challenge è Erica, una ragazza impegnata nella difesa dell’ambiente: le chiacchiere con lei saranno motivo di riflessione e di crescita, e regaleranno a Michelangelo emozioni superiori a qualsiasi pericolo…
Daniele Nicastro
Vengo io da te
Una storia per gli amanti dei videogiochi in cui è possibile, seguendo una pista dopo l’altra, varcare il confine tra il mondo reale e quello virtuale. Un racconto che dimostra l’energia potente delle relazioni, la paura di fallire, di essere giudicati dal sistema e la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo. Un libro che parla di amore, videogame, coraggio, crescita. Giada e Nico. Un legame speciale nato negli ultimi mesi di scuola. Arrivate le vacanze, lui sparisce nel nulla. Che fine ha fatto? Perché non risponde al telefono? Nessuno lo conosce veramente o sa dove abiti. L’unica cosa certa è che il suo avatar è stato visto in un famoso gioco online. Giada odia i videogiochi, ma è decisa: “Se non vieni tu, vengo io da te”.
Daniele Nicastro
Il ponte dei cani suicidi
Martino ha tredici anni, una madre iperprotettiva, un padre complicato e un affettuoso meticcio con barba e ciglia folte. Con Rumo si sente protetto, specialmente da quando avverte una strana presenza che lo segue. Non si ricorda esattamente quando è iniziato, forse addirittura l’ultimo anno delle elementari o forse prima ancora. In ogni caso ormai la sente ovunque vada. Anche se è mezzo sordo. Contemporaneamente in paese i cani iniziano a suicidarsi dallo storico ponte romano che tutti chiamano Ponte del Diavolo. Non c’è modo di prevedere quando e a chi accadrà. Non ci sono connessioni, razze più colpite di altre, tantomeno spiegazioni. Martino e l’amica Serena sono gli unici a indagare. Sfidano l’indifferenza e il pregiudizio degli adulti, e inorridiscono quando il colpevole appare davanti ai loro occhi: una creatura infernale che somiglia a un mastino nero. Lo Sfregiato. Martino è sovrastato dai timori. Un ragazzo come lui, mai andato lontano senza genitori, senza sostegno, come può affrontare una simile bestia? Eppure deve farlo: per salvare Rumo e se stesso dalle grinfie dell’oscurità. Ma anche per trovare il proprio posto nel mondo e liberarsi finalmente di ogni “mostruoso” timore.
Daniele Nicastro
Clementina Partigiana
Una storia di formazione e resistenza sullo sfondo della durissima eredità che la guerra lascia a vincitori e vinti.
1953. Alessandro vive a Torino, nel quartiere San Paolo. In famiglia è l’unico maschio perché gli altri se li è portati via la guerra, ma nessuno gli dice come. Inizia così un vortice crescente di indagini che lo porteranno a scoprire le vicende di famiglia. L’esilio spontaneo del nonno, le imprese del padre nelle brigate in Val di Susa e la loro morte, che hanno portato nonna Clementina a condurre… una doppia vita: casalinga per i vicini, in verità spia contro i nazisti. È da queste imprese che Alessandro prenderà il coraggio per difendersi da Walter, un prepotente figlio di papà che con la sua banda tormenta i ragazzi e le ragazze del quartiere.
Daniele Nicastro
La giornata contro le mafie
Il 21 marzo non è solo il primo giorno di primavera. È anche la giornata contro le mafie. Filippo e i suoi amici ne scoprono il significato quando, davanti a un capannone, leggono su uno striscione: «Bene confiscato alla mafia».
Daniele Nicastro
Il furto del secolo
Due ragazzini arguti, una rocambolesca indagine e una Parigi di inizio Novecento messa sottosopra alla ricerca del quadro più famoso del mondo, misteriosamente trafugato dal Louvre. Tutti gli ingredienti per un’avventura irresistibile!
Parigi, 21 agosto 1911. Il ladro penetra nel Louvre senza dare nell’occhio. Con un rapido movimento, stacca il quadro dalla parete lasciando un alone di polvere attorno. Deve far presto. La signora del ritratto gli rivolge un impercettibile sorriso mentre viene avvolta nella giacca. Pochi minuti dopo il ladro è fuori, si allontana con la camicia sudata e l’espressione trionfante: ha rubato La Gioconda!
Daniele Nicastro
Stalker
Floriana va alle superiori, ama gli amici e la sua indipendenza. Un giorno, al parco, un ragazzo le chiede come si chiama e lei pensa che sia il solito che vede una tizia carina e ci prova, perciò non risponde. Una settimana dopo eccolo di nuovo: la ferma per strada, la aspetta davanti alla scuola, poi sotto casa. E la chiama per nome, le intasa il telefono di messaggi. È l’inizio di un vortice di paura che dura tre lunghi mesi. Floriana si chiede in se stessa, non mette più le gonne, esce di casa solo se costretta. Vorrebbe chiedere aiuto, ma prima deve imparare a chiamare il ragazzo che la perseguita col suo vero nome: stalker.
Daniele Nicastro
Khalifa, un immigrato da medaglia
La storia di Khalifa inizia in Bangladesh, in una baracca, in condizioni di estrema povertà. Khalifa sogna di venire in Italia per migliorare la propria vita. Ma a Roma la sua vita non migliora affatto. Non trova né una casa né un lavoro e finisce a vivere in un buco fognario sulle rive del Tevere. Passa le giornate in attesa che accada qualcosa. E qualcosa accade: una persona sta annegando in mezzo al fiume. Khalifa si getta in acqua senza esitazione. Non pensa a se stesso, alla sua vita, al permesso di soggiorno scaduto. Pensa solo a quella persona. Ironia della sorte, mentre la donna è condotta in ospedale, a lui che l’ha salvata viene contestata l’irregolarità del soggiorno e le procedure prevedono il rimpatrio. È l’inizio di un’altalena di emozioni che, da ambulante senzatetto, lo porteranno a diventare Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Daniele Nicastro
Grande
Luca, tredici anni, voleva andare in vacanza con gli amici. Invece gli tocca il soggiorno in Sicilia, nel paese di nessuno. Per fortuna Luca conosce Mario, con motorino e ultimo iphone, che lo invita al bar. Luca non è mai stato in un bar. Quelle sono cose da grandi e lui non vede l’ora. L’estate è salva, ma dietro tutta quella libertà, le feste in piscina e la fratellanza con i nuovi amici si nasconde un nemico feroce e spietato. Il suo nome è Mafia. Eppure Luca sa riconoscere un guaio quando ci finisce dentro. E questo è il più grosso che gli sia mai capitato… Uno straordinario romanzo d’esordio che parla di crescita, di amicizia e di mafia.
Marilù Oliva
Marilù Oliva, nata a Bologna, è scrittrice, saggista e docente di lettere. Per Solferino è uscita “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre”, una riscrittura in chiave femminile molto fedele al poema omerico. Con HarperCollins ha pubblicato Le spose sepolte (2018), inaugurando l’avvincente saga della poliziotta Micol Medici, connotata da una mente scientifica ma dotata di un talento: di notte fa dei sogni, cui dà una spiegazione razionale, che le rivelano dettagli preziosi per le indagini. Nel 2019 è uscito Musica sull’abisso. L’autrice ha scritto altri romanzi a sfondo giallo e noir, indagando sui lati oscuri della nostra società e sulle categorie più esposte, da lei definitive “non protette”. Nel 2019 ha co-curato per Zanichelli un’antologia sui Promessi Sposi. Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità, ha realizzato inoltre due antologie patrocinate da Telefono Rosa. Collabora con diverse riviste ed è caporedattrice del blog letterario Libroguerriero.
Marilù Oliva
L’Iliade cantata dalle dee
Riportando in vita l’Iliade come un coro di voci femminili, Marilù Oliva ribalta la prospettiva sulla più maschile delle vicende, la guerra, riappropriandosene a nome di tutte: delle troppe vinte, umiliate, violate, ma anche delle poche vincitrici apparenti, destinate ad afferrare trionfi effimeri come la vendetta. Un’epica potente, commovente, palpitante: indimenticabile.
Chi combatte sotto le mura di Troia? Gli eroi, ma anche gli dèi e, con molto accanimento, le dee. Dopotutto, questa immane contesa è stata scatenata da una rivalità tra divine: la famosa mela d’oro assegnata da Paride ad Afrodite, che in cambio gli ha dato Elena. E così, con occhi femminili stavolta è raccontata l’Iliade. È Atena a parlarci dell’ira di Achille, ed è la madre dell’eroe, Teti, a spiegare i moti dell’animo di suo figlio, le sue scelte che tanto sangue costeranno ai due eserciti. Afrodite tiene un occhio sul campo di battaglia e un altro sui suoi protetti Paride ed Enea, di cui ci narra le gesta, senza nascondere le proprie ingerenze. La sua rivale Era, per contro, tifa per i Greci e cerca di favorirne la vittoria. E poi ci sono due donne speciali, l’una figlia di Zeus, l’altra toccata da Apollo: Elena e Cassandra, che da dietro le mura di Troia testimoniano il fato atroce dell’altra metà del cielo in ogni conflitto. Ma di chi è la voce che grida la sua disperazione e si predispone al sacrificio, mentre la città brucia? È la moglie di Enea, Creusa, una protagonista che la storia ha lasciato indietro ma che ha qualcosa di molto importante da rivelare.
Marilù Oliva
Miti straordinari. Storie di eroine, eroi, divinità e creature che non ti aspetti
Ti è mai capitato di usare la parola “straordinario”? Se sì, saprai che le sue sfumature sono tante: può voler dire diverso, fuori dal normale… ma anche speciale, unico. Come unico è questo viaggio nella mitologia che percorre le strade meno note della tradizione classica. Qui conoscerai una versione insolita di eroi ed eroine, donne e uomini, creature e divinità che per la prima volta mettono a nudo segreti, paure, imperfezioni e stranezze. E scoprirai quanto ciò che siamo abituati a nascondere è in realtà la parte più interessante della storia! Perché in fondo sono proprio quelle caratteristiche a fare tanto eccezionali i personaggi del mito: cosa rende affascinante la figura del Minotauro più del suo aspetto e della sua anima tormentata? Come potrebbe essere potente e terribile Medusa, se non grazie ai serpenti della sua chioma? Marilù Oliva ci mostra il bello di essere tutti diversi gli uni dagli altri e l’importanza di accettarsi per come si è. Perché quelli che vediamo come difetti da correggere possono essere impareggiabili punti di forza, un’arma vincente per distinguerci, ciò che ci permette di fare la differenza per gli individui unici che siamo.
Marilù Oliva
I Divini dell’Olimpo
Dèi come noi: è proprio il caso di dirlo, parlando degli appassionati e litigiosi abitanti dell’Olimpo. I miti e le storie legati a ognuno di loro sono innumerevoli e coprono l’intera gamma dei sentimenti umani: l’amore e il desiderio, innanzitutto, ma anche la collera, l’amicizia, l’offesa, il dolore. In questo libro incontriamo quattro vere e proprie celebrities. Il primo è Zeus, padre di tutti gli dèi, nonché di molti figli illegittimi nati dai suoi continui tradimenti e da avventure erotiche letteralmente leggendarie. Poi ci sono due delle sue predilette, la combattiva Atena e la frivola Afrodite, diversissime tra loro ma entrambe con il vizio di intervenire nelle vicende umane, in soccorso ai loro protetti, portando quasi sempre lo scompiglio. E infine c’è un dio ombroso, a cui spesso non si rende giustizia: Ade dal fascino discreto, sovrano del regno dei defunti ma anche marito fedele e innamorato. Attorno a loro si intrecciano le storie della complessa e decisamente disfunzionale «famiglia» olimpica: dalle vicende più note, come il famoso aneddoto della mela di Paride che contrappose tre dee di primo piano, a quelle meno ricordate, come la fanciullezza di Atena in Libia. La Grecia antica non è mai stata così moderna: con una narrazione colta e accattivante, ricca di fonti e ricostruzioni, Marilù Oliva apre per noi il tesoro di ricchezze simboliche e interpretative che fanno dell’Olimpo una inesauribile fonte di rivelazioni: su noi stessi, sui nostri comportamenti, sulle relazioni che viviamo e sulle debolezze che possiamo superare.
Marilù Oliva
L’Eneide di Didone
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.
Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.
Marilù Oliva
Biancaneve nel Novecento
Giovanni è un uomo affascinante, generoso e fallito. Candi è una donna bellissima che esagera con il turpiloquio, con l’alcol e con l’amore. E Bianca? È la loro unica figlia, che cresce nel disordinato appartamento della periferia bolognese, respirando un’aria densa di conflitti e di un’inspiegabile ostilità materna. Fin da piccola si rifugia nelle fiabe, dove le madri sono matrigne ma le bambine, alla fine, nel bosco riescono a salvarsi. Poi, negli anni, la strana linea di frattura che la divide da Candi diventa il filo teso su un abisso sempre pronto a inghiottirla. Bianca attraversa così i suoi primi vent’anni: la scuola e gli amori, la tragedia che pone fine alla sua infanzia e le passioni, tra cui quella per i libri, che la salveranno nell’adolescenza. Negli anni Novanta, infatti, l’eroina arriva in città come un flagello e Bianca sfiora l’autodistruzione: mentre sua madre si avvelena con l’alcol, lei presta orecchio al richiamo della droga. Perché, diverse sotto ogni aspetto, si somigliano solo nel disagio sottile con cui affrontano il mondo? È un desiderio di annullarsi che in realtà viene da lontano, da una tragedia vecchia di decenni e che pure sembra non volersi estinguere mai: è cominciata nel Sonderbau, il bordello del campo di concentramento di Buchenwald.
Marilù Oliva
L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre
L’Odissea raccontata, per quadri, in prima persona dalla voce delle protagoniste. Un curioso e riuscito alternarsi di punti di vista che fa vibrare di nuova vita un classico immortale, rendendolo accessibile a un pubblico più vasto e combinando spessore narrativo, valore didattico, e uno sguardo universale sulla varietà e sulla verità dei sentimenti.
C’è Calipso che deve lasciar andare Ulisse sebbene ne sia innamorata, c’è Nausicaa seduttrice immatura ma pericolosamente potente, c’è Circe dominatrice che disprezza gli uomini ma allo stesso tempo ne ha bisogno, ci sono le Sirene incantatrici e distruttrici, c’è Euriclea la nutrice e naturalmente Penelope la sposa in attesa. Ciascuna narra la sua parte della celebre epica, portando il proprio, inedito, punto di vista e ribaltando la prospettiva unica dell’eroe maschile nella polifonia del femminile. E tra l’una e l’altra donna parla Atena, “dea ex machina”, che sprona sia Telemaco sia Ulisse a fare ciò che devono: la voce della grande donna dietro ogni grande uomo.
Marco Onnembo
Marco Onnembo, nato a Eboli nel 1976, è un dirigente d’azienda e giornalista. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione e il Master in Giornalismo alla Luiss nel 2001, si è specializzato in Marketing presso la Wharton School di Filadelfia e la Graduate School of Business di Chicago. Ha collaborato con numerose testate giornalistiche, quali Affari & Finanza – la Repubblica, Panorama, Economy, Radiocor – Il Sole 24 ORE. Negli anni, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in importanti gruppi quali Finmeccanica, Guru, Ferrari, Telecom Italia. Ora è in Cassa Depositi e Prestiti.
Marco Onnembo
Il metro del dolore
Fuma il sigaro. Beve whiskey. In confessionale, perdona (e comprende) quasi ogni cosa. Prima di tutto, come uomo. Non condanna l’omosessualità. Frequenta i pub e ai cattolici preferisce i protestanti. Don Carmine Pastore è un prete “strano”, “moderno”, “politicamente scorretto”. Anzi, non lo è più. E lo dice subito: ha perso la sua fede chissà dove. Eppure, è il sacerdote, l’uomo che tutti vorremmo incontrare almeno una volta nella vita. I più giovani per porsi domande. I più grandi per trovare risposte. Il dubbio è il suo orizzonte e il manifesto di un’inquietudine che abbraccia l’uomo di ogni tempo. Immigrato da bambino negli Stati Uniti con la famiglia, ci racconta la sua vita e perché, dopo un finale agghiacciante, ha deciso di lasciare il sacerdozio. Ma, quando tutto sembra perduto, la speranza ritorna, donando luce a uno spaccato di dannazione e un bisogno di redenzione che riguarda tutti gli uomini alla ricerca di Dio o di loro stessi.
Daniela Palumbo
Daniela Palumbo è nata a Roma, vive a Milano.
Giornalista, scrittrice di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza. Lavora nella redazione del mensile di strada, Scarp de’ Tenis, di Caritas Ambrosiana.
Daniela scrive di uomini e donne, di ragazze e ragazzi, di bambini e bambine. Spesso racconta temi difficili, nella ricerca della bellezza. Non c’è contraddizione: in tutte le storie difficili gli esseri umani manifestano (anche) la Bellezza. Quella che cambia la prospettiva e modifica lo sguardo. Ha pubblicato con gli editori San Paolo, Giunti, Piemme, Mondadori, Paoline, Electa-Young Mondadori, Einaudi Ragazzi, Coccole Books, Terra Santa.
Ha vinto il Premio Battello a Vapore Piemme 2010, con il libro Le valigie di Auschwitz. Nel 2015 ha scritto un libro con la senatrice Liliana Segre, Fino a quando la mia stella brillerà. Fra i premi vinti ricordiamo Il Gigante delle Langhe, Giovanni Arpino, Laura Orvieto, Minerva, Le terre del Magnifico, il premio catalano Atrapallibres, premio Sanguinetto città di Castello, Premio Galdus, Chiave di Lettura. I suoi libri sono tradotti in Cina, Argentina, Spagna, Colombia, Turchia, Corea, Cile, Messico, Perù, Polonia, Brasile.
Daniela è su Facebook su twitter è @danielapalumb10 – su instagram è vento_forte
Daniela Palumbo
Noi, ragazze senza paura
Margherita Hack, Denise Garofalo, Franca Rame, Franca Viola, le maestre marchigiane, Ilaria Alpi, Alda Merini, Teresa Mattei… scienziate, giornaliste, maestre, rivoluzionarie: donne italiane molto diverse tra loro, ma tutte indipendenti, fuori dagli schemi, coraggiose. Note, meno note o sconosciute, le ragazze che hanno ispirato le otto storie di questo libro un giorno hanno guardato in faccia le loro paure e hanno detto “no”. A volte pagando un prezzo altissimo, a volte semplicemente scegliendo di vivere la propria vita così come desideravano. Il loro gesto ha rotto con il passato, abbattuto muri, scardinato pregiudizi e, soprattutto, tracciato la strada per il più grande sogno di ogni ragazza a venire: la libertà.
Daniela Palumbo
A un passo da un mondo perfetto
Germania, 1944. Iris ha undici anni, quando si trasferisce con la famiglia in un paese vicino a Berlino. Il padre è un capitano delle SS promosso a vicecomandante del campo di concentramento che sorge laggiù, mentre la madre è una donna autoritaria con una grande passione per i fiori. La nuova casa è bellissima, grande e circondata da un immenso giardino, di cui si prende cura un giardiniere. Di lui Iris sa ben poco, sa solo che è ebreo e che tutte le mattine arriva dal campo, per poí tornarci dopo il tramonto. A Iris è vietato rivolgergli la parola perché è pericoloso, ma la curiosità è più forte di lei. Comincia ad avvicinarsi di nascosto a quello sconosciuto con la testa rasata e la divisa a righe. Comincia anche a lasciargli piccoli regali nel capanno degli attrezzi, in un cassetto segreto, e lui ricambia con disegni abbozzati su un quaderno. Così, giorno dopo giorno, tra i due nasce un’amicizia clandestina fatta di gesti nascosti e occhiate fugaci, un’amicizia in grado di far crollare il muro invisibile che li separa e di capovolgere il mondo perfetto in cui Iris credeva di vivere.
Daniela Palumbo / Liliana Segre
Fino a quando la mia stella brillerà
La sera in cui a Liliana viene detto che non potrà più andare a scuola, lei non sa nemmeno di essere ebrea. In poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali di suo papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata.
Milano, 30 gennaio 1944: dal binario 21 della Stazione Centrale parte il treno diretto ad Auschwitz. Liliana Segre sarà l’unica bambina a fare ritorno. A tenerla in vita in quell’inferno di dolore sono il pensiero di suo padre, deportato come lei, e la speranza di ritrovarlo vivo.
Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua stella. Poi ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu continuerai a brillare. Un viaggio nell’abisso da cui Liliana riemerge solo grazie all’amore per la vita.
Daniela Palumbo
Il faggio che voleva fare girotondo
In un cortile fra alti palazzi abita un grande albero. È un Faggio solitario, dimenticato nell’indifferenza di tutti. Tutti i giorni Faggio chiama. Flavia un giorno, chissà come e chissà perché, lo sente. La mamma ha fretta, la tira, ma lei vuole andare dall’albero. Entra nel cortile e si presenta. «Mi chiamo Flavia», dice a voce bassa. «E tu?» È una storia semplice, che cammina lentamente, quella scritta da Daniela Palumbo. La trama poetica intreccia temi importanti: il rapporto con l’ambiente e la natura, il valore dell’amicizia, la capacità di cogliere i sentimenti degli altri. Una fiaba di amicizia e complicità fra un albero e una bambina. Una storia che parla dell’impazienza dei grandi e del desiderio di rallentare dei più piccoli. Incorniciata dalle illustrazioni di Natascia Ugliano, la fiaba aiuta piccoli e grandi a fare pace con il proprio mondo interiore e a guardare la realtà con occhi nuovi.
Daniela Palumbo
Le valigie di Auschwitz
Un libro dedicato alla Shoah che racconta le leggi razziali dal punto di vista di 5 bambini ebrei, Jakob, Hannah, Carlo, Emeline e Dawid: la loro vita cambia improvvisamente, drammaticamente, con l’avvento delle leggi razziali che polverizzano i diritti civili degli ebrei. E’ il primo passo per renderli soli, poi il viaggio verso i lager con una valigia riempita in fretta. Nei campi di sterminio non sono più persone, diventano haftling, che in tedesco significa prigioniero, sono chiamati stucke (pezzi) e vengono marchiati con i numeri. L’haftling, se funziona va avanti, quando si rompe viene buttato via. E i bambini sono i primi a essere cancellati dalla follia nazista.
Daniela Palumbo
Parola di elefante
L’elefante Benny ha delle piccole, dolci abitudini. Tutti i giorni alle tre del pomeriggio, accompagnato dalla formichina Livia, attraversa la Giungla fino al Lago Verde per raccogliere l’acqua per i suoi fratelli elefanti. Lì lo aspetta Stellina, una stella alpina dimenticata da un ingegnere di Zurigo in un piccolo vaso di coccio: anche a lei Benny ogni giorno porta acqua fresca. Stellina e Benny si vogliono bene, anche se i saggi del Gran Consiglio non approvano! Un giorno però Benny trova una brutta sorpresa: il lago Verde è vuoto! Neanche più una goccia d’acqua! Che cosa è successo? “Sono stati gli uomini” racconta Stellina. Come faranno gli animali della Giungla a dissetarsi?
Adriana Pannitteri
Giornalista, lavora al tg1 Rai. Ha seguito come inviata i casi più scottanti di cronaca. Ha pubblicato tra gli altri i saggi: Madri assassine, diario da Castiglione delle Stiviere (Alberto Gaffi editore, 2006); Vite sospese, eutanasia un diritto? (Aliberti editore, 2007); La vita senza limiti con Beppino Englaro (Rizzoli, 2009); La pazzia dimenticata, viaggio negli ospedali psichiatrici giudiziari (L’asino d’oro, 2013); Malattia mentale e zone d’ombra, diario di una giornalista (Edizione Grifo, 2021) e In nome del popolo televisivo (Vallecchi, 2022), scritto con il magistrato Valerio de Gioia. Cronaca di un delitto annunciato sulla problematica del femminicidio (L’asino d’oro, 2017) è il suo primo romanzo. Il suo ultimo romanzo, La forza delle donne (Giulio Perrone Editore, 2020), è dedicato alla problematica del femminicidio e rivolto in particolare ai ragazzi. Attualmente lavora al tg1 ed è vicecaporedattrice a Tv7- Speciali. Fa parte di Netforpp, ente di ricerca psichiatrica, con il quale organizza i corsi di formazione professionali su tematiche sensibili in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti. Ha realizzato lo Speciale Tg1 “Carramba! Che Carrà”, andato in onda il 10 luglio 2022.
Adriana Pannitteri
Il sangue delle donne
Più vittime della mafia. Il confronto tra reati può sembrare paradossale ma negli ultimi anni abbiamo acquisito una consapevolezza: troppe donne muoiono per mano dei loro compagni. Chi si salva ha sul proprio corpo ferite profonde e devastanti, reclama giustizia e lotta perché non ci siano altre vittime. Le leggi, come il Codice Rosso, hanno posto al centro della politica e dell’opinione pubblica il tema, ma sono ancora troppi i nodi scoperti. I media parlano ogni volta dell’ennesimo femminicidio e quel termine, ennesimo, è entrato nel lessico – per paradosso – fino a diventare una abitudine alla quale rischiamo di rassegnarci. Storie drammatiche che talvolta potevano essere evitate. La denuncia non basta e lo testimoniano i figli doppiamente orfani di queste donne. Che cosa è mancato? Che cosa dobbiamo cambiare? Come vincere la rassegnazione? Come non lasciare sole queste persone superando burocrazie e indifferenza delle istituzioni? Un filo rosso unisce questi incontri e queste tragedie.
Adriana Pannitteri
Raffaella Carrà. La ragazza perfetta
Un universo variopinto nel quale emergono aneddoti su un’artista unica e completa che ha rappresentato l’Italia in tutto il mondo. Raffaella Carrà ci viene restituita nella grandezza del suo percorso professionale e umano. Anche con le sue fragilità.
Adriana è una nota giornalista che, sollecitata da una sua amica, decide di scrivere un libro e di girare un documentario su Raffaella Carrà dopo la sua morte. Nel suo mondo, come in quello di tutti noi, la Carrà c’è stata e i ricordi riaffiorano. Adriana era bambina quando per la prima volta vide in tv Raffaella che ballava il Tuca Tuca. Una rivoluzione anche per i suoi genitori e per tutti quei bambini che dagli anni ’70 in poi sarebbero diventati i suoi fan e che avrebbero visto in Raffaella un’icona di libertà e di riscatto. Il cammino della giornalista si snoda quindi attraverso il recupero di quei frammenti di ricordi e soprattutto attraverso gli incontri con chi ha conosciuto, lavorato e vissuto con la Carrà: il ballerino che si esibì con lei nel Tuca Tuca, il suo truccatore, il parrucchiere, gli autori dei suoi programmi e delle sue canzoni, le persone con cui giocava a carte nei momenti di svago, i frati di San Giovanni Rotondo dove ha voluto che le sue ceneri fossero portate in pellegrinaggio, gli amici di Porto Santo Stefano, il suo luogo del cuore ( dove è la sua tomba), la ragazzina che, seguendo i suoi insegnamenti, ha realizzato il sogno di diventare una etoile internazionale.
Adriana Pannitteri
In nome del popolo televisivo
Da principio fu Annamaria Franzoni. Era il 30 gennaio del 2002. Chi non la ricorda con lo sguardo velato e i singhiozzi nel salotto di Studio Aperto, a pochi mesi dalla morte del piccolo Samuele? Valerio de Gioia e Adriana Pannitteri affrontano una serie di casi che hanno suscitato negli anni una incredibile attenzione mediatica. Tra gli altri: l’omicidio di Melania Rea, il caso di Ferdinando Carretta, la morte di Marco Vannini, la tragica fine di Lorys, divenuti nel tempo appuntamenti imprescindibili nell’ambito di contenitori e programmi televisivi caratterizzati, tranne rare eccezioni, da morbosità e derive di cattivo gusto. Basti pensare alla serializzazione della vicenda di Denise Pipitone che ha finito per invadere i palinsesti della televisione pubblica e privata in una sfida che non ha risparmiato colpi di scena a opera anche di Pubblici ministeri, questa volta veri, che si sono occupati delle indagini, per offrire agli spettatori l’ultimo tassello di quella che viene sempre annunciata come «una nuova svolta nelle indagini». Ovviamente lo share detta le regole e decide i palinsesti.
Giusi Parisi
Giusi Parisi è nata nel 1978 a Palermo, dove vive e insegna in un liceo. Collabora con diverse case editrici come autrice di libri di testo di storia, geostoria e geografia e tiene laboratori di scrittura creativa nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Appassionata lettrice di libri per bambini e ragazzi, considera questi strumenti indispensabili per lo sviluppo della creatività e del libero pensiero. Con Einaudi Ragazzi ha pubblicato Io, bullo – Da una storia vera, Bullismo – Una storia per capire, Baghdad Rock e Il fuoco dentro.
Giusi Parisi
Bullo, per sempre?
Un bullo può davvero cambiare o resterà per sempre prigioniero del proprio passato? Alessandro è cambiato. Era un bullo, temuto dai compagni di scuola e nemico degli insegnanti. Ora inizia la terza media con serenità e buoni propositi. Le cose, però, iniziano ad andare male molto presto: il padre viene arrestato, il fratello entra in combutta con un ladro per fare soldi facili e Alessandro è coperto di vergogna, e prova una rabbia che riversa ingiustamente sugli altri. Possibile che non riesca a prendere le distanze dal proprio passato? Che debba vivere condizionato dagli errori del padre? Che agli occhi degli altri sia per sempre un bullo? Un libro di narrativa per ragazzi dagli 11 anni, atteso seguito di “Io, bullo – Da una storia vera”, di Giusi Parisi. Un aiuto per ragazzi, genitori ed insegnanti per affrontare un argomento difficile e spinoso come il bullismo. Età di lettura: da 11 anni.
Giusi Parisi
Il fuoco dentro
Un libro di narrativa per ragazzi dai 13 anni, rivolto a chi si trova ad affrontare imprevisti familiari e personali e a gestire, con difficoltà, emozioni e reazioni forti e contrastanti. Una storia che parla ai ragazzi di oggi e tratta temi centrali nelle loro vite come il rapporto con i genitori e la difficoltà di crescere. Quanto può bruciare di rabbia un ragazzo che ha subito un’ingiustizia? E se quell’ingiustizia arriva addirittura dalle persone più amate, l’incendio riuscirà mai a estinguersi? Daniel ama la sua famiglia: sua madre, suo padre e sua sorella Cat, che ha bisogno delle sue cure e da cui riceve un affetto sconfinato. Da un po’ di tempo, però, avverte che qualcosa è cambiato, qualcosa che mette a repentaglio la loro armonia. E quando, per puro caso, scopre che i suoi genitori sono separati in casa e che tutti, compresi la sua adorata Cat e il suo migliore amico, gliel’hanno tenuto nascosto, la delusione e la rabbia lo portano ad avvicinarsi a una banda di teppisti, ragazzi poco più grandi di lui che si divertono ad appiccare il fuoco a cose e animali. Daniel sente che quello che sta facendo è sbagliato, e le parole del senzatetto Tore, per tutti il “Gigante Buono”, aprono faglie nella sua coscienza, ma in lui arde troppo forte il desiderio di vendetta. Riuscirà a riprendere il controllo di sé, prima che sia troppo tardi, prima che la “Gang del fuoco” commetta il più estremo dei gesti?
Giusi Parisi
Baghdad Rock
Sally ha quattordici anni e vive a Baghdad. La sua famiglia è di fede islamica e suo nonno è fortemente tradizionalista, ma lei veste all’occidentale, adora il rock e si dichiara una «ragazza non appartenente». La passione per la musica le vibra dentro e riempie il suo mondo, e quando il suo amico Moosa le offre la possibilità di suonare una batteria e di creare una band Sally ne è entusiasta. Sa, però, che le persone che ha intorno non le permetterebbero mai e poi mai di seguire questo sogno, e se scoprissero che suona nascosta in un magazzino con dei ragazzi le conseguenze per lei sarebbero gravissime. Ma la sua bravura non può restare nascosta, e presto, proprio a causa del suo talento, Sally vedrà il suo futuro messo a repentaglio e dovrà lottare con tutta se stessa per affermare il diritto a essere libera, a essere quella che è.
Giusi Parisi
Bullismo. Una storia per capire
Le giornate trascorrono normalmente tra i compagni di allenamento in un’associazione sportiva, fino a quando arriva Carlotta, una dodicenne minuta, timida e maldestra che diventa subito oggetto di scherno. Video, meme, fotografie che la riprendono nei momenti più buffi circolano in una chat di gruppo dalla quale Carlotta è esclusa. Le cose cambieranno con la convocazione di Marilena, ispettrice della Polizia Postale che farà ragionare tutti insieme sulle possibili soluzioni per scongiurare un fenomeno tanto diffuso. Una storia per riflettere su se stessi e sulle relazioni con gli altri, emozioni, sogni, ma soprattutto ferite, a volte indelebili, che un gesto o una parola possono provocare negli altri.
Giusi Parisi
Io, bullo
Alessandro è un ragazzo di tredici anni che vive in una delle periferie più difficili di Palermo. L’arresto forzato del padre, accusato di omicidio segna il suo modo di relazionarsi con gli amici. Nessuno osa contraddirlo, tranne Caterina che lo fronteggia senza timore. Un giorno, Alessandro mette a repentaglio la vita di un compagno, anche se non era sua intenzione. Da questo tragico evento inizia una riflessione su se stesso.
Sandra Petrignani
Vive tra Roma e la campagna umbra. Ha scritto il libro di viaggio Ultima India; i racconti raccolti in Il catalogo dei giocattoli, Vecchi, Poche storie; i romanzi Dolorose considerazione del cuore, Navigazioni di Circe, Care presenze, Come fratello e sorella; le interviste Le signore della scrittura. Con La scrittrice abita qui, che è diventato anche un audiolibro letto dalla stessa autrice, è stata finalista al Premio Strega 2003.
Sandra Petrignani
La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg
Narratrice, saggistra, commediografa, infine parlamentare, Natalia è una “costellazione” e la sua vicenda s’intreccia alla storia del nostro paese. Un destino appassionante il suo: unica donna in un universo maschile a condividere un potere editoriale e culturale che in Italia escludeva completamente la parte femminile. E donna vulnerabile, e innamorata di uomini problematici. A cominciare dai due mariti: uomini fuori dall’ordinario ai quali ha dedicato nei suoi libri indimenticabili ritratti.
Pif
Pif è un conduttore televisivo, autore, sceneggiatore e regista italiano. All’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, Pif inizia la sua carriera lavorando come assistente alla regia di Franco Zeffirelli in Un tè con Mussolini (1998) e con Marco Tullio Giordana ne I cento passi (2000). Nel 2000 Pif diventa autore televisivo, acquistando poi celebrità con “Le Iene”, dove lavora come autore e inviato dal 2001 al 2010. Nel 2007 per Mtv realizza “Il testimone”, il suo primo programma individuale, tra i più originali e innovativi del panorama televisivo odierno. Nel 2017 è su Rai3 con il suo “Caro Marziano”. Al cinema intervista Ettore Scola nel documentario Ridendo e scherzando. Nel 2013 debutta alla regia con il suo primo lungometraggio La mafia uccide solo d’estate, per il quale vince due David di Donatello, tra cui quello come miglior regista esordiente e un Efa (European Film Awards) come miglior commedia, dal quale è stata tratta una serie televisiva per Rai Uno. Il suo secondo film è In guerra per amore (2016). Feltrinelli ha pubblicato … che Dio perdona a tutti (2018), il suo primo romanzo. Nel 2021 ha scritto con Marco Lillo Io posso. Due donne sole contro la mafia (Feltrinelli). Nel 2022 esce La disperata ricerca d’amore di un povero idiota.
Pif
La disperata ricerca d’amore di un povero idiota
Arturo è alla ricerca delle sette anime gemelle scelte per lui da un nuovo algoritmo. Esiste l’anima gemella? Ed è una sola oppure sono tante? Un viaggio attorno al mondo cercando l’amore.
“L’amore non è una formula matematica, non ci si può innamorare facendo dei calcoli.” Almeno questo è quello che pensa Arturo fino a quando rivede un vecchio compagno di classe, l’irritante Gianfranco Zamboni – ora ingegnere informatico. Dopo anni di lavoro a testa bassa, Arturo si è appena reso conto che amici e colleghi nel frattempo si sono sposati o convivono, molti hanno messo al mondo dei bambini e alcuni si sono già separati. Alle soglie dei quarant’anni, è ora di pensare a quel futuro che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Ma come si trova l’anima gemella, la persona che si è proprio sicuri sia quella giusta? L’incontro con il vecchio compagno di scuola sembra un appuntamento con il destino, perché Zamboni è a capo di un progetto sperimentale: una app finalmente efficace nel rilevare l’affinità fra persone. E siccome Arturo è un citazionista accanito, facendo sua la massima di Mae West “Tra due mali, scelgo sempre quello che non ho mai provato prima”, si butta nella sperimentazione. Mentre sembra stia nascendo una simpatia con Olivia, la ragazza dal sorriso raggiante che lavora nella mensa aziendale, l’app gli rivela che ha sette anime gemelle sparse per l’Italia e per il mondo. Nonostante il parere contrario dell’amico Carlo, inguaribile romantico, che lo spinge a uscire con Olivia, Arturo inizia il suo viaggio carico di speranza – ma anche di goffaggine e tanti dubbi. Da Siena alla Svezia, da Dubai alla Groenlandia, scoprirà molto su di sé, sui rapporti di coppia a ogni latitudine, e su cosa sia davvero un’anima gemella. Pif torna al romanzo con la sua voce inconfondibile e lo sguardo intelligente e critico, eppure sempre pieno di tenerezza, sulle contraddizioni del nostro presente, sulle fragilità fra il tramonto delle vecchie certezze e i falsi miti di nuove verità. Un romanzo picaresco ed esilarante sull’amore.
Pif
Io posso. Due donne sole contro la mafia
Immaginate di tornare un giorno a casa vostra e di trovarci un costruttore legato alla mafia che vi dice che quella non è casa vostra, ma sua. E che, qualche anno dopo, ve la danneggi gravemente per costruirci accanto un palazzo più grande. E immaginate di dover aspettare trent’anni prima che un tribunale italiano vi dia ragione e vi riconosca un compenso per i danni, che però nessuno vi pagherà mai, dato che il costruttore nel frattempo è stato condannato perché legato alla mafia. E ancora, immaginate che di quella somma, che non riceverete mai, l’Agenzia delle entrate vi chieda il 3 per cento. Questo è quello che, più o meno, è successo a Maria Rosa e Savina Pilliu. “Più o meno”, perché in trent’anni, in realtà, è successo questo e molto altro. Venuti a conoscenza della vicenda, Pif e Marco Lillo hanno deciso di raccontarla in questo libro, con l’intenzione di aiutare concretamente le sorelle Pilliu, e cambiare il finale della storia. Perché questa storia non è ancora finita, e assieme possiamo ribaltare il senso di quell’“Io posso” che sottintende sempre “e tu no”: “Io posso e tu no perché io sono lo Stato e tu no.”
Veronica Pivetti
Attrice, doppiatrice, conduttrice televisiva e radiofonica.È conosciuta dal grande pubblico per il film di Verdone “Viaggi di nozze”, la conduzione insieme a Raimondo Vianello ed Eva Herzigova del Festival di Sanremo e molte fiction di successo, fra cui “Commesse”, “Il maresciallo Rocca”, “Provaci ancora Prof!” e “La ladra”. Nel 2013 Mondadori ha pubblicato Ho smesso di piangere. La mia odissea per uscire dalla depressione. Nel 2017, sempre per Mondadori, pubblica Mai all’altezza. Come sentirsi sempre inadeguata e vivere felice. Del 2019 Per sole donne e del 2022 Tequila bang bang. Un giallo messicano, entrambi editi da Mondadori.
Veronica Pivetti
Tequila bang bang
Tre donne. La protagonista, il suo ex marito, sua madre. L’ingenua, il bello e la perfida. La madre, algida e chicchissima donna d’affari, traffica coi narcos messicani, finché l’ignara figlia Jole, ex ballerina del Crazy Horse, mentre mamma è in Messico, trova un cadavere senza testa nel suo appartamento e l’ex marito – ora felicemente Corinna – l’aiuta a sbarazzarsene, ma così facendo finiscono tutt’e due nelle grinfie dei criminali, che le rapiscono e le portano a Mexico City, dal boss dei boss Xavier, detto “la Tumba”, amante segreto dell’anziana madre. Da quel momento piovono pallottole, coltellate, fucilate, esplodono esplosivi, crollano capannoni pieni di droga, e la droga sparisce e tutti muoiono come mosche. E in questo putiferio le nostre eroine riescono a scappare, sempre più lacere e sanguinanti nei loro abiti griffati e Louboutin tacco 13, per finire fra le fauci vendicative della più feroce banda criminale del pianeta. Il libro gronda sangue, massacri, cervelli spappolati, occhi infilzati col tacco 13, esplosioni, ammazzamenti, trappole mortali, cimici fritte da sgranocchiare come chips, sigari ripieni di droga, killer muti, centenari carogne, ottantenni sexyssime, traditori maldestri, in un crescendo splatter da far invidia a Tarantino. Eppure, tutto questo ha un effetto inaspettato: mette di buon umore. E ci fa dimenticare, per 420 pagine, i nostri guai. Buon divertimento.
Rosella Postorino
Rosella Postorino (1978) con il suo romanzo Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018), tradotto in 33 lingue, ha vinto il Premio Campiello e altri 9 premi, tra i quali, per l’edizione francese (La Goûteuse d’Hitler, Albin Michel, 2019), il Prix Jean-Monnet. Da questo romanzo sarà tratto un film per la regia di Silvio Soldini. Ha pubblicato anche La stanza di sopra (2007, Premio Rapallo Carige Opera Prima), L’estate che perdemmo Dio (2009, Premio Benedetto Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis), Il corpo docile (2013, Premio Penne), Il mare in salita (2011). Nella narrativa per ragazzi ha pubblicato con Salani Tutti giù per aria (2019) e Io, mio padre e le formiche (2022). Il suo ultimo romanzo, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli, 2023), è stato finalista al Premio Strega. Editor di Einaudi Stile Libero, collabora con «La Repubblica», «La Stampa» e «7», il magazine del «Corriere della Sera», e ha scritto per tutte le maggiori testate italiane.
Rosella Postorino
Mi limitavo ad amare te
Omar ha dieci anni e passa le giornate alla finestra sperando che sua madre torni: da troppi giorni non viene, e lui non sa più nemmeno se è viva. Suo fratello gli strofina il naso sulla guancia per fargli il solletico, ma non riesce a consolarlo. Senza la madre il mondo svapora. Solo Nada lo calma, tenendolo per mano: soltanto lei, con i suoi occhi celesti, è per Omar un desiderio. Ha undici anni, sulla fronte una vena che pulsa se qualcuno la fa arrabbiare, e un fratello, Ivo, grande abbastanza da essere arruolato. Nada e Omar sono bambini nella primavera del 1992, a Sarajevo.
Per allontanarli dalla guerra, una mattina di luglio un pullman li porta via contro la loro volontà. Se la madre di Omar è ancora viva, come farà a ritrovarlo? E se Ivo morisse combattendo? In viaggio per l’Italia, lungo strade ridotte in macerie, Nada conosce Danilo, che ha mani calde e una famiglia, al contrario di lei, e che un giorno le fa una promessa.
Nessuna infanzia è spensierata, ciascuno di noi porta con sé le sue ferite, ma anche quando ogni certezza sembra venire meno, possiamo trovare un punto fermo attorno al quale far girare tutto il resto.
Mi limitavo ad amare te entra nelle fibre del lettore colpendo quel punto come una freccia. Ispirato a una storia vera, è un romanzo di ampio respiro, di formazione, di guerra e d’amore, che si colloca a pieno titolo nella tradizione del grande romanzo europeo. Con la sua scrittura precisa e toccante, Rosella Postorino torna a indagare le nostre questioni private, quelle che finiscono per occupare il centro dei pensieri e delle azioni degli esseri umani anche nel mezzo dei rivolgimenti storici più scioccanti. Così, mentre infuria il conflitto che per primo in Europa ha spezzato una lunga pace, ecco che ci interroghiamo sull’“inconveniente di essere nati”. Come si diventa grandi quando da piccoli si è stati amati malamente? E chi può mai dire di essere stato amato come e quanto avrebbe voluto? Nada, Omar e Danilo scoprono presto nel legame che li unisce, e che li spinge a giurarsi fedeltà eterna oppure a tradirsi, la più grande risorsa per una possibile salvezza.
Rosella Postorino
Io, mio padre e le formiche
Un libro ispirato e d’ispirazione che raccoglie riflessioni profonde sui temi più importanti della vita di chiunque, non solo dei ragazzi chiamati ad affrontare un rito di passaggio. Una lettera a cuore aperto, sincera, personale, eppure universale, scritta con l’intenzione di essere un incoraggiamento, o una carezza.
«Il 15 giugno di tre anni fa, in una piazza del Campo affollatissima, da un palco lessi il mio discorso d’augurio ai neolaureati dell’Università di Siena, in qualità di ex studentessa dell’ateneo. Quando nel 1996 ero partita con mio padre per immatricolarmi, e in macchina avevamo cantato insieme Lucio Dalla, mai avrei immaginato che sarei tornata lì, anni dopo, per raccontare la mia storia a migliaia di ragazzi sulla soglia del futuro». In quell’occasione Rosella Postorino ha detto loro quale privilegio fosse stato per lei la possibilità di studiare, e di permettersi di sognare di fare la scrittrice. Li ha pregati di rifuggire dalla semplificazione, di provare a indossare i panni degli altri, di sentirsi sempre in difetto di conoscenza, ma soprattutto di non aver paura di inseguire i propri talenti. Quasi tre anni dopo, quel discorso si amplia, si arricchisce: idealmente si rivolge di nuovo a quei ragazzi, e in modo indiretto agli adulti che vivono accanto a loro. Parla di fragilità e di forza, della ricerca maldestra della felicità, e anche dell’amore. Delle domande cui, forse, non c’è risposta. Ma che non dovremmo mai smettere di farci.
Rosella Postorino
Tutti giù per aria
Tina non sa cosa le è saltato in mente quel pomeriggio, quando ha accettato di giocare a pallavolo con i compagni. Di solito fa solo le cose che sa fare bene, perché ha sempre paura di sbagliare. Gli altri bambini la chiamano ‘perfettina’ e non la trovano molto divertente: la perfezione non ha mai fatto ridere nessuno! La palla cadrà nel fume, Tina per riprenderla precipiterà giù da una cascata e da qui tutto avrà inizio. Recuperata da un’enorme signora-mongolfera, viene portata in volo fino a uno strano paese, pieno di personaggi strampalati, quel giorno in festa per la Fiera degli Scarti e l’annuale Caccia al Tesoro. Chi arriverà primo? Ma soprattutto, cosa vinceranno gli altri? Perché, quando si gioca insieme, nessuno perde mai. Il brillante esordio nella narrativa per ragazzi della vincitrice del Premio Campiello 2018 è una grande avventura senza tempo che insegna ad accogliere la diversità come un’inattesa ricchezza.
Rosella Postorino
Le assaggiatrici
Rosa Sauer, la protagonista, è una delle assaggiatrici di Hitler. Ogni giorno viene prelevata dalla casa di campagna in cui vive con i suoceri ed è condotta alla “tana del lupo”, la dimora top secret in cui si nasconde il Führer. Ogni giorno Rosa e nove “colleghe” assaggiano i piatti che escono dalle cucine di Briciola, il cuoco di Hitler, per scongiurare ogni possibile tentativo di avvelenamento.
Rosella Postorino
L’estate in cui perdemmo Dio
Ci sono luoghi che sono condanne, che lasciano nelle ossa il peccato dell’origine, come Nacamarina, paese meridionale affacciato sul mare, dove «si vive nel solco di una disgrazia sempre in agguato». E una notte d’agosto la tragedia arriva: il focu, la catastrofe, si abbatte su Laura, Salvatore e sulle figlie Caterina e Margherita, costringendo la famiglia – collusa con la ‘ndrangheta per «parentele inevitabili» – a emigrare in Altitalia. Il viaggio verso il Nord è un gesto di amore che sovverte le regole delle loro terre, preteso da Laura a dispetto della volontà del marito e consumato senza parole né spiegazioni, secondo l’antica legge del silenzio. Caterina e Margherita avvertono nondimeno tutta la paura di quella fuga, che non comprendono ma di cui respirano gli effetti, una paura che ha il sapore della pastina col formaggino – la cena della notte del focu, il piatto del lutto. Nell’intercapedine delle parole taciute, ognuno dei quattro tenta di ricucire lo strappo, ognuno ha una personale storia familiare con cui fare i conti, un peccato originale da scontare. In questo suo secondo romanzo, ambientato durante la guerra di ‘ndrangheta degli anni ottanta, Rosella Postorino intesse i fili delle loro storie, e in particolare quelli della dodicenne Caterina, indagando la contiguità con il male nelle sue ricadute intime, inaspettate – la distorsione dei legami familiari, la collusione inconsapevole, le gabbie da cui ci si sforza di uscire, il bisogno di espiazione. Ne emerge, estrema ribellione al male indecifrabile che percorre ogni pagina, una tensione insopprimibile verso la felicità. L’estate che perdemmo Dio ha vinto il premio Benedetto Croce e il premio speciale della giuria Cesare De Lollis.
Catia Proietti
Catia Proietti è nata e vive a Roma con marito, due figli e un cane in affido congiunto con dei buoni vicini. A 9 anni scrive a Babbo Natale chiedendo una macchina da scrivere e il suo desiderio viene esaudito con una Olivetti color carta da zucchero. Da sempre appassionata di lettura e drammatizzazione partecipa attivamente da anni ai progetti del comune di Roma per la promozione della lettura dal primo anno di vita. Con i suoi racconti è stata finalista e vincitrice di diversi concorsi letterari. Il suo libro “Da ora in poi” è vincitore del Premio Caterina Martinelli, Premio Speciale della Giuria Giovane Holden, finalista Premio Minerva Letteratura per ragazzi. Con “Sulla strada di Iqbal” vince il Premio Giovani “Microeditoria di qualità” e il premio Caterina Martinelli.
Catia Proietti
Quando tutto brucia
Sei pronto a entrare nell’aula B delle Scuole Vecchie? Nulla sarà più come prima. Malick, Martina e i loro amici non hanno un luogo dove ritrovarsi. L’aula B delle Scuole Vecchie di Rebibbia diventa il loro rifugio notturno. Malick soffre di “mal di mondo”, appassionato di cinema, si protegge guardando la realtà come fosse dietro una macchina da presa. Martina ostenta una sicurezza che non ha. Mattia scopre di essere un “neet”. Zaril sogna di incontrare Zerocalcare. Intanto, Carola chiede giustizia per suo figlio ucciso in un pestaggio. Un filo invisibile lega le vicende della donna a quelle dei ragazzi, ma quando il Miccia e la sua gang cominciano a scorrazzare per le strade del quartiere nessuno è più al sicuro.
Catia Proietti
A piedi nudi
Federico è un bambino che nutre una forte passione per la natura, in particolar modo per gli animali. Impossibilitato ad averne a casa, cerca e trova il modo per avere un rapporto quotidiano con essi. Diventa a soli 7 anni il dogsitter del cane del vicino, un pastore belga alto quanto lui che lo metterà a dura prova, per non parlare del gattino trovato che porterà a spasso con il passeggino delle bambole preso in prestito ad una delle tre sorelle! Tante le divertenti situazioni che Federico dovrà affrontare per diventare un vero amico degli animali, ma non mancheranno anche le occasioni in cui sarà l’animale ad aiutare Federico a superare momenti di difficoltà… La storia di Federico Coccia presidente del Bioparco di Roma e stimato veterinario.
Catia Proietti
Sulla strada di Iqbal
“Delle volte si comincia a camminare in una direzione e le cose accadono.” Due strade che si incontrano per sovrapporsi, due sguardi che si riconoscono, una vita in dono. Maya e sua madre Irene vivono, in affitto, in un piccolo appartamento della periferia romana, in compagnia di Mollica, un cane trovatello. Grandi alleate nella vita, Irene e Maya evitano cibo in scatola, fast-food, televisione e social-media, in un rapporto intenso costruito leggendo gli stessi libri e parlando di attualità. Ma a tredici anni Maya non vuole più essere “l’unica adolescente sul pianeta Terra senza cellulare”. Inevitabile lo scontro tra madre e figlia, in un momento di fragilità per Irene che ha perso il lavoro e vede le sue scelte come un fallimento. Finché la strada di Maya incontra quella di Iqbal…
Elisa Puricelli Guerra
Elisa Puricelli Guerra ha studiato Storia medievale all’Università Statale di Milano, ma proprio quando era sicura di voler diventare un topo da biblioteca, nel 1998 ha scoperto la letteratura per ragazzi.
Elisa Puricelli Guerra
#siamolavostravoce
Feriel è nata in Italia, i suoi nonni sono emigrati dall’Iran nel 1979, quando nel Paese è scoppiata una rivoluzione che ha instaurato la repubblica islamica. A quattordici anni si ritrova catapultata per la prima volta a Teheran, in un momento storico per l’Iran. Muore una giovane donna, Mahsa Amini, mentre è in custodia della polizia morale perché qualche ciocca di capelli le spunta dal velo, obbligatorio per legge. Le donne di tutto il Paese si ribellano per rovesciare un regime che le vorrebbe invisibili. Feriel e i cugini Bita e Firuz si uniscono a loro, insieme al resto della popolazione. A dispetto della feroce repressione del regime, i tre ragazzi trovano un modo clandestino per fare arrivare al mondo le voci e le battaglie del popolo iraniano, e non si arrenderanno fino a un ultimo, decisivo atto di ribellione. Un libro di narrativa per ragazze e ragazzi dai 12 anni, per capire i valori della libertà, dell’uguaglianza, della democrazia e della giustizia. Una storia che racconta una straordinaria rivolta che vede le giovani iraniane in prima linea contro l’oppressione di un regime arcaico e tirannico.
Elisa Puricelli Guerra
Ruby Bridges è entrata a scuola
Una storia sulla discriminazione e sull’odio razziale e sul coraggio che serve per combatterli. Un libro che racconta ai ragazzi di oggi la lotta per i propri diritti e per l’emancipazione. New Orleans, oggi. Nonostante le grandi battaglie per i diritti civili del secolo scorso, il razzismo ha rialzato la testa, e l’integrazione ha compiuto parecchi passi indietro. Dopo l’arresto di una ragazza afroamericana accusata ingiustamente di un incendio nella loro scuola, Billie ed Eric, due giovani studenti separati dal colore della pelle, si trovano a collaborare per una ricerca. Il tema è una storia di emancipazione negli Stati Uniti degli anni Sessanta, epoca in cui i ragazzi bianchi e quelli di colore frequentavano scuole diverse a causa delle leggi sulla segregazione razziale. La protagonista della storia è Ruby Bridges, una bambina di colore che nel 1960, ad appena sei anni e completamente da sola, prese parte all’integrazione di una scuola per soli bianchi di New Orleans, sfidando pregiudizi, proteste e anche minacce di morte.
Tea Ranno
Nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963, dal 1995 vive a Roma. È laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura. Ha pubblicato per e/o i romanzi Cenere (2006, finalista ai premi Calvino e Berto, vincitore del premio Chianti) e In una lingua che non so più dire (2007). Nel 2012 per Mondadori esce La sposa vermiglia e nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari. Nel 2018 per Frassinelli esce Sentimi e nel 2019 per Mondadori L’amarusanza.
Tea Ranno
Un Tram per la Vita
È il 16 ottobre 1943, nel ghetto di Roma un bambino di dodici anni vede la madre caricata su un camion dei tedeschi, la raggiunge, l’abbraccia, ma lei riesce a spingerlo via. Emanuele, questo il nome del bambino, si nasconde su un tram e inizia un viaggio che lo porterà, fermata dopo fermata, fino al capolinea. Racconta al bigliettaio di essere ebreo e chiede di essere protetto perché i tedeschi lo stanno cercando. L’autista del tram e poi altri dopo di lui aiuteranno Emanuele a restare vivo e al sicuro per tre giorni fino a quando non riuscirà a trovare suo padre. La penna di Tea Ranno racconta la storia commovente di uno degli ultimi testimoni sopravvissuti al rastrellamento nazista di Roma: Emanuele Di Porto.
Tea Ranno
Bellissima
Giorgia è bella ed è felice: sta per iniziare un’estate grandiosa e deve occuparsi solo di Carlo, un ragazzo dai capelli rossi, un po’ misterioso, di cui si sta innamorando. Peccato che i suoi genitori non facciano altro che mettersi in mezzo: la coppia perfetta non lo è più tanto e i due si sono messi a litigare in modo strano, rovinandole letteralmente la vita.
Tea Ranno
Sentimi
Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall’oblio. Sono storie dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: in tutte, l’umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale tutta femminile, viene annullata nella dicotomia maschile della donna “santa o buttana”. Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all’autrice: c’è anche un’altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile del tradimento. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina. E per questo le donne del paese, le stesse donne che si raccontano, faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro.
Tea Ranno
L’amurusanza
Quando Costanzo muore all’improvviso, Agata, che è una delle donne più belle e desiderate del paese, viene presa di mira dalla cosca di Occhi Janchi, che, oltre a “fottere” lei, vuole fotterle la Saracina, il rigoglioso terreno coltivato ad aranci e limoni che è stato il vanto del marito. Ma la Tabbacchera non ha intenzione di stare a guardare. Attorno a lei si raccoglie, prima timida poi sempre più sfrontata, una serie di alleati, una compagnia variopinta e ribelle di “anime rosse” che decide di sfidare il potere costituito a colpi di poesia, di gesti gentili e di buon cibo: in una parola di amurusanze.
Tea Ranno
Terramarina
È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, guarda il suo borgo dall’alto: è un pugno di case arroccate sul mare che lei da qualche tempo s’è presa il compito di guidare. Ma stasera sul cuore della sindaca è scesa una coltre nera di tristezza e “Lassitimi sula!” ha risposto agli inviti calorosi di quella cricca di amici che è ormai diventata la sua famiglia: è il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che oggi le manca più che mai e non è il solo a mancarle: c’è infatti un certo maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri. A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto tra le braccia: è una creatura che avrà sì e no qualche ora, che ha trovato abbandonata al freddo, a un angolo di strada. Sola, livida e affamata, ma urlante e viva. Dall’istante in cui Luce – come verrà battezzata dal gruppo di amici che subito si stringe attorno alla bimba – entra in casa Tabbacchera, il dolore di Agata si cambia in gioia e il Natale di tutta quella stramba e generosa famiglia si trasforma in una giostra. Di risate, lacrime e amurusanze, ma anche di paure e dubbi: chi è la donna che è stata capace di abbandonare il sangue del suo sangue? Starà bene o le sarà successo qualcosa? Cosa fare di quella picciridda?
Tea Ranno
Gioia mia
Tea Ranno ci regala un altro viaggio – pieno di saliscendi impetuosi e approdi inaspettati – nella sua, ormai celebre, terra d’amurusanza, quel posto meraviglioso e assolato in cui le pietre perse si trasformano in castelli, i ricordi si riparano con ago, filo e gentilezza, e le amicizie femminili salvano la vita.
Ah, gioia mia, gioia mia, dove sei che ti chiamo e non rispondi?
In cima a una collina che guarda l’Etna da un lato e il mare dall’altro, sorge una masseria circondata da uno spicchio di paradiso: terrazzamenti carichi di ulivi, fichi e pruni, orti traboccanti di erbe e prati fioriti a perdita d’occhio. Questa tenuta magnifica è frutto del sudore e della tenacia di Luisa Russo, che si è intestardita a trasformare le “quattro pietre perse” che le ha regalato suo marito in un castello. Anzi, in una castidda, perché quella terra è femmina, su questo Luisa non ha dubbi. Femmina e frutto dell’amicizia tra femmine, perché se la Castidda esiste è grazie al successo del ristorante che ha aperto insieme ad Agata, Lisabetta, Violante, Lucietta e le altre amiche sue, conosciuto in tutta la Sicilia per i piatti deliziosi e l’atmosferaamurusa. Tutta questa intraprendenza femminile dà parecchio sui nervi a suo marito Carmine, che la Castidda non può nemmeno sentirla nominare. Gli speculatori edilizi, invece, non riescono a staccarle gli occhi di dosso: il più agguerrito, presidente di una società assai poco limpida, ci vede già un albergo di stralusso, e per aggiudicarsela farebbe letteralmente carte false. Alle sue prepotenze mafiose Luisa resiste per mesi, finché, dopo l’ennesimo colpo basso, qualcosa le si rompe in petto: un sussulto, una vertigine, e in un attimo è a terra, rigida come una pupa di legno. La corsa in ospedale, la rianimazione, le prime notizie incerte: Luisa è salva, è stabile, ma, per il momento, dorme. E mentre Carmine in sua assenza cerca di sbarazzarsi della Castidda e le amiche, per impedirglielo, la occupano come un fortino, mentre il figlio Giulio e il dottor Giona vegliano su di lei, Luisa continua a dormire. E, dormendo, va indietro nel tempo e ripesca brandelli di vita che la memoria aveva cancellato: certe giornate felici d’infanzia con quel nonno che la chiamava “gioia mia”, il buco che la sua morte le ha scavato nel cuore, quello strano gelo addosso il giorno del matrimonio con Carmine… Fino a che da quel mare di scordanza viene a galla il ricordo riposto più a fondo, la ferita che brucia di più. Tea Ranno ci regala un altro viaggio – pieno di saliscendi impetuosi e approdi inaspettati – nella sua, ormai celebre, terra d’amurusanza, quel posto meraviglioso e assolato in cui le pietre perse si trasformano in castelli, i ricordi si riparano con ago, filo e gentilezza, e le amicizie femminili salvano la vita.
Tea Ranno
Saura. Le stanze del cuore
Saura, dodicenne, figlia di una chirurga pediatrica e di un giudice, soffre dell’assenza dei genitori, troppo presi dal lavoro, odia i suoi compagni di classe, che la deridono per via del nome così ingombrante, e odia le innumerevoli tate che vengono a occuparsi di lei. Una mattina che piove, la mamma decide di non mandarla a scuola: ha il giorno libero e potranno trascorrere un bel po’ di tempo insieme. All’improvviso, però, squilla il cellulare. C’è un bambino in fin di vita e la dottoressa deve correre a salvarlo. Fine del divertimento, fine della mamma “tutta per sé”. Saura s’arrabbia, si chiude in camera e caccia la tata appena giunta. Si sente tristissima, e il suo petto pare bucarsi per il dolore. Lo sfiora con un dito: davvero c’è un buco. Abbassa la testa per controllare ma in quel momento dal buco esce una mano che l’acchiappa e la porta dentro di sé. Comincerà, così, un viaggio per le stanze del suo cuore. Incontrerà persone amatissime, si riconcilierà con le tate, con i suoi compagni, diventerà la Regina dei sauri, affronterà le iene trasformandosi in istrice e verrà a un confronto con Saurina, la sua parte bambina. Insomma, vivrà avventure straordinarie che la porteranno a superare le rabbie, i dolori, le mancanze e tutto ciò che la ferisce.
Paola Ravani
Paola Ravani vive in Liguria, nella Riviera di Ponente. Tiene laboratori di lettura teatrale e di scrittura creativa per bambini e ragazzi. Da oltre 20 anni collabora con scuole, associazioni e istituzioni a progetti culturali, educativi e di prevenzione a tutela dei minori. Dapprima in rappresentanza della Polizia di Stato (è stata Sost.Commissario della Polizia di Stato), poi come volontaria del Comitato Unicef di Imperia e attualmente come scrittrice.
Nel corso delle varie e numerose iniziative – incontri a scuola, conferenze e convegni su temi di attualità che coinvolgono i giovani, dall’educazione alla legalità al rispetto dei diritti dei bambini e degli adolescenti, dal bullismo allo stalking e alla violenza di genere – ha incontrato migliaia di studenti e ricevuto prestigiosi riconoscimenti.
Paola Ravani
Il bambino dall’occhio blu
Artur ha un pessimo rapporto con il suo occhio sinistro. È blu chiaro, sembra di cristallo. Sarebbe bello, se l’altro non fosse marrone scuro. Una rarità che attira l’attenzione e suscita curiosità. Artur detesta a tal punto il suo occhio blu che per eliminare quella che crede un’imperfezione le ha provate tutte, con risultati spesso disastrosi. Con leggerezza e ironia Paola Ravani riesce a portare il lettore nello straordinario mondo dei bambini, dove tutto appare possibile, e le riconciliazioni, prima di tutto con se stessi, aprono nuove, straordinarie opportunità.
Paola Ravani
L’isola dei pescecani
Sull’Isola Blu i sogni di Ruben e Babila non contano. Non sono liberi di lasciare il villaggio per andare a studiare altrove, né di scegliere che lavoro fare o chi sposeranno. La tradizione impone al ragazzo di fare il pescatore, non il musicista, e la bellissima sorella maggiore dovrebbe rinunciare a diventare insegnante per sposare il ricco Alcino, giovane prepotente che lei detesta. Se i loro genitori non fossero scomparsi anni prima in una notte di tempesta, diretti all’Isola dei Pescecani, i due fratelli avrebbero avuto forse la possibilità di una vita migliore. Invece tutto sembra tramare contro di loro. Ma il naufragio di una nave sconosciuta, e il ritrovamento tra gli scogli di un giovane in fin di vita, metteranno in discussione gli equilibri del villaggio. Riusciranno i due ragazzi a prendere in mano il loro destino? Nuovi orizzonti li aspettano, e strabilianti segreti. Dovranno vincere sfide impossibili, con grande coraggio, navigando verso l’Isola dei Pescecani.
Barbara Riccardi
La maestra da Nobel
Sono docente di scuola primaria, Counselor Gestalt e giornalista pubblicista, iscritta a Scienze della Formazione Roma 3.
Nel mio lavoro di insegnante sento forte e importante il rapporto con le famiglie, il patto di collaborazione che creo con i genitori dei miei alunni, affinché l’intervento educativo sia globale e “spinga” il bambino dalla stessa parte, mai in contrapposizione. Appartengo al gruppo di insegnanti che si aprono al continuo confronto, per trovare delle strategie e soluzioni contro l’apatica modalità dell’arrendersi agli eventi e di lasciarsi “fare” e cerco di esprimere al meglio la mia peculiarità: quella di trovare soluzioni alle situazioni complicate e attivare risorse/risoluzioni, ai problemi, alle difficoltà, ma anche di creare/organizzare per costruire progetti ed eventi. In questo sono agevolata dal mio naturale entrare in relazione con le persone, le più svariate, diverse. Mio estremo piacere è ‘l’arte dell’incontro’: far conoscere le persone, far nascere delle sinergie, tessendo ogni capacità ed abilità. Intreccio rapporti, realizzo cooperazioni/collaborazioni (scambi a tutto tondo). Amo l’ironia, uguale intelligenza, ogni genere artistico, amo ‘amare la vita’ che trasmetto ai miei “mostri d’affetto”, i miei alunni. Con la mia curiosità marcata e la mia fantasia oltre misura, stimolo i miei cuccioli ad imparare a 360°, rendendoli autonomi, liberi ed ironici, per essere dei cittadini di domani, con dei valori fortificati e fieri di essere come sono “belli e possibili”! Faccio parte della Redazione della rivista www.lascuolapossibile.it e curo le relazioni con l’esterno per Sysform.
Con mia sorpresa, ma altrettanta contentezza, ho conquistato il posto tra i cinquanta finalisti al Global Teacher Prize per il 2015: un’occasione in più per promuovere l’idea di ‘Scuola Possibile’ nel mondo.
Barbara Riccardi
Barbara maestra in azione. Scarabocchi in fuga
“Chi non aspetta l’inaspettabile non lo raggiungerà mai” recita una frase di antica saggezza.
Sembra pensata per Barbara Riccardi… lei che per tutta la vita non ha fatto altro che renderlo realtà questo “inaspettabile”, per la gioia di bambini e adulti.
Barbara non è una maestra come le altre e le sue avventure scolastiche trovano spazio in una saga tutta dedicata ai bambini. Come Indiana Jones, a caccia di situazioni rocambolesche e misfatti, diventa una vera e propria eroina, che, con il suo aiutante Ody (un furetto), parte a bordo di un sidecar ogni volta che le arrivano richieste di aiuto da parte di un insegnante, un preside o un genitore, che si trovano in situazioni difficili e che hanno bisogno di una soluzione diversa dagli schemi.
In ogni storia c’è un nemico diverso da affrontare: ognuno rappresenta una figura scontenta del sistema scolastico corrente che, alla fine del confronto, quasi una sorta di battaglia, cambia idea e adotta i consigli della Maestra. In ogni caso, una volta sconfitto, ogni villain evolve nel suo modo di pensare: “Non è il rifiuto della scuola, ma una nuova visione della scuola che insegna alla vita”.
Dietro a tutti i nemici si cela un “boss finale”, che ha lo scopo di abbattere il sistema scolastico corrente per istituirne uno nuovo tutto suo. Inizialmente questo personaggio è avvolto da un alone di mistero che viene rivelato gradualmente, capitolo dopo capitolo.
Patrizio Rispo
Attore di teatro, cinema e televisione, dal 1996 interpreta il ruolo di Raffaele Giordano, il portiere di “Palazzo Palladini”, nella fiction “Un posto al sole”. In teatro ha recitato a fianco di grandi attori come Vittorio Caprioli, Carla Gravina, Valeria Moriconi. Per cinque anni ha avuto una compagnia teatrale con Biagio Izzo, Mario Porfito e Mimmo Esposito. Ha scritto anche alcune commedie teatrali.
Patrizio Rispo
Un pasto al sole
Nel libro che avete fra le mani troverete due elementi di quelli che costruiscono l’identità di questa città. Esageriamo? No, proprio no. E spieghiamo il perché. Il primo è il fattore enogastronomico […]. L’altro elemento è la recitazione […]. Esportiamo la nostra cultura, insomma, primariamente attraverso il cibo e la recitazione. E qui dentro […] trovate entrambi. Trovate la gran parte di un’identità. Perché alla fine Patrizio Rispo è una meravigliosa, straordinaria sintesi di quello che di caratteristico e di buono esiste su questo territorio. Il suo modo di sorridere dallo schermo assomiglia alla sua personale elaborazione delle nostre ricette: in entrambi i casi fa bene, molto bene alla salute. Perché spiegatemi, se ci riuscite: che senso ha mangiare bene se poi non si sorride? Per cui, e con grande tenerezza: buona lettura, buon appetito e buon sorriso.
Sergio Rossi
Sergio Rossi (Perugia, 1970) è un fisico che lavora nell’editoria sia come curatore di libri, sia come studioso, traduttore e storico del Fumetto. Scrive romanzi e racconti per ragazzi, libri di divulgazione scientifica e di storia del Fumetto. Come editor e traduttore, ha fatto pubblicare un numero imprecisato di libri a fumetti. Per la collana “Che Storia!” ha pubblicato Il Big Bang e la nascita dell’universo, per “Semplicemente eroi” Masao, l’Eroe di Fukushima.
Sergio Rossi
Sos acqua
Insieme all’aria, tutti sappiamo che l’acqua è il bene più prezioso sul nostro pianeta, perché senza acqua non ci sarebbe la vita. Sappiamo anche che il ciclo dell’acqua fa in modo che la quantità totale di questa fondamentale risorsa rimanga sempre invariata; ma ignoriamo, e spesso le nostre azioni lo dimostrano, che la maggior parte dell’acqua sul nostro pianeta non è potabile, e che quella che possiamo usare per la nostra esistenza si riduce di giorno in giorno, perché sta diminuendo nelle fonti che sfruttiamo, come fiumi e falde sotterranee, per riapparire in altre forme che non possiamo utilizzare, come gli oceani. Quella che si sta verificando, insomma, è una vera e propria “emergenza acqua” che richiede una nuova consapevolezza da parte di tutti, per porre rimedio ai rischi che potrebbe portare in un futuro neanche troppo lontano. Un libro di saggistica per bambini e ragazzi dagli 11 anni. Un approfondimento sui temi dei cambiamenti climatici, del rapporto tra esseri umani e natura e del futuro del nostro pianeta. Un libro che spiega perché l’acqua ha un ruolo centrale in tutti i settori della società e perché è indispensabile fermare il suo sfruttamento intensivo.
Sergio Rossi
Il riscaldamento globale
Affrontare il riscaldamento globale è la grande sfida del nostro tempo. Questa è la storia degli scienziati e delle scienziate che hanno scoperto questo pericolo, e di tutti quelli che si battono per la salvezza del nostro pianeta. Un libro di narrativa illustrato per bambini dai 7 anni dal formato agile che racconta in modo chiaro, semplice e preciso il riscaldamento globale. Perfetto per i giovani lettori che vogliano affrontare una tematica attuale la cui conoscenza è fondamentale per il futuro dell’umanità. In fondo al volume una piccola appendice per approfondire la conoscenza avviata dalla lettura: notizie, curiosità, aneddoti per saperne di più.
Sergio Rossi
C’è qualcosa in casa
Qualcosa è entrato in casa di Andrea per dargli più fastidio possibile: gli nasconde le sue cose, lo sveglia di notte, gli scivola alle spalle all’improvviso. Purtroppo non è una sua invenzione, come si accorgono gli amici che vengono a trovarlo, e anche lo stesso Andrea, che dorme poco di notte e quindi si addormenta di giorno, soprattutto in classe, finendo per essere preso in giro dai compagni e ripreso dalle insegnanti. Stanco della situazione, ha un’idea per affrontare Qualcosa: indossare delle maschere ispirate ai suoi amati supereroi. Funziona: le cose non scompaiono più e torna a dormire la notte. Una sera, però, mentre sta andando con i suoi genitori a casa di amici, si accorge che Qualcosa lo sta seguendo per attaccarlo. Andrea dovrà affrontare anche Chadia, la compagna di classe che gli ha ispirato la sua maschera più potente. Sempre che Qualcosa gli permetta di indossarla. Sempre che Chadia permetta a Qualcosa di mettersi tra lei e Andrea.
Sergio Rossi
Ole Kirk Kristiansen. L’inventore dei Lego.
Un libro illustrato per bambini dai 7 anni, per scoprire la vita di Ole Kirk Kristiansen, uno dei più grandi inventori e produttori di giocattoli della Storia. Un racconto che parla di coraggio, inventiva, crescita, innovazione. Ole Kirk Kristiansen fu un costruttore di giocattoli danese e ideò quei mattoncini di plastica colorata che, un pezzo alla volta, hanno conquistato generazioni di giocatori di ogni età.
Sergio Rossi
Copernico. Rivoluzionario del cosmo
Un libro illustrato per bambini dai 7 anni, per scoprire la vita di Niccolò Copernico, uno dei più grandi astronomi della Storia. Un libro che parla di scienza, coraggio, sapere. Copernico fu il primo astronomo moderno a descrivere come la Terra e i pianeti girino intorno al Sole e non viceversa, dando così il via a una rivoluzione scientifica che ha cambiato la storia dell’umanità.
Sergio Rossi
La deriva dei continenti
Un libro illustrato per bambini dai 7 anni, per scoprire l’evoluzione della teoria della deriva dei continenti. Un libro che parla di scienza, scoperte, geologia.
La formulazione della teoria della deriva dei continenti è stata una vera avventura, frutto di esplorazioni e scoperte sorprendenti, e dell’intuizione e della tenacia di molti scienziati.
Sergio Rossi
Masao l’eroe di Fukushima
Giappone, estate 2012: Pietro doveva trascorrere una bella vacanza in Estremo Oriente, ma si ritrova al capezzale del nonno, che versa in gravi condizioni; uscito nel giardino dell’ospedale per prendere una boccata d’aria incontra un altro malato, simpatico e gentile, con cui fa subito amicizia. Presto scopre che quello non è un malato qualunque: è Masao Yoshida, il direttore della centrale nucleare di Fukushima devastata dal terremoto-tsunami dell’anno prima, l’uomo che, per mesi, è rimasto al proprio posto e ha sacrificato la vita per spegnere la centrale ed evitare un disastro ambientale che avrebbe coinvolto tutto il Giappone. In una parola, un eroe. Un eroe completamente diverso da quelli che Pietro è abituato a vedere nei cartoni animati e nei film e che, attraverso il racconto di cosa è accaduto in quel drammatico 2011, gli insegnerà ad affrontare la sua piú grande paura.
Domenico Russello
È nato a Catania nel 1990, vive e lavora a Gela. Giornalista e conduttore, collabora con il quotidiano “La Sicilia” occupandosi principalmente di arte, cultura ed eventi. Lo scorso anno ha ideato e condotto in streaming su Today24 “Still Life – Foto di Sicilia”, raccontando storie della sua terra tra tv, musica, arte e nuovi media. Appassionato di teatro e musical, è laureato in Lettere moderne all’università degli studi di Catania. Fin da piccolo ama scrivere: “C’è sempre il mare” è la sua prima opera.
Domenico Russello
C’è sempre il mare
Riflessioni, memorie, storie di personaggi forti, malinconici, autentici. Ma il vero protagonista è solo uno: il mare. Quel mare che conserva i ricordi dolci di un’infanzia passata, custodisce le confessioni più intime e profonde, è testimone delle esperienze più belle e più dolorose, rievoca chi non c’è più e colma tutti i vuoti. Il mare raccontato da Domenico Russello è una certezza, accompagna la gente nelle piccole o grandi storie di ogni giorno, facendosi cornice o elemento essenziale di ogni vicenda, filo conduttore di questa raccolta di racconti che spaziano dalle riflessioni sui temi più attuali agli amori, alle violenze, ai turbamenti del cuore e della mente.
Vincenzo Schettini
Vincenzo Schettini è un professore di Fisica che ha iniziato a sviluppare le proprie lezioni online su Youtube, TikTok e Instagram con il nome La fisica che ci piace. Schettini è anche musicista, violinista diplomato al Conservatorio.
Le sue spiegazioni, vivaci e divertenti, rendono facile e comprensibile ogni concetto, perché raccontano la fisica che c’è dietro le cose che vediamo e usiamo ogni giorno. Nel 2022 esce La fisica che ci piace (Mondadori Electa) e nel 2023 Ci vuole un fisico bestiale (Mondadori Electa).
Vincenzo Schettini
Ci vuole un fisico bestiale
Di ciascun scienziato riportato in questo libro Vincenzo Schettini indaga “la fisica che gli piace”, per scoprire quali leggi seguono le loro invenzioni o quali sono le teorie che li hanno resi celebri e che ancora oggi hanno un impatto determinante sulla vita di tutti noi. Ma soprattutto quanta umanità, imperfezione e vulnerabilità ognuno di loro ha saputo mostrare al mondo.
Quante cose hanno in comune gli scienziati più geniali della storia con il mondo presente? Moltissime. A partire dal fatto che, in modi diversi, sono stati tutti dei veri e propri influencer: hanno condizionato il pensiero della loro epoca (come ci insegna Leonardo Da Vinci), avevano follower (Stephen Hawking più di tutti) e hater (Marie Curie ve ne racconterebbe delle belle). E poi anche i grandi del passato, come moderni divulgatori, hanno sempre cercato di spiegare come e perché la fisica è in tutte le cose semplici della vita. È proprio pensando a loro che, dopo l’enorme successo de La fisica che ci piace, Vincenzo Schettini, il prof più famoso del web, ha deciso di raccontare la sua materia attraverso le storie di chi ha fondato la fisica moderna. Con questo libro partirete per un viaggio incredibile attraverso lo spazio e il tempo alla ricerca dei fisici più WOW della storia: volerete con Leonardo da Vinci, cavalcherete fulmini con Nikola Tesla, vi farete attrarre da Isaac Newton, finirete in mezzo alle radiazioni con Marie Curie, costruirete ordigni nucleari con Enrico Fermi, scoprirete le leggi che regolano il cosmo con Albert Einstein e reciterete in The Big Bang Theory al fianco di Stephen Hawking… prima di una grande sorpresa finale. Un tuffo nel passato per andare a scovare curiosità impensabili, previsioni clamorose, scoperte inaspettate segreti, elementi pop e moderni nella vita di un gruppo di autentici geni.
Vincenzo Schettini
La fisica che ci piace
Che cos’hanno in comune un proiettile e le montagne russe? Perché le fette biscottate cadono sempre dalla parte imburrata? Com’è possibile che gli uccelli appoggiati sui cavi dell’alta tensione non prendano la scossa?
È sorprendente scoprire come la fisica spieghi ogni fenomeno che ci circonda, che si parli di energia, di forza o di elettromagnetismo. Il fascino di questa materia è spesso eclissato dal timore di non riuscire a comprenderla. Ed è qui che entra in gioco Vincenzo Schettini, il professore più amato dal web: con lui, la fisica diventa magia. Sono le sue spiegazioni, vivaci, divertenti, colorate ed efficaci, che rendono facile e comprensibile ogni concetto, soprattutto perché raccontano la fisica che c’è dietro le cose che vediamo e usiamo ogni giorno. Perché quando osserviamo una formica sollevare briciole che pesano 50 volte più di lei, non immaginiamo che è tutta una questione di forze. Quando impostiamo il navigatore, non sappiamo che funziona così bene perché tiene conto della teoria della relatività. E, quando attraversiamo un cancello automatico con la nostra auto, non notiamo la meccanica quantistica che si cela dentro le cellule fotoelettriche all’ingresso. In questo libro, il prof ci porta a fare una passeggiata nella vita reale, e ogni evento diventa lo spunto per una nuova riflessione su come funziona il mondo. Così, tra le teorie applicate nei film western e quelle sul tempo (davvero sei ore al mare sono diverse da sei ore passate in treno senza aria condizionata?), scopriamo che la fisica è in tutte le cose semplici.
Giusy Sciacca
Giusy Sciacca è nata a Lentini e vive tra Roma e Siracusa. Autrice di racconti, romanzi e testi teatrali. Scrive di libri per diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Domani è un altro giorno per la collana Coup de Foudre (Aulino) e ha curato l’antologia “Siciliani per sempre” (Edizioni della Sera). Suoi contributi sono contenuti in TINA.Storie della Grande Estinzione (Auguaplano), L’Isola delle tenebre (Algra) e altre antologie. In primavera uscirà un suo volume per la casa editrice Kalòs. È anche ideatrice e curatrice del premio di poesia “Sonetto d’Argento Jacopo da Lentini”. Sicula convinta e irriducibile.
Giusy Sciacca
D’amore e di rabbia
Sicilia, luglio 1922. A Lentini, centro agricolo della provincia siracusana sotto il fiato dell’Etna, avviene un sanguinoso fatto di cronaca, poi sepolto dalla polvere. Tra i protagonisti anche Maria Giudice, fervente sindacalista di origine lombarda e madre della scrittrice Goliarda Sapienza. Alla vigilia della prepotente affermazione fascista, nella cittadina si consuma un’accesa lotta di classe tra la decadente nobiltà latifondista, arroccata nel palazzo baronale dei Beneventano della Corte, e i braccianti. In mezzo, sul confine di quei due mondi, c’è Amelia Di Stefano, una donna fuori posto. Un proverbio popolare siciliano recita che un uccello in gabbia non canta per amore ma per rabbia. Amelia è una donna in trappola. Catanese di nobili origini, ha pagato duramente un errore commesso da giovane. Ora, tradita dalla famiglia e dagli amici della Catania dei salotti, si ritrova in esilio a Lentini, dove oscilla tra la relazione clandestina che la vincola a Francesco, primogenito del potente barone Beneventano della Corte, e il carisma della fiamma ideologica di Mariano Fortunato, personalità di spicco del sindacalismo locale. Attorno a lei, il popolino, la putía di Santina, i dammusi umidi, i colori e le voci del mercato, le corse dei devoti a piedi scalzi, le vanedde strette, la Grotta dei Santi e i suoi miracoli. A confortarla saranno l’affetto di Enza, capociurma di campagna dalla forte personalità, il sorriso imperfetto di Tanino, l’amico artigiano, o ancora la presenza di Ciccio lo sciancato, ultimo tra gli invisibili, che c’è sempre. I due universi convivono, si intrecciano. E Amelia sempre in mezzo, sempre in bilico. Fino a quando non si imporrà l’imperativo di una scelta. E allora nulla sarà come prima.
Giusy Sciacca
Virità
Qual è la verità? Domanda sbagliata. La verità non è mai solo singolare, ma di certo è femminile.
«Questo libro è senz’altro un bell’esempio di sorellanza, svela come una regione non possa essere raccontata da una persona sola ma da un mosaico di sguardi, e come quegli sguardi, se sono femminili, non possano che parlarsi tra loro, seguendo insieme il filo rosso dei simboli, dalle triscele, ovvero l’antica raffigurazione dell’isola, fino alle storie di ninfe e di dee, di principesse e creature mostruose, passando per la nomenclatura, il gesto da cui si snoda il senso che diamo ai luoghi» – Nadia Terranova, Robinson
Le protagoniste di questi venti racconti, stanche di essere spesso dimenticate o travisate, prendono la parola per narrare loro la storia e spiegare al lettore la propria versione dei fatti. Alcune abitano sull’Isola dai tempi del mito, altre sono partite per poi ritornare, altre ancora sono arrivate in epoche più moderne, fino a giungere agli albori del Novecento. Sono dee, artiste, nobildonne, talvolta sante, ma anche rivoluzionarie, eretiche, scienziate. In una parola, donne. E non aspettano altro che essere ascoltate. Il volume – che è il risultato dell’intreccio di queste singole voci, scelte e filtrate dalla scrittura dell’autrice – diventa così plurale. Come la parola virità, femminile singolare-plurale.
Giorgia Surina
Giorgia Surina è nata a Milano, da padre croato e madre pugliese. Si è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università IULM e alla fine degli anni ’90 ha cominciato a lavorare come conduttrice televisiva. È stata una delle prime VJ d’Italia, diventando il volto e la voce di un’intera generazione che ascoltava la stessa musica e si appassionava alle stesse serie tv. Sul piccolo schermo è entrata nel cast di Don Matteo, Non dirlo al mio capo, Un medico in famiglia per poi approdare al cinema e alla radio. Ha sempre mantenuto un dialogo costante con i fan attraverso il suo profilo Instagram, che raccoglie l’affetto di più di 640 mila seguaci. Attualmente conduce Shaker su RTL 102.5. In due sarà più facile restare svegli è il suo romanzo d’esordio.
Giorgia Surina
In due sarà più facile restare svegli
Mettere al mondo un figlio, tutti prima o poi ci pensano. E le risposte, le età, le modalità variano con le persone, con le loro esperienze, con i loro corpi. Ma che succede per una donna alla soglia dei quarant’anni, che ha un grande desiderio di maternità e nessuna prospettiva immediata di realizzarlo? O, forse, una possibilità c’è? Gaia è stata appena mollata dopo una storia di dodici anni da quello che è stato ironicamente ribattezzato Capitan Schettino. Bea passa invece da un uomo all’altro e comincia a essere disillusa all’idea di trovare quello “giusto”. Le due sono legate da un profondo rapporto di amicizia e dalla stessa visione del futuro. Così, in un pomeriggio di lacrime condivise, nasce l’audace proposta: «E se lo facessimo insieme?». Se entrambe si sottoponessero alla procedura di procreazione assistita, mettessero al mondo un bambino e poi li crescessero insieme? Perché esistono tante forme di amore e tanti modi di diventare mamma e, in fondo, la famiglia è soprattutto quella che ci costruiamo. Un atto di puro egoismo? Una straordinaria pazzia? Sono molti i dubbi, le domande e le paure alle quali dovranno trovare una risposta le protagoniste di questa meravigliosa storia. Con una penna delicata e attenta, Surina dà vita a un romanzo toccante, che ragiona su temi brucianti ed estremamente attuali come la maternità e l’identità familiare. Un esordio che vuole accendere la luce su una pratica – la pma – che è ancora un tabù nella nostra società ma che è più diffusa di quanto si pensi e la cui strada è lastricata di gioie, dolori ed emozioni tutte da raccontare.
Lia Tagliacozzo
Lia Tagliacozzo è nata nel 1964 a Roma, dove ha vissuto quasi sempre. Con lei vivono anche suo marito, i suoi due figli e i suoi due cani. Fin da quando era bambina ha desiderato scrivere e viaggiare. Esperta di cultura ebraica, scrive di storia, letteratura, attualità, identità e memoria. Ha lavorato nel settore culturale delle istituzioni ebraiche e presso giornali e televisioni con particolare riferimento all’ebraismo e alla Shoah e con una attenzione specifica alla divulgazione. Per questo, da anni, va in giro per le scuole di tutta Italia a raccontare le storie dei suoi libri. Ha scritto per adulti, bambini e adolescenti. Per Einaudi Ragazzi ha pubblicato Il mistero della buccia d’arancia: una storia di affetto, di vita e di memoria civile e La Shoah e il Giorno della Memoria.
Lia Tagliacozzo
Tre stelle nel buio
È una mattina di gennaio quando Pupa Garribba entra in una scuola per raccontare agli alunni la sua storia: la guerra e i bombardamenti, la fuga attraversando a piedi le Alpi per cercare rifugio in Svizzera dalle leggi razziali antiebraiche e dalla persecuzione nazifascista. E poi il ritorno in un’Italia distrutta con un futuro tutto da costruire. A raccontare, in quell’aula, c’è anche Lia, figlia di sopravvissuti alla Shoah; c’è la prof Giulia, amante della nostra Costituzione; il custode Ugo, nipote di un partigiano; e poi ci sono Maddi, Franki, Renata, Federico, Ahmed e gli altri studenti, ognuno con le proprie convinzioni e con la propria vicenda, anche di stranieri vittime di pregiudizi. Giovani che fanno domande, riflettono, si arrabbiano, si commuovono, si scontrano; e, progressivamente, prendono consapevolezza. Un romanzo per ragazzi in cui sono protagonisti i ragazzi stessi, perché il loro ascolto non è mai passivo, e ciò che è accaduto tanto tempo fa incrocia il presente. Alla fine del libro vi è la Linea del tempo, filo cronologico che partendo dall’avvento del fascismo in Italia si dipana fino ai nostri giorni, e spiega il valore attuale del Giorno della memoria.
Lia Tagliacozzo
La generazione del deserto
Lia Tagliacozzo è ebrea, figlia di due sopravvissuti alla Shoah. Quando nel 1938 vennero promulgate le leggi razziali, i suoi genitori erano bambini: durante le persecuzioni il padre si salvò per caso da una retata e restò nascosto in un convento per tutti i mesi dell’occupazione, la madre si rifugiò in un casolare di campagna e poi, dopo la fuga attraverso le Alpi, in un campo di internamento in Svizzera. Ma di tutto questo a casa di Lia si è sempre parlato poco. E lei, da sempre, ha tentato di ricostruire la storia della sua famiglia cucendo insieme le poche informazioni, riempendo i buchi della memoria, indagando tra le omissioni e le rimozioni. Ha scritto tanto, negli anni, trasformando in romanzo le vicende degli ebrei italiani, e ora ha deciso di raccontare la propria storia.
Lia Tagliacozzo
La shoah e il giorno della memoria
In TV c’è un documentario con persone magre vestite di stracci; si parla di Shoah, di giorno della memoria… Giacomo e i suoi amici vogliono saperne di più. E il nonno gli racconta le storie dei suoi amici, testimoni di una pagina della storia da non dimenticare.
Lia Tagliacozzo
Il mistero della buccia d’arancia
Anna ha i capelli che sembrano un polpo arrabbiato, un fratello rompiscatole – come tutti i fratelli -, due cugine, un cuginetto, due nonni, quattro zìi e una maestra che la fa impazzire. Ma, soprattutto, ha un mistero tutto da scoprire: perché alla nonna Miriam non piacciono le buccette d’arancia caramellate che prepara magicamente il nonno? Per scoprirlo Anna, una bambina ebrea di oggi, si trasforma in una vera detective: dovrà indagare, sottrarre prove e compiere un viaggio nella storia di una famiglia ebrea durante la seconda guerra mondiale. Anna si confronta così con la vicenda drammatica della propria nonna che, bambina anche lei, è stata costretta a fuggire in Svizzera per sottrarsi alla Shoah. “Il mistero delia buccia d’arancia” – rigoroso nella ricostruzione storica e scritto con un linguaggio adatto ai ragazzi dell’ultimo ciclo della scuola elementare e dei primi anni della scuola media – vuole raccontare il passato senza traumatizzare, ma è anche, e soprattutto, una storia di affetto, di vita e di memoria civile.
Cinzia Tani
Autrice e conduttrice di programmi televisivi, tra cui FantasticaMente, Italia mia benché, La Rai @ la carte, Visioni private e Il caffè. Insegna Storia sociale del delitto alla facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma, e nel 2004 è stata nominata Cavaliere su iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi. Ha pubblicato per Mondadori: Assassine (1998), Coppie assassine (1999), Nero di Londra (2001), Amori crudeli (2003), L’insonne (2005), Sole e ombra (2007, premio Selezione Campiello), Lo stupore del mondo (2009), Charleston (2010), Io sono un’assassina (2011), Il bacio della dionea (2012), Mia per sempre (2013), Il capolavoro (2017). Per Rizzoli ha pubblicato Donne pericolose. Passioni che hanno cambiato la storia (2016), Darei la vita. Grandi donne di grandi uomini (2017), Figli del segreto (2018) e Donne di spade (2019).
Cinzia Tani
Il mondo in pugno
I giovani sono affascinati da personaggi come Malala Yousafzai che a diciassette anni ha vinto il Premio Nobel per la Pace, o Greta Thunberg che a sedici ha mobilitato milioni di ragazzi per fermare il cambiamento climatico. Ma anche da giovani sportivi, musicisti, artisti, scienziati. Cosa hanno fatto queste persone per raggiungere i loro traguardi, per realizzarsi? Quanto sono stati importanti talento precoce, passione, volontà, capacità di effettuare rinunce, aiuto dei genitori, di maestri e amici? In questi mesi si parla tanto di ragazzi violenti, baby gangs, aggressioni, rapine e atti vandalici perpetrati da adolescenti. Che cosa è mancato in famiglia o a scuola? Cosa vogliono, a cosa non sanno rinunciare, di cosa hanno bisogno? Il mondo in pugno racconta l’infanzia e l’adolescenza di personaggi eccezionali dell’ottocento e novecento. Giovani che hanno realizzato se stessi, compiuto conquiste importanti, raggiunto traguardi, seguito un ideale. Qual è stato il prezzo che hanno pagato? Quali le delusioni, le paure, gli sbagli, l’entusiasmo, l’ambizione?
Nadia Terranova
Nadia Terranova è nata a Messina nel 1978 e vive a Roma. Ha scritto, per Einaudi, i romanzi Gli anni al contrario (2015; vincitore, fra gli altri, del Premio Bagutta Opera Prima e del The Bridge Book Award) e Addio fantasmi (2018; finalista al Premio Strega e vincitore dei premi Alassio Centolibri e Subiaco Città del Libro). È anche autrice di numerosi libri per ragazzi, da Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo, 2012) a Omero è stato qui (Bompiani, 2019). È tradotta in Europa e negli Stati Uniti, e collabora con diverse testate, tra cui Repubblica e Foglio.
Nadia Terranova
Il Segreto
La prosa poetica di Nadia Terranova e le illustrazioni immaginifiche di Mara Cerri si rincorrono tra le pagine fino a intrecciarsi nell’abbraccio di una storia sospesa tra sogno e realtà.
I “baci rotti” non bisogna portarli nel cuore. Bisogna toglierseli di dosso, metterli in un barattolo e chiudere forte. È questo il consiglio che la nonna sussurra ad Adele per aiutarla a tollerare le piccole infelicità quotidiane. Ma nemmeno questo trucco funziona quando un pensiero indicibile pesa sul cuore di Adele: allora la nonna le consiglia di andare in giardino, scavare una buca e raccontare quel segreto alla terra. E mentre Adele semina il suo segreto, tutta la collina sembra essere in ascolto: si aprono le belle di notte, brilla la luna e le sue stelle sopra quella casa affacciata sul mare, si rincorrono nell’ombra gli animali notturni. Ora Adele non è più sola nel suo viaggio per il mondo: un ragazzo misterioso e creature di sogno germogliano dal suo segreto, mettono radici e crescono in un mondo sotterraneo. Ma perché il suo cuore riesca a sentire la voce di quel mondo magico, dovrà prima conoscere se stessa e il vero significato dell’amicizia, che, nel suo caso, non ha nomi di fiori, ma profuma di sapone e cioccolato.
Nadia Terranova
Trema la notte
28 dicembre 1908: il piú devastante terremoto mai avvenuto in Europa rade al suolo Messina e Reggio Calabria. Nadia Terranova attinge alla storia dello Stretto, il luogo mitico della sua scrittura, per raccontarci di una ragazza e di un bambino cui una tragedia collettiva toglie tutto, eppure dona un’inattesa possibilità. Quella di erigere, sopra le macerie, un’esistenza magari sghemba, ma piú somigliante all’idea di amore che hanno sempre immaginato. Perché mentre distrugge l’apocalisse rivela, e ci mostra nudo, umanissimo, il nostro bisogno di vita che continua a pulsare, ostinatamente.
«C’è qualcosa di piú forte del dolore, ed è l’abitudine». Lo sa bene l’undicenne Nicola, che passa ogni notte in cantina legato a un catafalco, e sogna di scappare da una madre vessatoria, la moglie del piú grande produttore di bergamotto della Calabria. Dall’altra parte del mare, Barbara, arrivata in treno a Messina per assistere all’Aida, progetta, con tutta la ribellione dei suoi vent’anni, una fuga dal padre, che vuole farle sposare un uomo di cui non è innamorata. I loro desideri di libertà saranno esauditi, ma a un prezzo altissimo. La terra trema, e il mondo di Barbara e quello di Nicola si sbriciolano, letteralmente. Adesso che hanno perso tutto, entrambi rimpiangono la loro vecchia prigione. Adesso che sono soli, non possono che aggirarsi indifesi tra le rovine, in mezzo agli altri superstiti, finché il destino non li fa incontrare: per pochi istanti, ma cosí violenti che resteranno indelebili. In un modo primordiale, precosciente, i due saranno uniti per sempre.
Nadia Terranova
Il cortile delle sette fate
Arte è una gatta nera alla sua terza vita; si è scelta il nome in onore di Artemide, l’agile e bellissima dea greca con cui ha vissuto la sua prima vita sul Monte Olimpo. Carmen è una bambina selvaggia, nata in una notte d’estate, cresciuta in un bosco, scaldata e accudita da lupi, donnole, martore, ricci e ghiri, dai quali ha appreso linguaggi e percorsi che gli umani non possono comprendere. Tutte e due corrono, sulle pietre del selciato di Palermo nella notte di San Giovanni del 1586, per sfuggire al pericolo più grande nei tempi cupi dell’Inquisizione: essere avvistate, catturate e condannate per stregoneria, espressione e strumento del demonio. In un’epoca oscura e folle, gli uomini, i maschi, vedono nel comportamento libero di esseri femminili solo un segno del Male, e operano per sopprimere, per distruggere. Ma Palermo è anche città calda e magica che nel suo cuore racchiude un esaltante segreto; in una piazza, al riparo della torretta dell’acqua, sei donne, sei fate, danzano e coltivano piante odorose, in un vortice di profumi e canzoni ammalianti, pronte ad aiutare le gatte randagie e le bambine vagabonde che corrono verso la libertà.
Nadia Terranova
Addio fantasmi
Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è piú tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un’identità fondata sull’anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell’assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.
Dino Ticli
Geologo, naturalista e insegnante di scienze in un liceo, è autore di romanzi, testi di divulgazione scientifica e racconti per ragazzi. Vincitore di numerosi premi, è spesso impegnato in incontri con i suoi giovani lettori in tutta Italia.
Dino Ticli
Fedeli e innamorati
Ai più Fedeli e innamorati (Eros e Anteros, Orfeo e Euridice, Admeto e Alcesti, Penelope e Ulisse, Damone Finzia, Prometeo e altri) è dedicato questo primo volume di un’originale collana che ripropone gli intramontabili miti greci in un linguaggio moderno e in uno stile brillante e coinvolgente. Testo ad alta leggibilità. Età: 8-12 anni
Dino Ticli
Roka il figlio della terra
“Mettetevi comodi, giovani amici, è giunto il momento di raccontare la storia di Roka, il più grande cacciatore e uomo che abbia mai conosciuto; non voglio che si perda la memoria di ciò che lui è stato per il nostro popolo. Sarete voi a conservarla e a trasmetterla perché nessuno dimentichi”. Inizia così, nel romanzo di Ticli, il racconto delle vicende di uno degli ultimi Neanderthal – specie sopraffatta dai Sapiens – di cui portiamo anche noi del Terzo Millenio l’impronta genetica. Una storia di 30.000 anni fa che parla di coraggio e rispetto per l’altro.
Dino Ticli
Mistero nell’antica Roma
Questo libro parla di: storia, musica, amicizia.
Ottavio non ne può proprio più: il bullo Druso e i suoi compari non lo lasciano un attimo in pace con i loro scherzi. Ma quando un messo imperiale giunge dal loro magister Ludo, la musica cambia: la cetra che il mastro liutaio aveva promesso a Nerone è sparita! Sarà a quel punto che i ragazzi e le rispettive famiglie dovranno unire le forze per risolvere il mistero che si nasconde tra i vicoli di Roma…
Dino Ticli
Il dono dei Neanderthal
Da una piccola valanga precipitata dal fianco della montagna spunta, davanti agli occhi increduli di Scheggia e Luna, un ragazzino. È bianco come la neve e parla una lingua indecifrabile, ma conosce l’arte di scheggiare la pietra e sa ricavare suoni da un osso di cervo. Eppure non è certamente un Homo sapiens dalla pelle scura come la loro. Da dove viene? E soprattutto che cosa vuole dalla loro tribù? Età di lettura: da 8 anni.
Dino Ticli
Il segreto dei ciclopi
Nella mitica città di Zontac, dove la magia è consentita e la gente è incline a dare soprannomi, vivono il vecchio mago Rosolio, buon bevitore, e il suo giovane apprendista Papiro, divoratore di libri. I due, incuriositi da una misteriosa leggenda, partono per scoprire il segreto dei giganti con un occhio solo e giungono alla Foresta dell’Eterno Sorriso…
Mario Tozzi
Mario Tozzi è geologo, scrittore, conduttore televisivo e giornalista. Si laurea in Geologia alla Sapienza con il massimo dei voti, e diventa poi ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e responsabile per la divulgazione della Federazione Italiana Scienze della Terra. Dal 1996 si occupa anche di televisione, prima a Geo & Geo e poi a Che tempo che fa. Per 5 anni presiede inoltre l’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano. Fermamente contrario all’energia nucleare, vegetariano e ateo, Mario Tozzi ha vinto molti premi per la sua ricerca ambientale e ha condotto svariati programmi televisivi di approfondimento scientifico, tra cui La Gaia Scienza e Atlantide. Prolificissimo saggista, tra i suoi lavori segnaliamo Gaia. Viaggio nel cuore d’Italia (Rizzoli, 2004), L’Italia a secco. La fine del petrolio e la nuova era dell’energia naturale (Rizzoli, 2006), Il futuro dell’energia. Guida alle fonti pulite per chi ha poco tempo per leggere (Edizioni Ambiente, 2011), Perché i vulcani si svegliano? E tante altre domande sulla geologia (Editoriale Scienza, 2011, con Federico Taddia) e Pianeta terra: ultimo atto. Perché saranno gli uomini a distruggere il mondo (Rizzoli, 2012), Tecnobarocco. Tecnologie inutili e altri disastri (Einaudi 2015), Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate (Einaudi 2017), L’Italia intatta (Mondadori 2018), Come è nata l’Italia (Mondadori 2019).
Mario Tozzi
Perchè il clima sta cambiando?
Perché il clima cambia? È vero che siamo entrati nell’età del fuoco a causa del cambiamento climatico? Si può fare qualcosa contro i mutamenti in atto? Mario Tozzi, avvalendosi di dati, misurazioni e comprovati studi scientifici, tocca un argomento cruciale, l’argomento più caldo degli ultimi anni: il cambiamento climatico e l’attenzione che tutti noi dobbiamo riporre nella cura e nel rispetto della natura e dell’ecosistema del nostro pianeta. E tenta di rispondere alla domanda delle domande: di chi è la colpa? Forse del Sole? O degli elementi naturali? O magari dell’uomo? Gli errori del passato, la situazione attuale, il consumo responsabile e le prospettive per il futuro sono i temi trattati con grande autorevolezza dall’autore, per permettere ai più giovani di essere coscienti dei problemi del presente e prendere decisioni ancor più consapevoli per il futuro. Un libro per bambini dagli 11 anni, per permettere ai giovani di approfondire uno dei temi verso cui le nuove generazioni sono maggiormente sensibili. Un saggio interessante e dinamico per parlare di mutamenti climatici, del rapporto tra esseri umani e natura e del futuro del nostro pianeta. Età di lettura: da 11 anni.
Mario Tozzi
Mediterraneo inaspettato. La storia del Mare nostrum raccontata dai suoi abitanti
Libro vincitore del Premio Cimitile 2023 – Opera edita di attualità
Le belle pagine di Tozzi narrano la stupefacente armonia cui questo mare splendido, fondendosi con la storia della Terra, ha dato vita. Ma soprattutto esprimono la preoccupazione davanti allo scempio di cui è quotidianamente vittima per mano dell’uomo, l’unica specie che, credendo di poter dominare i sistemi naturali, è stata in grado di dilapidare un autentico patrimonio, rubandolo alle generazioni future.
Che cosa può esserci di inaspettato in un mare che conosciamo da sempre. Davvero il Mediterraneo ha ancora segreti da svelare a chi vive sulle sue coste, si nutre dei suoi prodotti o vi si tuffa ogni estate? Ebbene sì, perché ciò che pochi conoscono è la sua storia più antica, sono gli eventi che hanno portato alla sua formazione, le vicissitudini che ha attraversato nei millenni, prima della comparsa di noi sapiens, e le straordinarie trasformazioni che ha subito nel corso della sua evoluzione. Adottando un originalissimo punto di vista, Mario Tozzi racconta l’ante-storia del nostro mare attraverso la voce delle specie che lo abitano e dei loro antenati – pesci, cetacei, elefanti e scimmie – che vi hanno vissuto quando ancora era il grande oceano Tetide e si sono dovuti adattare ai cambiamenti che ne hanno mutato il volto. Solo Antea, una femmina di tonno rosso, può ricordare come vivessero i suoi predecessori centinaia di milioni di anni fa, quando nuotavano nella sterminata Pantalassa prima che la deriva dei continenti la suddividesse in tanti oceani e mari. Solo la delfina Flippie può spiegare perché i suoi simili, i mammiferi marini, siano tornati nell’acqua dopo che alcuni pesci ne erano usciti per evolvere in anfibi o rettili e infine diventare mammiferi. E, dalla terraferma, solo Elly l’elefantessa può descrivere quale fu lo stupore dei suoi antenati quando videro il Mediterraneo quasi disseccarsi a causa del cambiamento climatico verificatosi sei milioni di anni fa. Le belle pagine di Tozzi narrano la stupefacente armonia cui questo mare splendido, fondendosi con la storia della Terra, ha dato vita. Ma soprattutto esprimono la preoccupazione davanti allo scempio di cui è quotidianamente vittima per mano dell’uomo, l’unica specie che, credendo di poter dominare i sistemi naturali, è stata in grado di dilapidare un autentico patrimonio, rubandolo alle generazioni future.
Antonella Viola
È immunologa e professoressa ordinaria di Patologia generale presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica (Irp-Città della Speranza). Tra le sue pubblicazioni si ricorda: Danzare nella tempesta (Feltrinelli, 2021).
Fonte immagine: sito editore Feltrinelli.
Antonella Viola
La via dell’equilibrio. Scienza dell’invecchiamento e della longevità
Antonella Viola racconta le ragioni biologiche ed evolutive di un’esperienza universale, che ciascuno di noi attraversa a modo suo, con il proprio corpo, secondo tempi diversi.
«Non si può respingere il tempo che passa, ma si può accoglierlo con la giusta postura. Per essere longevi in modo sostenibile.»
Restare giovani è una delle nostre più grandi chimere. La vita media si è allungata e la nostra cultura sposta continuamente in avanti la soglia alla quale ci consideriamo anziani. Esistono teorie scientifiche e false teorie, diete e manuali che ci dicono come dobbiamo mantenerci in forma, come dobbiamo trattare il nostro corpo: tutto questo rende molto difficile capire, e anche accettare, come e perché il nostro organismo muta nel tempo. Antonella Viola racconta le ragioni biologiche ed evolutive di un’esperienza universale, che ciascuno di noi attraversa a modo suo, con il proprio corpo, secondo tempi diversi. È il primo passo da compiere se vogliamo accogliere questo fenomeno regolando le nostre abitudini e il nostro stile di vita. Perché invecchiamo? Come mai a un certo punto il tempo biologico delle donne finisce? Mentre l’età anagrafica è facile da svelare, come si determina quella biologica? Esiste un momento in cui il corpo comincia a invecchiare? Da sempre la scienza si interroga. Il nostro organismo cambia fin da quando siamo nati. A partire dai primi giorni ha bisogno di stare in equilibrio, rigenerando tessuti e riparando ferite. L’invecchiamento vero e proprio, però, è legato alla perdita di funzione e ci espone a un rischio maggiore di sviluppare malattie. I mutamenti si accumulano nel tempo e ci rendono più fragili e vulnerabili. Eppure, non tutti i segni legati all’invecchiamento sono deleteri per la nostra salute. I capelli bianchi non rappresentano un problema di salute, né ci rendono meno forti. Lo stesso vale per le rughe. E noi spesso impieghiamo più tempo e più risorse a tentare di nascondere questi segni innocui piuttosto che a mantenere i muscoli forti o il cuore sano. Trovare il nostro equilibrio significa concentrarsi sulla prevenzione e sui segni disfunzionali, imparando a non respingere il tempo, ma ad accoglierlo.
Antonella Viola
Il sesso è (quasi) tutto
Viviamo in un mondo di maschi e di femmine. Difficile immaginare qualcosa di più naturale. Ma sappiamo davvero in cosa sono diversi? Cos’è il sesso in biologia? E il genere? Come funziona l’orientamento sessuale? Il mondo è davvero binario? La visione che lo separa sulla base dei due sessi è semplice e ovvia quanto l’idea che fosse il Sole a girare intorno a noi, prima della rivoluzione copernicana. Maschio e femmina sono distinti nella sostanza e nei ruoli. Eppure, questa visione non corrisponde alla realtà. Per un tempo troppo lungo abbiamo trovato differenze dove non ce ne sono e le abbiamo trasformate in dogmi. Abbiamo invece ignorato le differenze davvero importanti. La nostra cultura ha strumentalizzato le differenze legate a sesso e genere e le ha esasperate. Al contrario, la scienza le ha ignorate troppo a lungo. Il corpo femminile è stato poco studiato, poco considerato e, di conseguenza, curato male. Per secoli la medicina è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a ignorare questo gravissimo squilibrio significa ridurre la nostra capacità di curare. Perché, per esempio, siamo più abili a trattare le malattie cardiovascolari negli uomini e la depressione nelle donne? Una rivoluzione nella scienza, nelle nostre abitudini e nelle parole che usiamo è urgente. Può cominciare con la medicina di genere. Antonella Viola ci guida alla scoperta di una medicina giusta, finalmente attenta alle differenze fisiologiche legate al sesso ma anche alle conseguenze che le disparità di genere esercitano sulla salute. “Fare la rivoluzione”, scrive Viola, “significa avere occhi nuovi per guardare noi stessi e il resto del mondo. Occhi nuovi per riconoscere le differenze che contano. E per dare loro valore”. In biologia il sesso è nato come opportunità di adattamento a un ambiente che cambia in fretta. Oggi è diventato la nostra gabbia, perché viviamo in un mondo rigidamente binario. Senza vedere le differenze che contano. Perché esiste il sesso? Che differenza c’è fra sesso e genere? Maschi e femmine sono diversi? E in cosa? Li stiamo curando nel modo giusto?
Michele Zatta
Michele Zatta è sceneggiatore, produttore e dirigente di Rai Fiction dal 2008, nonché volto noto al grande pubblico in quanto co-ideatore e sceneggiatore di “Un posto al sole” e produttore di “Mare fuori”. Con “Forse un altro”, pubblicato nel 2022 dalla casa editrice Arkadia, Zatta approda a un nuovo genere di scrittura, pur con inevitabili contaminazioni derivanti dalla sua durevole esperienza nel mondo cinematografico.
“Forse un altro” è il titolo del primo libro di Michele Zatta, presentato dalla scrittrice e giornalista Maria Pia Ammirati nell’ambito delle proposte degli Amici della domenica per il Premio Strega 2023.
Michele Zatta
Forse un altro
Libro presentato da Maria Pia Ammirati nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023.
Un romanzo, divertente e profondo, sul senso della vita e sulla forza dell’amore.
Prendi il Destino, la Vita e la Morte, l’Amore, la Verità, la Giustizia. Aggiungi la signora Finkelstein, i Quattro Pensieri, un bambino filippino, Biancaneve e Cenerentola, un barista senza nome, due coniugi che nemmeno si sono accorti di essere morti e uno strano individuo che ascolta solo Sugar Baby Love e che non ha mai fatto un canestro in vita sua. L’elenco del cast potrebbe proseguire ma non voglio spaventarti troppo. Sistema il tutto in un contesto che trae ispirazione dai morality plays quattrocenteschi ma che ammicca allo stile di Woody Allen. Ne ricaverai un racconto fuori da ogni schema e senza alcun ritegno sul senso della vita! E comunque c’è pure un protagonista. Si chiama Mike Raft. Teme di aver perso la sua ultima chance. Nel primo capitolo si butta da una finestra al quarto piano. E non è nulla rispetto a quello che gli accade dopo. Ma non farti un’idea sbagliata. Perché in realtà si tratta di una storia d’amore. D’accordo, un amore impossibile. Ma non è forse vero che per chi ama nulla è impossibile?
Proposto da Maria Pia Ammirati al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Forse un altro è una sorprendente opera prima che trascende ogni definizione. Narra una storia intima e universale che si snoda agile fra le pieghe del nostro immaginario affrontando i temi e le domande spesso scomode che da sempre segnano l’effimera natura della nostra esistenza terrena. È un’allegoria sul senso della vita scritta in modo ironico e disincantato ma che cela un’anima profondamente malinconica. Come nei morality plays medievali la Morte si misura con il protagonista, anzi con la personificazione materna della sua vita. Al cospetto di uno scalcagnato Destino, la Morte e la Vita si contenderanno il protagonista Mike Raft in una rivisitazione postmoderna della Danza Macabra. La Vita potrà contare sull’ausilio della Verità, della Giustizia e soprattutto dell’Amore ma l’esito non è per nulla scontato e la trama riserva sorprese continue fino all’ultima pagina. La sfida ci conduce al senso dell’esistenza che si cela dentro ognuno di noi. Ogni riga costituisce un riferimento, un rimando al ricco mondo letterario, musicale e audiovisivo di Michele Zatta, sceneggiatore e manager televisivo. A voler enucleare il filo rosso della storia, Forse un altro è un romanzo d’amore costruito e proiettato su diversi livelli di narrazione – un po’ come un testo di Woody Allen a cui l’autore dichiaratamente si ispira – ma nel contempo è qualcosa di più. Approfondisce, cesella ed elabora una concezione dello stare su questo mondo che a tratti può apparire paradossale ma nello stesso istante apre inattese rivelazioni ed epifanie. Un libro che attinge alla più moderna scrittura cinematografica e che anche per questo si presta a fare breccia nei lettori più giovani. In estrema sintesi una coraggiosa – e riuscita – prova d’autore.»